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CAPITOLO 4. IL MOVIMENTO IN ITALIA

4.4 Le manifestazioni di arte urbana in Italia

Negli ultimi anni l’Italia sta diventando un paese all’avanguardia nella produzione di festival e manifestazioni relativi all’Arte Urbana. Oltre ai già citati Outdoor Urban Art Festival di Roma, che nell’ultima edizione ha ottenuto un ragguardevole successo realizzando il primo intervento finanziato con il metodo di crowdfunding, Icone a Modena, attivo ben dal 2002 e il progetto Frontier a Bologna, ogni anno nascono sempre nuovi eventi volti alla diffusione e alla emancipazione del Graffiti Writing e della Street Art.

Il primo esempio è quello del Fame Festival, a Grottaglie, in provincia di Taranto, uno dei festival più interessanti in Italia, con un eccellente livello qualitativo, ma che il curatore ha deciso di interrompere all’apice del successo.

Il festival, finanziato e curato interamente da Studiocromie, uno studio di serigrafia, era nato nel 2008 in un piccolo paese pugliese famoso per la produzione di ceramica. L’obiettivo del festival era quello di invitare gli artisti e ospitarli nel paese per un periodo variabile da una a quattro settimane. Gli artisti avevano la possibilità di interagire con gli artigiani del luogo, collaborando nella produzione di stampe e ceramiche. Inoltre, agli artisti venivano assegnati dei muri da dipingere, riqualificando così anche le zone più depresse costituite da fabbriche abbandonate e zone industriali dismesse. Infine, tutte le opere create dagli artisti anche in collaborazione con gli artigiani locali venivano esibite in una grande esposizione. Negli anni, il festival ebbe un successo sempre maggiore, ottenendo sempre più attenzione anche da parte dei media. Purtroppo, il rapporto con le istituzioni locali non era dei migliori. Le amministrazioni delle piccole comunità talvolta non sono ancora pronte ad un fenomeno nuovo e sfrontato come l’Arte Urbana, che spesso non viene compreso e di conseguenza non viene accettato. A Grottaglie, ad esempio, è stato cancellato un murale di Ericailcane. Il 2012 è l’anno dell’ultima edizione del festival. Il curatore ha deciso di interrompere il progetto Fame Festival, poiché la manifestazione aveva ormai perso la sua forza e la sua irriverenza iniziale. La Sreet Art nasce spontaneamente come fenomeno artistico ribelle e sregolato e la presenza di un festival con così tanto richiamo, con interventi di artisti sempre più quotati e famosi (Os Gêmeos, Blu, Ericailcane, Conor Harrington, JR, Vhils, Slinkachu, Swoon, Above, David Ellis, solo per citarne alcuni) in un clima ben accetto, organizzato e ordinato, avrebbe snaturato lo spirito della Street Art. Il curatore ha così preso la decisione che sentiva moralmente più appropriata. In una sua intervista spiega le motivazioni della sua scelta:

“Alla fine dell’ultima edizione era tutto facile: dipingere in giro, fare video, spaccare cose, anche sotto gli occhi delle autorità. Ci abbiamo provato a fare cose brutte e provocatorie, ma in cambio c’erano solo sorrisi e accoglienza. L’attrito originale era scomparso, e questo già non era in rima con lo spirito e l’attitudine del festival. In più, in giro per la Penisola, come in tutta Europa e non solo, i festival si sono moltiplicati, diventando tutti uguali e interscambiabili.”211

Effettivamente i festival dedicati alla Street Art aumentano sempre di anno in anno. Esistono però alcune manifestazioni che si distinguono dalle altre, sia per la qualità delle opere realizzate, sia per i benefici che queste apportano al territorio. Un esempio decisamente positivo è Pop Up! Arte contemporanea nello spazio urbano, una manifestazione dedicata alla Popular e Urban Art, che si svolge dal 2008 nella città di Ancona. Il festival è realizzato dall’associazione MAC (Manifestazioni Artistiche Contemporanee) e patrocinato dalla Provincia di Ancona e dalla Regione Marche. Durante i giorni della manifestazione vengono realizzati decine di interventi in tutta la città, con l’obiettivo anche di riqualificare i territori più disagiati. Michele Trimarchi, noto esperto di Economia dell’arte, nell’introduzione al volume realizzato a seguito dell’edizione del 2009, afferma:

