quantifossercapacidi portarelearmi,si giras-serocelerissimiconquestetruppesugli assedianti.
Onde
furonotantoprestamenteeseguitele ordina-zionidelconte,chelegenti diFortebraccioebber sopraifermanieglisforzeschiprima
di avveder-sene;evennero da ognibanda
con tant’impeto di-spersiesbaragliati, chelostesso Nicolòvi fumorto
(1).Iranno appressopoi4436
condusseeglimedesimo
1*esercito(perlamaggioredifermani composto)controilducato camerinese;e
dopo
aver fattoscorreriaepredamentifinoaSerravalle, es-sendostatodallacittadiCamerino
pagatodi gros-sissimataglia,seno
tornòaFermo.
Ilgonfalone dellachiesa eilmarchesatodella
Marca
fudaEugenio IV
conferito allo Sforza,non
già perchèamicolo desiderasse,ma
performareun
contrappostoa’capitanidigrannome,
chegli sieranoscagliaticontra(2);nèciòeraignoto.Fu
perciòchecertisignorotti,principisubalterni, e ducidella.chiesa,cuidolevadellapotenzaeprer potenzasforzesca,sicuri dell'annuenza del ponte-fice,fecerpropositodilevarlo dimezzo
,con ri-balderìe degne diassassini; e ne dierono com-missioneadalcuni, cui l’onoreeraun
vocabolo vuo-todi senso.Ma
ilconte,come
ancor destroe di sve-gliatoingegno,discoperseletrame,disfece le con-giurate insegne, etolseaicongiuratorila vita(3).(1)Ant.diNicolò cron.ad ann.i435.
—
Adami, pag.g4-— Peruzzi,Stor.cit.p. 270.(2)Sismondi,Stor.cit.—Peruzzi,ivip.267.
(3)Ant. diNicolò ad(436.
68
Ottimerosefecein
Fermo
Alessandro luogo-tenentedel fratello,emoltefazioni trattò e con-dusseafeliceesitocoifermani;abbellìlapiazza disontuosi portici, el’ampliò levandovia assai edi-fici:fabbricòilpalazzo governativo,eformossiper laprima
voltaa suacurauna
regolarestatistica dellacittàccontado.Fu
pocostantefabbricatoil trattodimuro
eletorri,che partendo da portas.Giuliano,giungonoa quelladis.Marco.
ElettoloSforzacondottiero generaledella ce-lebre legafra
Eugenio
IV, ifiorentini,i venezia-nieigenovesi(1), innanzidi porsi acombattere eoiPiccininolemoltebattaglio,di cuisonpiene lestorie(2),vollefossefinitalatirannia dialcuni signori,chedom
:navano questaprovincia.In Lom-bardia poi,condottosida quelgrandee valoroso ch’ogli era,allafinesiacconciòcolducadi Mila-no!ilquuicdatosiitibraccio adesso,edelettolo arbitrodeliaconcordia,volleasuggellodiferma edurevoi pacedargli in isposasuafigliaBianca Maria,nellaetàdisediciannie nel fiore della bel-lezza,concedendoleindoteCremona
ePoutrcmo-1> (3),
(i)L’Adamìall'annoi438cinarra?Insequentiarniedux foederis sanciti intar ponlificemEugcnium,venetos,fiorettinosi et ianuenses est constitutuscuriistipendioilom.nummorum au-reorum.
(l)Machiavelli,I«l.Fior.lib.6.Plàtino, Ist.diMantova lib.6.Si.A. Sibellico,Dee.III.Scipione Ammirato,lib.XXI.
Simonetta,lib.V. Capponi,Comment.PoggioBracciolini,lib.
8.Sismondi,Op.cit.tom.g.
(3)SimoDetta,Ilist.Frane.Sfortiaelib.V,p. 3io. Sismon-di,op. e voi.cit.IlCorio,Stor.Milan. pari.
