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CAPITOLO 3 SINTASSI DELLE COMPARATIVE

4.3 VIOLAZIONI DI LBC

4.3.4 LBC, FF E Piena Interpretazione

Sulla base di un confronto interlinguistico, Kennedy e Merchant (1998) traggono una correlazione diretta tra la possibilità di estrazioni da ramo sinistro nelle interrogative e l’accettabilità di subcomparative attributive: lingue come ceco e polacco le permettono entrambe, mentre altre (ad esempio inglese, greco, bulgaro), che in generale non permettono l’estrazione da ramo sinistro, possono aggirare LBC o rimorchiando il proprio complemento (nel caso delle interrogative), o cancellando un costituente che includerebbe il sito dell’estrazione (nelle comparative attributive).

Per Kennedy e Merchant, se l’inaccettabilità di comparative come (40) e di interrogative come (32b), (33b) è dovuta agli stessi fattori – una conclusione che sembra ragionevole – la buona formazione dei casi con ellissi ((41)) sembra indicare che questi fattori non dipendano dalla Forma Logica: tranne che per la presenza del costituente eliso, le rappresentazioni logiche di interrogative e comparative che violano LBC sono del tutto parallele a quelle delle comparative ellittiche.

Kennedy e Merchant sostengono pertanto che i principi sottostanti la LBC debbano essere formulati in termini di rappresentazioni in FF, ed in particolare nei termini richiesti dal Principio di Piena Interpretazione (Chomsky (1995)), che richiede che tutti i simboli nella rappresentazione ad una determinata interfaccia siano interpretabili a quella particolare interfaccia. Nel caso delle rappresentazioni di FL, il principio di Piena Interpretazione esige che tutte le espressioni abbiano un valore semantico; per quel che riguarda le rappresentazioni di FF, invece, per la Piena Intepretazione (almeno) tutti i nodi terminali devono avere un valore fonologico.

Nel modello Late-insertion (inserimento ritardato) di Halle e Marantz (1993), la nozione di valore fonologico è attualizzata come presenza o assenza nel lessico di elementi lessicali appropriati ad identificare le combinazioni di tratti di determinati oggetti sintattici. Se il lessico manca di un elemento capace di soddisfare una particolare specificazione di tratti (ma anche le teste foneticamente nulle possono essere in grado di realizzare certi tratti: questo è un parametro fissato nel lessico di ciascuna lingua particolare), la derivazione collassa: la rappresentazione di FF non è interpretabile, violando il principio di Piena Interpretazione.

Secondo Kennedy e Merchant, gli effetti riconducibili alla LBC sarebbero dovuti ad una combinazione di tratti non interpretabile in FF, creata dall’accordo tra un Deg’’ [+wh] e la testa del costituente nominale in cui è originato.

(47) a. *How expensive did Anne buy a house? b. * SD

how expensive ?

a ti house

Questa rappresentazione non sarebbe interpretabile in FF, perché non esiste nel vocabolario inglese un elemento D0

[+wh]. Poiché per la Piena Interpretazione tutti i simboli della

rappresentazione fonologica devono ricevere una interpretazione fonologica, la derivazione fallisce, rendendo la frase agrammaticale.

Deg’’i[+wh] D’

Se però l’intero SD è rimorchiato insieme al Deg’’, il tratto [+wh] su D0 viene controllato in [Spec, C’’] e quindi eliminato dalla rappresentazione:

(48) [how expensivei a ti

house]j did Anne buy tj

In questo modo, il pied-piping (e la successiva operazione di controllo ed eliminazione dei tratti) salva la derivazione delle interrogative; ma questa non è una opzione per le lingue, come l’inglese, che hanno l’operatore nullo, e dunque le comparative come (40) non possono essere salvate. L’impossibilità di estrazione di modificatori attributivi ramo sinistro dipenderebbe perciò dalle possibilità di realizzazione delle teste funzionali. Se il luogo della variazione interlinguistica è proprio l’inventario degli elementi funzionali (Chomsky (1995)), questa analisi porrebbe le basi per una spiegazione delle differenze di sensibilità alla LBC nelle varie lingue.

Rimane però da capire perché l’ellissi abbia il potere di salvare frasi che la LBC taglierebbe fuori.

Il pied-piping non è accessibile alle comparative inglesi (cfr.: *Jean bought a more expensive car than a house Anne bought) per le proprietà delle categorie vuote. Per eliminare il tratto [+wh] non controllato introdotto dal comparatore le comparative eliminerebbero del tutto dalla rappresentazione in FF il costituente contenente il tratto responsabile della violazione, tramite un meccanismo di ellissi.

