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67 ni di guerra , che tratti subitamente da Fermo

quantifossercapacidi portarelearmi,si giras-serocelerissimiconquestetruppesugli assedianti.

Onde

furonotantoprestamenteeseguitele ordina-zionidelconte,chelegenti diFortebraccioebber sopraifermanieglisforzeschi

prima

di avveder-sene;evennero da ogni

banda

con tant’impeto di-spersiesbaragliati, chelostesso Nicolòvi fu

morto

(1).Iranno appressopoi

4436

condusseegli

medesimo

1*esercito

(perlamaggioredifermani composto)controilducato camerinese;e

dopo

aver fattoscorreriaepredamentifinoaSerravalle, es-sendostatodallacittadi

Camerino

pagatodi gros-sissimataglia,se

no

tornòa

Fermo.

Ilgonfalone dellachiesa eilmarchesatodella

Marca

fuda

Eugenio IV

conferito allo Sforza,

non

già perchèamicolo desiderasse,

ma

performare

un

contrappostoa’capitanidigran

nome,

chegli sieranoscagliaticontra(2);nèciòeraignoto.

Fu

perciòchecertisignorotti,principisubalterni, e ducidella.chiesa,cuidolevadellapotenzaeprer potenzasforzesca,sicuri dell'annuenza del ponte-fice,fecerpropositodilevarlo di

mezzo

,con ri-balderìe degne diassassini; e ne dierono

com-missioneadalcuni, cui l’onoreera

un

vocabolo vuo-todi senso.

Ma

ilconte,

come

ancor destroe di sve-gliatoingegno,discoperseletrame,disfece le con-giurate insegne, etolseaicongiuratorila vita(3).

(1)Ant.diNicolò cron.ad ann.i435.

Adami, pag.g4-— Peruzzi,Stor.cit.p. 270.

(2)Sismondi,Stor.cit.—Peruzzi,ivip.267.

(3)Ant. diNicolò ad(436.

68

Ottimerosefecein

Fermo

Alessandro luogo-tenentedel fratello,emoltefazioni trattò e con-dusseafeliceesitocoifermani;abbellìlapiazza disontuosi portici, el’ampliò levandovia assai edi-fici:fabbricòilpalazzo governativo,eformossiper la

prima

voltaa suacura

una

regolarestatistica dellacittàccontado.

Fu

pocostantefabbricatoil trattodi

muro

eletorri,che partendo da porta

s.Giuliano,giungonoa quelladis.Marco.

ElettoloSforzacondottiero generaledella ce-lebre legafra

Eugenio

IV, ifiorentini,i venezia-nieigenovesi(1), innanzidi porsi acombattere eoiPiccininolemoltebattaglio,di cuisonpiene lestorie(2),vollefossefinitalatirannia dialcuni signori,che

dom

:navano questaprovincia.In

Lom-bardia poi,condottosida quelgrandee valoroso ch’ogli era,allafinesiacconciòcolducadi Mila-no!ilquuicdatosiitibraccio adesso,edelettolo arbitrodeliaconcordia,volleasuggellodiferma edurevoi pacedargli in isposasuafigliaBianca Maria,nellaetàdisediciannie nel fiore della bel-lezza,concedendoleindote

Cremona

e

Poutrcmo-1> (3),

(i)L’Adamìall'annoi438cinarra?Insequentiarniedux foederis sanciti intar ponlificemEugcnium,venetos,fiorettinosi et ianuenses est constitutuscuriistipendioilom.nummorum au-reorum.

(l)Machiavelli,I«l.Fior.lib.6.Plàtino, Ist.diMantova lib.6.Si.A. Sibellico,Dee.III.Scipione Ammirato,lib.XXI.

Simonetta,lib.V. Capponi,Comment.PoggioBracciolini,lib.

8.Sismondi,Op.cit.tom.g.

(3)SimoDetta,Ilist.Frane.Sfortiaelib.V,p. 3io. Sismon-di,op. e voi.cit.IlCorio,Stor.Milan. pari.

V

indica esser av-venutelenozzea’^4 di ottobre del i44ti neltempiodis.Sigio

69

Ildì

22

gingilo

1442

sul

mezzo

,'giunsea

Fermo

BiancaMaria,incontrataefesteggiata dal popolo,dai cittadinieda ogni ordinedipersone.

