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Da MAPPA agli ACTION-based GIS: alcuni esempi di modelli predittivi italian

3.1 I MODELLI PREDITTIVI E LA NASCITA DI UN APPROCCIO POSTDITTIVO IN ARCHEOLOGIA

3.1.4 La lunga strada della predittività in Italia

3.1.4.1 Da MAPPA agli ACTION-based GIS: alcuni esempi di modelli predittivi italian

Il sistema proposto da Caliano costituisce solo uno dei numerosi esempi di modelli simili nati nell’ultimo decennio in Italia304. La realizzazione di una carta di predittività archeologica per l’area

urbana di Pisa è stato l’obiettivo primario del progetto MAPPA (Metodologie Applicate alla Predittività del Potenziale Archeologico)305. Da un punto di vista ‘politico’, l’arma vincente è da

trovare proprio nell’aver fissato degli obiettivi comuni tra le varie componenti, cioè Università, Regione ed Enti di tutela. Il dialogo instaurato su di un principio generale di condivisione dei dati ha così permesso di rendere fruibili e pubblicabili preziose informazioni che giacevano nei polverosi archivi della Soprintendenza. L’iniziativa, nata inizialmente grazie ad un finanziamento regionale e alcuni tesi di dottorato di studiosi dell’Università pisana, ha rappresentato un notevole passo in avanti per il nostro Paese, soprattutto per il suo evidente approccio multidisciplinare, per la novità metodologica del contesto Open Data in cui è stato sviluppato e per l’applicazione di un algoritmo PageRank per il calcolo del valore del potenziale. Il prodotto finale è stato pubblicato in un WebGis, rendendo così un servigio a molti. Lo strumento è facilmente consultabile sia per le amministrazioni locali che per gli studiosi di predittività. Passiamo ad analizzare, seppur brevemente, alcune caratteristiche innovative del sistema creato. Come dicevamo, MAPPA si distanzia dai modelli predittivi olandesi analizzati in precedenza perché il calcolo del potenziale archeologico totale306 non è fondato su metodi statistici più o meno corretti, ma poggia sul

funzionamento di un algoritmo, PageRank, lo stesso utilizzato dai motori di ricerca per indicizzare le pagine web307. Secondo gli autori, la scelta si giustificherebbe con la sostanziale «analogia tra i criteri usati per attribuire il potenziale archeologico e quelli utilizzati per assegnare l’importanza delle pagine web nei motori di ricerca308». La stima del potenziale starebbe, secondo tale

impostazione, nella capacità di leggere le relazioni spaziali, tipologiche o cronologiche che esistono

304SERLORENZI-BOI 2016 per un quadro generale sul panorama italiano. 305Sugli obiettivi primari del progetto MAPPA vedi GUALANDI 2013, p. 7.

306Il potenziale archeologico totale è dato dalla somma dei potenziali archeologici di ogni singola epoca storica, nel

caso pisano Protostoria-Età Etrusca-Età Romana…

307DUBBINI et al. 2015. 308DUBBINI 2013, p. 101.

tra gli elementi archeologici rinvenuti; l’esempio classico è quello della presenza di una strada in prossimità di una domus o di una chiesa con un campanile. Il software si comporterebbe, pertanto, come un archeologo, scovando e leggendo, nel paesaggio l’archeologo nel sistema di archiviazione il programma informatico, i nessi esistenti tra i dati raccolti. Naturalmente i dati inseriti sono stati geo-riferiti e ‘pesati’ differentemente in base alla loro natura: informazioni vaghe e riferibili a categorie non ben determinabili hanno avuto naturalmente un peso minore rispetto a dati puntuali e precisi. La pesatura è intervenuta anche nella stima del potenziale totale di ogni periodo archeologico. Infatti, l’idea che la mancanza di evidence per un determinato arco cronologico comporti una stima più alta del potenziale archeologico è stata resa, matematicamente, dividendo il valore del potenziale per un numero inferiore di celle309.

Appare chiaro come sia un necessario e logico prerequisito di tutte le precedenti operazioni la corretta creazione di dataset in cui sono immagazzinate informazioni archeologiche, geomorfologiche, paleogeografiche, storiche…310.

In generale possiamo affermare che il progetto MAPPA, nonostante alcune lacune311, rappresenti

senza ombra di dubbio il più completo sistema predittivo per area urbana e periurbana d’Italia. Nella letteratura specialistica sono già apparsi un numero già considerevole, almeno per gli standard italiani, di casi studio paragonabili all’esempio pisano. L’approccio metodologico più frequente è quello tipicamente induttivo ed eco-determinista, sviluppato anche grazie a nuovi tool presenti nei programmi GIS (superfici di costo, visibilità e ‘nuovi vecchi’ strumenti come i Poligoni di Thiessen) e che rappresenta la scelta ideale per mettere in relazione diretta l’ambiente naturale e i siti archeologici. Appartengono a questa categoria i contributi sulla costa teramana312, su

Modena313, Parma314 o sul paesaggio preistorico pugliese315. Come si nota, si tratta di esperienze

sviluppate con procedure simili ma nate con intenti diversi; il lavoro di Danese e della sua equipe

309L’area oggetto di analisi è suddivisa in celle, con un numero di layer uguale agli archi cronologici considerati. 310Sull’acquisizione della documentazione archeologica FABIANI 2012; sulla struttura di archiviazione FABIANI-

GATTIGLIA 2012.