“Quel luogo degli scambi quotidiani che è la città si rivela di una bellezza inedita con spazi mai osservati sebbene presenti, segni sorprendenti in quanto finalmente messi a fuoco, dinamiche nuove in quanto non più governate dalla gerarchia del produrre a tutti i costi. La cultura rapita dalla borghesia bisognosa di blasoni torna tra noi, nella vita quotidiana, e segna gli spazi delle nostre relazioni, i tempi delle nostre emozioni, gli orizzonti delle nostre visioni. […] Il festival, anche da questo punto di vista, è il più efficace veicolo verso la quotidianità dell’arte.”212

Durante l’edizione del 2008 viene realizzato un evento unico. Ancona è una città situata sul mare, dominata da un maestoso porto, il quale è un fattore economico-sociale molto importante per la città. È ormai stato ribadito più volte quanto la Street Art sia estremamente connessa all’ambiente che la circonda e comunichi direttamente con il territorio, di conseguenza, ad Ancona si è deciso di far sbarcare la Street Art sulle navi. La Cooperativa Pescatori e il Consorzio Pesca di Ancona hanno reso disponibili tredici pescherecci, i quali sono stati dipinti da tredici street artist differenti. I pescherecci sono stati dipinti ad agosto, durante il periodo del “fermo pesca” in cui è proibito                                                                                                                

143   pescare nel mare Adriatico e i pescherecci sono riportati a riva per le opere periodiche di manutenzione. Alcuni artisti, non avendo concluso nei periodi prefissati le loro opere, hanno completato gli interventi in mare. Gli artisti chiamati a realizzare opere sui pescherecci sono stati: Allegra Corbo e Andreco che hanno collaborato su un unico peschereccio, Ozmo, Moon8Fusion Crew, Run, Yuri Romagnoli, Maurizio Senatore, Dem, Ericailcane, Paper Resistance, Elena Rapa, Zosen, Moneyless e Blast. Sugli scafi dei pescherecci sono comparsi, così, calamari, sirene, sardine, mostri acquatici e dèi marini, intenti in una corale celebrazione del mare. [Figura 14]

Oltre ai pescherecci è stata riqualificata la zona portuale, con i già menzionati interventi di Blu ed Ericailcane sui silos e con un lungo murale del francese WK Interact su un muro del lungoporto. Altre zone significative per l’identità locale del territorio sono state prescelte per un rinnovamento. Sten & Lex hanno realizzato i loro ritratti su una parete del Consorzio pesca. Ozmo con la sua Madonna con bambino, insieme a Run e M-City hanno dipinto l’ex Caserma San Martino. Allegra Corbo, Andreco e Hanna Negash hanno realizzato un’installazione tramite collage all’interno della Mole Vanvitelliana. Ulteriori interventi sono apparsi nei magazzini della Cooperativa Pescatori e al Mercato Ittico.

Infine, si è deciso di riqualificare e di dare un’identità anche ai luoghi cui ne erano privi. Così, i giganti piloni della rotatoria in via Einaudi, sono stati dipinti e trasformati in esseri mitologici, personaggi fantastici, colorati e buffi. Il progetto è stato denominato in maniera appropriata, “La foresta dei giganti” e gli artisti chiamati a ridare vita a questi elementi urbani sono stati: Dem, Zosen, Allegra Corbo, Yuri Romagnoli, 108, Blast, William Vecchietti e Maurizio Senatore.

In aggiunta agli interventi cittadini, all’interno dell’edizione di Pop Up! del 2009, è stata inserita anche la convention di Poster Art Mi Manifesto, a cui è stata affidata come spazio espositivo il padiglione dei retari. Nel 2013, lo street artist Hitnes ha decorato la vasta vetrata dell’aeroporto di Ancona Falconara.

Il festival Pop Up! continua ancora oggi la sua mission di progettazione di interventi artistici nello spazio urbano, auspicando una diffusione dell’arte nella città, attraverso un riordino e un ripristino dell’arredo e del tessuto urbano.

Si è visto quanto l’Arte Urbana in Italia sia viva e in grande fermento. Gli artisti nostrani sono acclamati e contesi nelle migliori manifestazioni internazionali e molti loro lavori hanno contribuito a migliorare il territorio, portando l’arte nel nostro vivere quotidiano.