CosìsiesprimeilnostrocronistaAntoniodi

Ni-colò:

Eodcm

millesimo (1442)et die veneris

22

iunii inmeridie....

Magn.

etinclyta

D. Dna. Bianca

fìliapotentissimiducis

de Medi

alano,

uxor

eccel-lentissimiD. I. comiiisFreni ci sci,

ducens

in ter alios

sccum

duodccirn dumiccllasaccessitetivitin

Gironem

associata

cum

dominis prioribus

Firmi

,et

cum omnibus

ciuibusdictaecivitatis,et

cum maxi-mo

gaudio(1).Cotesto parentado

non andò

agrado a’prmcipi italiani;poiché parvertuttidiconserva Collegati a'dannidel conte,non omesso papa

Eu-genio IV,il principalee ilpiù formidabil

nemi-codi lui;eNiccolò Piccininogeneraledelducadi Milano,echediquel

tempo

eraalsoldo del ponte-fice,dacuieraincaricato allaconquistadellaMarca, edaltresìAlfonso V, chegiàda più anniglieri’ ne-mico,

come

già lo era statoalpadredilui,

congiu-smondodiCremonacon grande apparato, specialmentedidieci squadre armatedicavalli, elettodiluttol’esercitoemolto or-nated’oroedargento.

(r)Anton,di Nicolòop.cit.ad ann. i44a-Qui *on da no-tareletav-sinottiche delcanonicoPorti,in cuiapag.56si ac-cennal’arrivodiBianca Mariacomeavvenutoneli438;cd al-tresìglistoricianconitanicorrettidal Pcruzzinellasuastor.

voi.2,p.272,chepureaquest’annoassegnanoilmatrimonio delloSforza;poichìavendo noiunostoricocontemporaneo,il qualeera cancelliere delcomune, merita credenzaapetto degli altri;viepiù cheinquctl’anuoi438 sarebberolenozzedi Bian-ca state celebrate in etàimmatura.NarrapoiessoNicolao,che seide’principali citladioida portas.Giuliano portaronoun bal-dacchinodicolor celeste, sotto cui eraBianca,fino alpalazzo del Girlalco.

70

,

rarono insieme a’dannidelmedesimo.

Non poteva-no

questi potentatisopportare,chesiconferisse

un

principatoediltrono ad

un

contadino,ad

un

sol*

dato(1)che danull’altroilripeteva,che dal va-loredelsuo braccio; ilche quantofosse

confor-me

a ragioneionoiso,

ma

sobene cheil volger-sicontro

un

principe,

non

perviolazione di dirit-ti,

non

per brutteingiustizie,

ma

per soverchiardi valore,parrà

sempre

achicchesiacosaturpee in-giustissima.L'incostante Viscontivolleessere nella schieradei nemicidelgenero.IlPiccinino,creato gonfalonieredis.Chiesa,con agguerrite soldatesche

(i)Francesco SforzanacqueinCotignolanel >4oida Ia-copo Attendolo, ocomediceilBouoli, Stor. diCotignola, Mu-zio Attendoli,cheposcia cprimieropigliònomediSforza, e fu unode’piòeccellenticapitanidell’etàsua.Learmi sforze-sche(scriveilBorgatli)eranotemutegrandementepertutta l’Europa,eisoldatieranotenutidiavolienon uomini,e morineli4?4 P ocomonochearbitro dellacorona diNapoli.

Alcuni credonochefosse contadino,altricalzolaio.Quanto alcognomediSforza, chicredeaverlopreso egli stessoper aver comesforzatoilsuodestino;chilovuolimpostogliperlesue violenze, e chi datoglida Alberico da Barbiano suocondottiere, unode’ restauratori dell’ italiana milizia, affinchèraffrenasseil soverchio impeto.IlGioviopoi nellavitadelmagnoSforza as-serisce,chelafamiglia degli Attendoliera piuttostoonoratache nobile,maperòricchissima emoltofiorilaperuna gioventù nu-merosa o dataallearmi,percuilesaleecamerenonerano addobbated’arazzimadiscudi e corazze.Aggiugnecheper piacere alla settabraccescamalignamentefufinto

,cheSforza avessemaneggiatoivomerie lezappe;perchè esseudofanciullo di trediciannise n’andòalcampodiBoldrino,eposcianon ri-tornòchefuuomod’arme.Maaquestagiocondabugia* (egli dice)fecefede di favolauna fama continua,laquale passòai discendenti.AncheilBonoli; Stor. diCotignola,afferma,chela famiglia degli Attendoli era fralebenestantidellaterra,forse anchelapiùnumerosadelle altre diparentelae di prole, essen-dol’antagouista diquella de’Pasolini,chesicontavafra le rag-guardevoli.

