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DIREZIONE GENERALE PER LA TUTELA DELLA SALUTE

E COORDINAMENTO SSR

Linea Progettuale 2

Modelli avanzati di gestione delle malattie croniche

Referenti operativi e amministrativi: Dipartimento di Sanità pubblica AOU Federico II Importo assegnato: 400.000,00

Durata del progetto: 2 anni

Titolo del progetto: Costruire il percorso diagnostico terapeutico assistenziale (PDTA), la rete tra

i centri di Artrite Reumatoide (AR) e una banca dati, per implementare l’appropriatezza e ottimizzare l’assistenza

PREMESSA

Cenni di epidemiologia clinica e terapia

L’artrite reumatoide (AR) è una malattia infiammatoria che colpisce le piccole e grandi articolazioni provocando dolore e tumefazione articolare, con rigidità articolare e limitazione funzionale.

In Campania circa 30.000 pazienti sono affetti da questa malattia e se non trattata adeguatamente produce un sensibile deterioramento articolare che nel tempo determina disabilità.

Più la diagnosi è precoce e la terapia adeguata, più si previene la determinazione di danni permanenti ed invalidanti.

L’Artrite Reumatoide è una malattia autoimmune sistemica reumatica caratterizzata precipuamente da una sinovite simmetrica poliarticolare erosiva, che determina nel tempo lo sviluppo di processi distruttivi osteocartilaginei, di conseguenti deformità e disabilità e si associa a riduzione della sopravvivenza per aumentata mortalità cardiovascolare. L’AR colpisce in Italia il 0.33 circa della popolazione generale e condiziona nel tempo un sostanziale grado di disabilità, che determina la necessità di interventi chirurgici di artropotesi, un elevato numero di ritiri dall’attività lavorativa, un alto impatto economico derivante dalla somma di costi diretti ed indiretti ed una precoce mortalità da aterosclerosi.

La diagnosi di AR è compito del Clinico. Per molti anni sono stati utilizzati, sia pure impropriamente, a fini diagnostici i criteri classificativi dell’American College of Rheumatology (ACR) del 1987, che non erano soddisfatti in un’alta percentuale di pazienti nelle fasi iniziali di malattia e potevano anche essere soddisfatti in pazienti con altre condizioni quali la sindrome di Sjogren ed il Lupus sistemico. Sono stati recentemente pubblicati criteri, anch’essi classificativi, frutto di una collaborazione fra l’ACR e l’European League against Rheumatism (EULAR). Questi criteri permettono di arruolare in trial clinici pazienti in una fase più precoce di malattia, ma sono gravati, se utilizzati a fini diagnostici, da false positività.

La terapia farmacologia dell’AR si giova sin dai primi anni ‘90 dell’uso di cortisonici a basso dosaggio (< 7,5mg/die di equivalente prednisonico) in associazione con farmaci (piccole molecole) modificanti il decorso della malattia, fra cui il methotrexate è il farmaco di prima scelta e, limitatamente a brevi periodi nelle fasi di acuzie dolorosa, con farmaci antinfiammatori nonsteroidei.

Dal 2000, nei pazienti non responsivi alla suddetta terapia, possono essere somministrati farmaci prodotti con tecniche di biologia molecolare (cosiddetti farmaci biologici) rivolti contro singole citochine proinfiammatorie (TNFα, IL-1β) o i recettori cellulari di esse; o molecole di superficie dei

linfociti B (CD20) o delle cellule presentanti l’antigene (CD80/86), implicate rispettivamente nell’attivazione degli stessi linfociti B o dei linfociti T; o contro il recettore solubile dell’IL-6.

La dimostrazione della precocità del danno osteoerosivo e della maggiore prevalenza di risposta alla terapia (qualsivoglia) nelle fasi precoci richiederebbero una diagnosi precoce, preferibilmente entro 3 mesi dall’esordio. Nella pratica ciò non succede e condiziona la difficoltà di ottenere la remissione della malattia in pazienti che si presentano tardivamente. La complessità del problema e l’ampliamento delle opzioni hanno indotto alcune società scientifiche e singoli esperti a predisporre algoritmi diagnostico-terapeutici tesi a uniformare il comportamento degli specialisti sul territorio e a migliorare, conseguentemente, il livello delle prestazioni offerte. Il paziente deve, comunque, essere rivisto ogni 3 mesi per la valutazione dell’attività infiammatoria di malattia e della disabilità e, ogni anno, per quella dell’andamento del danno anatomo-radiologico.

L’ottimizzazione dei percorsi diagnostico-terapeutici è pertanto un obiettivo assistenziale di grande importanza per il raggiungimento di una diagnosi precoce e di una terapia rapidamente efficace assicurando il completo rispetto dell’appropriatezza prescrittiva.

DESCRIZIONE DELL’INTERVENTO

L’Artrite Reumatoide è quindi una malattia che colpisce diverse età della vita e che se non intercettata tempestivamente o curata in modo ottimale può condurre a seri problemi di difficoltà nella vita lavorativa nonché in alcuni casi nell’autosufficienza del paziente.

Il progetto si pone l’obiettivo di sviluppare nuove modalità assistenziali basate sulla integrazione dei professionisti e dei servizi nella definizione e gestione di percorsi diagnostico terapeutici condivisi e centrati sui bisogni della persona. Si tratta di definire modalità organizzative del lavoro in rete che superino l’impropria contrapposizione tra ospedale e Territorio, individuando metodologie e strumenti per favorire al massimo le loro potenzialità. La rete che si va a creare deve tener conto delle realtà locali con l’integrazione dei medici di medicina generale, dei pediatri di libera scelta ( reumatologia infantile) dei reumatologi nonché degli altri specialisti fondamentali nel percorso quali infermieri, fisioterapisti, psicologi. Tale integrazione agevola il processo di condivisione di scelte terapeutiche basate sulla evidence based medicine (EBM) tra i diversi professionisti coinvolti nonché un maggiore coinvolgimento del paziente e quindi una miglior adesione alla terapia.

