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I lavoratori formati dal sistema di formazione continua in Emilia Romagna Le norme principali e la ripartizione delle competenze tra Regione e Province

La formazione continua in Emilia Romagna

5.3 I lavoratori formati dal sistema di formazione continua in Emilia Romagna Le norme principali e la ripartizione delle competenze tra Regione e Province

La Regione Emilia-Romagna già da diversi anni ha recepito nel proprio ordinamento la formazione continua e permanente. Nel 2003 ha emanato una legge regionale, la numero 12, che affronta anche il tema dell’apprendimento permanente. All’art. 40, la legge definisce e promuove “l’apprendimento permanente per tutta la vita quale strumento fondamentale per favorirne l'adattabilità alle trasformazioni dei saperi nella società della conoscenza, nonché per evitare l'obsolescenza delle competenze ed i rischi di emarginazione sociale”. All’ articolo 29, per formazione continua si intende la formazione “rivolta alle persone occupate con qualsiasi forma contrattuale ed anche in forma autonoma, per l'adeguamento delle competenze richieste dai processi produttivi e organizzativi, nonché per favorire l'adattabilità del lavoratore”, mentre è formazione permanente quella “rivolta alle persone indipendentemente dalla loro condizione lavorativa, per l'acquisizione di competenze professionalizzanti al fine di accrescere le opportunità occupazionali”.

In sostanza, la Regione ha anticipato di qualche anno la riforma nazionale del lavoro (legge 92/2012) che all’art. 4 promuove l’apprendimento permanente, inteso come attività intrapresa dalle persone nelle varie fasi della vita per migliorare le proprie conoscenze, capacità e competenze, in una prospettiva personale, civica, sociale e occupazionale. L’apprendimento permanente può avvenire in modo formale (ossia nel sistema di istruzione e formazione, nelle università e nelle istituzioni di alta formazione), non

formale (è una scelta della persona e si realizza al di fuori dei sistemi formali, anche sul lavoro) e informale

(si realizza a prescindere da una scelta intenzionale, nella vita quotidiana, sul posto di lavoro, nel tempo libero).

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Le azioni sono finanziate e programmate con risorse comunitarie, nazionali e regionali, sulla base di quanto delineato nelle “Linee di programmazione e indirizzi per il sistema formativo e per il lavoro 2011/2013” (Delibera dell’Assemblea Legislativa n.38 del 29 marzo 2011) e nell’ “Accordo fra Regione e Province dell'Emilia-Romagna per il coordinamento della programmazione 2011/2013 per il sistema formativo e per il lavoro” (Delibera di GR n. 532 del 18/04/2011 e successive integrazioni). La Regione e le Province quindi programmano e realizzano interventi di formazione continua e permanente per occupati e per adulti disoccupati.

L’Accordo 2011-2013 tra Regione e Province, richiamando gli obiettivi dell’Accordo regionale tra le parti sociali del 2008 (ossia creare un sistema integrato e complementare di formazione continua e permanente), definisce le risorse regionali, nazionali e comunitarie per l’attuazione delle politiche. In base all’Accordo, Regione e Province programmano le diverse azioni di formazione interaziendale, formazione aziendale, formazione ad accesso individuale suddividendosi così le competenze.

La Regione realizza:

 gli interventi straordinari a sostegno di processi di innovazione e sviluppo dei sistemi produttivi e dei processi di qualificazione del sistema delle micro e piccole imprese;

 la programmazione e il finanziamento degli interventi di politica attiva del lavoro per attraversare la crisi;

 le azioni sperimentali o a valenza regionale a sostegno della qualità, regolarità, stabilità, sicurezza del lavoro.

Alle Province competono:

 la formazione per la qualificazione, riqualificazione dei lavoratori con particolare attenzione agli over 45, ai lavoratori con basse professionalità, ai lavoratori con contratti non stabili;

 la formazione di imprenditori e neo imprenditori,

 la formazione per l’accompagnamento dei processi di innovazione e di adeguamento ai cambiamenti dei sistemi economici e produttivi e delle imprese

 i servizi di ricollocamento nel mercato del lavoro di persone espulse o in procinto di essere espulse a seguito di crisi e ristrutturazioni aziendali;

 interventi territoriali per la qualità, la regolarità, la sicurezza sul lavoro.