Kennedy e Merchant adottano una ipotesi sulla natura delle operazioni di ellissi che le vede come cancellazione di struttura sintattica dalla rappresentazione fonologica. Questa ipotesi ha in realtà una lunga tradizione nella grammatica generativa, datandosi ai primi lavori trasformazionali sulla VP-Deletion e altri tipi di anafore superficiali (Hankamer e Sag (1976)), e di recente rinvigorita da Chomsky e Lasnik (1993), Merchant (1999).

In quest’ottica, certe teste (Fless, o la negazione – Neg – nel caso della cancellazione del SV) possono assegnare un certo tratto ε ai loro complementi, il cui compito è fornire diverse istruzioni ai due livelli di interfaccia. All’interfaccia logico-cognitiva ε richiede che si istituisca una relazione di identità tra il costituente marcato ed un qualche altro costituente nel discorso12; all’interfaccia fonologica è interpretato come un ordine di cancellazione.

La cancellazione può essere messa in opera in due modi: come la completa eliminazione di un costituente dalla rappresentazione, o come una disposizione all’interfaccia morfo-

12 La natura di questa relazione potrebbe essere strutturale, come nella nozione di Varianza Alfabetica di Sag

(1976), di Relazione di Ridondanza #1 di Rooth (1992), o di Ricostruzione di Fiengo e May (1994); oppure potrebbe essere di tipo semantico, come il concetto di e-GIVEness di Merchant (1999).

fonologica di rinunciare all’inserzione lessicale (Wasow (1972), Williams (1977), Fiengo e May (1994)).

Dunque, secondo Kennedy e Merchant l’ellissi si porrebbe come una alternativa al meccanismo di pied-piping per evitare la violazione del principio di Piena Interpretazione in FF nei fatti riguardanti le estrazioni da ramo sinistro; questo effetto migliorativo si nota ad esempio in (49), dove, ad un certo punto della derivazione, ha avuto luogo la cancellazione del SV:

(49) Jean bought a more expensive car than Anne did. Jean comprò una più cara auto che Anne AUX ‘Jean ha comprato un’auto più cara di Anne’.

Dal momento che la cancellazione toglie alla rappresentazione di FF il costituente incriminato della possibile trasgressione la Piena Interpretazione non subisce alcuna violazione. In questo senso, l’ellissi ottiene lo stesso risultato del pied-piping in (48): elimina una espressione altrimenti non interpretabile in FF13,14.

Per Kennedy e Merchant, dunque, è sufficiente l’interazione di tre componenti indipendenti della grammatica – il principio di Piena Interpretazione (all’interfaccia fonologica), la sintassi delle operazioni di ellissi e quella della modificazione attributiva – per derivare la concreta distribuzione di dati circa la possibilità di estrazioni da ramo sinistro nelle comparative attributive.

Putroppo, l’analisi di Kennedy e Merchant non può allo stesso modo dar conto, consapevolmente, delle differenze empiriche tra CD attributiva (cioè le costruzioni

13 Una analisi alternativa dell’ellissi come una proforma senza struttura interna, quale viene proposta da (Chao

(1988), Hardt (1993), Lobeck (1995); ma anche Kennedy e Merchant (1997), (1999)), applicata alle considerazioni sugli effetti di LBC tratte sopra, avrebbe lo stesso risultato. Dal momento che questa analisi non attribuisce alcuna struttura al costituente cancellato, le comparative con ellissi non conterrebbero la combinazione di tratti non interpretabile, causa della violazione della Piena Interpretazione e quindi della loro agrammaticalità. Questo approccio però, come messo in luce da Kennedy e Merchant (2000), non sarebbe in grado di spiegare la provenienza dei costituenti il cui sito di origine è in effetti dentro al costituente che subisce ellissi, come il comparatore, o l’operatore della frase relativa nelle costruzioni ACD. L’analisi dell’ellissi come cancellazione evita questo problema, perché un costituente che subirà ellissi è strutturalmente identico ad un costituente esplicito per tutta la derivazione, fino al momento dell’inserzione lessicale.

