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La valutazione come aspetto strategico della politica di sviluppo

4. Evoluzione di metodi e strumenti per la valutazione

4.1. L’approccio OCSE alla valutazione ex-ante

4.1.1. La valutazione come aspetto strategico della politica di sviluppo

Nel contesto istituzionale, la valutazione è stata protagonista di una progressiva evoluzione nella quale possono essere identificate diverse fasi; Derlien (1990) sottolinea appunto tre fasi di sviluppo del processo di valutazione. La prima fase si può considerare iniziata tra gli anni ’60 e ’70, nel quadro dei programmi pubblici dei governi social-liberali per risolvere problemi sociali; una seconda fase, sviluppatasi durante gli anni ‘80, ha invece visto un ruolo predominante dei governi conservatori, quando la valutazione venne utilizzata come una giustificazione delle politiche fiscali e dell’allocazione delle risorse. Infine, la terza evidenzia un progressivo aumento del grado di complessità della valutazione, che tende a diventare complementare alla definizione di programmi e politiche, e che a questi dovrebbe contribuire a suggerire nuovi ambiti e linee di orientamento, fino ad arrivare allo sviluppo dell’idea di “valutare la valutazione”. Quest’ultimo approccio è attualmente più diffuso negli Stati Uniti, dove è conosciuto come meta-evaluation, e da questo emerge la possibilità di disegnare nuove conclusioni durante il processo di valutazione.

Nell’applicazione delle metodologie di valutazione risulta particolarmente importante il processo di valutazione stesso, ancor più del risultato atteso; il processo stesso stabilisce, quindi, un quadro preciso di raccolta delle informazioni utili e necessarie, e contribuisce a dare all’aspetto decisionale basato un approccio di carattere maggiormente quantitativo, come precisava Dosi (2006). Camagni e Gorla (2006) sottolineano che durante il processo di valutazione si crea un collegamento continuo fra il valutatore e le parti sociali e istituzionali, con lo scopo di rimodellare sia l’intervento che le preferenze degli stakeholder, ottenendo anche un ampliamento dei criteri di valutazione. Sempre Camagni e Gorla (2006) precisano che la valutazione economica degli interventi aiuta l’azione pubblica in due direzioni rispetto ai modelli di

governance, da una parte prevedendo il partenariato pubblico-privato, e dall’altra una

migliore cooperazione fra diversi livelli di governo. Nel primo caso si evidenzia il fatto che la valutazione economica permette di prendere in considerazione le possibilità ed i limiti dei finanziamenti privati facilitandone il coinvolgimento per quanto riguarda le opere pubbliche (il cosiddetto project financing), mentre il secondo caso si riferisce alla comprensione dei costi e dei benefici per le comunità locali e nazionali.

Pennini (1991) definisce il ruolo della valutazione economica sostenendo che essa mira ad aggiungere un elemento di giudizio economico all’interno dei processi decisionali a carattere politico, e che intende in questo modo favorire interventi più efficienti dal punto di vista economico e con maggiore impatto positivo sulla collettività.

L’evoluzione che ha visto protagonista il fenomeno della valutazione negli ultimi anni e la natura degli interventi hanno sottolineato l’aspetto strategico del processo di valutazione stesso; tale processo necessita infatti di una struttura più complessa, di una più ampia raccolta di informazioni e di criteri che possano rappresentare diversi livelli di rilevanza e che concorrano alla definizione dei risultati attesi. In questo senso si spiega l’approccio dei valutatori negli ultimi anni, che sempre più spesso adotta tecniche di valutazione multicriteria che permettono di tenere in considerazione anche aspetti sociali, territoriali e ambientali al fine di ottenere un’immagine più articolata e più aderente alla complessità dell’oggetto sottoposto alla valutazione, come sottolineano Camagni e Gorla (2006)

In coerenza con l’accresciuta considerazione dell’aspetto strategico del processo di valutazione, nel luglio 2006 l’Organisation for Economic Co-operation and

Development (OCSE) tenne a Trento un workshop sul tema “Valutazione come strumento di costruzione di una strategia per lo sviluppo locale”. Il workshop era

destinato a operatori professionisti e funzionari pubblici dell’Europa Centrale e dell’Est nel contesto del programma LEED, col fine di diffondere una cultura della valutazione come aspetto strategico della politica di sviluppo locale.

