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2. The Remains of the Day: cenni generali sul romanzo.

2.2. Stevens in viaggio tra dignity e greatness.

2.2.3. Miss Kenton: l’amore impossibile.

Il lettore inquadra Miss Kenton attraverso gli episodi che Stevens sceglie di raccontare e le conversazioni tra i due domestici332. Si è già vista la funzione di Miss Kenton come guida spirituale di Stevens a Darlington Hall. Uno dei primi episodi in cui la domestica cerca di far aprire emotivamente il maggiordomo si verifica quando Miss Kenton, per tre volte, porta dei fiori nello studio di Stevens, per rendere l’ambiente meno spartano: “I thought these would brighten your parlour a little” (p. 54). La prima volta l’evento viene descritto nel dettaglio, e si nota che i ruoli si invertono: Stevens avrebbe dovuto portare dei fiori a Miss Kenton, ma, in questa circostanza, è la donna a comportarsi da gentiluomo. Rifiutando un semplice gesto come il ricevere dei fiori, inoltre, Stevens è implicitamente femminilizzato, la sua mascolinità è minata e viene resa esplicita l’impossibilità di costruire una relazione informale e amichevole con Miss Kenton. La motivazione del rifiuto, infatti, è collegata nuovamente al mantenimento della dignità professionale: “this is not a room of entertainment. I am happy to have distractions kept to a minimum” (p. 55). Stevens, inoltre, non vuole essere disturbato nella privacy del suo studio, e rimane sorpreso quando Miss Kenton entra senza aspettare che le venga dato il permesso. Non esistono le basi per un’eventuale amicizia, tantomeno per una relazione amorosa333, visto che, già dagli

esordi, “the relationship between Stevens and Miss Kenton is about self-denial”334.

È interessante notare come tutti i momenti più significativi, per Stevens, siano segnalati dalla presenza o assenza della luce, e che i ricordi che il maggiordomo ha di Miss Kenton la vedano sempre vicina a delle fonti luminose, come per segnalare la sua funzione di guida spirituale. La domestica viene presentata “against a window”, con la luce “falling across the corridor in orange shafts” (p. 69), oppure “she appeared in the threshold, illuminated by the light from within” (p. 236). Stevens rifiuta la luce che Miss Kenton, tramite dei piccoli gesti cortesi nei suoi confronti, gli offre. La luce

331 R. ATKINSON, op. cit., p. 211. 332 K. JOHANSSON, op. cit., p. 12. 333 L. VIKJORD, op. cit., p. 5.

334 M. M. HAMMOND, “‘I Can’t Even Say I Made my Own Mistakes’: The Ethics of Genre in Kazuo

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a cui Stevens rinuncia riguarda sia i tentativi di avvicinamento personale messi in atto da Miss Kenton, sia le reazioni morali della donna contro l’antisemitismo di Lord Darlington335. Comportandosi in questo modo e considerando anche la sua posizione di outsider, Stevens è destinato a rimanere nel buio, sia letteralmente che metaforicamente, e la sua vita a Darlington Hall, senza la luce di Miss Kenton, può essere esemplificata facendo ricorso all’immagine di un tunnel:

The back corridor, which serves as a sort of backbone to the staff’s quarters at Darlington Hall, was always a rather cheerless affair due to the lack of daylight penetrating to considerable length. Even on a fine day, the corridor could be so dark that the effect was like walking through a tunnel (p. 82).

Il “fine day” rappresenta la vita all’esterno di Darlington Hall, con le relative opportunità di crescita personale e morale che però Stevens non può sfruttare, in quanto troppo impegnato nel “cheerless affair”, nel servire il proprio datore di lavoro336.