Per quanto riguarda le azioni per l’inserimento e il reinserimento lavorativo di adulti disoccupati, l’Accordo 2011-2013 tra Regione e Province affida alle Province la competenza della programmazione territoriale delle azioni principali e in particolare:

 l’attivazione di opportunità formative di qualificazione e riqualificazione professionale finalizzate al reinserimento degli adulti;

 le azioni dei Servizi per l’Impiego per la presa in carico dei lavoratori interessati da provvedimenti di ammortizzatori sociali (premessa per l’offerta di interventi formativi che mirino a prevenire e contrastare l’espulsione dal mercato del lavoro) e l’erogazione di servizi specifici e mirati di accoglienza, analisi delle competenze, valutazione dei fabbisogni professionali funzionali all’inserimento e/o reinserimento lavorativo.

La formazione continua nelle programmazioni UE

All’interno della Programmazione comunitaria regionale del Fse 1994-1999, l’Obiettivo 4 era specificatamente dedicato alla formazione continua.

Attraverso l’Obiettivo 3 del Fse 2000-2006 si sono avviate diverse iniziative di formazione continua per le imprese e per i lavoratori, spesso sperimentando e mettendo a regime nuovi dispostivi come la

Formazione individuale a voucher e costruendo il catalogo elettronico della formazione continua. Per quanto

riguarda i destinatari, con queste misure formative si sono coinvolti soprattutto lavoratori sotto i 45 anni, per la gran parte con livelli di scolarità superiore al diploma. Quasi tutti i partecipanti erano di nazionalità italiana e in misura residuale lavoratori con contratti non standard.

Nella programmazione Fse 2007/2013 è stata evidente la necessità di rivedere le priorità, per coinvolgere maggiormente le fasce di lavoratori più suscettibili di essere escluse dal mercato del lavoro (con una particolare attenzione per gli atipici) e per aumentare il tasso di occupazione dei lavoratori anziani e innalzare l’età media di uscita dal mercato del lavoro. Inoltre, attraverso l’Asse Adattabilità, si

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è sostenuto il processo intrapreso dalla Regione con le Parti sociali, anche in risposta all’Accordo Stato Regioni del febbraio 2009, con il “Patto per attraversare la crisi” dell’8 maggio 2009 e poi con il Patto per la crescita intelligente, sostenibile e inclusiva del 1 dicembre 2011. In questo modo, la Formazione Continua è entrata a tutti gli effetti tra le misure di sostegno per uscire dalla crisi economica, per rilanciare il sistema produttivo emiliano romagnolo e per innovare le forme di welfare locale attraverso la combinazione di misure di politica attiva e passiva del lavoro.

Una sintesi sulle performaces del sistema

Nel 2000, con la Strategia di Lisbona, gli Stati dell’UE avevano individuato tra gli obiettivi da raggiungere entro il 2010 una partecipazione del 12,5% della popolazione adulta (25-64 anni) all’apprendimento permanente. In questi ultimi anni invece le politiche pubbliche hanno cercato di arginare gli effetti della crisi economica sul calo dei livelli di partecipazione alla formazione da parte degli adulti di questi ultimi anni. Nel 2011 la media europea (UE 27) era all’8,9% e rispetto al 2008 vi è stato un calo di -0,5%. La Regione Emilia Romagna con il 6,4% ha dimostrato una flessione tra le più basse in Italia (-0,3%). La nuova agenda comunitaria, Europa 2020, ha innalzato l’asticella per cui si deve raggiungere entro quell’anno una percentuale pari al 15% della popolazione adulta impegnata in iniziative di formazione e istruzione. Obiettivo molto ambizioso per tutta l’Italia e difficile da raggiungere, nonostante alcune regioni in questi ultimi anni si siano trovate a definire una programmazione molto impegnativa di politiche attive in favore dei percettori di ammortizzatori sociali in deroga. La tabella 5.1 è stata costruita attraverso i dati del Rapporto Annuale di Esecuzione (RAE) della Regione sulla programmazione UE. Come si può notare una misura quale la formazione continua che è notoriamente fruita dalla componente maschile, eccetto nel settore della pubblica amministrazione69, viene indirizzata dalla programmazione regionale verso il target femminile in virtù

