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novembre del 1444 nel Girone impendere per la gola; il che fu assai molesto al duca Filippo (3),

ilqualesisforzò di manifestare la innocenzadi quelcapitano.Indiilconte

pugnò

con vantaggio contro SigismondoMalatestisignorediRimini, ge-nerodi lui(4),ilqualeerasideterminato con Al-fonzoc Filippo Viscontidiricominciare contradi essolaguerra,e dispogliarlo della

Marca

d’An-cona; divisamentecuida più annierasiposto

men-teda’que’potenti. Difatto

nuovo nembo

comin-ciòad addensarsisulcapoalloSforza,dacché il Malate'sta,ilpontefice,ilduca di Milano,eilre Alfonso controdi lui

nuovamente

siriunironoe

„quasi di tuttelesu* genti,con pochisirifuggì inMontecchio, ,,dovesiaffortificòedifesotanto,cheinbrevetempotutte le

suegentigliritornarono:,,c posciacontinua chedopola per-ditaavuta„NicolòarrivaloaMilano,cvedutosiaggiratoda

#JFilippo, e intesalarottaclapresadelfigliuolo (Francesco)

„pel doloromoril’anno >445» d’età d’anni 64, statopiù virtuo-,,sochefelicecapitano,,.AncheilCorio, Stor.Mil.ilPoggio, Vit. Nic. Piccinini; eilPollini,StordiPerugia,diconoesser suc-cedutapressoMilanolamortediNicolò.

(i)Lomonaco, Viledc’fumosi capitani d’Italia, inFrancesco Sforza.Pcruzzl,Stor.cit:p.ag5.

(9)NicolòeAdami,1.a,c. 98-(3)Corio,St.Milan. all’anno r445.

(4)Ilconte ebbe anche unafiglianaturalechiamata Drusia-na,laqualesisposòaIacopoPiccinino.Machiavelli, Stor.fior.

|ib.7.

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collegarono.Pareafatoche ladominazione sforze-scadovesseallafinecessarnelPiceno:ribellossi la città diAscoli,ed intromisegliaragonesi, cac-ciatoavivaforzaRinaldo Foglianifratellouterino delconte.Indiagradoagrado, quali per tradi-mento,qualiper ispontanca dedizione,qualiper forza,tuttiicastelliricettaronoglialleati.Peròil contesidecisea

munire

di fortepresidio

Fermo

eIesiequivi tenersi, tornata già nelpoteredella chiesatuttalaMarca, peruscireamiglior

tempo

a ricuperareilperduto.

Onde

fu cheAlessandro Sforza conforte nervodigentipresestanza a

Fer-mo, mentre

ilconte Francescorivolse tutto l’eser-citocontroiMalatesta.

Ma non

cosi tosto andos-sene,cheifermani

non

volleropiùstare sotto

ad

alcunadisciplina;traperlanoiadiquella assolu-tapotenza,traperidannidelle

non

mai inter-rotteguerre.Il perchèalle

due

oredinottedel

24 novembre

1445ilpopolo

fermano

si

ammuti-nò, gridando:

Vìva

s.chiesaela libertà;ed assal-tòi soldatisforzeschi divisi in tuttiiquartieri del-lacittà(1).

A

taleimprovvisotumulto Alessandro elafamiglasirifuggirononellarocca,ilcui pre-sidio

pugnò

fortecoicittadini

non

pochi giorni; anziin

una

sortitaimprigionò per tradimento i prioridel popolo.

Ma

perlacostanzadeifermani

(«)Unodiqueiche sostenneilmotodiFermofuCecco Bianchini,ilqualecontre suoifiglicombattègloriosamente perla libertà della patria,che volendosiriconoscere nel mede-simounprodedifensorepelvaloremostratonelconquistodel Girone,fuordinatodalla città,chela nobilprosapia de’Bianchi fosseesente dalle gabelle.Vediillibrode’ registrideli445- e Ruccamadoro,Noti*, stor. diFermoinedite.