Le opere di Graffiti Writing e di Street Art sono finite su abitazioni, dentro i musei, su pescherecci e perfino in chiesa, segno di un movimento inarrestabile e incontenibile.

[Figura 1] Particolare di un murale di Alice Pasquini, del 2011, a Vitry sur Seine. La street artist è stata denunciata dal comune di Bologna per imbrattamento.

(Fonte: www.alicepasquini.com)

[Figura 2] Un vagone del treno vittima del trainbombing a Napoli.

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a b

[Figura 3. a e b] A sinistra la copertina del primo numero di “Tribe” del 1991. A destra la pubblicità della marca di bombolette Dupi-color, sulla rivista “AL Magazine”.

[Figura 4] La facciata dell’autoricambi di via Pollaiuolo a Milano. Si possono riconoscere rispettivamente le opere di: Ryan Spring Dooley a sinistra, Zibe sulla saracinesca con il volto di Arnold e Ozmo a destra con la Vergine di Guadalupe.

[Figura   5] I pinguini e gli altri personaggi di Pao sui “panettoni”. Spray su pietra, Milano, 2011 (Fonte: www.paopao.it)

[Figura 6] Orticanoodles. Ritratto di Renato Guttuso, Giardini Naxos, 2013.

147   [Figura 7] L’ochetta Pea Brain di Cuoghi Corsello all’ingresso del centro sociale Link. Bologna, primi anni 90.

(Fonte: www.undo.net)

[Figura 8] Blu, facciata del centro sociale xm24, Bologna, 2013. (Fonte: www.blublu.org)

a

b c

[Figura 9] Alcune opere di pittura murale a Toscanella di Dozza:

[a] Joys

[b] Cuoghi Corsello [c] Tellas.

149   [Figura 10] Lucamaleonte, 2014. Acrilico e spray su cemento, via Ostiense, Roma.

(Fonte: www.999gallery.com)

[Figura 11] Sten & Lex, 2012. Acrilico e poster. La Louvière, Belgio. (Fonte: stenlex.net)

a

b

[Figura 12] L’ex Caserma San Martino ad Ancona [a] prima e [b] dopo gli interventi degli street artist Ozmo, Run e M-City, durante l’edizione 2008 del Festival Pop Up! A sinistra si trova Holy Mother and Child with upside down heads di Ozmo.

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a b

c

[Figura 13] Tre opere di Eron:

[a] un pezzo del primo periodo, 1996, spray, Rimini, (ora cancellato).

[b] una tela della serie Mindscape, 2011, spray su tela, 100x120.

[c] il soffitto affrescato con vernice spray nella chiesa di San Martino in Riparotta, 2010, Rimini. (Fonte:www.eron.it)

a

b

[Figura 14] Due peschereggi realizzati durante Pop Up! 2008: [a] Il peschereccio di Ozmo. [b] Il peschereccio di Ericailcane. (Fonte: popup2008.blogspot.com)

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CONCLUSIONI

 

Nei capitoli precedenti si è analizzato il processo evolutivo dell’Arte Urbana e si è visto come, da fenomeno giovanile underground e di nicchia, sia diventata una corrente artistica vera e propria.

Negli anni Settanta i graffiti ri-appaiono sui muri delle metropoli statunitensi, a New York soprattutto, emergendo in una nuova forma di comunicazione, altamente espressiva e vitale. A portare avanti questo “gioco” grafico e colorato è la gioventù del luogo, principalmente appartenente a minoranze etniche e residente nei ghetti e nei quartieri popolari, stanca di non essere presa in considerazione dalla società e decisa a far sentire la sua presenza. Le scritte che iniziano ad apparire sono principalmente le firme di questi adolescenti, le cosidette tag, che un poco alla volta cominciano ad invadere i muri e i mezzi di trasporto cittadino. I writer non hanno finalità politiche o di protesta sociale, il loro unico intento è quello di far sentire la propria voce e sentirsi parte di una comunità. Per ottenere questo risultato creano un linguaggio codificato, prettamente grafico e basato sullo studio del lettering. Con il tempo le lettere mutano: si evolvono, si colorano, diventano più grandi e spesse e si aggiungono di elementi figurativi. Dietro alla creazione di un pezzo vi è uno studio costante e tenace. Le generazioni più giovani studiano le pratiche delle generazioni precedenti e i membri “anziani” fanno da maestri e da mentori ai nuovi adepti. Si crea così una propria tradizione che riecheggia quella millenaria della calligrafia orientale. A breve si intuisce la valenza estetica intrinseca in queste opere. Persino gli artisti più in auge del periodo iniziano ad attingere da questo fenomeno, il quale nel frattempo ha creato una sua cultura. I writer, ora considerati graffiti artists, iniziano a esporre in varie mostre ed esposizioni e il grande successo di questi eventi decretano l’ingresso dei graffiti nel mondo dell’arte ufficiale. Questo è il primo passo per la legittimazione del Graffiti Writing come forme d’arte.