In un altro episodio Miss Kenton nota che il maggiordomo, nel suo studio, sta leggendo un libro, e vorrebbe sapere di che libro si tratta. Stevens si rifiuta di mostrarglielo e la donna insiste, fino a strapparglielo quasi dalle mani, facendo sentire Stevens come se venisse privato dei suoi vestiti. A un certo punto, poco prima che i due si ritrovino letteralmente faccia a faccia, Stevens rivela i suoi sentimenti, indirettamente e in modo del tutto particolare: “suddenly the atmosphere underwent a peculiar change. […] All I can say is that everything around us suddenly became very still” (p. 175). Il libro è un semplice romanzo sentimentale che Stevens non avrebbe nessun motivo di nascondere, se non fosse che esso rivela i suoi sentimenti, la sua personalità, ed è il tipo di storia che, normalmente, sono le donne a leggere337. Stevens si sente in dovere di giustificare il perché di una tale lettura da lui considerata “light- hearted” come “an extremely efficient way to maintain and develop one’s command of the English language” (p. 177). Esteriormente egli nasconde i propri sentimenti, ma li sublima, allo stesso tempo, nella lettura338, impiegando il linguaggio delle storie d’amore, di cui ha esperienza solo in qualità di lettore, per raccontare i ricordi legati a Miss Kenton339.

335 L. R. COOPER, “Novelistic Practice and Ethical Philosophy in Kazuo Ishiguro’s The Remains of

the Day and Never Let Me Go”, in S. Groes, B. Lewis (eds), op. cit., p. 113.

336 K. SCHERZINGER, op. cit., p. 2. 337 L. VIKJORD, op. cit., pp. 5-6. 338 L. R. FURST, op. cit., p. 548.

339 M. M. HAMMOND, “‘I Can’t Even Say I Made my Own Mistakes’: The Ethics of Genre in Kazuo

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Stevens avrebbe avuto svariate occasioni per dimostrare il proprio affetto alla domestica, ma non le ha mai sfruttate. Quando la zia di Miss Kenton, che per lei era come una madre, viene a mancare, Stevens non esprime subito il suo cordoglio, ma dichiara di avere l’intenzione di farlo in seguito. Nel frattempo, però, si accorge che “it was not impossible that Miss Kenton, at that very moment, and only a few feet from me, was actually crying” (p. 186). Stevens è appena fuori dalla stanza di Miss Kenton: consolarla significherebbe intromettersi nella sua vita privata, oltre i limiti consentiti dalla professione, e il maggiordomo non intende oltrepassare tale confine. Anche l’azione del piangere è per lui un gesto inconcepibile. Non appena incontra Miss Kenton, nonostante la sua intenzione fosse quella di offrirle le sue condoglianze, tutto ciò che fa è rimproverarla per degli errori commessi con dei nuovi membri dello staff. Stevens, quindi, si contraddice, e le convenzioni tipiche del romanzo sentimentale vengono introdotte per poter essere subito sovvertite, secondo un modo di procedere tipicamente postmodernista340: “to establish in order to parody and subvert”341.

Stevens crede che per un maggiordomo non sia lecito avere una relazione con un altro membro dello staff, in quanto il proprio master non verrebbe servito alla perfezione342. Egli vede questi legami come “a serious threat to the order in a house.

[…] Such marrying amongst more senior employees can have an extremely disruptive effect on work” (p. 53). Del resto, se Stevens dovesse confessare i suoi sentimenti a Miss Kenton e lei dovesse ricambiarli, i due dovrebbero lasciare Darlington Hall. Ciò sarebbe un trauma per Stevens, che non saprebbe dove andare; del resto, il lettore non sa se il maggiordomo abbia parenti, ha sempre conosciuto uno Stevens confinato volontariamente nella country house e non riesce a concepirlo al di fuori di essa.

Nel romanzo sono state individuate due “hidden narratives”343: la prima

riguarda l’immagine pubblica di Stevens come maggiordomo e la seconda ha a che fare con la storia d’amore con Miss Kenton ed è quindi legata alla sfera privata344.

Della vita privata di Stevens rimane ben poco, perciò anche l’affetto nei confronti della domestica non può che subirne le conseguenze. Il significato di questa seconda

340 M. A. M. EMARA, op. cit., pp. 15-16. 341 Ibidem, p. 16.

342 M. F. H. KHALAF, op. cit., p. 179. 343 D. GUTH, op. cit., p. 126.

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narrazione è stato definito “submerged”345 perché non affiora subito, e, quando si

manifesta, lo fa attraverso una serie di indizi, tra cui commenti poco chiari e momenti di silenzio che segnalano la repressione di un’emozione. Come succede nel momento in cui Miss Kenton, per gioco, cerca di strappare di mano a Stevens il libro che l’uomo sta leggendo, gli indizi arrivano prima al lettore, in quanto il maggiordomo non li riconosce come tali346. Leggendo un’affermazione come “things between Miss Kenton and myself had reached – no doubt after a gradual process of many months – an inappropriate footing” (p. 178) è lecito supporre che tale “inappropriate footing” sia proprio un interesse di natura amorosa, che, però, Stevens è pronto a reprimere.