14 L’analisi presentata nel testo non è sufficiente a rendere conto dell’effetto migliorativo delle operazioni di

Pseudogapping, Gapping e Stripping nelle comparative; infatti in queste costruzioni, che prevedono l’aggiunzione a destra del remnant prima della cancellazione del SV, il costituente illecito [D+wh] rimarrebbe nella

rappresentazione fonologica. Kennedy e Merchant ipotizzano perciò una proiezione funzionale estesa di D, a loro avviso indipendentemente motivata, nella quale si colloca il tratto responsabile della violazione, e che, facendo lo scrambling a SV, subisce la cancellazione insieme al SV, restaurando la grammaticalità.

comparative vertenti su sintagmi aggettivali) e subcancellazione nominale (cioè le subcomparative vertenti su nominali): la CSD nominale infatti, pur essendo nella loro ottica anche essa il risultato di una operazione di movimento, sembra in effetti poter estrarre liberamente sintagmi ramo sinistro senza violare LBC, come dal paradigma messo in luce da Bresnan e visto in § 4.3, e, a differenza delle comparative attributive, non sembra richiedere nessuna operazione di ellissi obbligatoria per essere accettabile. En passant, si allude ad una differenza di carattere lessicale nella derivazione dei due tipi di comparative, che potrebbe giocare un qualche ruolo in proposito: la presenza nelle subcomparative nominali di determinanti generalizzati, dal contenuto semantico vago (molto/molti, poco/pochi, nella loro forma comparativa: più, meno), opposta alla presenza di modificatori attributivi nelle subcomparative aggettivali. Mentre potrebbero esserci ragioni semantiche valide per categorizzare insieme determinanti vaghi e aggettivi graduabili, il contrasto sintattico tra le due forme di comparazione di cui si discute indicherebbe differenze sintattiche importanti tra queste due classi di espressioni pre-nominali.

5 MOVIMENTO (SENZA CANCELLAZIONE)

Per Kennedy (1998) l’analisi a movimento e cancellazione “classica” delle comparative va rivista. In particolare, il costituente mancante (il predicato graduabile) nel sito di CD non dovrebbe essere analizzato come l’obiettivo di una operazione di ellissi, perché mostra una dipendenza locale che non si osserva in altri fenomeni di ellissi (la sua interpretazione è obbligatoriamente quella del predicato nella frase principale); inoltre, l’ipotesi della proiezione funzionale estesa del SA (Abney (1987), Corver (1990, 1997)) sarebbe incompatibile con una analisi di ellissi. Kennedy propone perciò che l’operatore nullo nella frase comparativa leghi direttamente una categoria vuota corrispondente al predicato matrice anziché una posizione di grado dentro il sintagma aggettivale, come nell’analisi standard a movimento15.

Come si è visto, è ormai comunemente assunto che gli aggettivi proiettino una struttura funzionale estesa la cui testa – Deg – è occupata da un elemento che esprime il grado – una forma cioè appartenente a quell’insieme che comprende, tra le altre, er/more, less, as, so, too,

15 La sequenza dei numerosi lavori di Kennedy sulle comparative (1997, 1998, 1999, 2002 etc.), da solo e con

Merchant in (2000) mostra da angolazioni sempre diverse il complesso dei fenomeni che ruotano intorno alla sintassi ed alla semantica delle comparative e dell’ellissi in generale. L’approccio descritto nel testo, interessante per i dati sulla località della cancellazione e i requisiti di identità, risale ai primi lavori sulla sintassi delle comparative; in alcuni lavori successivi (ad es. Kennedy (2002)) si fa di nuovo esplicito riferimento ad un approccio a movimento e cancellazione – movimento aperto e cancellazione locale per CD, movimento nascosto per CSD.

enough, etc. per l’inglese, ed i corrispondenti italiani più, meno, tanto, così, troppo, abbastanza (cfr. § 4.3, esempi (34) e (35)).

Poiché come si è visto la frase comparativa rappresenta semanticamente la descrizione definita di un grado, ma non mostra sintatticamente di quale proprietà, l’analisi a movimento e cancellazione identifica nel sito dell’ellissi obbligatoria il significato del costituente mancante. Nell’ottica della proiezione funzionale estesa dell’aggettivo, questo equivarrebbe ad affermare che una operazione di ellissi obbligatoria colpisce il Deg’’ nella frase comparativa:

(50) a. Mary is [Deg’’ taller than [John is]].

b. Mary is [Deg’’ taller than [opx John is[Deg’’ ex tall]]].

‘Mary è più alta di John’

Ma (50b) non è una Forma Logica appropriata per (50a), date le assunzioni sul requisito di identità nell’ellissi. Il sito della cancellazione comparativa infatti contiene il suo antecedente (cf. anche Capitolo 2 § 4.2.5); dunque, per legittimare l’ellissi, è necessario che il costituente che contiene il materiale cancellato si sollevi in FL:

(51) [opx John is [Deg’’ taller than ex ]] [Mary is [Deg’’ taller than ex ]].