Sebbene i graffiti entrino in galleria, il movimento del Graffiti Writing continua, però, a prolificare anche nel tessuto urbano e inizia a espandersi in tutti i continenti, sotto forma di fenomeno di ribellione giovanile. Giovani da ogni parte del mondo, si riuniscono, bombolette alla mano, per cercare di rivitalizzare zone ed edifici, solitamente in luoghi periferici o degradati. Il Graffiti Writing è una disciplina seria: c’è uno studio, delle regole e dei codici da rispettare, una pratica costante da mantenere e incontri e convention specializzate sull’argomento. Per tutti questi motivi, non è quindi da confondere con le scritte sporadiche che si trovano sparse nelle città – spesso anche su monumenti o edifici di interesse storico-artistico – che sono meri atti vandalici e condannati dagli stessi writer.

Si è visto poi, che con gli anni, il Graffiti Writing si è evoluto e molti artisti hanno sentito il bisogno di comunicare a livello artistico con la città, ma in altre maniere. Ecco, quindi, che la

Street Art è entrata di prepotenza nella scena urbana. La Street Art, per mezzo delle sue variazioni, come: Poster Art, Stencil Art, Sticker Art, installazioni e così via, ha trovato davanti a sè meno ostacoli, probabilmente per via dei suoi stilemi più figurativi e aperti rispetto a quelli del Graffiti Writing. Gli street artist sono giovani appassionati d’arte, la maggior parte con un background di studi artistici, consapevoli della loro arte e del mondo che la circonda.

Con l’avvento degli anni Duemila, la Street Art invade anche altri ambienti, come la moda e il costume ed entra ancora di più nella nostra quotidianità. Inoltre, la Street Art compie un ulteriore passo verso il riconoscimento artistico ufficiale, poiché non viene più considerata solamente come fenomeno underground da ghettizzare, ma anzi, elemento da valorizzare.

In tutto il mondo vengono organizzati festival e manifestazioni di Graffiti Writing e Street Art e le amministrazioni cittadine riconoscono il suo potenziale per azioni di riqualificazione urbana. Parallelamente agli interventi in strada, gli street artist espongono anche in mostre e gallerie, traslando i loro lavori su stampe, installazioni e tele e alcune opere vengono vendute anche all’asta.

A questo punto viene da interrogarsi se l’Arte Urbana, una volta trasferita in galleria o in un museo, possa mantenere il suo status di “Street Art”. A questo scopo, è possibile confrontare due progetti italiani recenti, entrambi del 2014, che hanno adottato due metodologie curatoriali differenti per una mostra di Arte Urbana.

Il primo è Avanguardie Urbane, un progetto curatoriale organizzato dalla galleria 999 Contemporary di Roma, che si pone come obiettivi quelli di riqualificazione urbana attraverso la Street Art e di sviluppo e diffusione della stessa. La particolarità del progetto è che per la prima volta si inserisce la figura del curatore in un contesto urbano. Come viene asserito anche sulla sua pagina web, infatti, Avanguardie Urbane:

“introduce il concetto di curatela sulla città basata sulla scelta della natura degli interventi di arte pubblica. Avanguardie Urbane avvia un processo di professionalizzazione del processo di crescita dell’arte urbana pubblica introducendo il concetto di “Curatore Urbano” o City Curator, una figura professionale che definisce lo schema curatoriale degli interventi di riqualificazione urbana e culturale, nelle sue forme site-specific, district-specific e city-specific, sia esse installative che pittoriche nelle dimensioni del piccolo, medio e grande muralismo attraverso lo studio delle pratiche di arte urbana,

analisi dei linguaggi, analisi del contesto e metodologia critica specifica. Un lavoro svolto a

