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Lettura e interpretazione dei carotaggi Come già anticipato nel cap 2.1, per sondare gl

N. inventario: IG 140621b Materiale: pietra di Aurisina

3.5.2. Lettura e interpretazione dei carotaggi Come già anticipato nel cap 2.1, per sondare gl

strati riferibili al cantiere e alla fondazione dell’an- fiteatro in presenza di abbondante acqua di falda in risalita, nel 2017 si sono realizzati due carotaggi

meccanici, ubicati nel terreno demaniale a nord- ovest del giardino Brunner, ove le murature del- l’edificio trovavano continuità (fig. 100). In parti- colare, uno dei carotaggi (S1) è stato posizionato in corrispondenza dell’arena antica, l’altro (S2) nell’area della cavea e delle sue sostruzioni.

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Fig. 102. Il carotaggio S2. [0.00-0.20 m] agrario attuale, sabbia limosa sciolta

[0.20-1.90 m]

livello di sabbie e prevalente malta disgregata, con frammenti di calcare centimetrici e pluricentime- trici molto frequenti, frammenti di laterizio centi- metrici molto frequenti, aggregati di malta centi- metrici molto frequenti. Consistenza sciolta [1.90-2.25 m]

10yR 5/1 (gray); sabbie fini limose massive nella parte superiore parzialmente disturbate e disgre- gate dalla manovra nella parte inferiore. Conten- gono aggregati di malta degradata e scarsi fram- menti di laterizio subcentimetrici, scarse ghiaie. A - 1.92 m carbone plurimillimetrico

[2.25-4.75 m]

livello composto da frammenti di roccia calcarea molto frequenti con matrice data da malte miste a ciottoli e ghiaie, sia con contorni arrotondati sia a spigoli vivi

[4.75-5.05 m]

ghiaie e ciottoli arrotondati di provenienza fluviale privi di matrice con frammenti di roccia calcarea a spigoli vivi. A -4.75 m frammento di laterizio pluri- centimetrico

[5.05-5.15 m]

ghiaia di 1-2 cm con frammenti di laterizio di 1-2 cm a spigoli vivi frequenti in matrice limosa grigia- stra (5y 6/1, gray). Da -5.10 a -5.15 m misto di calce e sedimento fine

[5.15-5.36 m]

livello di aggregati da 1 a 5/6 cm con molto scarsa matrice limo sabbiosa e terriccio carbonioso com- posti da materiale fittile misto a limo, a morfologia irregolare (porosità vescicolare) e scarsa ghiaia arrotondata fina

[5.36-5.46 m]

livello omogeneo di sabbia fine e media ricca di car- bone polverizzato attraversata da livellino millime- trico di materiale fittile rubefatto diviso in aggre- gati millimetrici a -5.41 m. Verso la base per uno spessore 1-2 cm la componente sabbiosa diminui- sce e il livello è più puramente carbonioso. A -5.45 m carbone millimetrico campionato per analisi [5.46-5.51] livello di fanghi organici/torba nella parte basalelaminato con intercalazioni di argille limose del

livello inferiore

[5.51-6.50 m]

argille debolmente limose, che passano verso la base ad argille limose laminate. Intercalazioni milli- metriche di colore più scuro. Più massive da -5.51 m a -5.90, mentre maggiormente porose da -5.90 m a -6.50. A -5.78 m resti vegetali plurimillimetrici. A -5.82 m e -5.86 resti vegetali plurimillimetrici con- centrati. A -6.13 m e a -6.28 resti vegetali. A -5.92 m, -5.94 e -6.47 resti frammentati di malacofauna millimetrici

Per quanto riguarda il carotaggio S1 (fig. 101), la parte inferiore (da -5 a -2.95 m) è sterile dal punto di vista archeologico, a eccezione di scarsis- simi carboni dispersi e si compone di argille limose e limi argillosi laminati fortemente ridotti. Essi rimandano a un ambiente sedimentario a bassis- sima energia. Al loro interno non sono stati però riconosciuti resti di malacofauna che ne permet- tano un’attribuzione a un ambiente lagunare.

Si assiste poi al passaggio a limi sabbiosi lami- nati e ossidati tra -2.95 e -2.65 m, anch’essi sterili dal punto di vista archeologico. La serie continua successivamente con limi argillosi dapprima lami- nati e successivamente massivi, che da circa -2.50 m in poi si caricano di inclusi antropici (laterizio, osso, carboni). Anche questo intervallo risulta ossidato e quindi interessato dall’oscillazione del livello di falda. I materiali archeologici sono inqua- drabili in una fase precedente alla costruzione dell’anfiteatro, riconosciuta anche in open area (cfr. cap. 2.3.3), con spargimenti di materiale da costru- zione rimaneggiato. Questi sono forse legati a finalità di drenaggio e consolidamento della super- ficie del suolo. Una data radiocarbonica da frustoli carboniosi ha restituito per questo livello una data calibrata a 2 sigma pari a 172 a.C. - 54 d.C. (cap. 3.9), in linea con la natura dei materiali rinvenuti e con la cronologia della costruzione dell’anfiteatro. Da -2.07 a -1.83 m si incontra un livello alluvio- nale laminato sabbioso limoso pressoché privo di inclusi antropici.

