• Non ci sono risultati.

Le moderne neuroscienze

2. Le neuroscienze

2.2. Le moderne neuroscienze

Il termine Neuroscienze indica un campo interdisciplinare di studi che si occupa dell’anatomia, della fisiologia, della biochimica, delle patologie del sistema nervoso centrale e periferico, dei suoi effetti sul comportamento e delle esperienze mentali; in questa indagine sono coinvolti molti livelli, da quello molecolare a quello cellulare, a quello dei sistemi intermedi, fino all’insieme di tutte le componenti e dei loro collegamenti15.

Le neuroscienze raggruppano molte discipline scientifiche diverse tra loro, ma accomunate da un unico obiettivo: riuscire a comprendere e spiegare ogni tipo di fenomeno mentale e di comportamento umano, anche quelli più complessi, cercando di analizzare il modo in cui la mente emerge dal suo substrato biologico, ossia il cervello. Negli ultimi decenni, lo sviluppo scientifico ha permesso ai neuroscienziati di esplorare non solo i correlati neurali dei comportamenti patologici o devianti, ma anche il normale funzionamento cerebrale durante l’esecuzione di compiti controllati, intrecciandosi, così, con i modelli della psicologia e della neuropsicologia cognitiva e venendo a creare le cosiddette “neuroscienze cognitive”: si tratta dello studio dei correlati fisici delle funzioni mentali superiori, quali la memoria, l’attenzione e il linguaggio. Le neuroscienze comportamentali si occupano, invece, delle basi neurologiche della condotta personale, con riguardo, ad esempio, all’influenza ormonale e della variabilità genetica16.

A questa analisi è necessario aggiungere, inoltre, l’importanza del fattore evolutivo e delle componenti culturali, educative e ambientali di ogni essere umano, elementi che, al contrario di quanto spesso si pensa, non vengono assolutamente trascurati, né tantomeno negati, dalle neuroscienze17.

Le ricerche compiute negli ultimi anni in ambito neuroscientifico hanno provocato una rivoluzione scientifica, che ha reso necessario il superamento della dicotomia tra psiche e

13Determinismo: concezione della realtà secondo la quale tutti i fenomeni del mondo sono collegati l’un l’altro e si verificano secondo un ordine necessario e invariabile (il che esclude la presenza del libero arbitrio), in Enciclopedia Treccani, http://www.treccani.it/enciclopedia/tag/determinismo/, consultato il 20.07.2018.

14 LAVAZZA A./SAMMICHELI L., Il delitto del cervello. La mente tra scienza e diritto, Torino, 2012, pp. 122-128.

15 DI GIOVINE O., Neuroscienze (diritto penale) (voce), in Enc. Dir., Annali, VII, Milano, 2014, p. 711 ss.

16 BIANCHI A., Neuroscienze e diritto: spiegare di più per comprendere meglio, in BIANCHI/GULOTTA/SARTORI (a cura di), Manuale di neuroscienze forensi, Giuffrè, Milano, 2009, pp. XIII-XIV.

17 BIANCHI A., Neuroscienze e diritto: spiegare di più per comprendere meglio, in BIANCHI/GULOTTA/SARTORI (a cura di), Manuale di neuroscienze forensi, cit., pp. XIV-XV.

6 soma18, non più sulla base di valutazioni astratte, ma sulla base di evidenze scientifiche documentate19. È necessario, di conseguenza, comprendere come i processi fisiologici che vengono comunemente definiti “mente” derivano non dal solo cervello, ma da un insieme strutturale e funzionale, ossia l’intero corpo che interagisce con l’ambiente. Questa concezione ha preso le mosse dall’esame di pazienti con danni neurologici ad una determinata area cerebrale, in cui oltre alla perdita di capacità decisionale, emergeva un’alterazione non indifferente della capacità di provare emozioni e sentimenti. Proprio con riferimento al tema dell’inscindibilità tra mente e corpo, spiegava Damasio, neurologo e neuroscienziato:

“[…] ma via via che studiavo i disturbi della memoria, del linguaggio e della ragione, presenti in numerosi esseri umani colpiti da lesioni al cervello, sempre più mi si imponeva l’idea che l’attività mentale, nei suoi aspetti più semplici come in quelli più alti, richiede sia il cervello sia il resto del corpo. Quest’ultimo, a mio avviso fornisce al primo molto più che un puro sostegno e una modulazione: esso fornisce la materia di base per le rappresentazioni cerebrali”20.