Poichè l’ellissi richiede l’identità dei costituenti, il Deg’’ cancellato deve includere la morfologia comparativa presente sul Deg’’ della principale; ma in questo modo, (51) avrebbe condizioni di verità inappropriate all’effettiva interpretazione, risultando vera in un contesto in cui John e Mary hanno la stessa altezza, poiché la comparativa richiede soltanto che John sia più alto di un certo grado d.

Un modo di evitare questo problema sarebbe quello di affermare che l’ellissi colpisce il solo sintagma aggettivale, invece che il Deg’’. Ma ci sono evidenze che in alcuni casi l’ellissi colpisca almeno il Deg’’, come in (52):

(52) Poseidon wants the ocean to be 40 degrees colder than Zeus does.

‘Poseidone vuole che l'oceano sia 40 gradi più freddo di quanto voglia Zeus’

Per derivare la corretta interpretazione di (52), il materiale mancante nella comparativa deve essere parallelo al SV la cui testa è want. Poiché questo SV contiene il Deg’’, un’analisi a

cancellazione delle comparative dovrebbe postulare un qualche meccanismo che “ignori” la morfologia comparativa (e il differenziale esplicito), o incorrerebbe nello stesso problema di (51). Questo meccanismo però dovrebbe essere ristretto alle sole comparative; in altri casi, la cancellazione di un Deg’’ comparativo deve comprendere la morfologia comparativa, come in (53):

(53) Mercury is 60 million miles closer to the sun than Earth, and Venus is, too. ‘Mercurio è 60 milioni di miglia più vicino al sole della Terra, ed anche Venere lo è’

(53) significa che anche Venere è 60 milioni di miglia più vicino al sole che la Terra, e non che anche Venere è vicina al sole; ma per ottenere questa interpretazione deve essere ricostruito il Deg’’ con differenziale esplicito.

In sostanza, per mantenere l’approccio a movimento e cancellazione e l’analisi sintattica della proiezione aggettivale con il sintagma funzionale di grado, sarebbe necessario per Kennedy indebolire i vincoli di identità e di località generalmente all’opera nei fenomeni di ellissi; Kennedy suggerisce perciò una analisi in cui il Deg’’ mancante non è l’obiettivo di una operazione di ellissi, ma solo del movimento. L’operatore nella frase comparativa legherebbe direttamente la posizione Deg’’, piuttosto che la testa di grado contenuta nel Deg’’, come nelle analisi tradizionali. Il materiale mancante nella comparativa sarebbe cioè una categoria vuota lungo tutto l’arco della derivazione. Ma se non c’è occorrenza del predicato graduabile lungo tutto l’arco della derivazione, come si ottiene (composizionalmente) il significato da applicare all’argomento individuale per ottenere la descrizione definita del grado che costituisce il termine di paragone?

Per Kennedy deriva direttamente dall’aggettivo che compare nel Deg’’ comparativo, e di estende crucialmente alla frase comparativa come parte della semantica composizionale delle comparative.

In questa analisi, l’interpretazione della frase comparativa non è la descrizione definita di un grado, ma una funzione dal significato di un aggettivo graduabile ad una descrizione definita di grado. Questa ipotesi è formalizzata da Kennedy (1998) assegnando all’interpretazione di una frase comparativa come (54a) la denotazione in (54b): una funzione dal significato dell’aggettivo G al grado in cui Piero è G:

(54) a. Gianni è più alto di quanto sia Piero. b. λG(ιd[G(Piero) = d])

La denotazione del comparatore deve essere però rivista così che non solo applichi la funzione denotata dall’aggettivo nel Deg’’ al soggetto della principale, derivando uno dei gradi della relazione di comparazione (come in (55a)), ma che fornisca anche questa funzione come argomento della frase comparativa (come in (55b)):

(55) a. [Deg più] = λGλdλx[G(x)>d]

b. [Deg più] = λGλDλx[G(x)>D(G)]

Ciò rende (56a) come interpretazione del Deg’’ in (54); la conversione-lambda deriva (56b), equivalente a (56c): il Deg’’ comparativo denota la proprietà di avere un grado di altezza che supera quello di Piero.

(56) a. λx[alto(x)>λG(ιd[G(Piero) = d]))(alto)] b. λx[alto (x) >ιd[alto(Piero) =d]]

c. λx[alto(x) > ιd[alto(Piero) =d]]

La conseguenza empirica più importante di questa sostituzione è che deriva la dipendenza locale della cancellazione comparativa: poiché l’interpretazione del predicato presente nella comparativa è fornito come argomento della frase comparativa come parte dell’interpretazione composizionale del Deg’’, ne consegue direttamente che l’aggettivo debba avere la stessa interpretazione.