Un altro indizio si può trovare nel momento in cui Miss Kenton inizia a chiedere dei giorni liberi per trascorrere del tempo con un uomo di sua vecchia conoscenza. La domestica si sente quasi obbligata a rassicurare Stevens per fargli capire che si tratta solo di un amico, come se egli potesse essere geloso. Durante gli “evening meetings” in cui i due gustano della cioccolata calda e parlano, ovviamente, di argomenti prettamente professionali, Miss Kenton, dopo aver informato Stevens della frequentazione con un vecchio conoscente, afferma: “It occurs to me you must be a well-contented man, Mr Stevens. Here you are, after all, at the top of your profession […]. I really cannot imagine what more you might wish for in life” (p. 182). Stevens non sa cosa rispondere e rimane in silenzio, mentre Miss Kenton sta indagando sui progetti che il maggiordomo ha per il futuro, per capire se ci sia la possibilità remota che egli voglia sposarla. I piani del maggiordomo, però, sono sempre volti a migliorarsi nella sua professione e nella sua vita non c’è spazio per l’amore347.

Dopo qualche giorno, Stevens decide di non proseguire più gli “evening meetings” solo perché, quella sera, Miss Kenton, dopo giorni di duro lavoro, non è nel pieno delle forze per continuare a parlare di questioni lavorative fino a tarda sera. La “hidden narrative” di questa scena rivela al lettore che, malgrado in apparenza Stevens si sia dimostrato impassibile, egli non ha reagito positivamente alla notizia datagli da Miss Kenton sulla sua frequentazione con un uomo.

Infatti, “the completely submerged, in fact absent narrative of Stevens’ feelings for her [Miss Kenton] is characterised by a series of enigmas, gaps and

345 Ibidem, p. 131. 346 Ibidem.

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dislocations”348. Gli enigmi si possono risolvere attraverso quattro punti di svolta nella

relazione con la domestica, il cui significato si comprende solo a posteriori: il primo

turning point consiste nella sottrazione, da parte di Miss Kenton, del romanzo

sentimentale che Stevens è intento a leggere, il secondo nell’informare il maggiordomo degli appuntamenti con un uomo, il terzo nell’interruzione degli “evening meetings” e il quarto nell’incapacità, da parte di Stevens, di consolare la donna in seguito alla morte della zia349.

Quando Miss Kenton comunica a Stevens che il suo spasimante le ha chiesto di sposarlo, l’unica risposta che il maggiordomo riesce a darle è “Indeed, Miss Kenton” e, nonostante la domestica continui a tornare sull’argomento per captare tracce di delusione o dispiacere in Stevens, egli sembra non dare peso alla questione. Pare che si stia ripetendo ciò che è successo il giorno in cui il padre di Stevens è morto, e tale ripetizione è ravvisabile nel seguente scambio di battute:

‘Are you not in the least interested in what took place tonight between my acquaintance and I, Mr Stevens?’.

‘I do not mean to be rude, Miss Kenton, but I really must return upstairs without further delay. The fact is, events of a global significance are taking place in this house at this very moment’ (p. 229).

Subito dopo Miss Kenton annuncia di aver accettato la proposta di matrimonio, e, ancora una volta, la freddezza delle risposte di Stevens deve essere interpretata come rabbia e gelosia: Miss Kenton ha cercato di ritardare il più possibile l’accettazione della proposta per capire se Stevens nutrisse o meno dei sentimenti nei suoi confronti, ma alla fine ha dovuto cedere all’evidenza. Miss Kenton è tornata, di nuovo, nel buio: “the darkness falling again in the corridor told me Miss Kenton had closed her parlour door” (p. 237).

Entrambe le “submerged narratives” hanno, quindi, una perdita: la prima quella del padre, che rappresenta il passato, la seconda Miss Kenton, che rappresenta il futuro350. Ancora una volta, la mancanza di dialogo tra i due personaggi ha conseguenze negative, in quanto Miss Kenton sposa un uomo che non ama351.

