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Capitolo 3 Sentenze e normative post-Bosman

3.4 La legge n 189 del 30 luglio 2002

Con la legge n.189151 del 30 luglio 2002 intitolata “Modifica alla normativa in materia di immigrazione e di asilo” il governo scende in campo e inizia a dare una soluzione in merito alla difficoltà emersa di individuare i soggetti i cui diritti sono meritevoli di essere tutelati. Difatti, con l’articolo 22 “Attività sportive” della suddetta legge il Parlamento va a modificare l’art. 27 del "Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero" inserendo il seguente nuovo comma.

Appare sempre più evidente che a sottostare alle normative , con conseguenti diritti e doveri siano tutti gli atleti sportivi che svolgono attività retribuita e non solo gli atleti professionisti, come precedentemente dichiarato da parte della giurisprudenza.

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La cosiddetta legge Bossi-Fini può essere consultata al seguente sito http://www.altalex.com/index.php?idnot=4872

"5-bis. Con decreto del Ministro per i beni e le attività culturali, su proposta del Comitato olimpico nazionale italiano (CONI), sentiti i Ministri dell'interno e del lavoro e delle politiche sociali, è determinato il limite massimo annuale d'ingresso degli sportivi stranieri che svolgono attività sportiva a titolo professionistico o comunque retribuita, da ripartire tra le federazioni sportive nazionali. Tale ripartizione è effettuata dal CONI con delibera da sottoporre all'approvazione del Ministro vigilante. Con la stessa delibera sono stabiliti i criteri generali di assegnazione e di tesseramento per ogni stagione agonistica anche al fine di assicurare la tutela dei vivai giovanili".

Inoltre, questo articolo si inserisce in un contesto nazionale dove a partire dal 4 maggio 2001, con decreto della Corte Federale della FIGC, non vi furono più limiti di giocatori extracomunitari schierabili durante le competizioni nazionali.

Dunque, in seguito all’aggiornamento della legge 286/98, il Parlamento non impone nuove limitazioni agli atleti non comunitari schierabili in campo (logica che non avrebbe retto l’urto a un’inchiesta da parte della Commissione Europea). Al contrario, pone nuove regole per limitare l’ingresso di nuovi atleti nel Paese, pratica legale perché le politiche di ingresso e di soggiorno degli extracomunitari sono di competenze dei singoli Stati membri. Anche le sentenze Kolpak e Simutenkov si muovono in questa direzione e non accennano minimamente a scalfire questa nuova struttura regolamentare.

La nuova limitazione viene stabilita con il seguente percorso: Il Ministero per i beni e le attività culturali stabilisce - su proposta del CONI, sentiti i Ministeri dell’interno, del lavoro e delle politiche sociali - il numero di extracomunitari che possono entrare (legalmente) ogni anno in Italia per svolgere l’attività sportiva. Successivamente il CONI redistribuisce tale limite tra le federazioni affiliate, le quali si occuperanno, dopo trattative con i diversi stakeholder (società, atleti, ecc), di stabilire le nuove limitazioni per le diverse categorie.152 Riportiamo uno dei commenti più diffusi in seguito all’emanazione del testo per rimarcare nuovamente le differenze tra il settore sportivo ed il resto del mercato del lavoro. “Certo, l’idea di affermare la precedenza dei lavoratori nazionali nelle opportunità di lavoro non può non catturare il consenso popolare, ma tutte le imprese sanno meglio di chiunque altro che il posto di lavoro viene offerto agli stranieri proprio perché non ci sono italiani disponibili, sicché si può ritenere senza timore di smentita che la prova vera della indisponibilità di lavoratori nazionali sta nel sol fatto che il lavoro venga offerto agli stranieri.”.153

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Essendo l’immigrazione materia di competenza specifica di ogni Paese membro dell’Unione Europeo, si registrano nel vecchio continente diverse normative. “As a result some national authorities implement specific legislation on the remuneration that apply to non EU players (per esempio in Belgio) while others apply sportive criteria (e.g national selection in the country of origin)”, come per esempio in Gran Bretagna. In altri Paesi, come ad esempio l’Olanda, viene utilizzato un mix tra I due precedenti criteri. Cit. “The Economic and Legal Aspects of Players”, pag. 40.

Al contrario di quanto appreso dal sito Progetto Melting Pot Europa, nella pratica sportiva la ricerca dell’extracomunitario è causata da motivazioni che molto si differenziano da quelle proposte, esse sono:

- Esterofilia, ossia l’esagerata simpatia o preferenza per tutto ciò che è estero o proviene dall’estero154;

- Rapporto qualità/costo più vantaggioso. Due giocatori aventi caratteristiche simili hanno valutazioni di mercato differenti in base al Paese d’origine155;

- Qualità/esperienza maggiore. All’estero c’è una maggiore propensione a far giocare i giovani calciatori anche in competizioni internazionali importanti156.

