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Le strutture di riferimento della linguistica cognitiva

DELLA RICERCA

2.1. La linguistica cognitiva

2.1.4. Le strutture di riferimento della linguistica cognitiva

La vocazione embodied and grounded, ‘corporea’ e ‘situata’, inaugurata dalle scienze cognitive a partire dalla fine del XX secolo ha portato con sé anche un mutamento della nozione di rappresentazione, cioè della relazione fra mente e mondo.

Le rappresentazioni hanno un ruolo insostituibile nella costruzione della cognizione umana proprio sulla base dell’elementare natura semiotica del rimando a ciò che è assente: come potremmo riferirci, evocare e parlare di ciò che non è direttamente alla presenza dei nostri sensi e del nostro contesto più stretto di riferimento senza una qualche forma di rappresentazione? (o detto in altri termini senza una qualche forma di semiosi?). (Violi 2003, 64)

L’accezione di rappresentazione presa qui in analisi è quella simbolica. Anche nel caso di questo definizione ci troviamo infatti di fronte a un termine polisemico. La rappresentazione concettuale dispone di strumenti che per la loro natura visuale possono avere un ruolo interessante anche nella descrizione delle dinamiche della comunicazione multimodale di ambiente digitale. Il problema della rappresentazione viene qui affrontato

cercando di integrare due tipi di conoscenza: la conoscenza esplicita, cioè il sapere che cosa; e la conoscenza tacita, cioè il sapere come agire. La dimensione empirica che esso apre si presta a essere interpretata nel quadro descrittivo della Frame semantics, e nel suo particolare approccio al significato. Come scrive Charles J. Fillmore:

By the term ‘frame’ I have in mind any system of concepts related in such a way that to understand any one of them you have to understand the whole structure in which it fits; when one of the things in such a structure is introduced into a text, or into a conversation, all of the others are automatically made available. I intend the word ‘frame’ as used here to be a general cover term for the set of concepts variously known, in the literature on natural language understanding, as ‘schema’, ‘script’, ‘scenario’, ‘ideational scaffolding’, ‘cognitive model’, or ‘folk theory’. (Fillmore 2006 [1982], 373)

Come evidenzia Carla Bazzanella (2014, 75): «quando parliamo o ascoltiamo, inconsciamente utilizziamo una gran quantità di informazioni prese da frames e scripts, senza le quali non saremmo in grado di capire neppure i più semplici frammenti di discorso». Analogamente alla comunicazione in rete, i frammenti di discorso a cui fa cenno Bazzanella sono infatti elementi ibridi che integrano diversi materiali multimodali a cui possono essere applicate alcune delle categorie di riferimento della linguistica cognitiva, in particolare quelle di frames e framing.

2.1.4.1 Frames e framing

La nozione di frame, “cornice”, è stata formulata in ambito informatico da Minsky (1989), essa

rappresenta in primo luogo (la conoscenza di) relazioni semantiche; per esempio il

frame associato alla parola ‘tavolo’ specificherà che un tavolo è un mobile, che ha un

certo numero di gambe, che i materiali di cui è fatto sono compresi in una certa lista ecc. (Marconi 1992, 450)

Come ricorda Bazzanella (2014, 71) in senso esteso la nozione identifica però anche il modo strutturato in cui una scena è presentata o ricordata e le scelte linguistiche a essa associate, relativamente alla situazione comunicativa reale. Come osserva Charles J. Fillmore:

A second and equally important kind of framing is the framing of the actual communi - cation situation. When we understand a piece of language, we bring to the task both our ability to assign schematizations of the phases or components of the ‘world’ that the text somehow characterizes, and our ability to schematize the situation in which this piece of language is being produced. We have both ‘cognitive frames’ and ‘interactional frames’, the latter having to do with how we conceptualize what is going on between the speaker and the hearer, or between the author and the reader. (Fillmore 1982, 117)

Fillmore considera il frame come un sistema di scelte linguistiche associate a determinate situazioni: i frames da costrutti linguistici diventano quindi sistemi cognitivi

complessi articolati al di là del confine della singola frase, sistemi in cui un ruolo determi - nante lo gioca anche il “valore di default”, cioè il valore in assenza di una informazione più specifica (Busse 2009, 81).3 Come vedremo è proprio quest’ultimo ad acquistare

complessità nella comunicazione multimodale in rete (II.3, II.4).

