• Non ci sono risultati.

4. The Remains of the Day: la versione cinematografica.

4.5. Le scene finali.

La storia narrata nel film si conclude negli anni Cinquanta, tornando nel quadro temporale in cui è iniziata e chiudendosi, quindi, ciclicamente. La contrapposizione tra il passato e il presente è segnalata dal colore, che in questa macrosequenza assume tonalità tenui e delicate.

Stevens incontra finalmente Miss Kenton, e, come nel romanzo, si rivolge a lei chiamandola con il nome da nubile, per evidenziare il desiderio implicito che il matrimonio della donna sia terminato. Dopo che una carrellata mostra la sala dell’hotel in cui avviene l’incontro e in cui alcune coppie sono intente a danzare, un primo piano sul volto di Stevens mostra la crescente delusione del maggiordomo nel momento in cui Miss Kenton gli comunica di non poter e non voler tornare a Darlington Hall. Si è visto, poi, come nel romanzo Stevens si soffermi a riflettere sul molo insieme a uno sconosciuto. Nel film, invece, vi si dirige insieme a Miss Kenton, e ha con lei una conversazione, che risulta, ancora una volta, molto fedele a quella del testo, ma che, nel romanzo, non avviene sul molo, bensì durante il tragitto che Stevens compie per accompagnare Miss Kenton alla fermata dell’autobus.

In realtà, la scena che riguarda Stevens e lo sconosciuto sul molo è stata filmata, originariamente, ma, in seguito, non è stata inserita nell’adattamento, malgrado nel romanzo rappresenti, oserei dire, un momento epifanico. Nella suddetta scena, proprio come avviene nel testo, Stevens mostra pienamente le sue emozioni attraverso il pianto. James Ivory decide di non inserirla in quanto non la considera pienamente soddisfacente, e nonostante ad Anthony Hopkins piaccia molto, poiché illustra a fondo i sentimenti del personaggio da lui interpretato. Tuttavia, come si è visto, il carattere di Stevens viene descritto in altre occasioni600, perciò l’inserimento di una nuova scena e di un nuovo personaggio sarebbe inutile per lo spettatore, che non ha bisogno di ulteriori immagini per comprendere la trama del film.

599 Ibidem, pp. 14-15.

132

È arrivato il momento per Stevens e Miss Kenton di salutarsi. Nel romanzo, Stevens rivela a sé stesso: “my heart was breaking” (p. 252). Nell’adattamento, questa frase non compare, ma risaltano soprattutto le espressioni facciali dei due personaggi, che comunicano tristezza per l’imminente addio, con una musica malinconica che accompagna la scena e la pioggia che, come si è visto, è un leitmotiv della parte conclusiva del film e che ben si adatta alle emozioni dei protagonisti. L’addio è reso ancora più struggente da un dettaglio sulle mani di Stevens e Miss Kenton, che si stringono per poi lasciarsi, e di cui vediamo con precisione solo il contorno, poiché l’unica fonte luminosa, intradiegetica, sono i fanali dell’autobus che attende la donna. Dopo qualche secondo, ad essere inquadrata è solo la mano, aperta, di Stevens, a voler comunicare la sua volontà di restare ancorato a Miss Kenton e ai ricordi legati a lei, che si perdono non appena la donna si allontana, stravolta dal pianto.

Figure 8 e 9: dettagli sulle mani dei personaggi.

Il finale del romanzo vede Stevens tornare a Darlington Hall al servizio di Mr Farraday con un atteggiamento completamente nuovo, scaturito dalla comprensione di aver sprecato buona parte della propria esistenza. Anche nel film il maggiordomo torna a Darlington Hall con un approccio nuovo nei confronti della sua professione. Innanzitutto, la scena finale in cui Stevens libera un piccione, entrato nel salone della

country house, può essere interpretata metaforicamente come un nuovo inizio, una

liberazione del maggiordomo dalle proprie costrizioni, che gli permette di costruire una relazione del tutto nuova e informale con Mr Lewis, atteggiamento che sarebbe stato inconcepibile negli anni di servizio per Lord Darlington.

Per concludere l’analisi del film, nelle prossime pagine propongo una tabella che mostra i due intrecci, sia quello del romanzo che quello dell’adattamento, dei quali sono elencati gli avvenimenti principali. I personaggi principali sono indicati in questo modo: S = Stevens, Miss K. = Miss Kenton, Mr S. = Mr Stevens, Lord D. = Lord Darlington. I cambiamenti a livello dell’intreccio sono, innanzitutto, minimi, per non

133

stravolgere completamente la narrazione, nonché funzionali alla creazione di un set di aspettative nello spettatore e rispondenti alle esigenze del medium cinematografico. Inoltre, gli eventi sono essenzialmente gli stessi, cambia l’ordine in cui avvengono: non a caso, il film è stato definito “a new original”601. Tuttavia, si può concludere che la trama risulta perfettamente comprensibile anche a chi non ha letto il romanzo.

