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Metafore visive o conflitti icono-concettual

DELLA RICERCA

2.3. La linguistica del testo

2.3.6. Metafore visive o conflitti icono-concettual

2.3.6.1. Conflitti concettuali

Ricorrere a una logica allusiva significa nel caso dei messaggi digitali mettere il lettore di fronte a qualcosa che non si aspettava, captare la sua attenzione, coinvolgerlo attivamente nella soluzione di un problema concettuale invece di fornirgli un senso facilmente accessibile attraverso una catena di collocazioni lessicali tipiche. Visti in questa prospettiva i conflitti concettuali su cui molto spesso si basa la comunicazione digitale, come suggerisce Michele Prandi, appaiono come una forma di valorizzazione creativa delle strutture sintattiche formali della lingua. Le strutture sintattiche hanno infatti in questo caso la funzione di collegare significati semplici per formare significati complessi. Michele Prandi, nel suo recente saggio dedicato all’argomento Conceptual Conflicts in Metaphors and Figurative Language (2017), sostiene che le strutture sintattiche possono essere usate o in modo strumentale o in modo valorizzante. Esse hanno una funzione puramente strumentale quando connettono i concetti conformemente a modelli coerenti acquisiti, come avviene nel caso della frase: «Dormono i bambini nelle loro stanze». Hanno invece una funzione valorizzante quando combinano i significati atomici in modo creativo, tale da sfidare strutture concettuali in noi più radicate, come avviene nel verso di Alcmane «Dormono le cime dei monti». Nelle metafore conflittuali è il concetto estraneo a mettere sotto pressione il concetto coerente: se prendiamo per esempio il verbo ‘versare’ usato in senso traslato nella locuzione «versare il silenzio» siamo forzati a vedere il silenzio come una sostanza liquida (Prandi 2017, 7). Dalla stessa funzione valorizzante nascono anche le formulazioni concettuali che nel tempo acquisiscono poi una funzione di modello all’interno di una disciplina scientifica.38 Il caso della definizione di “selezione

naturale” di Darwin, come sottolinea Prandi, ormai ampiamente consolidato nella lettera -

38 Anche Gerda Haßler accenna a strutture di relazioni costruite a livello testuale che attraverso la

tura scientifica, nasce appunto da un conflitto che sfida l’idea acquisita di natura appli - cando ad essa il modello estraneo dell’allevatore che seleziona il bestiame in vista del suo miglioramento. Al momento della sua formulazione questo conflitto mise in discussione un concetto acquisito, per diventare poi col passare del tempo un concetto acquisito a sua volta. Questo capovolgimento della pressione è alla radice della creatività: le metafore coerenti salvaguardano i concetti acquisiti; le metafore conflittuali, viceversa, ci spingono a ridefinirli.

2.3.6.1.1. Conflitti icono-concettuali

È possibile estendere alle produzioni iconolinguistiche della comunicazione digitale la categoria di metafore vive introdotta da Michele Prandi? Possiamo sostenere che nella stabilizzazione dei concetti metaforici anche l’impiego delle immagini svolga un ruolo di rilievo? I conflitti concettuali sono la base di molte note produzioni iconolinguistiche sia in ambito artistico che pubblicitario. In molti casi la natura conflittuale delle metafore lin - guistiche utilizzate in pubblicità sarebbe impensabile in assenza delle immagini che hanno la proprietà di attivare il messaggio verbale: è quello che avviene, per fare solo qualche esempio, nel caso della nota pubblicità italiana dell’acqua minerale Ferrarelle Liscia? Gassata? O Ferrarelle? (1980)39 nelle sue varie versioni e nelle successive parodizzazioni

(Fig. 11).

39 Il claim – frase che l’azienda sceglie per identificare il brand nelle sue campagne pubblicitarie,

più comunemente chiamato “slogan” – della Ferrarelle che ha accompagnato il prodotto dal 1980 al 1994, ha fatto la soria della pubblicità italian ed è stato riattivato nel 2019.

Fig. 11. Liscia? Gassata? O Ferrarelle? La campagna pubblicitaria ralizzata dall’ agenzia: Michele Rizzi & Associati nel 1980.

In altri casi avviene invece il contrario, è cioè l’immagine che si trasforma in conflitto concettuale solo grazie alla presenza di un messaggio linguistico. Pensiamo alla parodia della pubblicità della Volkswagen: Volkswagen. Gas Auto, diffusa nel in concomitanza con lo scandalo “dieselgate”, che nel 2017 ha coinvolto l’azienda tedesca, in cui la crea - zione del conflitto converge nella sostituzione della lettera “d” dell’articolo determinativo tedesco das, ‘il’ con la lettere “g” producendo Gas Auto (Fig. 12).

Fig. 12. La parodia Volkswagen. Gas Auto realizzata in occasione del cosiddetto scandalo “dieselgate”.

2.3.6.1.2. Lo sciame metaforico

Una metafora conflittuale, circondata dalla rete virtuale di proiezioni che autorizza, può rimanere un caso isolato; secondo Prandi (2017, 144) può però anche accadere che il concetto al quale dà accesso si stabilizzi e venga per così dire adottato come generatore di complesse costellazioni di espressioni da parte di un autore all’interno di una singola opera o addirittura da tutta una tradizione letteraria. Ci troviamo in questo caso di fronte a quello che Prandi definisce uno sciame metaforico, per certi versi vicino a quanto Gerda Haßler (2019, 37), secondo una diversa prospettiva, definisce un paradigma intertestuale (I.2.3.4.1).

Eventi politici di portata internazionale, come la gestione dei flussi di migrazione de gli ultimi anni, in alcuni casi, a partire da pochi elementi iconico-linguistici generano uno sciame di metafore vive. Analizzando la produzione artistica di denuncia legata al dram ma dei migranti nel mediterraneo notiamo la presenza di un vero e proprio sciame meta forico evocato da alcune immagini chiave, esse hanno assunto valore prototipico in com binazione con conflitti concettuali originando un vero e proprio paradigma interte - stuale dotato di coerenza e continuità; come accade nel caso degli intertesti icono-lin - guistici nati per analogia fra La zattera delle Medusa vs La zattera di Lampedusa analiz - zati nel capitolo I.3.4.2.