Si ripete anche un evento verificatosi la sera in cui è morta la zia di Miss Kenton: Stevens, passando fuori dalla stanza della domestica, sente “an ever-growing conviction mounting within me that just a few yards away, on the other side of that

348 D. GUTH, op. cit., p. 132. 349 Ibidem.

350 Ibidem, p. 135.

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door, Miss Kenton was at that moment crying” (p. 237). Miss Kenton sta piangendo, con tutta probabilità, perché rimpiange di aver accettato di sposare un altro uomo. Da quel momento, il futuro di Stevens e di Miss Kenton è segnato: la donna lascia Darlington Hall per sposarsi e l’uomo sceglie di continuare a lavorare per Lord Darlington352. Pertanto, in questa situazione “dignity would rather be to conceal to the reader that his chance of a life with Miss Kenton was wasted”353. Stevens non confessa

il suo amore a Miss Kenton perché ha paura di dover lasciare Darlington Hall e la sua identità di maggiordomo, ma soprattutto perché teme di essere ferito e di perdere il controllo delle emozioni354. Inoltre, la motivazione della freddezza nei confronti della donna è sempre che “his extreme professionalism prevents him from responding emotionally to Miss Kenton on any level”355.

Il fine ultimo del viaggio intrapreso da Stevens, come si è visto, è l’incontro con Miss Kenton, che rappresenta anche l’evento più importante del romanzo. Paradossalmente, però, “the reader encounters this meeting not in all of its immediacy and unrehearsed awkwardness, but as a reflected and neatly delivered account in Stevens’s most recent memory of that event”356. Stevens, infatti, afferma: “It is now fully two days since my meeting with Miss Kenton in the tea lounge of the Rose Garden Hotel in Little Compton” (p. 244), e quindi si attiene al genere del travelogue, in quanto racconta gli eventi dopo che sono accaduti. Tuttavia, la distanza tra il resoconto dell’evento e l’evento stesso è notevole, infatti Stevens ordina l’intreccio in modo da porre sé stesso e le sue azioni nella luce migliore possibile357.

È interessante notare come Stevens continui a chiamare Miss Kenton col suo nome da nubile anche da sposata, quando dovrebbe chiamarla, appunto, Mrs Benn. Precisamente, nel comunicare col lettore o parlando tra sé e sé Stevens si riferisce alla donna col nome di Miss Kenton, parlandovi faccia a faccia, invece, la chiama Mrs Benn358. È un atteggiamento contraddittorio da parte del maggiordomo, soprattutto considerando che egli stesso ha insistito affinché Miss Kenton si rivolgesse a suo padre con l’appellativo di Mr Stevens e non William. Chiamando la domestica Miss Kenton, Stevens evita di riportare alla mente il fatto che la donna sia sposata. Inoltre,

352 L. VIKJORD, op. cit., p. 8. 353 K. JOHANSSON, op. cit., p. 13.

354 K. LUNDSGAARD-LETH, op. cit., p. 419. 355 J. SLAY Jr, op. cit., p. 182.

356 C. F. WONG, “Kazuo Ishiguro’s The Remains of the Day”, cit., p. 500. 357 Ibidem, p. 501.

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egli ha interpretato la lettera della ex domestica come una richiesta di aiuto dopo il fallimento del matrimonio con Mr Benn, pertanto questo è un altro motivo per continuare a chiamarla Miss Kenton359.

L’incontro tra Stevens e Miss Kenton, dopo vent’anni dalla loro separazione, segna la prima volta in cui il maggiordomo sveste i panni della sua professione e riesce ad avere una conversazione informale con la donna. Egli rivela, infatti: “After a little while, what little awkwardness as existed during the initial minutes of our meeting had dissipated completely, and our conversation took a more personal turn” (p. 245, corsivo mio). Stevens non è preoccupato di mantenere lo status di maggiordomo, ed è capace, per la prima volta, di lasciarselo alle spalle360.

I due parlano, ovviamente, anche di Lord Darlington e della sua triste fine, ma Stevens ammette che “that was the only time we mentioned Lord Darlington” (p. 247), a dispetto delle numerose occasioni in cui Stevens ne ha parlato, invece, in passato.