V
indica esser av-venutelenozzea’^4 di ottobre del i44ti neltempiodis.Sigio69
Ildì
22
gingilo1442
sulmezzo
dì,'giunseaFermo
BiancaMaria,incontrataefesteggiata dal popolo,dai cittadinieda ogni ordinedipersone.CosìsiesprimeilnostrocronistaAntoniodi
Ni-colò:Eodcm
millesimo (1442)et die veneris22
iunii inmeridie....Magn.
etinclytaD. Dna. Bianca
fìliapotentissimiducisde Medi
alano,uxor
eccel-lentissimiD. I. comiiisFreni ci sci,ducens
in ter aliossccum
duodccirn dumiccllasaccessitetivitinGironem
associatacum
dominis prioribusFirmi
,etcum omnibus
ciuibusdictaecivitatis,etcum maxi-mo
gaudio(1).Cotesto parentadonon andò
agrado a’prmcipi italiani;poiché parvertuttidiconserva Collegati a'dannidel conte,non omesso papa Eu-genio IV,il principalee ilpiù formidabil nemi-codi lui;eNiccolò Piccininogeneraledelducadi Milano,echediqueltempo
eraalsoldo del ponte-fice,dacuieraincaricato allaconquistadellaMarca, edaltresìAlfonso V, chegiàda più anniglieri’ ne-mico,come
già lo era statoalpadredilui,congiu-smondodiCremonacon grande apparato, specialmentedidieci squadre armatedicavalli, elettodiluttol’esercitoemolto or-nated’oroedargento.
(r)Anton,di Nicolòop.cit.ad ann. i44a-Qui *on da no-tareletav-sinottiche delcanonicoPorti,in cuiapag.56si ac-cennal’arrivodiBianca Mariacomeavvenutoneli438;cd al-tresìglistoricianconitanicorrettidal Pcruzzinellasuastor.
voi.2,p.272,chepureaquest’annoassegnanoilmatrimonio delloSforza;poichìavendo noiunostoricocontemporaneo,il qualeera cancelliere delcomune, merita credenzaapetto degli altri;viepiù cheinquctl’anuoi438 sarebberolenozzedi Bian-ca state celebrate in etàimmatura.NarrapoiessoNicolao,che seide’principali citladioida portas.Giuliano portaronoun bal-dacchinodicolor celeste, sotto cui eraBianca,fino alpalazzo del Girlalco.
70
,rarono insieme a’dannidelmedesimo.
Non poteva-no
questi potentatisopportare,chesiconferisseun
principatoediltrono adun
contadino,adun
sol*dato(1)che danull’altroilripeteva,che dal va-loredelsuo braccio; ilche quantofosse
confor-me
a ragioneionoiso,ma
sobene cheil volger-sicontroun
principe,non
perviolazione di dirit-ti,non
per brutteingiustizie,ma
per soverchiardi valore,parràsempre
achicchesiacosaturpee in-giustissima.L'incostante Viscontivolleessere nella schieradei nemicidelgenero.IlPiccinino,creato gonfalonieredis.Chiesa,con agguerrite soldatesche(i)Francesco SforzanacqueinCotignolanel >4oida Ia-copo Attendolo, ocomediceilBouoli, Stor. diCotignola, Mu-zio Attendoli,cheposcia cprimieropigliònomediSforza, e fu unode’piòeccellenticapitanidell’etàsua.Learmi sforze-sche(scriveilBorgatli)eranotemutegrandementepertutta l’Europa,eisoldatieranotenutidiavolienon uomini,e morineli4?4 P ocomonochearbitro dellacorona diNapoli.
