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Le fluttuazioni dei livelli del Lago Vittoria e l’attività umana

Tavola 1. Località delle stazioni utilizzate nello studio di Phillips e McIntyre (2000)

4.4. Le fluttuazioni dei livelli del Lago Vittoria e l’attività umana

Gli incrementi e le riduzioni dei livelli del Lago Vittoria avvengono a causa del suo naturale ciclo idro-logico, soprattutto considerando che il lago occupa circa un quarto dell’intero suo bacino (Figura 25). Il lago presenta, pertanto, una singolare peculiarità per il fatto di essere in gran parte alimentato dalle piog-ge che cadono direttamente sopra di esso, al contrario di quello che avviene nel caso di molti laghi, per i quali la pioggia che cade sopra l’ampia regione che li circonda si riversa al loro interno attraverso corsi d’acqua, rivoli e acqua del terreno.

Figura 25: Il bacino del Lago Vittoria (delimitato in nero). Come si vede, il bacino, all’interno del quale cadono le precipitazioni, è piccolo rispetto alla dimensione del lago e questo comporta, pertanto, rapide fluttuazioni nel suo livello.

Il Lago Vittoria in Africa Orientale è, oggi, una delle zone rurali più popolose al mondo. Insieme alla ricca agricoltura del suo entroterra, costituisce una risorsa cruciale per più di trenta milioni di persone che vivono in prossimità delle sue sponde in Uganda, Kenya e Tanzania, fornendo loro cibo, pesca, vie di comu-nicazione e di trasporto merci poco costose ed elettricità. Questo rende il clima del bacino del Lago Vittoria un fattore primario per le economie regionali, specialmente in termini di sicurezza alimentare, di acqua e di fornitura di energia idro-elettrica. Tuttavia, le sue risorse sono limitate.

Se guardiamo alla Figura 26, essa mostra la densità della popolazione che vive intorno al Lago Vittoria nel raggio di 100 km, comprese le proiezioni di crescita in percentuale per il periodo 2010-2015. Questa area rurale è quella che cresce a ritmi più elevati di qualsiasi altra zona agricola a livello globale, oltre ad avere un incremento nella popolazione che è il più alto di tutta l’Africa. Circa 1200 persone per chilome-tro quadrato vivono sul e intorno al lago, con un reddito medio pro-capite annuo di 250 dollari (UNEP, 2005).

La sottrazione di acqua per l’irrigazione e la variabilità climatica rappresentano senz’altro le mag-giori cause dell’abbassamento dei livelli del Lago Vittoria. Le osservazioni disponibili e le informazioni storiche mostrano che le variazioni nel livello del lago, così come degli altri laghi Africani, sono stret-tamente correlate con i trends passati dei modelli di piovosità sulla regione ed hanno, pertanto, sem-pre subito ampie fluttuazioni. Ad esempio, Nicholson (1998) ha studiato le fluttuazioni storiche del Lago Vittoria a partire dal 1800 (Figura 27) e, da tale serie di osservazioni di lungo periodo ha dedot-to che i cambiamenti sdedot-torici nel livello del lago avvengono in risposta a quelli relativi alla piovosità sulla regione. In figura, si nota che i livelli del lago erano bassi agli inizi del 19° secolo, con valori massimi verso la fine degli anni ’70 dello stesso secolo, per poi ridursi ai livelli del 20° secolo, durante il quale si sono mantenuti relativamente bassi. Vale la pena di osservare che i livelli bassi del Lago Vittoria cau-sano siccità alla popolazione locale non soltanto a quella che vive nelle immediate vicinanze del suo bacino, bensì lungo tutto il Nilo, provocando in tal modo forti ondate migratorie. L’intensa piovosità caduta sulla regione nel 1961-62 ha comportato un incremento record dei livelli del lago di due metri, a cui si sono accompagnate forti inondazioni sulla maggior parte del bacino del lago (Anyamba, 1983).

Figura 26. Crescita della popolazione intorno al Lago Vittoria (Africa Orientale), con proiezioni al 2010 – 2015 e rispetto all’inte-ro continente Africano.