6 MOVIMENTO DI TESTA

Donati, articolando un’idea saltuariamente presa in considerazione nella letteratura sulle frasi comparative, propone che le comparative vengano considerate affini ad una sottoclasse nota delle frasi relative, le cosiddette relative libere, con cui condividerebbero la derivazione per movimento di testa.

In effetti, è intuitiva la vicinanza tra le due costruzioni, soprattutto in italiano, dove sia la pressochè perfetta somiglianza lessicale e sintattica, sia l’interpretazione sovrapponibile cui

vanno incontro, depongono a favore di una omogeneità strutturale tra comparative e relative libere.

Questo movimento di testa sarebbe giustificato dalla necessità di modificare le proprietà sintattiche della testa in cui approda, trasformando la proiezione frasale C in una categoria compatibile con contesti a selezione nominale: in questo modo il quantificatore implicato nelle frasi comparative, mosso alla testa del sintagma del complementatore, dota quest’ultima dei suoi tratti, venendosi a caratterizzare come sintagma nominale quantificato complesso.

Donati (2000) propone che il movimento implicato nella formazione delle comparative non sia il movimento wh- (come per interrogative e relative), ma il movimento di una sola testa sintagmatica. Da questa differenza discenderebbero le affinità ed i contrasti osservati tra i costrutti.

Mentre (ad esempio) nelle interrogative si muove un sintagma, nelle comparative si può muovere al massimo un unico elemento lessicale (cf. restrizione anti pied-piping). Nelle lingue con operatore wh- non visibile e movimento astratto (ad esempio inglese e francese), questo movimento coinvolge addirittura meno di un elemento lessicale: nel movimento astratto si muovono soltanto tratti formali.

Per Donati dunque le comparative sono formate mediante il movimento di una testa wh- (un quantificatore come quanto) in posizione iniziale di frase, in C, mentre le interrogative e le relative piene sono derivate dal movimento di un intero sintagma wh- allo specificatore di C’’.

Una conseguenza immediata dell’analisi di testa è quella di delegittimare dal punto di vista sintattico la distinzione tra comparative e subcomparative, introdotta da Bresnan (1973) e stabilmente entrata a far parte della letteratura sull’argomento. Come si è detto, tale distinzione è individuata nella natura della posizione vuota: nelle comparative la posizione vuota corrisponde ad un sintagma nominale quantificato, mentre nelle subcomparative al solo quantificatore. Se si adotta tuttavia l’analisi di testa di Donati, si perde la possibilità di spiegare la dicotomia tra i due tipi di comparative in questi termini strutturali; sarebbe come affermare che tutte le comparative siano, di fatto, subcomparative. Per Donati, date le affinità semantiche e sintattiche tra le due costruzioni, questo è un risultato desiderabile; ma non spiega come si ottenga la differenza superficiale.

C’è da dire che la derivazione delle subcomparative è stata in più momenti sottoposta a riflessioni critiche; tra chi ha sostenuto una completa separatezza tra quelle e le comparative piene (le prime generate basicamente, le altre per movimento), e chi ne analizza le somiglianze,

non sono mancati gli argomenti per cercare di capire quale fosse esattamente la distinzione tra le due.

Il movimento di testa è movimento: associato quindi alle caratteristiche definitorie di questa operazione, (presenza di una posizione vuota, dipendenza a distanza, sensibilità alle isole).

In quanto movimento di testa, però, sarebbe incompatibile per definizione con qualunque fenomeno di pied-piping16; se le interrogative muovono un sintagma wh-, ammettendo quindi il

pied-piping del materiale che accompagna la testa, le comparative, che muovono la sola testa wh-, impongono necessariamente lo stranding di qualunque materiale associato alla testa Q0: da qui

derivano le apparenti violazioni della LBC, in contrasto con l’agrammaticalità per le altre strutture a movimento. Nelle interrogative e nelle relative infatti il punto di arrivo del movimento è [Spec, C’’], una posizione riservata alle proiezioni massime; se vi si spostasse una sola testa si produrrebbe una violazione del principio di Conservazione della Struttura17. Nelle comparative, invece, la destinazione del movimento è la testa C0, una posizione riservata al

livello minimo di proiezione: vi si può muovere soltanto una testa.

I dati dell’inglese discenderebbero direttamente; in altre lingue18, tra cui l’italiano, la distinzione tra i due tipi di movimento è meno nitida, perché mascherata da altri fatti.