2.2.1. Neuroscienze forensi

Uno degli ambiti più importanti sul quale le neuroscienze sono destinate a produrre un impatto, riguarda quello forense, in particolare la rilevanza dei dati neuroscientifici ai fini della costituzione di una valida prova scientifica all’interno del processo e della conseguente valutazione giudiziaria21; oltre a ciò, le neuroscienze forensi si riferiscono anche alle tecniche neuroscientifiche suscettibili di fare ingresso ed essere utilizzate all’interno dei tribunali. Il tema della prova neuroscientifica e, più in generale, del ruolo che sta assumendo in questi anni il sapere neuroscientifico nella aule di giustizia, verrà trattato, in modo più approfondito, nei capitoli seguenti; è importante, invece, sottolineare, qui, come la questione assuma un valore culturale, oltre che giuridico, il che emerge dal grande dibattito sul ruolo della scienza nei processi. In particolare, risulta significativo lo studio sul rapporto esistente tra diritto e psichiatria, il quale ha evidenziato come, da un lato, il diritto abbia sempre cercato una

18 ROSSI F., L’approccio delle neuroscienze al problema mente-cervello, in Psicologia sociale, Il Mulino, 1/2006, pp. 37-44; si tratta del superamento delle concezioni derivanti dal dualismo cartesiano, circa l’assoluta inconciliabilità tra gli ambiti dell’indagine biologica sulla funzione neurale e quelli dell’analisi filosofica o psicologica sull’attività mentale. Mente e cervello sono due facce inscindibili della stessa medaglia.

19 ONNIS L., Mente e corpo: un’unità ritrovata. Dalle scoperte neuroscientifiche alle implicazioni per la psicoterapia, in ONNIS L. (a cura di), Una nuova alleanza tra psicoterapia e neuroscienze. Dall’intersoggettività ai neuroni specchio. Dialogo tra Daniel Stern e Vittorio Gallese, FrancoAngeli, Milano, 2015, p. 132.

20 DAMASIO A., L’errore di Cartesio, Adelphi, Milano, 1995, p. 25.

21 SAMMICHELI L./SARTORI G., Neuroscienze giuridiche: i diversi livelli di interazione tra diritto e neuroscienze, in BIANCHI/GULOTTA/SARTORI (a cura di), Manuale di neuroscienze forensi, Giuffrè, Milano, 2009, p. 17.

7 giustificazione razionale nelle scienze psichiatriche e, dall’altro, queste ultime abbiano trovato, nel riconoscimento giuridico, una forma di legittimazione22. Questo tipo di rapporto viene riproposto ora, alla luce delle moderne neuroscienze: da una parte, i giudici cercano strumenti che possano rendere le loro decisioni razionalmente fondate, dall’altra, le neuroscienze vedono, nel loro utilizzo nei tribunali, una sorta di legittimazione ufficiale23.

2.2.2. Neuroscienze criminologiche

Può essere ricondotto al gruppo delle cosiddette neuroscienze criminologiche, lo studio del fenomeno criminale compiuto attraverso le moderne tecniche neuroscientifiche; in questo caso, non si ha a che fare con possibili applicazioni processuali, ma si tratta di un approccio di carattere naturalistico. Emergono in questo ambito, in particolar modo, tracce lombrosiane, dal momento che l’obiettivo delle neuroscienze criminologiche è quello di “disegnare una geografia neuro-comportamentale del soggetto criminale”24.

Grazie alle attuali conoscenze scientifiche, è stato possibile ipotizzare, infatti, un legame intercorrente tra comportamento violento e anti-sociale e anomalie a livello cerebrale. Molti studi hanno evidenziato, ad esempio, una correlazione tra disfunzioni dei lobi temporali e frontali e comportamento ripetutamente violento, storie di aggressioni e di omicidi; sono state riscontrate differenze a livello di struttura cerebrale tra soggetti afflitti da un disturbo antisociale e soggetti sani, tra cui una diminuzione della sostanza grigia nella corteccia prefrontale e una diminuzione del volume dell’ippocampo posteriore; inoltre, è stato evidenziato un diverso tempo di attivazione nei lobi temporali di soggetti psicopatici, riscontrato grazie all’analisi di parole dotate di una forte carica emotiva25.