Di conseguenza questa ansiante ricerca per il nuovo giocatore extracomunitario si scontra con le limitazioni imposte dal Ministero e porta i vari Direttori Sportivi a cercare delle vie alternative per portare nel nostro Paese quello che si spera essere il meglio della gioventù straniera. Esemplare è il lavoro svolto dal DS della AS Roma che nel mercato estivo 2013 è riuscito a far entrare nella sfera della società ben 4 extracomunitari a discapito della legge. Per capire come è stato possibile vi riproponiamo la norma in materia di trasferimento dei calciatori extracomunitari per la stagione sportiva 2013/2014 stabilita con il Comunicato Ufficiale n. 184/A dal Consiglio Federale dello scorso 4 giugno 2013.

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Per riassumere le conseguenze di un’accesa esterofilia nel calcio cito un passaggio di Vittorio Galigani “I mali del calcio italiano hanno, però, radici profonde. L’ Inter del “triplete” si schierava in campo con un solo

calciatore italiano. Nell’ ultima finale di Coppa Italia, tra Napoli e Fiorentina, gli italiani sul tappeto verde erano solo tre (Aquilani, Insigne e Pasqual). Tutte le squadre “primavera” partecipati alla “final eight” di Rimini erano imbottite più da ragazzi di nazionalità straniera che da quelli nati nel nostro Paese. Le rappresentative azzurre, di tutte le età, rimediano brutte figure in giro per il mondo.”.

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Un esempio di questo aspetto può essere svolto tra due terzini destri, entrambi 21 enni, ed entrambi titolari con le rispettive formazioni al mondiale in Brasile: DeAndre Yedlin e Mattia De Sciglio. Il primo valutato 3 milioni, il secondo almeno il quintuplo. Da cosa nasce questa differenza di prezzo? Difficile dirlo, molto dipende dalla differente visibilità internazionale (mondiali esclusi) che i due atleti hanno nelle rispettive squadre di club (Seattle Sounders FC e AC Milan) però la cos’ marcata differenza di valore teorico di mercato pare davvero esagerata.

156 Senza andare a pescare i giovanissimi giocatori sud americani che partecipano alla Coppa Libertadores,

basta guardare ad un recente acquisto del FC Internazionale, Mateo Kovacic, che all’età di 17 anni già vantava 12 presenze in Champions League.

In sintesi, le modalità per sostituire i giocatori extracomunitari sono 3:

- Vendere un giocatore cittadino di Paese non aderente alla Spazio Economico Europeo (che comprende oltre ai Paesi dell’Unione Europea anche Norvegia Lichtenstein Islanda e Svizzera) a società estera (non italiana);

- Avere in rosa un giocatore cittadino di Paese extra E.E.E157. a cui è scaduto il contratto (modalità utilizzabile solo per il primo atleta);

- Avere in rosa un giocatore cittadino di Paese extra E.E.E. che acquisisce cittadinanza158 di Paese aderente alla E.E.E.

Il dirigente della società capitolina, non volendo privarsi dei propri giocatori extracomunitari, ha individuato un primo escamotage (ripetuto due volte) per aggirare legalmente la

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La sigla deriva dal francese Espace économique européen e viene tradotta in italiano da Spazio Economico Europeo.

158 La pratica di acquisire la cittadinanza sta diventando sempre più diffusa e non solo nel mondo del calcio. Ne

sono esempi Fiona May(atletica), Josefa Idema (canottaggio) e Tai Aguero (pallavolo) che la hanno acquisita per matrimonio. Nel mondo del pallone è invece più diffusa la pratica della ricostruzione dell’albero genealogico che hanno recentemente portato all’acquisto della cittadinanza italiana da parte di Romulo e Paletta.

“A) le società in possesso del titolo per la partecipazione al Campionato di Serie A nella stagione 2013/2014 che, alla data del 30 giugno 2013, avevano più di due calciatori cittadini di paesi non aderenti alla U.E. o alla E.E.E., tesserati per esse a titolo definitivo, potranno tesserare un numero massimo di due calciatori cittadini di paesi non aderenti alla U.E. o alla E.E.E., provenienti dall'estero, a condizione che:

1. uno vada a sostituire altro loro calciatore di paese non aderente alla U.E. o alla E.E.E. che (i) si trasferisca all'estero, sottoscrivendo contratto con società estera, o (ii) il cui contratto sia scaduto al 30.06.2013, o (iii) che acquisisca, a qualunque titolo, la cittadinanza di paese aderente alla U.E. o alla E.E.E. o che l'abbia acquisita dal 1 febbraio 2013 alla data di pubblicazione del presente provvedimento;

2. uno vada a sostituire altro loro calciatore di paese non aderente alla U.E. o alla E.E.E., che (i) si trasferisca all'estero, sottoscrivendo contratto con società estera, o (ii) che acquisisca, a qualunque titolo, la cittadinanza di paese aderente alla U.E. o alla E.E.E. o che l'abbia acquisita dal 1 febbraio 2013 alla data di pubblicazione del presente provvedimento.

