uno
scopo,cioèamettere daprima
inrivolta tut-to ilPiceno,e poscia l’intero stalo della chiesa. Ol-trepoil'amiciziachegli legavaa Gio.Paolo Ba-glioni, gran capitano,sitemeàfortenon
fosser con-federaticonaltripotenti signoridiRoma
,edin segretoeccitati daprincipi maggiori;ilperchè so-spettavasi,chepocafavillaun
grande incendio se-condasse(f).Nel mese
digennaio 1520, vivendogià Lodo-vicoda parecchianni tirannicamenteinFermo
, ordinòa’suo.isatellitich’uccidesseroilpodestà, Bar-tolomeo Brancadoroedaltri;talchéifcrmani ir-ritatiasibarbaractirannica uccisione,surseroin armi a vendettatma
l’Eufraducciratto soneuscì a salvamento;standoperòsempre
contutto l’eser-cito,etenendoicastelli,ch’erano inpoter suo,dappressoallacittà, laquale
pur
signoreggiavae governavacolterroredelsuonome.Le mire
e gli apparecchi dell’Eufreducci, capitanodi alto corag-gioedigrandissima esperienza, turbaronogrande-mente
l’animodipapa
Leone,ilqualerammentan-do
aqualeinfelice termine avessero condotto lesommosse
diUrbino
Iostatosuo,deliberòdi ri-parareallapiena,prima
ch’ellauscisse degli argini.A
tal’cffcttochiamatoasemonsignore Nicolò Bo-nafedevescovodiChiusi, prelatodigrandeinge-gno
e prudenza,afHdogliun
sìgravee geloso inca-rico(2).Glicomandò
pertanto che movesse peralla(i)Leopardi,Op.eit.p.119.
(a)L’anonimopadovano,scrittorecontemporaneoseguilo dalMuratorinegli anuali d’Italia ail’auno i5jo; dalRosene,
Yi-7
98
Marca
eriordinasseinsuonome
quella provincia.L*a
prima
dellecittaeh’eifecetornarealbuon
or*dine fudecanati; dicolavenutoa
Fermo,
meglio cheinfiorentecittà,credè entrareinun
deserto,tadiLeene X,cap. 23;dall'autore della vita diGiovanni de’Mc-dici,Album, GiornalediRomap.196, eda T. U. Teatrouni-, vera.Torino annoi838pag.3y3,f.229: riferisceavereiu que-st’annopapa Leoneall’improvvisomandato Giovanni(o Giovan-nino) de’Medici,giovaneferocissimo evagodiguerra, conmille cavalli equattromila fantiadattaccare la città diFermo, allo-ratenutadaLodovico Eufreducciuomodigranvalore,ilquale aH’avvicinarsi dell’armatapapale nefuggicon duecentocavalli, maraggiuntodalMedici, fece bensìunamaravigliosa difesa,ma finalmentelasciònelcombattimentolavitaconpilidicentode’
suoi seguaci,percuiFermoritornòimmantinentealla obbedien-za della sede papale; egli altripiccioli tirauui,cheoccupavano città o fortezze di quellevicinanze,cercaronolalorosalvezza colla fuga, o corsero inRomaasollecitarelaclemenzadel pon-tefice.Sembraperò,chetalenarrazione dell’anonimopadovana nonpossa meritare intera fede:dappoichél’annalistaMontani nonfaverun mottodellavenutadelMediciaFermo, cdegli scri-vevaviventelasfuria dellapatriasua,che continuòsino al21 marzoi52i;cheanzieglinarra,chemonsignor Nicolò Boua-fededaSangiusloeracapodcll’csercitapapale, chespinse fino aMontegiorgio,ovestava quello dell’Euf’reducci,ilquale men-treandavaaFalcronefu battuto e uccisofra’primi.Soltantosi leggenella vita diNicolò Bonafede,trattadascritti contempo-raneiperoperadelconte Leopardi
(lil».V,n. 8,9,26e 07),che
allorquandopapa Leone giudicava bisognarefortiprovvisioni per opporsialleforze diLodovico Eufreducci, proponeva ezian-diosiscrivessealsignorGiovanninode’Medici,ilqualesi tro-vavaalloranellaMarca con cinquanta uominid’armeecento cavalli leggieri,acciocchétenessequellaforzaallaobbedienza delvescovodiChiusiperqualunque occorrenza
ne’procedimen-tidelsuo governo. OltrcdichènarraancoracheilcardinaleAr—