Da un lato, dunque, le neuroscienze criminologiche sembrano prospettare una migliore comprensione del fenomeno criminale, ma dall’altro, le conseguenze proiettate sul piano giuridico e criminologico non risultano nuove: sembra suggerirsi un ritorno al concetto di

22 SAMMICHELI L./SARTORI G., Neuroscienze giuridiche: i diversi livelli di interazione tra diritto e neuroscienze, cit., p. 18.

23 SAMMICHELI L./SARTORI G., Neuroscienze giuridiche: i diversi livelli di interazione tra diritto e neuroscienze, cit., pp. 17-18.

24 SAMMICHELI L./SARTORI G., Neuroscienze giuridiche: i diversi livelli di interazione tra diritto e neuroscienze, cit., p. 28.

25 Vedi VOLKOW N.D./TANCREDIB L.R./GRANT C./GILLESPIE H./ VALENTINE A./MULLANI N./ WANG G.L./HOLLISTER L., Brain glucose metabolism in violent psychiatric patients, in Psychiatry Res, 61, 1995, pp. 243-253; RAINE A./BUCHSBAUM M./LACASSE L., Brain abnormalities in murders indicated by positron emission tomography, in Biol. Psychiatry, 60, 1997, pp. 495-508; SODERSTROM H. et al., Reduced frontotemporal perfusion in psychopathic personality, in Psychiatry Res., 114, 2002, pp. 81-94.

8 determinismo biologico della criminalità, in base al quale il soggetto criminale è semplicemente malato e va messo, di conseguenza, nella condizione di non nuocere agli altri, facendo, così, perdere di senso la funzione retributiva della pena e il principio di responsabilità. E’ necessario, quindi, valutare quali potrebbero rivelarsi le conseguenze pratiche di una tale impostazione scientifica, conseguenze che avrebbero un peso notevole non solo sul piano giuridico, ma anche su quello etico e sociale26.

2.2.3. Neuroscienze normative

Il concetto di “neuroscienze normative” riguarda lo studio, condotto mediante i metodi delle neuroscienze, del senso di giustizia in generale e dei meccanismi neuropsicologici attraverso i quali si struttura la costruzione spontanea di una norma giuridica; altro significato viene attribuito, invece, alle cosiddette “neuroscienze legislative”, le quali riguardano gli eventuali contributi dati dalle neuroscienze alla stessa genesi legislativa di una norma giuridica: si può fare riferimento, ad esempio, all’eventualità di una eliminazione del sistema retributivistico della pena, che prende le mosse da una visione neuro-deterministica dell’agire criminale27. All’interno della categoria delle neuroscienze normative, vengono incluse sia le ricerche sul ragionamento morale, che si occupano di analizzare l’attività di determinate aree cerebrali nel momento in cui l’individuo si trova di fronte ad un cosiddetto “dilemma morale”28, permettendo di evidenziare una dinamica interattiva tra processi cognitivi e processi emozionali, sia le ricerche sulla possibile esistenza di un circuito neurale che possa segnalare l’adeguatezza sociale di un determinato comportamento29. Riguardo a queste ultime, sono stati condotti degli studi, grazie all’utilizzo di una tecnica neuroscientifica, la Risonanza magnetica funzionale (di cui parleremo in modo più approfondito in seguito): sottoponendo degli individui a stimoli

26 SAMMICHELI L./SARTORI G., Neuroscienze giuridiche: i diversi livelli di interazione tra diritto e neuroscienze, cit., pp. 29-30.

27 SAMMICHELI L./SARTORI G., Neuroscienze giuridiche: i diversi livelli di interazione tra diritto e neuroscienze, cit., p. 32.

