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4 3 Il terzo signore di Fermo fu Giovanni

d’Oleg-gio (1) cosichiamato da Oleggioterra delNovarese, ove nacque: tenutodallapiù partedegli storici figlio naturaledell’arcivescovo .diMilano.

Le

storiemolto parlanodilui,specialmente innanzi che venisse a

Fermo.

Nel1341

andò

insoccorsode’ pisaniper l’acquistodi

Lucca

controifiorentini,

ma

alfatto diGhiaia rimase prigione.

Tornato

a libertanel 1344, cospiròinPisa, per far visisignore: eper venireacapodelsuo intento voleva richiamare!

figliuolidiGastruccio,ecacciare dicittàilconte dellaGherardescaalloracapitanogenerale:

ma

ve-nutainlucelatrama,ild’Oleggio fuastrettoad uscirnevergognosamente (2).

Entrò

nel 1351 in Toscanacoll’esercitomilanese,ed a

nome

dell’ar-civescodiMilano,

mandò

dicendoalpopolo fio-rentinodi volerlo reggere;e frattanto avanzossì a dareilguastoa quelleterre,finquasialle por-tedi Firenze.

Ma

non perciò i fiorentini si spa-ventarono:cheanzipostatosil'Oleggioaduna pic-colafortezza(Scarperia)per espugnarla,sidifese ilpresidioeconesso ipopolani contanto valore,

(i)CesareCantacosìsiesprimeintorno aquesto personag-gio:„ Giovanni Visconte da Oleggio poverofanciullo, raccolto

,,dai Visconti emezzochierichetto induomo,poicimiliarca, ,,poipodestàdiNovara,poi generale di tuttelearmidi

Lu-,,chinoesuo luogotenenteecapitano pertuttoilPiemonte. „ M.Puslerla p. i5o.EIgnazioCantù, Fattide'capitani di ven-tura italiani,cosìildescrive:„ChieraGiovannid’Oleggio?

,,Uomodicomuneorigine,natosulle rive delVerbano,ma

do-,,tato diunospiritoeminente.Postosi almestieredellearmi, ,,raccolseanch’eglialsolitouominiprontiad ognidelitto:e ,,rinforzato dal loro braccio,andò portando losterminio nelle

„terre de’fiorentini, epoi de’bolognesi

(a)Cron.diPisa,tom.XV,p.loia,iot5.Stor.pistoiesi, anon.p.409,5o5.

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che ributtaronointuttigliassaltiilpotentissima esercitolombardo,ilqualedovèuscire dalle terre fiorentine,senzaaverne avutofruttodisorta(1).

Stimò perciòl’Oleggioritirarsinelle

campagne

dì Bologna;laqualeessendodiqueltempo, per ven-ditadeiPepoli, sotto la dominazionedei Viscon-ti,questariescivaassaiopprimenteaquegli abi-tanti.

Fu

affidatopertantodall’arcivescovo di

Mila-no

all’OIeggioilgovernodiquestacittà;edegli cominciòil suo reggimentodall’incarcerare e spo-gliareiPepolipersolosospetto*chela

memoria

dellaperdutasignorìa potesse di

nuovo

invogliarli;

ma

nel1353ibolognesi, amalincuore soffrendola signorìa de’Visconti,congiuraronnelgiugnoa scuo-terne ilgiogo:elatrama

non

rimasealungo na-scosaall'accortoe ambizioso Oleggio, che disarma-tiliinteramente,fèpagare collamortela

pena

del-latentalaribellione,da

prima

a

due

dei princi-palicospiratori,e posciaadaltrigrandi popolani, cheinluttofurono trentadue,oltremolti che ri-tennein prigione;eridussecosìa talsoggezione

ibolognesi,che

non

ardivano

tampoco

nelle lor case favellareintorno questa misera condizionloro.

Venuto

amorte l’arcivescovodiMilano,il succes-sorediluiMatteo proposedicacciare 1’Oleggio dellasuacarica;

ma

eglinon

meno

accorto e simu-latoreche prode,avendo penetratala deliberazio-ne,non

mancò

asestessodiogni mezzo,

onde

il divisamentoriuscissevano; eprofittandodel

mal

contentocheispiravailgovernovisconteo,ordì

una

(i)M.Villani1.II,cap. 33,pag.i?4.Sismondi,Stor. delle r»p.ital.voi.YI.