I calciatori da sostituire, dovranno essere espressamente indicati dalla società interessata e, quelli di cui ai punti 1 (i), 1 (ii) e 2 (i) non potranno tesserarsi per quest'ultima nella medesima stagione sportiva. Ai fini della sostituzione non potranno essere utilizzati calciatori ex giovani di serie che hanno ottenuto il primo contratto da professionista dopo il 30 giugno 2011”.

normativa. Tale aggiramento consiste nell’acquistare e successivamente rivendere all’estero un giocatore extracomunitario militante in Italia. Questo extracomunitario non occupa un posto da extracomunitario quando entra nella società, al contempo ne libera uno al momento della cessione. Vediamo in seguito dei casi specifici.

Caso 3.2 Anderson Rodney de Oliveira (meglio conosciuto come Babù)

Babù è un atleta brasiliano portato in Italia (alla Unione Sportiva Salernitana 1919) nel 2001 dal tecnico boemo Zdenek Zeman. Dopo alterne fortune il 1 luglio 2013 viene tesserato dalla A.S. Roma a parametro (in precedenza aveva disputato il campionato con la Paganese Calcio 1926).

Nonostante lo status di extracomunitario, militando in Italia, non occupa uno dei due slot possibili, ma può essere utilizzato per liberarne uno in seguito a cessione all’estero. Difatti, il 6 agosto viene ceduto a titolo gratuito alla squadra portoghese di seconda divisione A.C. Alcanenense. In questo modo la A.S. Roma liberando un posto da extracomunitario ha avuto la possibilità di acquistare e tesserare Gervais Lombe Yao Kouassi (meglio conosciuto come Gervinho).

Caso 3.3 Amara Konate

Konate è un giocatore ivoriano giunto in Italia nel 2009 al Parma (via Marsiglia). Il 18 luglio 2013 viene acquistato dalla A.S. Roma dalla Polisportiva Nuovo Campobasso Calcio e successivamente venduto il 6 agosto al Lleida Esportiu, squadra spagnola di seconda divisione. Utilizzando lo stesso meccanismo la sua cessione libera uno slot da extracomunitario .

Questo atteggiamento è stato molto dibattuto perché aggira la norma e il suo obiettivo filosofico che è quello di limitare il numero di extracomunitari in entrata per privilegiare la crescita dei vivai.

I commenti spaziano da quelli della dirigenza romanista «La nostra è una virtuosa applicazione della legge - spiega il club giallorosso - poiché permettiamo a calciatori

A) le società in possesso del titolo per la partecipazione al Campionato di Serie A nella stagione sportiva 2015/2016 che, alla data del 30 giugno 2015, avranno più di due calciatori cittadini di paesi non aderenti alla U.E. o alla E.E.E., tesserati per esse a titolo definitivo, potranno tesserare un numero massimo di due calciatori cittadini di paesi non aderenti alla U.E. o alla E.E.E., provenienti dall’estero, a condizione che:

1. uno vada a sostituire altro loro calciatore di paese non aderente alla U.E. o alla E.E.E. che (i) si trasferisca all’estero, sottoscrivendo contratto con società estera, o (ii) il cui contratto scadrà al 30 giugno 2015, o (iii) che acquisisca, a qualunque titolo, la cittadinanza di paese aderente alla U.E. o alla E.E.E. o che l’abbia acquisita dal 1° settembre 2014 alla data di pubblicazione del presente provvedimento;

2. uno, senza alcun vincolo di sostituzione di altro calciatore, che al momento della richiesta di tesseramento sia stato convocato, con inserimento nella lista gara, per almeno due gare ufficiali della propria Nazionale di categoria nella stagione sportiva 2014/2015 o per cinque gare ufficiali della propria Nazionale di categoria in carriera.