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stessi,cheallapresadellaroccasitravagliavano,

e

per Faiutoaltresìche adessivenne da Giovanni.

Forlijmi,che dimorava con lesuegenti in Santan-geloinPontano(1),

ad

Alessandro

mancarono

le vettovaglie,cosicchéfucostretto diuccidere tutti isuoi cavalli.

Ma

indarno, perciocchéalla fine pre-valsela

fame

e

non

potèpiùsostenerla.

Non

con-sapevoliifermaniditantaangustia,condiscesero al1

pagamento

di

10000

fioriniaureiperla cessio-nedellarocca(2),d’onde Alessandrouscìcon tut-telesuegenti,esiritirò in

Camerino

(3)presso

isignoriVaranisuoicognati,a’qualifurono

man-datidaifermani molti de’principaligentiluomini della cittainostaggio,

onde

ad Alessandrofossero osservatelecondizionipromesse (4).

Fu

dinoia grandissimaalcontecagionelanotizia della per-ditadi

Fermo»

perchèsipartìeglida Fiorenza, e tornòaPesaro,divisandodi

muover

nuova guer-ra per riconquistarelaMarca;egiàaveva in or-dinetuttol’esercito,allorché

Cosimo

con lettere

ed

ambasciateilpersuasea lasciarl’impresa,c a

(t)Ant.di Nicolò.

(2)LucadiLinda,ovveroBisaccioni,malamenteasserisce chedaifermanisisborsarseroundici milafiorini.

(3)Ilcastello diFermo,situatoinluogofortissimo nella

ci-ma

della collinachestanelmezzodellacittà,riguardato sem-precomel'antemuraledellaprovincia, ecausadi tante guerre, adistanza de'èittadinidiFermofuconsegnatoalpopolodal card.Domenico Capranica d’ordine d’EugenioIVilgiorno del-lacattedra dis.Pietroperesserdemolito:esiconcesse in tal giornoindulgenzaplenaria a chi avessedevotamentevisitatola chiesa cattedrale.

(4)Raccamadoro,Not. storiche diFermo.

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volgersi invecealducato,eascenderea

Roma

;e cosicessònelloSforzalasignorìa di

Fermo

(1).

Questo principe,

comecché

attendesse quasi

sempre

l’animoall’artedellaguerra,nellaquale fu inveroassaichiaroecelebrato,

nondimeno

portò

un

grande

amore

allelettere,edacoloro che le professavano.

Niuno

scritto, per.quanto

sappiamo

, cilasciò,cheil facessedistinguerefraicoltivatori dellescienze edeliberalistudi di queitempi.

Ma

Filippo da

Bergamo

cosìparladilui:

Era

di

som-momento

fiera

ed

eloquente favella,eche

per

fa-condia,grandezza e sapere,gliantichicapitani%

senza contrasto,quasidissi,ei soverchio: enel combattere

mai sempre

sìfortunato,che, salvo

Ce

-sare,

non

diè

V

Italiachia petto alui stare si possa(2).

Non

cosìtostosi fupartitoAlessandro, chei

fcrmanisidierooo furiosamentea guastare dalle

fondamenta

ilcastello,causaprincipaledi tante

(i)Ioh.Simonetta,Hist.Fr.Sforti.ie.Stor.fermanecitate, all’anno:4'J6.Corio,Stor.Mil.