I frames hanno un ruolo determinate per la comprensione grazie agli effetti di framing, cioè del sistema di attese innescate dalle preconoscenze e preesperienze che in - fluenzano l’interpretazione di un evento comunicativo (Bazzanella 2014, 71). Un noto esempio di framing nella comunicazione verbale è quello di cui George Lakoff fece uso in una delle sue lezioni di scienze cognitive all’Università della California di Berkeley, quando ingiunse agli studenti: «Non pensate a un elefante!».4 Secondo Lakoff il fatto

stesso di menzionare la parola “elefante” evoca infatti nell’interlocutore l’immagine di un elefante e il relativo frame di “accompagnamento”. In modo analogo l’introduzione di determinati materiali multimodali nella comunicazione online può evocare un particolare frame di riferimento, con immaginabili conseguenze sia sul piano cognitivo che sul piano linguistico (II.3.1). Nella comunicazione politica, per esempio, il framing influenza la per - ce zione di un argomento e di conseguenza determina l’agenda setting e la salienza di una notizia.

Charles J. Fillmore considera la frame semantics di fondamentale importanza anche per l’approccio pragmatico e testuale all’interpretazione di un testo e questo avrà interes - santi ripercussioni sull’attuale linguistica multimodale (II.2.3.13.2.).

Knowledge of deictic categories requires an understanding of the ways in which tenses, person marking morphemes, demonstrative categories, etc., schematize the communi - cating situation; knowledge of illocutionary points, principles of conver sational cooperation, and routinized speech events, contribute to the full understanding of most conversational exchanges. Further, knowing that a text is, say, an obituary, a proposal of marriage, a business contract, or a folktale, provides knowledge about how to interpret particular passages in it, how to expect the text to develop, and how to know when it is finished. It is frequently the case that such expectations combine with the actual material of the text to lead to the text’s correct interpretation. And once again

3 Alcune altre nozioni parallele sul piano funzionale a quella di frame sono state elaborate nello

stesso periodo storico. La nozione di script, introdotta in ambito informatico e poi elaborata da Roger Schank e Robert Abelson (1977), designa «una struttura che descrive una successione appropriata di eventi in un contesto particolare» (Bazzanella 2014, 75). Dunque una catena causale e predeterminata di concettualizzazioni che descrive un’attesa sequenza di eventi e che presuppone altre stutture cognitive di riferimento (Busse 2009, 82-83). Gli image schemes, ‘schemi di immagini’ sono schemi pre-concettuali basilari che costituiscono il fondamento del sistema concettuale (Casadei 2003, 39) essi funzionano da base per concetti lessicali più elaborati e quindi strutturano la nostra esperienza fisica e, attraverso la metafora, anche la nostra esperienza non fisica (Bazzanella 2014, 76).

this is accomplished by having in mind an abstract structure of expectations which brings with it roles, purposes, natural or conventionalized sequences of event types, and all the rest of the apparatus that we wish to associate with the notion of ‘frame’. (Fillmore 1982, 117)

Come evidenzia Dietrich Busse (2009, 86-87) la frame semantics offre dunque una promettente prospettiva in cui leggere i numerosi fenomeni semantici legati all’atto comu - nicativo, un quadro operativo ben sintetizzato nella seguente sinossi:

l. Frames (Wissensrahmen) werden ganzheitlich aktiviert. Sie integrieren Wissensaspekte, die von traditionellen Bedeutungstheorien häufig ignoriert werden

2. Frames modellieren Wissen als zusammenhangende epistemische Strukturgefüge. Wissenselemente werden nicht als amorphe Menge, sondern in Gestalt von Wissens- Mustern verstehensrelevant.

3. Frames ergeben sich induktiv aus der Schnittmenge ähnlicher Einzelerfahrungen. Sie sind typisierte und strukturierte Segmente kollektiven Wissens und deshalb zugleich dyna - mische und kulturspezifìsche Entitäten.

4. Frames konstituieren sich inhaltsspezifìsch. Ihre Strukturen sind keine abstrakten Entitäten, sondern stets inhaltlich gebunden.

5. Ein aktivierter Frames erzeugt Erwartungen bezüglich der zu ihm passenden Informa - tionen, d.h. bezüglich potentieller Fillers (Füllungen) der aufgerufenen Slots (Leerstellen). Solche Erwartungen wirken sprach- und handlungsregulierend.

6. Wissensrahmen „repräsentieren Wissen auf allen Ebenen der Abstraktion” (Rumelhart 1980, 40); sie sind rekursiv und damit Ebenen-unabhängig.

7. Frames liefern ein Modell, das wort-, satz-, text- und kontextsemantische Aspekte integrativ, d.h. mit einem einheitlichen Modell darstellen und erklären kann. (Busse 2009, 86-87)

Dal quadro tracciato emerge che modello della frame semantics si presta ad integrare tutti gli aspetti della comprensione multimodale. Un processo complesso che evidenzia anche sul piano funzionale la non autonomia del linguaggio e coinvolge orizzonti storici, culturali, umani, esperienziali strutturati in modo “immaginativo” (Johnson 1987, 175), testuali (rapporti interni ed esterni al testo), pragmatici (possibili inferenze, conoscenze condivise, sviluppi conversazionali), e interazioni dinamiche tra percezione, azione e linguaggio (Bazzanella 2014, 78).