mollino avesseordinedalpapadinotificareidispaccialsignor Giovanuino;che giuntoquesti allaMarca,ilvescovodiChiusi significasse aPaoloCiasca,valoroso soldatoecapodellegenti delde’Mcdici,venisseimmediatamente con(asuacompagni^
-
99 non
essendosiavvenutoda portas.Marco
apiazza s.Martino,cheincinque oseipersone di niun conto;oltreché trovòserrateleporte, le officine,eperfinlefinestre dellecase,regnandoinogni luogo
un
profondosilenzio;perciocchétuttigli abi-tantiavevan presolafugaperricovrarsi ne’vicini paesi.Tuttavolta furono tostamentea salutarlo i priorisenz'altroseguitochedei lorofamigli:ed
erasiffattoiltimoredaH’Eufreducciispirato,chenon
siardivanproporre alcun rimedioa tantoma-le.Allafineperglieccitamentidelvescovofecer dellacittaladescrizione più
commovente
sesser giunta,dissero,perlecupidità eufreduccianealsommo
de’mali;che Lodovico,oltreesserdimala natura,avea seguacitalichesempre
davanla spin-taaU'animo suogià diperseinclinatoallarovi-na
dellalororepubblica;non
esservimodo
a fre-narlo,peraderirgliapertamentei tre quarti del contadoemolta partede’ cittadini; ilrimanente de'qualìoparteggiavano perGirolamo
Brancadoro, cittadinopur
potenteenon
pocosospetto,o'di-entrolemuradiFermo, facendo unaleva di5oofanti nelle ter-repiùvicine dellaprovincia, ch’era inmaggior fama per uomi-nialtialguerreggiare; afinalmenteci fasapere,chevedendoil Bonafedegliandamentidell’Eufrcducci,epenetrandone’ suoi disegni, fece suhito correreilCiascacoicavallidelMedici,ed ilnipote suo Fortunato Bonafede conaltricavallileggieri, di-rigendolia’castellivicini eas.Benedetto pertenere in soggez-zionel’Eufreducci.Non puòdirsiperò,cheGiovanni dc’Medi-cifossecapodeglieserciti pontilicii,inabensìcheilCiasca collesuetruppesiunisse allearmidelBonafedecapitanateda Girolamo Brancadoro;oltrea ciònonsiraccoglie da’nostri mar-chiani cronisti,cheilde’Medicifossenèpressos.Benedetto,ove trovavasi l’Eufreducci,nè presentealcombattimentoincui per-dequesti la vita.
100
fendevanoildiritto,
ma
perlapochezza delnu-mero non
siattentavanoad aprirbocca. Rinfran-colliilvescovodiChiusi,edessidiederoa lui as-solutabaliadella pace e della guerra.Frattanto stanziava Lodovico in s.Benedetto, divisando di entrareaFalerone,ilpiùforte c bellicoso e affezio-natocastellocheavesse. Seppeseloil Bonafede,cmandò
per ordine espresso dicendoa’faleronesino^ricettasserosottopene gravissime, eminacciando altresìgliascolanidi
25000
ducatid’orodi multa, seglidesserdi braccio.Commise
indi alBrancadoro eaCarlodi Oilìdabuon
capitano, che mettessero insieme quelnervodigenti partigianeche potes-sermaggiore,edinmezzoataliprovvedimentinon
pretermisedi offerire aLodovico onorevole accordo medianteuno
de’priori alui affezionalo,e Ceian-ziadegliOddi
sua madre.Ma
tuttoindarno; con-ciossiacchè, oltreche l’Eufreduecitrovavasi polentis-simo per armieperalleanze, lasua famigliado-po
quellade'Baglionieraforsedellepiù ragguar-devolinellapontifìciadominazione, vuoi per fama, vuoi perproselitienumerosi amici;cd Ascolie Sanginesio distinguevansifratutti nelfavoreggiare Lodovico.Il prelatoperò supplivaalpoconumero
dellearmicollasaggezza: ecomandò
aPaolo Cia-Sca,ottimosoldato,ch’entrasse collasuacompagnia
entrolemura
diFermo,
e fece leva di cinquecen-to fantinelle terre alla cittàpiùvicine.Intanto Lo-dovico deliberòlasciares.Benedetto,e ridursi in qualchecastelloaFermo
più prossimo.Diffatto co-minciòamanovrare
contal perizia,chelacosagl*riuscivaottimamente.