45 cospirazioneper rendersiindipendente.Perchèil

\"taprile

1355

recatosiinpalazzo, eraccoltivii

capide’cittadini,feceadessi

un

caldodiscorso,

sponendo

leragioni cheloinducevanoa sottrarsi alcapriccio del

nuovo

signorediMilano;e avve-gnaché lapiù partedegli adunati vedessero nelle parole delfOleggio unacelata insidia,aiutatoperò dalle vicine signorie, nellamattinadel

20

aprilefu riconosciuto signorediBologna(1).

Ma

egli circon-datodallearmidiBernabò,cuieratoccata Bolo-gna,

non

avendo trovato soccorsodagli alleati,si chiuse nellasuacapitale,ovesidisponevaa resi-sterecon ognipotereall’assedio,checominciòsui primi del dicembre 1359.

Vedeva

l’Oleggiola tri-stasituazioneinchetrovavasi,perchètuttele for-tezzedelsuo dominio aveva perduto.

Conobbela

al-tresìillegatopontificio,ilquale scorgendoridotto ilcapitanoalsologovernodellacittà,proposedi coglierequest’acconcio,per ottenerelacessione a favoredelpontefice, offerendo a luipattie con-dizioniassaionorate.

Poco

stantevenneroessiagli accordi, ene fustesaconvenzione:

Che

il legato pagasse interamenteisoldati ed altri de’soldie provvisionisinoaquel dì:

Che

ilcapitano rasse-gnasseallachiesail

dominio

diBologna, ed in

cambio

di questaavesseeglia vitalasignorìa del-lacittàdi

Fermo

,edelsuocontadoedistretto, coltitolodi marchese;epermaggior fermezzadel trattato,ilnuovo signore

mandò

tostamentea

Fer-mo M.

AzzodegliAlidosida Imola congenti

ar-(i) 31.Villani,lib.IV,cap.

u

ela,pag.a/}».Petri Azarii, Chron.p.34t-Ghirardacci,Stor. di Bolog.lib.XXIII.

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mate,

come

amicodi

ambedue

leparti,per prcn-derneilformalepossesso:ene partìMesser

Go-mise,nipotedel cardinale,ilquale era marchese dellaMarca, postovi

dopo

lacacciata diGentile

da

Mogliano.

Ma

ilda Oleggio

non

intendevalasciare inpotestà dellegato lacittadelladiBologna,se da

prima non

erasi certificato,chenellasuafosse pervenutoilGirfalcoelealtrefortezze-di

Fermo,

einbreve presa perluilasignorìadella città(1);

ilche essendosi saputo concertezza,sidecise a par-tire.

Temeva

egli

non

forseibolognesi cittadini volessero fare strazio di lui,evendicarsidalle

com-messe crudeltà: però con astuti

modi

tranquil^

landòisuoinemici,glivennefatto difuggirenella nottedel31

marzo

1360,

dopo

avere spogliato la cittàdituttelesuericchezze,

movendo

per Imola, eposciaper Cesena, ove trovavasiillegato;ein sìfatto

modo

{ aldiredi

uno

storico

moderno

)

«riuscìa

permutare una

signorìa,che erasul

pun-«to diperdere,con

una

signorìa, nellaquale

non

aveva datemere verun

nemico

».

Nel frattempo che trattavansigliaccordicon lachiesa,accettò

una

praticaditradimento,per la quale

un

Bernardino Ruzzoglioffrivalasignorìa diFirenze.

Per

levicende narrate s’interruppe poi lapratica,equindisirinnovò probabilmente

quan-do

l’Oleggioeragiàin

Fermo

nel1360.Iltroppo esitarediessofuperòforsecagione chela

faccen-da

capitassea

mal

fine: perchèsvelato iltuttoda alcunianchede’traditori,rimaseall’Oleggio l’infa-mia,

ed

airibellile

pene onde

furono meritamente colpitidallafiorentinarepubblica(2).

(1)M.Villani,lib.g,c^5.

(2)M.Villani,lib.X,cap. c25.

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