I calciatori da sostituire, dovranno essere espressamente indicati dalla società interessata e, quelli rientranti nei casi di cui ai punti 1 (i) e 1 (ii) non potranno tesserarsi per quest’ultima nella medesima stagione sportiva. Ai fini della sostituzione non potranno essere utilizzati calciatori ex Giovani di Serie che hanno ottenuto il primo contratto da professionista dopo il 30 giugno 2012. praticamente espulsi dal sistema di tornare a giocare all'estero percependo uno stipendio che in Italia non avrebbero più» a quelli molto negativi di Mario Giarratana159 “La strada tracciata dall'A.S. Roma e dalle altre società sopraelencate, purtroppo, rischia di diventare un'autostrada per dirigenti e procuratori, pronti ad attivarsi per attuare un vero e proprio “riciclaggio” di giocatori. (…) Un vero e proprio mercato di esseri umani, dirottati da uno stato all'altro al solo fine di liberare gli slot per i campioni extracomunitari.”, passando per il sindacato dei calciatori che si dichiara contraria a tale manovra e prontare a far ridiscutere il tutto in consiglio federale160.

Accortisi del possibile aggiramento della norma il Consiglio Federale, in data 20 novembre 201,4 ha voluto limitare tale possibilità deliberando le nuove modalità di tesseramento per gli extracomunitari161.Dalle nuove normative si evince dunque che il meccanismo di

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Articolo pubblicato sulla rivista online Altalex, dal titolo “Caso Babù: applicazione virtuosa o elusione della legge Bossi-Fini per i calciatori?”.

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È passata un’altra stagione e la norma è stata tranquillamente rinnovata anche a causa dell’impegno da parte delle varie associazioni alla nomina del nuovo Presidente FIGC e del nuovo Consiglio Federale.

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Si fa riferimento al comunicato ufficiale n.84/A consultabile al seguente sito internet della FIGC

http://www.figc.it/Assets/contentresources_2/ContenutoGenerico/49.$plit/C_2_ContenutoGenerico_2526194 _StrilloComunicatoUfficiale_lstAllegati_0_upfAllegato.pdf.

aggiramento sopra descritto può essere utilizzato solamente per un calciatore. Il secondo extracomunitario non è più sottoposto al vincolo di sostituzione, bensì alle presenze con la nazionale di categoria della sua Nazione.

Il mercato estivo 2013/14 della A.S. Roma non termina con questi due tesseramenti “extracomunitari”. Infatti, entrano nell’area della società anche due giovani sud americani: Leandro Paredes e Antonio Sanabria. Essi non potendo approdare direttamente alla corte giallorossa vengono inizialmente presi in prestito da società “amiche” che hanno slot liberi e girati l’anno successivo alla società romana.

Caso 3.4 Leandro Paredes

Il DS Sabatini, uno dei migliori scovatori di talenti italiani, mette gli occhi sul giocatore argentino del Club Atlético Boca Juniors, non potendo prelevarlo direttamente, perché ha già occupato entrambi i slot da extracomunitari, si inventa un nuovo escamotage per acquistarlo nella successiva stagione sportiva. Il talento argentino viene infatti prelevato in prestito con

diritto di riscatto per il rinnovo del prestito dal AC Chievo Verona il 29 gennaio 2014. Il

riscatto viene esercitato e il giocatore successivamente girato alla A.S. Roma nel mercato estivo 2014 (la società capitolina ottiene anche un diritto di opzione per l’acquisizione a titolo definitivo del giocatore). I vantaggi di questa operazione sono stati molteplici, tra cui il fatto che il giocatore una volta approdato a Roma non occupa più uno slot da extracomunitario.

Caso 3.5 Antonio Sanabria

Il giocatore paraguaiano utilizza lo stesso meccanismo per approdare alla squadra romana. L’unica differenza deriva dal fatto che siamo in presenza di acquisto a titolo definitivo invece che di un prestito con diritto di riscatto. La sostanza invece non cambia. Il giovane paraguaiano (17 enne e già con 3 presenze nella nazionale maggiore) approda alla A.S. Roma dal FC Barcellona, senza occupare il posto da extracomunitario perché parcheggiato per alcuni mesi al US Sassuolo.

Tutti questi movimenti sono assolutamente leciti, soprattutto vista la comune interpretazione che è stata utilizzata per la condizione posta “I calciatori da sostituire,

dovranno essere espressamente indicati dalla società interessata e, quelli di cui ai punti 1 (i), 1 (ii) e 2 (i) non potranno tesserarsi per quest'ultima nella medesima stagione sportiva”. Di possibili interpretazioni ce ne sono due: la prima più radicale e restrittiva che vietava ad un giocatore tesseratosi in una società di essere utilizzato come sostituto nella stessa stagione; la seconda, che è quella utilizzata dalla federazione, dice che una volta utilizzato un giocatore come sostituto lo stesso non può essere tesserato nuovamente per la società fino al termine della stagione.

Terminata l’esamina del filone italiano vediamo ora cosa è successo nello stesso periodo in Europa ricordando che alcune delle conseguenze hanno avuto ricadute anche in Italia.