Alcuni credonochefosse contadino,altricalzolaio.Quanto alcognomediSforza, chicredeaverlopreso egli stessoper aver comesforzatoilsuodestino;chilovuolimpostogliperlesue violenze, e chi datoglida Alberico da Barbiano suocondottiere, unode’ restauratori dell’ italiana milizia, affinchèraffrenasseil soverchio impeto.IlGioviopoi nellavitadelmagnoSforza as-serisce,chelafamiglia degli Attendoliera piuttostoonoratache nobile,maperòricchissima emoltofiorilaperuna gioventù nu-merosa o dataallearmi,percuilesaleecamerenonerano addobbated’arazzimadiscudi e corazze.Aggiugnecheper piacere alla settabraccescamalignamentefufinto
,cheSforza avessemaneggiatoivomerie lezappe;perchè esseudofanciullo di trediciannise n’andòalcampodiBoldrino,eposcianon ri-tornòchefuuomod’arme.Maaquestagiocondabugia* (egli dice)fecefede di favolauna fama continua,laquale passòai discendenti.AncheilBonoli; Stor. diCotignola,afferma,chela famiglia degli Attendoli era fralebenestantidellaterra,forse anchelapiùnumerosadelle altre diparentelae di prole, essen-dol’antagouista diquella de’Pasolini,chesicontavafra le rag-guardevoli.
/
71 sì diresseversolaMarca,e tolsemoltecastellao perastuziaoperforza alconteFrancesco,il qua-le
non
sieraancoraspicciatoaltuttodalle guer-relontane;ma non
andò guari che tornatoritolse algenerai dellachiesa tuttocheaveva usurpato.Troppi
nemiciperò bersagliandolo,fra’qualiilre diNapoli, dovèridursiaFano;e lasciòaFermo
edin altrecastella,chemegliosipotesser difen-dere, deifortipresidii, i qualicomprendevano
lameta
dellesuegenti. Al potenteesercito arago-nese cede spaventataquasi tuttala Marca;Mori tel-ino,Matetica,Scttempeda, Tolentino, Macerata, Cin-goli,Osimo, Recanati;fralealtrecittà;ma Fer-mo
sitenne ancora fedele. Gliaragonesitentaro-no prima
Fano;ma
consideratoloinespugnabileper la presenzadel conte,sivolsero aFermo. Àncora non
aveano posto gliaccampamenti,
chei cittadi-ni eilpresidiofecerounasortita,portandolo spa-vento in tuttoilcampo nemico
:ma
riavutisi in"brevegliaragonesida quel
primo
sbalordimento, c vedutoildeboleesercitoa pettoalloro, dacui eranoinvestiti, quasivergognandosidilor medesi-mi, datodipiglio allearmi, cominciarono a com-battere, amaraviglia;mentre
le gentifermane
già siritraevano versolacittà.Sifece aportas. Fran-cesco una mischiaterribile esanguinosa:gli ag-greditivolevano entrare confusamentecogli aggres-sori,prevalendosi dell’occasione:questi li ribut-tavanoindietro.Ifermanieglisforzeschi peròalla finela vinsero:efattoimpeto da disperati ricac-ciarononelcampo
inemici, e rientrarononella cittàe nelcastello (1).(*)Adami, Op.citlibII,cap. 87.
72
Alfonsoeo’suoi aragonesi,ilPiccininocolva*
lorososuoesercito,aveauo da
due bande
assaltatoidomiiiiisforzeschi:edilconteaventiquattro mi-lauominidicavalleria,cheil nimico possedeva,a
mala pena
polcacontrapporne quattromila.Que-stipochi,impossibilitato acampeggiare,oa ten-targiornata,riunì in
Fano
;acciocché tutti in-siemeraccoltifosserpiùpossenti;mentre
nellaMarca
isuoip>ùlìdistancavanocogliassedii ne-mici.Giuusnrgliintanto buonirinforzida Firenze eda Venezia.Ilre di Napolitentata e vistaandar fallitalasperanzadellacadutadiFermo,
sede prin-cipaledeilapotenzasforzesca,presepartito di tor-narseneaNapoli,preponendo due
luogotenentiall*esercito.Perlaqual cosa cominciòla