Tabella 4

Intreccio del romanzo Intreccio del film

S. parte S. parte

Mr S. racconta l’episodio della tigre e del maggiordomo

Miss K. porta i fiori nello studio di S.

Miss K. porta i fiori nello studio di S. Mr S. racconta l’episodio della tigre e del maggiordomo

Mr S. inizia a compiere dei piccoli errori

Mr S. inizia a compiere dei piccoli errori

Lord D. chiede a S. di ridurre i compiti del padre

Mr S. cade nel giardino

Mr S. cade nel giardino Lord D. chiede a S. di ridurre i compiti del padre

Arrivano gli ospiti della conferenza del 1923

Arrivano gli ospiti della conferenza del 1923

Mr S. ha un malore Mr S. ha un malore

S. arriva a Salisbury Mr S. muore

Mr S. muore S., in viaggio, nega a un negoziante di aver lavorato per Lord D.

S., in viaggio, nega a un autista di aver lavorato per Lord D.

Arrivano le cameriere ebree a Darlington Hall

S. ricorda il momento in cui ha negato ai Wakefield di aver lavorato per Lord D.

S. ha una conversazione con Mr Benn

134 S. permette che un incontro diplomatico vada a buon fine grazie alla sua cura per l’argenteria

Le cameriere ebree vengono licenziate

Le cameriere ebree vengono licenziate S. arriva a Moscombe Lord D. si pente di aver licenziato le

cameriere ebree

S. viene ridicolizzato da Mr Spencer

Miss K. scopre che S. legge romanzi sentimentali

S. nega al Dr Carlisle di aver lavorato per Lord D.

Miss K. inizia a frequentare un uomo S. permette che un incontro diplomatico vada a buon fine grazie alla sua cura per l’argenteria

Gli incontri serali tra S. e Miss K. vengono interrotti

Lord D. si pente di aver licenziato le cameriere ebree

S. arriva a Moscombe Miss K. scopre che S. legge romanzi sentimentali

S. viene ridicolizzato da Mr Spencer Gli incontri serali tra S. e Miss K. vengono interrotti

Miss K. accetta la proposta di matrimonio di Mr Benn

Miss K. inizia a frequentare Mr Benn e accetta la sua proposta di matrimonio S. incontra Miss K. dopo venti anni S. incontra Miss K. dopo venti anni S. è su un molo insieme a uno

sconosciuto

S. è su un molo insieme a Miss K.

135

5. Conclusione.

Nel presente lavoro, dopo aver fornito cenni sulla vita e l’attività letteraria di Kazuo Ishiguro, ho preso in esame il romanzo The Remains of the Day e la sua versione cinematografica.

Mentre lo studio del romanzo si è essenzialmente incentrato sulle strutture semantiche fondamentali del testo, nell’analisi del film da esso tratto ho rivolto particolare attenzione alla messa in scena, alla colonna sonora, all’ambientazione e al significato delle svariate inquadrature impiegate, proponendo un confronto col testo letterario che tenesse conto sia delle analogie che delle differenze tra le due rappresentazioni, a partire da alcune scelte tecniche e narratologiche.

Se il film si spinge più a fondo nella rappresentazione dell’interiorità del personaggio centrale, Stevens, e rende più credibile Miss Kenton focalizzandola da prospettive ulteriori rispetto alle modalità adottate nel testo verbale, si nota che il romanzo insiste maggiormente sui “remains of the day”, ovvero sulla finale comprensione, da parte del maggiordomo, di aver sprecato la propria esistenza ottemperando rigidamente ai dettami etici della professionalità e del dovere. Il romanzo, infatti, costruisce una macchina argomentativa che ruota intorno ai concetti di dignity e greatness, collegati, ovviamente, alla figura del maggiordomo, secondo una strategia retorica che è quasi del tutto assente nell’adattamento.

Il romanzo e il film sono due opere a sé stanti, ognuna risultante da un processo creativo da valutarsi indipendentemente dall’intertesto semiotico con cui entra in contatto dialogico. L’esito estetico e le valenze assiologiche prodotti dai due testi mantengono comunque un elemento fondamentale in comune: entrambi costituiscono analisi accurate dei meccanismi attraverso i quali la banalità del male permea l’esistenza privata e le forme di affettività più intima delle comuni esistenze quotidiane.

136

BIBLIOGRAFIA