Se guardiamo alle Figure 28 e 28a, dove sono rispettivamente mostrate le misurazioni storiche dei livel-li del Lago Vittoria e le relative variazioni in altezza, durante il periodo che va dal 1900 al 2007, si nota che dagli anni ’60, secondo le misurazioni effettuate nella località di Jinja in Uganda, i livelli si sono mantenuti al di sopra degli 11 metri fino al Dicembre del 2005. In seguito, essi si sono ridotti a livelli davvero allarmanti ben al di sotto della norma, e hanno toccato il loro livello più basso dal 1961.

Figura 27. Fluttuazioni del Lago Vittoria dal 1800 relativamente al sito di Jinja. Gli anni per i quali sono disponibili dati specifici sono indicati in basso con i puntini. A partire dal 1896, i livelli sono basati su moderne misurazioni e gli anni più recen-ti sono ricostruirecen-ti attraverso darecen-ti storici. La linea tratteggiata (1800-1830 c.a.) indica il periodo per il quale è possibile accertare solo il trend generale, ma non gli anni specifici (Fonte: Nicholson, 1998, 2001).

Figura 28. Dati storici sui livelli mensili del Lago Vittoria durante il periodo 1900-2007.

Figura 28a. Variazioni dell’altezza dei livelli del Lago Vittoria durante il periodo 1900-2007

Fino a che la Diga Owens Falls (ora Nalubaale) non ha cominciato a regolare i livelli di acqua dall’uni-co sbocdall’uni-co del lago nel 1954, i bruschi cambiamenti che avvenivano nei livelli da un anno all’altro dipen-devano prevalentemente dalle precipitazioni. Sebbene il lago abbia continuato a mostrare mutamenti nel suo livello anche dopo che la diga fu costruita, questo si è mantenuto al di sopra di 11.9 metri, secondo le misurazioni effettuate nella stazione di Jinja (circa 1134 metri s.l.m.), in Uganda. Tuttavia, agli inizi del 2006, il satellite Jason-1 rivelava, nell’ambito di un monitoraggio di routine sulle coltivazioni, facente parte di un progetto (Global Reservoir and Lake Monitor Project) condotto in partnership tra la NASA e il Dipartimento di Agricoltura degli Stati Uniti (USDA), che il Lago Vittoria aveva raggiunto minimi mai visti da ben prima che la diga fosse costruita. È, infatti, una pratica generale quella di tenere sotto costante osservazione la disponibilità di acqua al fine di monitorare le coltivazioni, e uno degli strumenti utili a tale scopo è proprio quello di sorvegliare i livelli dei reservoirs di acqua, come è appunto un lago, tramite stru-mentazioni satellitari. I reservoirs forniscono indicazioni sulla disponibilità di acqua nel lungo periodo. Tuttavia, i dati sul livello di acqua di un lago, non sono sempre facili da ottenere attraverso misurazioni in situ. Potrebbe, ad esempio, essere difficile accedere al lago, oppure le misurazioni possono risultare inap-propriate o, ancora, le autorità governative non intendono condividere questo tipo di informazioni.

La diminuzione della precipitazione sopra il lago è senza dubbio una delle cause principali dell’abbas-samento dei livelli del Lago Vittoria. Nel 2005, la siccità coinvolse diverse regioni dell’Africa Orientale e, in quello stesso anno, la stagione delle piogge brevi (OND) fu particolarmente secca nella regione del Lago Vittoria. Tuttavia, la siccità da sola non basta a spiegare questa drastica riduzione dei livelli e ad essa deve essere associata l’incontrollata costruzione di dighe a livello locale.

Come è noto, il Nilo Bianco costituisce l’unico sbocco del Lago Vittoria e, dal 1954, la Diga Nalubaale ne controlla il flusso, sulla base di un accordo tra l’Uganda e l’Egitto (rivisitato nel 1964), il quale assicurava pure che la diga non avrebbe comportato mutamenti del flusso stesso di acqua che si riversa naturalmente nel fiume. A partire da questo accordo, e per i successivi cinquanta anni, il succes-so di questa trattativa ha fatto si che la Diga Nalubaale mantenesse i livelli di cui succes-sopra. Nello sforzo,

però, di fornire più energia alla propria economia in via di sviluppo, l’Uganda ampliò la Diga nel 2000, creando la stazione energetica di Kiira. Quasi contemporaneamente arrivò la siccità, e le autorità ufficia-li dovevano affrontare entrambe le problematiche, da un lato, di una riduzione dei ufficia-livelufficia-li del lago che compromettevano, pertanto, la produzione di energia e, dall’altro, una sempre maggiore domanda di elettricità. Quando i livelli del Lago Vittoria precipitarono alla fine del 2005, le notizie dei media comin-ciarono a riportare un mancato rispetto degli accordi del 1954 da parte delle autorità dell’Uganda ope-ranti a fini energetici e, dunque, una maggiore sottrazione di acqua a tali fini. In seguito, fonti governa-tive ufficiali dichiararono che l’abbassamento dei livelli del lago erano, invece, da attribuire unicamente all’evento siccitoso.