Ma
ilBonafede, penetratoidisegnodilui,
mandò
Paolo CiascaeFortunatoBo
nafede collacavalleria,perchèvedesse**modo
che401 leterre
non
siribellassero;eLodoviconoti riuscis-senelproponimento. Pertaleopposizione venuto-glimeno
ilsuopensiero,siaccinse diandarea Fa-lerone, fortedipopolo,dimura,
divettovaglie e di amici.Ed
incamminatosipeiconfini dello statofer-mano, una
mattinavigiunseassaichetamente.Lodovico,salvo e sicuropervenuto,trovossi po-tenteoltreognicrederesìpelluogo, sìper avere intornododici popolosecastellacheil favoreggia-vano;
onde
deliberòdi marciar controFermo. A
brutto puntotrovossi pertantoilBonafede,non
es-sendogliperanco giuntelegenti diRomagna,
e po-tendoesserpreso allespalledallebande nemiche
chel’attorniavano.Anche
lemura
dellacittà, es-sendorotteeguaste in piùluoghi,non
gli per-mettevanodiresistere lungamente.Commise dun-que
alCiasca,eh’andasseadalloggiarea s.Maria inGiorgio;ecosìanche ordinòa Carlod’Offidae Girolamo Brancadoro cheallaterzamattinasi tro-vasseroinpuntoal pianodiGrotte-azzoline.Ilgiorno
20 marzo
del1520insull’aurora partì ilBonafede daFermo,
seguitodauno
de’ prioricon 10 stendardodelcomune,
dalletruppedella città, edanon moltealtre;egiunsertutti alluogo del convegno;salvoil Ciasca,cheper messi fu manda-toadaffrettare.Quivi fermatisi alquanto, dichiarò 11legatoessersideciso alloggiare as.Maria delPia-no
adue
migliada Falerone per tenereinfreno Lodovico.Fu
ognicosaacconciata, e l’esercito riu-nitosimosse:ma dopo due
miglia, lescolte che cavalcavano innanziannunziarono,Lodovico corre-re furiosamentecontrodi loro.IlBonafedefecefar alto,eschieròl’esercito a fiancodiuna
strada ta-scatacheloassicuravada quella banda.A
Carlo102
d’Olfidafuaffidatala
somma
delle cose.Fortunato Bonafédecomandava
ladestra,Girolamo
Brancado-roe Nicolizzaconlacavallerialeggiera la sinistra, Carlocolrimanentedellafanteriasosteneva l’im-petodellabattaglia.Nuovi
messaggi ordinaronoal Ciasca chesiaffrettassea giungere,venisseperla viade’boschiepercuotesseilfiancode’nemici,nel casochetrovasseimpegnatalamischia.A
talpunto
mostrossiilvescovoa cavalloinnanzialletruppe,leanimò
conbreve discorsoelebenedisse; indisi tras-se lungiforse auna
balestratacon cinquanta ala-bardieri.Subitamente giunse Lodovicoetantostos’impegnò
lazuffa,esicombattèalmeno
un’oracon accanimento senza che niunadelle partisiarrogasse vittoria.AllafinelefantariedelBuonafede pugna-ronorisolutissime,edue
spingardedelcomune
diFermo
cominciaronoa folgorareinemici;i quali atterritidalrumore
edallastrage,chemenavano
queidue
bellicistromenti, cominciaronoa rincula-re.Giunseintanto ilCiasca,elipercossedi fian-co,sbaragliandoliintutti ipunti.Lodovico com-battècoraggiosoecon restremodelvalorefinchéebbe
stilladisangue,prima
collalancia,indi col-laspada, poiconlostocco;ma
alfinetoccatogli sullatestaun
fendenteterribile,rimase sbalordito epressoché morto;pure
seguitò apugnare,finchéuno
de'cavalieriavversiilgittògiùdel cavallo.Si andavail vescovoaggirandopel