(a}11eh.sig.march.Bruti Libcrnti, nella biografiadi San-teTanurzi dettoSantinoda Ripa,sullascoriadelSimonetta edelCorioba mostralodesideriod’indagaresesipotasse attri-buireaquestocelebrecapitano1’onorediaverd-.tounlume anche lontanoall’invenzionedegli attualipontidi(erro, ado-peratidaessonel(434sulTevere,avendone forniitounodi grossissimicanapidetti carnei!,ilquileperchèdinuova forma ed inusitata dettegrandestupore.,,(mpcrcioechò(cosiilSimonetta trad.lib.3, pag.agc3o)fece fare ottocanapigrossissimi, lun-ghiquantoeralalarghezzadelfiume;poividistesescialberi legandolialo pile delrovinato ponte,etdal’uno et l’altro lato netiròdue piùalti,qualifacesserosponda

,etognicosa

co-persedi assi, et incolonùedi legno,lequalificcònelfiume, fermòilponte, aciòche perlasua lunghezzanonvacillasse

81 guerre,

onde

eranostatitravagliati:di cheoltre essercirimasa

memoria

ne’nostri cronisti,sene leg-geva ricordo in

una

figulina, che fu giàin casa il

Zambecchini

:

1446

,

20

febbraio fubriccolatoil Girone. Bartolomeo Faccinellasuastoria(1) rac-conta alcunifatti,che accadderoin

Fermo

negli an-nidella dominazione sforzesca,e particolarmente descrivela cittàela rocca del Girone:Erat ea urbs

magna

, etopulenta, totius Piceni longe munitissima.

In

ea eminebat rupes

quaedam

tan-taealtitudinis,ut

ex

eaperinde atque e specula

quadam

excelsaomnis propa Piceni ager despecta -retur.

In

eiusrupis

cacumine

planitiev

modica

ine -rat,

quae muro

cincta,crebris turribusinterpositis,

arcem inexpugnabilem

fecerat.

Eam

veroarcem,

quod

inorbisprope

formam

natura circumcisa ru-pesfuerat,

Gironem

vulgo appellabant,

quam

qui tenebat

universam

picentiumprovinciam tumultu ac terrorequatiebat.Nel palazzo

comunale

esiste

un

dipintorappresentante lafortezzadelGirone,

ed

altro sene osservain

un

anticomessaledella

me-tropolitana, colprospetto orientale del Gìrfalcoe della cattedrale,cheilMaggiori riprodussenelsuo libro

De

firmarne urb.origine.

Vedi

ciòche nefu dettodanoinel giornaleletterario di Perugia

nu-mero 28

del1836. Benedetto

Moro

nelsuo

poema

:

Ut

carpiereviam,et celtitenuere

cacumen

Gironis, funditseubiletavirentibusherbis Planities,nitidoque

extructum marmore templum Undique

conspicuam portenditinethera turrim(2).

(1)Dereb. gest.abAlpbunsoIncapol. rege,lib.8,fot.a5«

al267.

(2)Raccamadori, Not.stor.ferui.

6

82

Allo Sforzaconlainvestitura della

Marca

fu-ronotribuitituttiiprivilegi,che asi splendido grado andavano uniti(1);fra’qualieraquello del-la zecca.

Ed

infatti,

come dicemmo,

nove

monete

col

nome

di lui pubblicòilCatalani, allequaliora si aggiungonole

due

altre da noi rinvenute. In tutte, eccetto

una

sola,usòil

cognome

dei Viscon-tii

onde

parrebbe da

prima

chetuttefossero po-steriori al

matrimonio

con Bianca Maria.

Per

altro

coma

potrà supporsi,chedal

1433

al 1441 egli

non

facessemai coniarealcuna

moneta

?

Ma sap-piamo

che in molti diplomi esaminatidal Catala-ni(2)fin dall'anno

1436

si

nominava

parimenti Visconti.Il

Decembri

nella vita diFrancesco Sfor-za(3)citoglied'impaccioraccontando alc.

XIXs Eodem anno

,qui trigesimus

primus

post superio-res a nobis adnotatur(idest1431),Bianca

Maria

Philippifilia,quae

nunc cum

consorte pariter

me

-diolanensispopuli

ducatum

possidet, Francisco Sfortiae in

uxorem

promissaest.Ipse

Ficecomitum

et soceri suidesumpsitinsigniti

,

iam tum quidem