Gli aspetti innovativi sottolineati durante i lavori si ritrovano nel dibattito generatosi tra partecipanti ed discussant. Da questo emerge infatti in primo luogo l’importanza di una definizione condivisa, in quanto la valutazione rappresenta una disciplina abbastanza giovane nell’ambito delle scienze sociali ed è oggetto dell’attività di molte organizzazioni professionali, e di studio in pubblicazioni scientifiche e programmi universitari. Occorre sottolineare il fatto che non esiste una definizione pienamente condivisa; possiamo invece ricordare la definizione proposta da American Evaluation

Association, Joint Commitee on Standards, (1994), per la quale “Evaluation is the systematic inquiery into the worth or merit of an object”. Questa rappresenta una breve

ed elegante definizione dalla quale emergono alcuni spunti di riflessione che necessitano di essere approfonditi (OCSE, 2005) e che vengono di seguito proposti.

In primo luogo, la definizione proposta non specifica il fatto che la valutazione deve essere indipendente, ciò significa che la valutazione non necessariamente deve essere realizzata da un esperto esterno, ma può essere anche interna, e costruita attraverso la partecipazione degli stakeholders.

In secondo luogo, una valutazione non è definita dal suo scopo, dalla sua intenzione; al contrario, il monitoraggio e la verifica dell’intervento, il processo decisionale o qualsiasi altra proposta possono costituire una valutazione. In terzo luogo, detta definizione non specifica qual è l’oggetto del processo di valutazione; una valutazione può quindi riguardare un progetto, un programma, un’organizzazione, una politica o anche un diverso oggetto di inferiore rilevanza.

Ancora, non è specificato dalla definizione proposta quali siano le caratteristiche qualitative di un processo di valutazione; tra queste vanno considerate pertanto efficacia, efficienza, rilevanza, sostenibilità della valutazione stessa, e qualsiasi altra qualità o combinazioni di queste.

Infine, tale definizione non specifica alcuna modalità per disseminare la valutazione; in ogni caso, la valutazione dovrebbe essere presentata in modo formale, aperta al pubblico oppure diffusa mediante pubblicazione; infine, il processo di valutazione dovrebbe concludersi con la presentazione dei risultati mediante opportuni eventi pubblici (nella fase nota come di disseminazione).

Nell’approccio OCSE alla valutazione si osserva l’intervento di un mutamento di approccio, nel senso che:

• la valutazione diventa parte integrante del processo di definizione della politica di sviluppo;

• la valutazione non rappresenta solo un momento finale di un intervento, progetto o politica;

• la valutazione contribuisce a definire le modalità dell’intervento stesso, attraverso la costruzione di una migliore strategia di sviluppo.

Tra le conseguenze della considerazione del processo di valutazione come strumento strategico, emergono in particolare:

• l’aumento dell’efficacia della valutazione stessa;

• l’aumento dell’efficacia dell’intervento;

Per la realizzazione di quanto sopra indicato, emerge pertanto la necessità di intensificare e migliorare gli aspetti relativi alla formazione dei valutatori, e di stimolare il consolidamento di una vera e propria “cultura della valutazione”.

Mike Geddes, professore all’Università di Warwick (Regno Unito), illustra i passi attraverso i quali deve essere costruito l’intero processo di valutazione e commissionata la valutazione, per affrontare i quali occorre chiarezza riguardo ai seguenti aspetti:

• sviluppo di una strategia di valutazione (è necessario essere chiari riguardo ad obiettivi, metodi da usare e capacità di realizzazione);

• progetto della valutazione;

• scelta del valutatore (che deve avvenire tramite interviste e comunque attraverso un processo trasparente, selettivo ed effettivo);

• utilizzo di risultati, feedback ed rapporti, tutti questi mezzi utili ai partner per capire se e quali obiettivi sono raggiungibili o raggiunti.

Figura 12 - La valutazione come aspetto strategico nella definizione della strategia di implementazione di un intervento di sviluppo locale

Fonte: nostra elaborazione.

Con riguardo alla definizione della strategia di implementazione di un intervento, occorre considerare la valutazione come parte integrante dell’intero processo di specificazione della politica di sviluppo.

La valutazione contribuisce alla definizione delle modalità dell’intervento attraverso la realizzazione di una baseline, che costituirà il punto di riferimento sia per la valutazione, che per l’identificazione di bisogni e obiettivi sulla base dei quali verrà pianificato l’intervento stesso.

La baseline viene definita realizzando l’analisi SWOT e la valutazione cosiddetta all’”anno zero”. La baseline, quindi, rappresenta l’”immagine” di partenza del processo di valutazione finalizzata a identificare i bisogni dei gruppi di popolazione (o di combinazione di settori o di gruppi). Il processo di identificazione dei bisogni viene innescato dalla costruzione di una gerarchia degli obiettivi, sia generali che specifici, sulla base dei quali successivamente si procede, attraverso la realizzazione del prior

analisi la definizione di una completa strategia di implementazione dell’intervento di