del fatto che proprio sulla leva di genere conviene spingere per limitare l’uscita dal lavoro e quindi il mantenimento delle già elevate performances del sistema occupazionale regionale rispetto alla componente femminile.

Tabella 5.1 Tasso di copertura dei destinatari della formazione continua in Emilia-Romagna. Distribuzione per genere e anno di programmazione. Anni 2007-2011 (valori percentuali).

2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Obiettivo

Genere

Uomini NA 0,10 0,59 1,50 1,98 1,65

Donne NA 0,15 0,76 1,76 2,32

Fonte: Regione Emilia-Romagna, Rapporto Annuale di Esecuzione 2011.

Nell’anno 2011 il valore dell’indicatore di risultato ha raggiunto quota 1,98 per gli uomini e 2,32 per le donne, superando quindi l’obiettivo che la programmazione regionale ha stabilito per il 2013 al 1,65. Nel 2010 e 2011, i valori del tasso di copertura sono cresciuti rapidamente, in particolare per la componente femminile. Per le donne si osservano valori sistematicamente superiori a quelli rilevati per gli uomini e si evidenzia, inoltre, il progressivo ampliamento della distanza tra i valori delle due componenti, a vantaggio di quella femminile. Per le donne, il superamento dell’obiettivo di programmazione era già stato conseguito nel 2010, allorché il tasso di copertura raggiunse il valore di 1,76. Da quando è partito il ciclo settennale di programmazione comunitaria, le persone avviate alla formazione continua in Emilia-Romagna sono 110.66870. La distribuzione dei destinatari avviati a

seconda del canale di finanziamento vede l’assoluta prevalenza del supporto finanziario comunitario (Asse Adattabilità del POR FSE, 86,1%), mentre il 13,5% afferisce al canale della legge 236/1993, con un’incidenza decisamente residuale dei trasferimenti in base alla legge 53/2000 che rappresenta lo 0,4% (tabella 5.2).

69 Questo dato viene confermato da tutte le ricerche ricorrenti europee Continuos Vocational Training Survey (CVTS 1, 2,

3), nazionali quali INDACO Lavoratori e INDACO Imprese (Isfol) e da quelle regionali (cfr. rapporto di valutazione della Regione Emilia Romagna 2012).

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Tabella 5.2 Destinatari avviati alla formazione continua in Emilia-Romagna, per canale di finanziamento e anno (valori assoluti).

2007 2008 2009 2010 2011 Totale v.a. % POR FSE Asse I - Adattabilità 123 26.246 26.768 19.601 22.513 95.251 86,1 Legge n. 236/1993 5.593 7.015 427 360 1.556 14.951 13,5

Legge n. 53/2000 18 219 33 0 196 466 0,4

Totale 5.734 33.480 27.228 19.961 24.265 110.668 100,0 Fonte: elaborazioni su RAE Emilia Romagna

Tabella 5.3 Le caratteristiche dei destinatari avviati alla formazione continua in Emilia-Romagna, per canale di finanziamento (anno 2011 – valori assoluti).