/

71 sì diresseversolaMarca,e tolsemoltecastellao perastuziaoperforza alconteFrancesco,il qua-le

non

sieraancoraspicciatoaltuttodalle guer-relontane;

ma non

andò guari che tornatoritolse algenerai dellachiesa tuttocheaveva usurpato.

Troppi

nemiciperò bersagliandolo,fra’qualiilre diNapoli, dovèridursiaFano;e lasciòa

Fermo

edin altrecastella,chemegliosipotesser difen-dere, deifortipresidii, i quali

comprendevano

la

meta

dellesuegenti. Al potenteesercito arago-nese cede spaventataquasi tuttala Marca;Mori tel-ino,Matetica,Scttempeda, Tolentino, Macerata, Cin-goli,Osimo, Recanati;fralealtrecittà;

ma Fer-mo

sitenne ancora fedele. Gliaragonesi

tentaro-no prima

Fano;

ma

consideratoloinespugnabileper la presenzadel conte,sivolsero a

Fermo. Àncora non

aveano posto gli

accampamenti,

chei cittadi-ni eilpresidiofecerounasortita,portandolo spa-vento in tuttoil

campo nemico

:

ma

riavutisi in

"brevegliaragonesida quel

primo

sbalordimento, c vedutoildeboleesercitoa pettoalloro, dacui eranoinvestiti, quasivergognandosidilor medesi-mi, datodipiglio allearmi, cominciarono a

com-battere, amaraviglia;

mentre

le genti

fermane

già siritraevano versolacittà.Sifece aportas. Fran-cesco una mischiaterribile esanguinosa:gli ag-greditivolevano entrare confusamentecogli aggres-sori,prevalendosi dell’occasione:questi li ribut-tavanoindietro.Ifermanieglisforzeschi peròalla finela vinsero:efattoimpeto da disperati ricac-ciarononel

campo

inemici, e rientrarononella cittàe nelcastello (1).

(*)Adami, Op.citlibII,cap. 87.

72

Alfonsoeo’suoi aragonesi,ilPiccininocolva*

lorososuoesercito,aveauo da

due bande

assaltato

idomiiiiisforzeschi:edilconteaventiquattro mi-lauominidicavalleria,cheil nimico possedeva,a

mala pena

polcacontrapporne quattromila.

Que-stipochi,impossibilitato acampeggiare,oa ten-targiornata,riunì in

Fano

;acciocché tutti in-siemeraccoltifosserpiùpossenti;

mentre

nella

Marca

isuoip>ùlìdistancavanocogliassedii ne-mici.Giuusnrgliintanto buonirinforzida Firenze eda Venezia.Ilre di Napolitentata e vistaandar fallitalasperanzadellacadutadi

Fermo,

sede prin-cipaledeilapotenzasforzesca,presepartito di tor-narseneaNapoli,

preponendo due

luogotenentiall*

esercito.Perlaqual cosa cominciòla

buona

fortu-na pel contea risorgere.Soldò Alessandro duemila fermanietremila venturieriper ordinedel fratel-lo;e giuntigiàa

Rimino 4000

frafiorentini e ve-neti, poterono insieme esseredi

nuovo

afronte delletruppe aragonesie delPiccinino,chegià in-festavano orribilmenteidintornidiFano.

Avven-ne

daciòche:

Comes

Franciscus,D.

Alexander

Ciarpellonus,et

eorum

gcntes conjlixerunt

Nico-laum

Piccininumetgentesecclesiaeprope

civita-tem Fani

, ethabueruntvexilla.dictiNicolai et

omnia

sua

bona

(1).Ottenuta

una

simil vittoria mossetantostoper

Fermo,

riacquistandotuttii ca-stellidainemici occupati,ctrattandoconlaforza tutti coloro chegli si

opponevano

con la*forza,