La rete va costruita senza dimenticare il contributo delle associazioni di volontariato e delle famiglie che possono collaborare in modo significativo nella corretta informazione e al supporto ai pazienti.

L’applicazione di un PDTA passa attraverso quindi l’ottimizzazione della distribuzione territoriale dei centri prescrittori e come già ribadito la loro messa in rete ed eventualmente l’assistenza domiciliare.

La condivisione dei PDTA da parte di tutti gli attori coinvolti nella presa in carico del paziente, nonché il coinvolgimento finalizzato ad avviare un sistema di raccolta dei dati clinici che possa generare indicatori di processo ed esito necessari per avviare il miglioramento della qualità del processo stesso, necessita un miglioramento delle conoscenze dei reumatologi tutti e di quelli dei centri prescrittori nonché dei farmacisti e dei medici di medicina generale e pediatri di libera scelta e degli altri specialisti coinvolti nella problematica. Si rende necessario quindi attivare un percorso formativo in materia di farmaco economia, di gestione e management, oltre che di epidemiologia e statistica, indispensabili per la costruzione del percorso diagnostico terapeutico assistenziale e per l’ottimizzazione del trattamento e dell’assistenza.

OBIETTIVI

Promuovere la costruzione di un percorso diagnostico terapeutico assistenziale

(PDTA) per l’artrite reumatoide finalizzata all’ottimizzazione del trattamento e delle risorse e

• Gestire l’ingresso di ogni paziente con patologia cronica nel PDTA al quale partecipano tutti gli attori coinvolti nella rete valorizzando le specifiche competenze

Promuovere un percorso formativo rivolto ai reumatologi tutti, ai responsabili dei centri prescrittori ed ai medici di medicina generale (MMG) e PLS e agli altri specialisti per un loro coinvolgimento attivo.

Costruire una rete informatica tra i centri di AR per il monitoraggio di dati ed indicatori e per il collegamento con la rete della Medicina Generale con individuazione algoritmo a disposizione dei MMG per selezione pazienti a rischio di AR per diagnosi precoce e per immediata presa in carico da parte del centro AR

Costruire una banca dati in cui confluiscono dati amministrativi e clinici per la valutazione della qualità dell’assistenza

• Garantire la continuità delle cure mediante una gestione integrata del paziente da parte dei servizi territoriali ed ospedalieri nonché sociali e tramite il coordinamento dell’attività dei MMG dei PLS e degli specialisti reumatologi finalizzato anche alla riduzione degli accessi impropri al ricovero ospedaliero

• Migliorare la qualità dell’assistenza ai pazienti facilitando l’accesso alle cure.

• Razionalizzare la possibilità di accesso alle cure mediante l’ottimizzazione della rete dei centri prescrittori in base alla territorialità.

• Individuare vantaggi economici e sociali della terapia domiciliare

• Individuare criteri di accreditamento dei centri prescrittori sul territorio campano a garanzia e tutela della salute del paziente

• Ottimizzazione della spesa sanitaria regionale mediante il potenziamento

dell’appropriatezza organizzativa

PROMOTORI

Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Università degli Studi di Napoli Federico II con il patrocinio dell’Ordine dei Medici.

Il Dipartimento si avvale di un team di professionisti quali esperti di epidemiologia e statistica, esperti di PDTA e appropriatezza, di economia sanitaria, management e valutazioni economiche, liste d’attesa, farmacoeconomia ed assistenza domiciliare, di budget e controllo di gestione

Il Dipartimento può avvalersi di forme di collaborazione con altri enti pubblici, privati o singoli professionisti del settore, per la fornitura di servizi e/o per la realizzazione di specifiche attività necessarie alla completa realizzazione del progetto. In ogni caso la responsabilità della gestione dell’intervento ricade esclusivamente sul Dipartimento stesso.

COORDINATORE SCIENTIFICO DEL PROGETTO

Nominativo: Prof.ssa Maria TRIASSI

TEMPISTICA

Durata del progetto 24 mesi

TARGET

Medici di Medicina Generale – Pediatri di libera scelta Farmacisti ASL

Direttori sanitari ASL/AO/AOU

Infermieri, fisioterapisti, psicologi e altre professionalità

INDICATORI

Gli indicatori considerati sono:

• Messa in rete di almeno il 60% dei centri AR

• Elaborazione e condivisione di un PDTA sull’AR con gli esperti della materia

• Costruzione di una banca dati (database) con inserimento di almeno il 75% dei dati amministrativi e clinici

• Elaborazione e condivisione di almeno 10 indicatori sintetici di efficienza ed efficacia da monitorare dai vari centri AR attraverso la messa in rete

• Formazione e coinvolgimento attivo di almeno il 70% dei Centri AR regionali

MATERIALE DIDATTICO DI SUPPORTO E DIVULGATIVO

Opuscoli informativi Videoclip

Social network

Volume edito coi testi delle relazioni Programma FAD

COSTO

Il costo del progetto è di € 400.000 di cui: - spese per risorse umane 35%

- spese generali e amministrative 10%

- spese per segreteria organizzativa e comunicazione 15%

- spese per tecnologia con banca dati e rete ed eventuale ammodernamento strutturale 30% - spese per materiale didattico, divulgativo ed editoriale 10%