Adattabilità L. 236/93 L. 53/00 Totale Totale Donne Totale Donne Totale Donne Totale Donne

Genere Uomini 11.149 1.024 25 12.198 Donne 11.364 532 171 12.067 Posizione nel mercato del lavoro Occupati 22.176 11.159 1.556 532 196 171 23.928 11.862 di cui: lavoratori autonomi 5.843 2.384 67 21 - - 5.910 2.405

Disoccupati 337 205 - - - - 337 205

di cui: disoccupati lunga durata - - - - 0 0

Persone inattive - - - 0 0

Persone inattive che frequentano corsi di istruzione e formazione Classe di età 15-24 1.177 593 136 34 10 9 1.323 636 25-34 6.307 3.291 435 160 55 42 6.797 3.493 35-44 8.119 4.082 528 197 65 61 8.712 4.340 45-54 5.330 2.700 376 120 47 42 5.753 2.862 55-64 1.580 698 81 21 19 17 1.680 736 Gruppi vulnerabili Minoranze - - - 0 0 Migranti 145 107 - - - - 145 107

Persone con disabilità 65 33 - - - - 65 33 Altri soggetti svantaggiati 422 209 - - - - 422 209 Grado di istruzione ISCED 1-2 4.952 2.183 645 123 109 104 5.706 2.410 ISCED 3 11.757 5.985 621 272 72 56 12.450 6.313 ISCED 4 6 - - - 6 0 ISCED 5-6 5.798 3.196 290 137 15 11 6.103 3.344 Cittadinanza IT 19.853 9.739 1.134 439 122 104 21.109 10.282 EE 752 582 60 27 25 25 837 634 EX 1.908 1.043 362 66 49 42 2.319 1.151 Totale 22.513 11.364 1.556 532 196 171 24.265 12.067 Fonte: elaborazioni su dati SIFER Regione Emilia-Romagna.

L’analisi delle caratteristiche dei beneficiari si effettua con riguardo alle principali variabili socio- demografiche (genere, età, grado di istruzione) e considerando inoltre alcune rilevanti dimensioni di analisi, quali la condizione occupazionale (al momento dell’avviamento all’intervento formativo),

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l’appartenenza a gruppi vulnerabili, la tipologia contrattuale di lavoro e la distribuzione per obiettivi operativi Asse I - Adattabilità.

Per l’anno 2011 riportiamo la tabella 5.3 che raccoglie le principali variabili strutturali che il sistema informativo regionale consente di elaborare per i beneficiari della formazione continua.

Per quanto attiene le principali tipologie formative consolidate dalle norme in materia di formazione continua per cui si distinguono piani formativi aziendali, pluriaziendali (interaziendali, settoriali e territoriali) e piani formativi individuali, possiamo notare che in virtù delle caratteristiche medio piccole delle aziende emiliano-romagnole si tratta prevalentemente di formazione pluri-aziendale. Negli interventi formativi realizzati nell’ambito dell’Asse Adattabilità, a questa modalità si è fatto ricorso – in termini di destinatari avviati – nel 75,7% dei casi, mentre la formazione aziendale incide per il 17,0% e l’utilizzo dei voucher per la formazione a domanda individuale rappresenta il 7,3%.

Per i canali di finanziamento delle leggi nazionali, la distribuzione degli avviati a seconda delle tipologie organizzative varia sensibilmente. Per gli interventi attuati con la legge 236/1993, più della metà degli avviati ha preso parte ad attività di formazione aziendale (52,4%); la formazione a domanda pluri- aziendale è stata utilizzata nel 45,6% dei casi, mentre la percentuale della formazione ad accesso individuale è pari al 2,0%.

Negli interventi attuati in base alla legge 53/2000, in sei casi su dieci si è trattato di formazione a domanda pluri-aziendale, mentre nella restante parte si è fatto ricorso alla formazione aziendale.

Tabella 5.4 Destinatari avviati alla formazione continua in Emilia-Romagna, per macro tipologia formativa e canale di finanziamento – anni 2007-2011 (valori assoluti e percentuali).

Asse Adattabilità L. n. 236/1993 L. n. 53/2000

v.a. % v.a. % v.a. %

Formazione aziendale 16.191 17,0 7.830 52,4 189 40,6

Formazione pluri-aziendale 72.066 75,7 6.815 45,6 277 59,4

Formazione ad accesso individuale 6.994 7,3 306 2,0 0 0,0

Totale 95.251 100,0 14.951 100,0 466 100,0

Fonte: elaborazioni su dati SIFER Regione Emilia-Romagna.