28 Esempio di dilemma morale impersonale: Un treno fuori controllo viaggia verso cinque persone, che saranno investite se il treno non sarà in qualche modo deviato. L’unico modo per salvarle è premere un interruttore che faccia deviare il treno su un altro binario, sul quale è presente una persona. Devieresti il treno per salvare cinque persone a scapito di una?

Esempio di dilemma morale personale: Un treno fuori controllo viaggia verso cinque persone, che saranno investite se il treno non sarà in qualche modo deviato. L’unico modo per salvarle è spingere sui binari un uomo corpulento che si trova nelle vicinanze, tra il treno in corsa e le cinque persone. Condanneresti a morte un uomo per salvare la vita di altre cinque persone?

Vedi SAMMICHELI L./SARTORI G., Neuroscienze giuridiche: i diversi livelli di interazione tra diritto e neuroscienze, cit., p. 34.

29 SAMMICHELI L./SARTORI G., Neuroscienze giuridiche: i diversi livelli di interazione tra diritto e neuroscienze, cit., pp. 33-34.

9 esterni, in base ai quali avrebbero potuto scegliere che tipo di comportamento adottare, è emerso come lo stesso circuito neurale si attivasse nel caso di un comportamento sociale “adeguato”, sia che questo avesse carattere compassionevole, sia natura aggressiva. Da ciò risulta, dunque, evidente la presenza di un sistema comune che controlla la messa in atto di un comportamento socialmente adeguato, indipendentemente dalla sua natura30.

All’interno della categoria delle neuroscienze normative, con particolare riferimento all’ambito della cognizione sociale, sollevano grande interesse anche le scoperte sulla funzione sociale dei cd. neuroni specchio. Si tratta di una scoperta di rilevante importanza, che vede come prestigioso rappresentante il ricercatore Vittorio Gallese31; i neuroni specchio sono dotati della particolare caratteristica di attivarsi non solo nel momento in cui si compie una determinata azione, ma anche quando si osserva la stessa azione compiuta da un altro, e abbracciano, oltre alla sfera motoria, anche quella percettiva ed emozionale, fino a costituire un dato fondamentale per quanto riguarda la dimensione dei processi di identificazione e dell’empatia32. Da ciò emerge una predisposizione dell’uomo, anche a livello neurobiologico, all’intersoggettività, il che porta a una convergenza tra ambiti apparentemente distanti tra loro, come la neurobiologia e la psicologia, i quali sono portati a confrontarsi e a dialogare33; di conseguenza, l’ipotesi che sia possibile riconoscere le azioni altrui attraverso una simulazione del comportamento osservato, grazie, appunto, all’attivazione dei neuroni specchio, getta luce sulla questione dell’immediatezza intuitiva con cui si realizzano i giudizi attributivi e, conseguentemente morali34.

30 KING J.A./BLAIR R.J./MITCHELL D./DOLAN R./BURGESS N., Doing the right thing: a common neural circuit for appropriate violent or compassionate behaviour, in Neuroimage, 2006, 30, pp. 1069-1076.

31 Vittorio Gallese è Professore ordinario di Fisiologia presso il Dipartimento di Neuroscienze della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Parma, Coordinatore del Dottorato in Neuroscienze e direttore della Scuola Dottorale di Medicina e Chirurgia e Medicina Veterinaria del medesimo Ateneo e dal 2010 anche Adjunct Senior Research Scholar, presso il Dept. of Art History and Archeology della Columbia University di New York. Egli si occupa di ricerche multidisciplinari che indagano le possibili applicazioni dei neuroni specchio.

32 ONNIS L., Introduzione. Psicoterapia e neuroscienze: un dialogo possibile, in ONNIS L. (a cura di), Una nuova alleanza tra psicoterapia e neuroscienze. Dall’intersoggettività ai neuroni specchio. Dialogo tra Daniel Stern e Vittorio Gallese, FrancoAngeli, Milano, 2015, p. 17.

33 ONNIS L., Introduzione. Psicoterapia e neuroscienze: un dialogo possibile, cit., pp. 17-19.

34 SAMMICHELI L., SARTORI G., Neuroscienze giuridiche: i diversi livelli di interazione tra diritto e neuroscienze, cit., p. 36.

10