Terminato l’incontro, il maggiordomo accompagna la ex domestica alla fermata dell’autobus. Se fino a questo momento il romanzo è dominato dal

professional, nell’ultima parte a prevalere è invece il personal, rinvenibile in un’altra

affermazione di Stevens: “I wonder if you would perhaps permit me to ask you something of a rather personal order” (p. 250, corsivo mio). Stevens vorrebbe infatti sapere come stanno realmente le cose tra Miss Kenton e suo marito, e la donna gli confessa che, seppure tra alti e bassi, alla fine ha imparato ad amare l’uomo che ha sposato e non ha, quindi, nessuna intenzione di tornare a Darlington Hall, soprattutto visto l’arrivo imminente di un nipote. Eppure, Miss Kenton afferma: “you get to thinking about a different life, a better life you might have had. For instance, I get to thinking about a life I might have had with you, Mr Stevens” (p. 251). Questo è il primo vero momento di verità del romanzo, in quanto per la prima volta, dopo una pausa di silenzio, Stevens rivela a sé stesso e al lettore un suo pensiero: “Indeed – why should I not admit it? ‒ at that moment, my heart was breaking” (p. 252). Tale rivelazione non è una sorpresa nel vero senso della parola, ma pare inaspettata se confrontata con l’atteggiamento difensivo mantenuto da Stevens fino a quel momento361. Il maggiordomo, però, torna subito impassibile e, di nuovo, indossa la

359 K. JOHANSSON, op. cit., pp. 11-12. 360 L. VIKJORD, op. cit., p. 16.

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sua maschera rivolgendosi a Miss Kenton “with a smile” (p. 252)362. Ormai è inutile

guardare al passato, ma Stevens vuole sapere in cosa la sua relazione con Miss Kenton sia andata male. Per farlo, usa le modalità e il linguaggio dei romanzi sentimentali, di cui, come si è già visto, è un avido lettore, ma lo fa soltanto quando impiega il discorso indiretto, non nei dialoghi con la ex domestica. Un esempio è la confessione “my heart was breaking” (p. 252), una frase cliché tipica del linguaggio usato nelle storie d’amore363.

Sono state date varie interpretazioni al sentimento provato dai due personaggi, soprattutto per quanto riguarda Stevens. Il romanzo è stato interpretato secondo una prospettiva kierkegaardiana e si è concluso che Stevens non ama Miss Kenton, ma quella che prova è una semplice infatuazione nei suoi confronti. La tragedia esistenziale di The Remains of the Day non consiste, quindi, nell’impossibilità di una storia d’amore che renderebbe Stevens un uomo migliore, ma nel fallimento, da parte del maggiordomo, di amare la domestica in modo tale da riuscire a trascendere la logica dei processi sociali di soddisfazione reciproca364.

Inoltre, quella tra Stevens e Miss Kenton è stata studiata come una relazione la cui condizione primaria d’esistenza è quella di non poter esistere, poiché a prevalere è sempre la professionalità, infatti “Stevens could not romantically act on the feelings built up behind this professional romance for the simple reason that mutual admiration for the maintenance of a professional ethos is both grounds for and definition of those feelings”365.

Stevens non è indifferente solo nei confronti di Miss Kenton, ma ha una timidezza innata verso tutte le donne: il suo punto di riferimento, infatti, è il padre, mentre la madre non viene mai nominata366. Stevens, a conferma di tale interpretazione, giustifica sempre il suo comportamento nei confronti delle donne, soprattutto per autoconvincersi della correttezza delle proprie motivazioni. Ad esempio, una giovane di nome Lisa, arrivata a Darlington Hall in cerca di lavoro, viene rifiutata da Stevens per motivi professionali, precisamente per la sua mancanza di esperienza, ma secondo Miss Kenton le ragioni del rifiuto sono altre: “Might it be that

362 L. R. FURST, op. cit., pp. 547-49.

363 M. M. HAMMOND, “‘I Can’t Even Say I Made my Own Mistakes’: The Ethics of Genre in Kazuo

Ishiguro’s The Remains of the Day”, in S. Groes, B. Lewis (eds), op. cit., pp. 102-103.

364 K. LUNDSGAARD-LETH, op. cit., p. 435. 365 R. TRIMM, op. cit., p. 202.

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our Stevens fears distraction? Can it be that our Mr Stevens is flesh and blood after all and cannot fully trust himself?” (pp. 164-65). Il maggiordomo racconta anche