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3. Strumenti consolidati per la valutazione nell’ambito dello sviluppo locale

3.1. Il processo di valutazione

3.1.3. La valutazione ex-post

Infine, un ultimo momento della valutazione è rappresentato dalla valutazione ex-post; essa definisce un giudizio sull’intervento nella sua complessità, analizzando in particolare gli impatti prodotti; ha quindi un compito riepilogativo (Lippi, 2007) analizzando gli effetti dell’intervento, anche a distanza di qualche tempo; l’impiego della valutazione ex-post ha la finalità di rappresentare per i decisori politici una base di conoscenza, un esperienza da considerare anche per non ripetere nuovamente gli errori già compiuti. Lippi (2007) precisa che la valutazione ex-post agisce in due sensi, uno verticale e uno orizzontale; in senso verticale agisce mostrando gli effetti che un intervento ha prodotto rispetto alle scelte inizialmente stabilite, evidenziando anche il grado di conseguimento dei risultati ottenuti rispetto ai bisogni identificati. In senso orizzontale invece, la valutazione agisce rispetto ad altre istituzioni nei confronti delle

quali i decisori politici “traggono una dipendenza, dando conto dell’adeguatezza degli obiettivi dei programmi adottati rispetto ai termini normativi, organizzativi, alle risorse consumate e al reale cambiamento apportato” (Lippi, 2007; pg. 86).

Inoltre si ritiene utile precisare il fatto che la valutazione ex-post realizza una descrizione dei fattori di successo (o insuccesso) considerando la sostenibilità dei risultati. Le valutazioni ex-post, infatti, spesso usano indagini sul territorio in considerazione di lunga durata, in media dai dodici ai diciotto mesi e un intervento si considera efficace se risulta che l’investimento ha prodotto un valore aggiunto anche in termini di occupazione, profittabilità, esportazioni, apertura internazionale, ecc.; inoltre un intervento che produce effetti positivi su un territorio crea le condizioni per la nascita di processi di crescita a livello locale e rafforza il tessuto produttivo presente nell’are; nel contesto della valutazione ex-post si devono considerare tutti gli impatti sul territorio, impatti economici, sociali ed ambientali.

In sostanza si può affermare che la valutazione ex-post raggiunge nella pratica politica un elemento di novità con riguardo all’origine delle istituzioni dello Stato, cioè le evidenze sui risultati.(Lippi,. 2007). Il raggiungimento degli obiettivi stabiliti prima dell’avvio dell’intervento implica la realizzazione di un’analisi dei risultati ottenuti rispetto alle scelte iniziali, confrontando output e outcome con l’input. Lippi (2007), precisa che generalizzare le situazioni che conducono alla realizzazione della valutazione ex-post è un processo difficile, ma è possibile rappresentare schematicamente le situazioni nelle quali viene realizzata tale valutazione, “al fine di contestualizzarne i campi alla luce della domanda politica che li precede” (Lippi,2007; pg. 87) e propone quattro contesti di uso della valutazione ex-post, denominati con i termini anglosassoni che caratterizzano il contenuto di ciascuno di loro: piloting,

staffing, oversighting e auditing.

Il Piloting, nato negli Stati Uniti, rappresenta l’idea di sottoporre all’analisi i progetti innovativi implementati in un’area; lo scopo di tale analisi è quello di osservare l’impatto socio economico ( e non solo socio economico, ma anche con il fattore politico-decisivo) di un certo tipo di intervento, quindi si realizza un analisi ex-post; il pilotaggio viene quindi denominato come “decision making fondato sull’evidenza empirica” (Pawson, 2002) e ha lo scopo di analizzare i risultati positivi e negativi di un certo tipo di intervento di sviluppo locale.

Lo Staffing rappresenta un’attività svolta dagli specialisti per conto degli attori con potere decisionale ed esecutiva coinvolti nel programma; tale attività viene svolta ai fini

di realizzare dei rapporti con riguardo al raggiungimento degli obiettivi scelti prima dell’implementazione del programma.

Oversighting invece rappresenta l’attività di sorveglianza, che possa essere svolta dagli

organi legislativi sull’esecutivo ed è un’attività utilizzata in particolare quando si tratta di progetti molto impegnativi dal punto di vista finanziario.

L’auditing rappresenta un’attività di controllo interistituzionale basato sui risultati predisposti dalla valutazione ex-post (Chelimsky, 1985); l’attività di controllo riguarda il rispetto delle norme legali e contabili e dell’efficacia e l’efficienza della spesa del denaro pubblico.

Per quanto riguarda gli attori coinvolti nel processo di valutazione, una loro funzione molto importante è rappresentata dalla qualità della valutazione; in assenza di orientamenti in questo senso a livello nazionale, nella definizione dei criteri di qualità della valutazione si rende utile ricordare gli otto criteri definiti nella collezione MEANS (Collezione MEANS, 1999; Vol. I, pg. 179) e riassunti di seguito:

• Soddisfazione delle esigenze: la valutazione tiene in adeguata considerazione le richieste di informazioni formulate dai commissari e corrisponde al mandato?

• Pertinenza dell’ambito di applicazione: il programma è stato oggetto di esame attento per quanto attiene alla sua logica e agli output, risultati, impatti, interazioni con le altre politiche ed effetti inattesi?

• Giustificazione dell’impianto: l’impianto della valutazione è adeguato e giustificato in considerazione dei risultati desiderati?

• Attendibilità dei dati: i dati primari e secondari raccolti o selezionati sono adeguati e sufficientemente attendibili in considerazione dell’uso previsto?

• Validità dell’analisi: i dati quantitativi e qualitativi sono stati analizzati in conformità con le regole predefinite, e sono completi e adatti a fornire una risposta corretta alle domande valutative?

• Credibilità dei risultati: i risultati sono logici e giustificati dall’analisi dei dati e dalle interpretazioni fondate su ipotesi esplicative ben presentate? • Imparzialità delle conclusioni: le conclusioni sono giuste e non viziate da

considerazioni personali o parziali? Sono abbastanza dettagliate da consentirne l’attuazione pratica?

• Chiarezza: la relazione descrive il contesto e le finalità, nonché l’organizzazione ed i risultati del programma oggetto di valutazione in modo tale da agevolare la comprensione delle informazioni fornite? In conclusione, si può affermare che la valutazione ex post, come già precisato anche dalla normativa europea nel 199313, mira a rendere conto “sulla base dei risultati della valutazione già disponibili, dell'impiego delle risorse, dell'efficacia e dell'efficienza degli interventi e del loro impatto e a consentire di ricavarne insegnamenti per la politica di coesione economica e sociale. Essa verte sui fattori di successo o insuccesso registrati nel corso dell'attuazione, nonché sulle realizzazioni e sui risultati, compresa la loro prevedibile durata”.