A seguito della presentazione del d. d. l. governativo, l’Ufficio di Presidenza della
Commissione Affari Costituzionali (integrato dai rappresentanti dei gruppi
parlamentari) ha assunto la decisione di delimitare l’oggetto della discussione ai
seguenti ordini del giorno: revisione del Titoli I e V della Parte II della Costituzione,
disposizione costituzionale (contenuta nel Titolo III) riguardante il CNEL, nonché
disposizioni strettamente conseguenti.
Durante la seduta del 6 maggio 2014 il Sen. Calderoli ha presentato un o. d. g. assai
articolato, nel quale ha formalizzato la richiesta di modifiche (in alcuni passaggi
sostanziali) al testo del Governo.
In particolare tale o. d. g. (ha raccolto la maggioranza dei voti favorevoli), in
difformità rispetto al d. d. l. costituzionale 1429, individua: la riduzione del numero
dei Deputati a 400 e quella dei Senatori a 151; l’elezione diretta di una parte dei
Senatori regionali; la contestualità delle elezioni per il Consiglio regionale e per il
Senato delle Autonomie; la nomina presidenziale di cinque Senatori in carica per
sette anni; la verifica dei poteri di entrambe le Camere; la previsione di un’indennità
per i Senatori eletti; l’ampliamento dell’elenco delle materie bicamerali (ad esempio
leggi in materia elettorale e referendum popolare); possibilità per il Senato di
deferimento preventivo alla Corte Costituzionale; la necessità della maggioranza
qualificata dei 2/3 per l’elezione del Presidente della Repubblica; la ridefinizione
della ripartizione delle competenze legislative tra Stato e Regioni.
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Il “destinatario” dell’ordine del giorno approvato è la Commissione medesima e, in ogni caso, l’ambito rispetto al quale è confinato l’indirizzo espresso dall’atto risulta essere l’adozione del testo base per il prosieguo della trattazione.
L’atto sembra dunque da ricondursi, in via residuale, ad una deliberazione preliminare propria della fase propedeutica alla definizione del testo di riferimento per la discussione.
57
Immediatamente dopo la Commissione è stata chiamata a votare il testo base da
adottare per il seguito della discussione: è stato scelto quello del Governo.
L’approvazione dell’o. d. g. Calderoli ha una valenza che si potrebbe definire tutta
politica. Il contenuto non ha infatti effetti preclusivi sull’ammissibilità degli
emendamenti nel seguito dell’esame. Semmai si potrebbe discutere circa la
compatibilità delle due deliberazioni adottate nella seduta del 6 maggio
(l’approvazione dell’ordine del giorno e la successiva adozione dell’A.S. 1429 come
testo base).
A seguito dell’adozione di tale testo gli effetti degli indirizzi espressi nell’o. d. g.
sono da ritenersi esauriti. E’ evidente la valenza di quest’ultimo sotto il profilo della
dialettica politica, strumentale al raggiungimento dell’accordo sull’adozione
dell’A.S. 1429 come testo base per la discussione ovvero come parametro di
riferimento per la formulazione delle proposte emendative.
71La Commissione XI (Lavoro, previdenza sociale) ha espresso parere favorevole con
osservazioni relativamente all’accelerazione della soppressione del CNEL in tempi
ancora più rapidi di quanto previsto nel testo governativo, alla riconduzione alla
competenza statale dell’intera normativa sulla tutela e sicurezza sul lavoro, alla
specificazione ulteriore dei criteri di riparto delle funzioni amministrative e
dell’esercizio dei poteri sostitutivi sulle materie di interesse della Commissione, nel
71
Il Sen. Stefàno (con una missiva datata 7 maggio) ha rappresentato al Presidente Grasso gli effetti preclusivi che l’approvazione dell’o. d. g. Calderoli avrebbe potuto avere sull’approvazione del testo base, in ragione dei diversi orientamenti contenuti nei due testi circa l’elettività o meno del Senato. Il Presidente ha risposto ricordando come il meccanismo della preclusione riguardi la fase della discussione e votazione degli emendamenti e non quella di adozione del testo base di riferimento. Il carteggio si è poi concluso con la replica del Sen. Stefàno, il quale, pur prendendo atto delle precisazioni fornite dal Presidente del Senato, ha ricordato l’ulteriore disposizione del Regolamento, contenuta nell’articolo 97 (II comma), ove si stabilisce l’inammissibilità non solo di emendamenti e ordini del giorno, ma anche in generale di “proposte” in contrasto con deliberazioni già adottate. A seguito di una serie di incontri che si sono tenuti tra il Governo e le forze politiche di opposizione sarebbe stata raggiunta un’intesa sulle modifiche da apportare al testo base.
Nel fascicolo delle proposte spiccano una serie di emendamenti sostituitivi firmati da entrambi i relatori (Senatori Finocchiaro e Calderoli), che costituiscono la sintesi effettuata nella maggioranza. Le modifiche rispetto al testo base sono notevoli ed attengono ad aspetti assai delicati; tra le proposte emendative spiccano: la revisione completa della composizione del Senato delle Autonomie; il ripristino delle prerogative di cui all’articolo 68 della Costituzione vigente anche per i membri della Seconda Camera (si sopprime il relativo articolo del d. d. l., ove si prevedeva il riferimento di queste ai soli membri della Camera dei Deputati), il ritorno al sistema di verifica dei poteri effettuata dallo stesso Senato, l’ampliamento delle leggi bicamerali e viene rivisto l’elenco delle materie di competenza esclusiva statale di cui all’articolo 117.