Ora, la ripida caduta dei livelli indica che coloro i quali fanno affidamento sul lago per il proprio sostentamento devono necessariamente fare delle scelte in merito ai suoi diversi utilizzi economici e, in par-ticolare, individuare le priorità di tali utilizzi durante i periodi di siccità. Con riferimento al Lago Vittoria, crocevia di tre differenti nazioni, tali scelte risultano assai difficili, e il grado con il quale i trenta milioni di persone che vivono sulle sue sponde si basano su di esso per la propria sussistenza ha raggiunto un livello senza precedenti. Basti solo pensare, come sopra riportato, al vertiginoso moltiplicarsi della popolazione intorno al lago a partire dal 1960, quando i livelli sono cresciuti grazie alle abbondanti precipitazioni di quegli anni.

Se da un lato, l’ampiezza della Diga di Nalubaale deve essere ripristinata dopo la sua estensione a Kiira, in modo tale che il lago torni ai livelli del periodo precedente il 2000, dall’altro lato, la chiusura della diga a Kiira comporta pure la riduzione di energia elettrica da somministrare alla regione.

Quale sia la migliore azione da intraprendere resta oggi incerto, mentre l’USDA e la NASA conti-nueranno a monitorare i livelli del lago per riportare alla comunità internazionale gli eventuali progres-si fatti.

In particolare, l’impatto degli eventi estremi legati ad un’intensa piovosità nel bacino del Lago Vittoria, così come quello provocato dall’attività umana, riporta in primo piano la complessità dei legami esistenti tra il clima, l’ambiente e la società nella regione e sottolinea, ancora una volta, le implicazioni sulla gestio-ne delle risorse naturali gestio-nel contesto della variabilità climatica (ad esempio, l’industria della pesca dell’en-troterra nell’Africa Orientale e Meridionale e le coltivazioni agricole delle comunità della riva del lago intor-no al Lago Vittoria). Queste implicazioni riguardaintor-no sia i vantaggi certi che possaintor-no derivare da previsio-ni più attendibili in merito alle piogge stagionali, e ridurre in tal modo il danno provocato dagli eccessi di precipitazione, sia una migliore comprensione delle interazioni clima-società esistenti, al fine di fornire dati sulla vulnerabilità e sulla capacità di adattamento della regione, in relazione alla variabilità climatica attua-le e, anche, al futuro cambiamento climatico (Conway et al., 2004).

Nel corso del 20° secolo, come sopra analizzato, vi furono forti anomalie a livello idrologico (flusso dei fiumi anomalo), forti inondazioni nel bacino del Nilo, in particolare nel 1961-1962, con notevoli con-seguenze socioeconomiche sulla regione (Odingo, 1962). A causa delle ampie inondazioni, molti persero la vita, le proprie abitazioni, il bestiame e i raccolti furono danneggiati, le infrastrutture distrutte e

l’emergen-za cibo si diffuse nei villaggi abbandonati. Dopo il dicembre del 1997, nella zona si diffuse presto quella che viene chiamata la “Febbre della Rift Valley”.

Esiste, dunque, una complessa relazione tra la variabilità indotta dal clima, l’ambiente, cioè gli effet-ti non lineari sui sistemi idrologici della regione (laghi, zone umide), e la società. Le implicazioni sulla gestione delle risorse naturali che ne derivano, sia nel breve sia nel lungo termine, ruotano intorno alla necessaria capacità di adattamento, da parte delle comunità locali, alla natura dinamica delle risorse di acqua nel tempo associata al bisogno di flessibilità nella gestione stessa, al fine di non trascurare mai l’in-certezza intrinseca della disponibilità delle risorse, prime fra tutte l’acqua, sotto condizioni non-staziona-rie (come riconosciuto nei sistemi pastorali).