Attività sul testo
2. laVoro sui test
2.1 Riconosci i filosofi
Chi sono gli autori dei tre brani riportati di seguito? Da quali elementi del testo li hai riconosciu- ti? Qual è la tesi sostenuta in ognuno dei tre brani? (6-8 righe per ogni brano)
i
Dio e il corpo sono estremi in natura e diversissimi l’uno dall’altro. L’angelo non li lega. Infatti esso si erige tutto in Dio: trascura i corpi. Di diritto esso è la prima e perfettissima creatura di Dio, diviene e passa in Dio. Neppure la qualità connette gli estremi: giacché inclina verso il corpo e trascura le co- se superiori; messe in disparte le cose incorporee, diviene corporea. Si tratta di estremi, che si sfug- gono l’un l’altro e mancano di un vincolo opportuno. Invece, quella terza essenza sopraddetta (cioè l’anima) è tale che afferra le cose superiori senza lasciare le inferiori; e così in essa si collegano le co- se superiori con le inferiori. Essa, infatti, è immobile e mobile; e perciò da un lato concorda con le cose superiori, dall’altro con le inferiori. E se concorda con entrambe, desidera entrambe.
ii
È dunque evidente che, per quanto riguarda il vero, noi non sappiamo altro se non che esso è incom- prensibile nella sua realtà in maniera precisa; che la verità è come la necessità più assoluta, che non può essere né di più né di meno di ciò che è, e il nostro intelletto è come la possibilità. L’essenza del- le cose, che è la verità degli enti, è inattingibile nella sua purezza, ricercata da tutti i filosofi, ma da nessuno scoperta nella sua realtà in sé. E quanto più a fondo saremo dotti in questa ignoranza, tan- to più abbiamo accesso alla verità stessa.
iii
Nasce da questo una disputa: se è meglio essere amato che temuto, o viceversa. Rispondesi che si vorrebbe essere l’uno e l’altro; ma perché è difficile accozzarli insieme, è molto più sicuro essere te- muto che amato, quando si abbia a mancare di uno dei due.
Poiché degli uomini si può dire questo generalmente: che siano ingrati, volubili, simulatori e dissimu- latori, fuggitori dei pericoli, cupidi di guadagno; e mentre fai loro bene, sono tutti per te, ti offrono il sangue, la roba, la vita, i figlioli, come di sopra dissi, quando il bisogno è discosto; ma quando ti si appressa, si rivoltano.
3. confronti
3.1 Confronta le concezioni dell’anima di Ficino, telesio e Bruno (15-20 righe) utilizzando i brani seguenti. Per Ficino fai riferimento al brano dell’antologia a pag. 73.
telesio
Ci sia consentito premettere che, se il principio vitale che deriva dal seme e che esiste negli esseri che derivano dal seme in tutti gli altri animali, si manifesta come sostanza dell’anima, non per questo si deve ritenere, tuttavia, che anche negli uomini esso costituisca la sostanza dell’anima umana e com-
pia direttamente tutte le azioni che compie l’uomo. Che nell’uomo ci sia un’altra sostanza, del tutto divina ed immessa dallo stesso Creatore, non ce lo insegna soltanto la Sacra Scrittura, ma si può in- tenderlo anche con ragionamenti umani. [...]
Se nell’uomo ci fosse soltanto un’anima, quale quella degli altri animali, e derivante interamente dal seme, qualunque essa fosse, ma come quella degli altri animali contenta delle cose riguardanti la pro- pria conservazione, il proprio vantaggio ed il proprio piacere, [l’uomo] non aspirerebbe a compren- dere le restanti cose, né si affaticherebbe nel ricercarne le ragioni, né trarrebbe godimento dalla loro conoscenza, come trattandosi di cose che non hanno alcun rapporto ad un bene che la riguardi. Ed invece [...] l’uomo non si acquieta mai nelle cose presenti, né in quei beni di cui può godere nel cor- so della vita terrena, ma, come cercando e desiderando un bene remoto e presagendo una vita di- versa e molto più felice, assiduamente guarda ed aspira ai beni futuri e remoti; e ciò perché è pre- sente in lui una sostanza che è veramente opera dello stesso Dio, la quale ansiosamente desidera e cerca Dio suo artefice e generatore come il suo proprio bene supremo.
da B. Telesio, De rerum natura, libro V, cap. II
Giordano bruno
Dicsono Mi par udir cosa molto nova: volete forse che non solo la forma de l’universo, ma tutte quante le forme di cose naturali siano anima?
Teofilo Sì.
Dicsono Sono dunque tutte le cose animate? Teofilo Sì.
Dicsono Or chi vi accorderà questo?
Teofilo Or chi potrà riprovarlo con raggione?
Dicsono È comune senso che non tutte le cose vivono. Teofilo Il senso più comune non è il più vero.
Dicsono Credo facilmente che questo si può difendere. Ma non bastarà a far una cosa vera perché la si possa difendere, atteso che bisogna che si possa ancor provare.
Teofilo Questo non è difficile. Non [ci] son de’ filosofi che dicono il mondo essere animato? Dicsono Son certo molti, e quelli principalissimi.
Teofilo Or perché gli medesimi non diranno le parti tutte del mondo essere animate? Dicsono Lo dicono certo, ma de le parti principali, e quelle che son vere parti del mondo;
atteso che non in minor raggione vogliono l’anima essere tutta in tutto il mondo, e tutta in qualsivoglia parte di quello, che l’anima degli animali, a noi sensibili, è tutta per tutto.
da Giordano Bruno, De la causa, principio et uno, Dialogo secondo
4. arGoMentaZioni
4.1 C’è una “filosofia” del Rinascimento? a. Sì, perché... (10-12 righe) b. No, perché... (10-12 righe)
4.2 Come viene giustificata, rispettivamente da Cusano e Bruno, l’infinità dell’universo? (6-8 righe per ognuno dei due filosofi)