155   La galleria ha invitato street artist italiani e francesi, a intervenire in vari luoghi della capitale. Uno degli interventi più notevoli è stata la realizzazione di opere all’interno della stazione della metropolitana Spagna, a opera di sei street artist francesi e italiani, tra i quali C215 e Lucamaleonte. Il progetto culminerà poi con la mostra Urban legends. I Giorni Della Street Art”214, al MACRO di Roma dal 7 giugno al 10 agosto 2014, che ospiterà interventi indoor e outdoor. Tra gli italiani invitati ad esporre alla mostra appaiono: Eron, Moneyless, Lucamaleonte, Tellas, 108, Andreco.   Questo progetto quindi si presenta come un ottimo punto di incontro tra arte “di strada” e “ufficiale”. Non viene snaturata la sua forma urbana, ma allo stesso tempo viene resa più facilmente fruibile, inserendola in un contesto museale. Avendo l’opportunità di ammirare le opere insieme in un’unica occasione, infatti, è possibile compiere un’osservazione e un’analisi globale del movimento. Inoltre, entrando in un museo per un’intera mostra dedicata, alla Street Art viene definitavemente riconosciuto il suo valore e la sua importanza a livello artistico-culturale.

Il secondo esempio è un progetto di Street Art a Prato, a cura di Gianluca Marziani, in collaborazione con il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, realizzato a maggio 2014, che fa parte del programma “Prato Contemporanea”.

Anche in questo caso sono stati invitati tra i più interessanti street artist nazionali, come, ad esempio: Lucamaleonte, Moneyless, Tellas, 108. In questa occasione, però, agli street artist non sono stati offerti dei muri dove poter intervenire, ma hanno creato opere su tela, le quali poi sono state poste in vari luoghi significativi della città (Bastione delle Forche e via Pier Cironi) successivamente alla loro realizzazione.

In questo modo si crea un accostamento tra classico e contemporano interessante, ma d’altro canto probabilmente si perde il vero significato della Street Art. Il concetto di Street Art, infatti, è quello di intervenire sul tessuto urbano, di dialogare e interagire con esso, mentre in questo caso l’opera viene aggiunta in seguito e quindi non può fondersi completamente con l’ambiente, creando così un effetto di Street Art posticcia.

É vero che molti street artist lavorano anche su tela, ma si tratta di un’attività parallela ai lavori di strada e quando espongono in galleria lo fanno in veste di artista contemporaneo e non di street artist.

Come si è visto, la diffusione e la fruizione dell’Arte Urbana stanno assumendo varie forme. Questo perché l’Arte Urbana è un movimento ormai maturo, sempre più ricercato e sempre più seguito. Non essendo una forma d’arte convenzionale, si cercano sempre più metodologie curatoriali per riuscire a soddisfare i vari soggetti: dagli artisti, al pubblico, alle amministrazioni cittadine, al mondo dell’arte.

                                                                                                               

Alla luce di quanto detto e analizzato si può constatare che l’Arte Urbana non sia un fenomeno passeggero, ma è ben radicato nella storia e nella società. Si tratta di una corrente artistica completa, con una storia, un’evoluzione, delle regole e un numero sempre maggiore di estimatori. Possiede un obiettivo nobile, quello di utilizzare il mondo come tela e di rendere l’arte accessibile a tutti. Attualmente gli street artist sono i più ricercati da gallerie e musei e le loro opere vengono vendute a cifre astronomiche. Nonostante questo continuano ininterrotti la loro missione sulle strade.

L’Arte Urbana ha portato una ventata d’aria fresca e una rivoluzione nel mondo artistico, quest’ultimo spesso troppo austero, rinchiuso entro le quattro mura delle gallerie e dei musei. L’arte si libera così delle sue catene e il mondo dell’arte non può far altro che assecondare questa nuova tendenza, diffondendola e, quando possibile, salvaguardandola.

Si può in definitiva asserire che il Graffiti Writing e la Street Art siano effettivamente il nuovo capitolo dell’arte contemporanea.

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