Dopo una lacuna (da -1.83 a -1.34 m) si incon- tra dapprima uno strato di macerie (da -1.34 a -1.26 m) e successivamente dei terreni sabbioso limosi fortemente antropizzati ricchi in sostanza organica, inizialmente massivi (da -1.26 a -0.88 m) e successivamente più sciolti, ricchi di materiale da costruzione rimaneggiato, interpretabili come sca- richi e riporti (da -0.88 a -0.20 m). I 20 cm supe- riori della sequenza corrispondono al terreno agrario attuale.

Nel carotaggio S2 (fig. 102) la parte inferiore della sequenza è composta da argille limose lami- nate contenenti spoglie vegetali sparse, forte- mente ridotte e attribuibili a un contesto sedimen- tario a bassa energia, che gradano verso l’alto in fanghi organici e torbe nerastre (da -5.51 a -5.40 m). Queste ultime sono chiaramente troncate dalla messa in posto di una struttura archeologica che si compone di un livello basale carbonioso e

sabbioso (da -5.46 a -5.36 m) sul quale sono stati rinvenuti frammenti subarrotondati e centimetrici rossastri identificabili come materiale fittile (da -5.36 a -5.15 m). Si tratta di un livello di terra fina con frammenti di laterizio variamente frammen- tati, interpretabile come una probabile prepara- zione (cfr. cap. 3.7). Al di sopra di questo livello si trovano i riporti per la gettata di fondazione del- l’anfiteatro composti dapprima da ghiaie, ciottoli e frammenti di laterizi in matrice sabbiosa (da -5.15 a -5.05 m), successivamente da ghiaie e ciot- toli arrotondati privi di matrice e arricchiti in frammenti di roccia calcarea pluricentimetrici a spigoli vivi. La parte superiore della gettata (da -4.75 a -2.25 m) è composta da frammenti di roc- cia calcarea grossolani, ciottoli, ghiaie, aggregati di malta, circondati da quantità variabili di malta più o meno disgregata. Tra -2.25 e -1.90 m si incontrano livelli sabbioso limosi di colore grigio scuro contenenti materiale archeologico e attri- buibili probabilmente al periodo tardoantico. La sequenza è completata verso l’alto (da -1.90 a -0.20 m) dai detriti derivanti dallo spoglio dell’an- fiteatro. Da -0.20 m alla superficie vi sono i terreni agrari moderni.

In sintesi, i due carotaggi mostrano due sequenze stratigrafiche diverse tra loro. In S1, infatti, siamo in grado di leggere quasi per intero la successione dei sedimenti accumulatisi sulla verti- cale del sondaggio a opera dei processi naturali e antropici. In S2 invece questi sedimenti sono assenti, in quanto asportati quando il terreno è stato intaccato per costruire la platea di fonda- zione dell’anfiteatro. Tale intacco si è spinto fino ad asportare sedimenti profondi e dunque più antichi, come denunciato dalla data radiocarbo- nica ottenuta a 5.45 m di profondità, dove un car- bone è stato datato al VI-IV sec. a.C. L’evoluzione della sedimentazione nell’area è legata ad apporti di origine alluvionale in un ambiente in cui l’ener- gia dei corsi d’acqua, trovandosi nelle porzioni più distali della piana alluvionale, è molto bassa. I sedi- menti che essi riuscivano a trasportare erano pre- valentemente limi e limi argillosi, talora con rare intercalazioni di sedimenti torbosi, legati a fasi di ristagni d’acqua e a momentanee condizioni palu- stri. I colori grigiastri dei limi alluvionali e la pre- senza di “screziature” giallastre sono l’esito della prolungata saturazione idrica a opera della falda a cui sono stati sottoposti questi materiali.

Cristiano Nicosia

Le analisi micromorfologiche consistono nello studio al microscopio di sedimenti e di suoli. Tale studio fa uso di sezioni sottili: campioni di terreno montati su vetrini da microscopio dopo essere stati consolidati mediante resina. Nella ricerca condotta nell’anfiteatro di Aquileia queste analisi sono state utilizzate su due strati diversi, per meglio chiarire la loro genesi che non era suffi-

cientemente chiara basandosi sui soli dati di scavo: (a) un livello di sabbie argillose grigie con frequenti screziature giallastre che riempivano, con uno spessore di ca. 30 cm, il condotto idraulico attorno all’arena (US 149) (cap. 2.3.2); (b) dei depositi antropici nerastri e omogenei individuati nell’an- golo nord-occidentale dello scavo, al di sopra del piano dell’arena (fig. 103).

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3.6. L

E ANALISI MICROSTRATIGRAFICHE

C

RISTIANo

N

ICoSIA

Fig. 103. Posizionamento dei campioni di terreno analizzati sulla fotografia aerea dell’areale (in blu il perimetro della proprietà demaniale), in relazione alla planimetria dell’anfiteatro: sezioni sottili (abbreviate in Sez.) 0-4 (rielaborazione grafica di Valeria Grazioli).

3.6.1. La sabbia entro il condotto attorno