311Nonostante i testing, lavori di calibratura, variazione dei pesi di ogni fattore che concorre nel calcolo del potenziale e

del rischio manca del tutto un’analisi sui margini di errore del modello.

312DI ZIO-BERNABEI 2015, modello costruito su ARCGiS e con sistema di ponderazione pensato all’interno della

Multicriteria Decision Analysis.

313MONTI 2014. 314BIGLIARDI 2009 315DANESE et al. 2014.

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costituisce uno studio predittivo di tipo accademico, con stima delle posizioni dei siti neolitici della Daunia, gli altri esempi, invece, sono stati costruiti per avere un’immediata applicabilità all’interno delle politiche di gestione e pianificazione del paesaggio (con terminologia inglese research

perspective e management perspective).

Altre linee tendenze emergenti all’interno del panorama italiano sono quelle dettate dalla c.d.

ACTION-based GIS316, rappresentata in Italia dai lavori, soprattutto sul Veneto, della scuola

padovana e in particolare di Casarotto317. Le procedure ACTION-based, nate grazie all’apporto

dell’Antropologia statunitense318, prevedono la costruzione di un sistema predittivo abbastanza

complesso, in cui le scelte allocative e le altre dinamiche vengono calcolate partendo da una stima del movimento; all’interno di una visione fortemente dinamica del paesaggio, il movimento viene considerato come la principale forza che genera le trasformazioni apportate all’ambiente; l’analisi dei sentieri e delle vie che conducevano gli uomini ai principali corsi d’acqua, ai luoghi ricchi di risorse naturali o agli altri siti costituiscono i principali fattori che permettono di ricostruire la concezione che l’uomo aveva del paesaggio che lo circondava. Questo modello, influenzato dall’Archeologia Cognitiva, è stato applicato per la val d’Alpone (provincia di Verona) con l’obiettivo di inferire il percorso dei sentieri antichi applicando anche la funzione dei costi topografici (rapporto tra energia e pendenza dei rilievi)319, la distanza degli insediamenti dall’acqua.

Naturalmente, il valore euristico di tali costruzioni si scontra con alcune ovvie difficoltà. Per esempio, l’intero sistema si basa sul principio della minima spesa energetica per raggiungere un qualsiasi punto, fondamento metodologicamente vero nell’odierno mondo moderno capitalista ma non necessariamente valido anche per le società passate320. Inoltre, è ben nota, sia dalle fonti scritte

316Filone originato da LLOBERA 2000 che si occupa della relazione tra il movimento e i Sistemi Informativi

Territoriali nelle analisi sui paesaggi. Vedi anche il più recente LLOBERA et al. 2011

317CASAROTTO 2015; CASAROTTO-KAMERMANS 2013; CASAROTTO et al. 2011; CASAROTTO et al. 2009. 318ALDENDERFER-MASCHNER 1996.

319CASAROTTO et al. 2009, pp. 298-299. Con i più recenti lavori incentrati sulla stima della funzione dei costi si è

iniziato a costruire modelli più complessi, dove sono presi in considerazione molteplici fattori, quali l’età, le condizioni climatiche, precedentemente negletti e che influiscono notevolmente sul risultato finale. Viaggiare in estate o in inverno, a pieno carico, a piedi o in sella a un cavallo non comporta lo stesso dispendio di energia. Sull’argomento vedi DE SILVIA-PIZZIOLO 2000.

320Si tratta, al di là delle critiche, del filone di ricerca più diffuso negli ultimi decenni; sono impiegate, soprattutto, le

applicazioni che permettono il calcolo delle visuali (o angoli di vista). Tali tool permettono di coniugare il mondo dei Sistemi Informativi Territoriali con l’approccio post-processualista, costituendo lo strumento migliore per lo studio delle dinamiche di percezione del paesaggio. Bibliografia molto ampia, vedi la sezione dedicata al ‘Modelling movement and perception’ del CAA del 2007, edito da POSLUSCHNY et al. 2008, pp. 309-344; vedi anche HIGGINBOTTOM et al. 2002; LLOBERA 2001; VAN LEUSEN 1999; WITCHER 1999. Sintesi delle critiche, tra cui il c.d. tree factor, ovvero la difficoltà nel conoscere la consistenza della vegetazione in epoca antica in WHEATLEY-

sia dai dati di scavo, l’importanza, cultuale o come manifestazione del potere, esercitata da alcuni luoghi naturali quali particolari rocche o fonti d’acqua la cui localizzazione sfugge spesso dalle rigide logiche sopra menzionate321.

Risultano di grande interesse anche le elaborazioni tecniche e le considerazioni sviluppate da Citter e dal suo team senese322. Si tratta di progetti incentrati, con un ampio uso di analisi spaziali, sulla

ripresa dello studio delle città medievali italiani, oltre a riflessioni di carattere metodologico sull’impiego dei modelli predittivi in Italia e, soprattutto, nell’ambito dell’archeologia post- classica323. Nello specifico324, è stato pensato e costruito un modello per l’area urbana e periurbana

di Grosseto, principale area di interesse del team, abbastanza trasparente nella sua struttura. Grazie a un dataset geomorfologico molto ricco, il sistema ha localizzato i possibili siti legati alla produzione del sale dall’età tardo-antica al tardo Medioevo, una tematica fino ad ora scarsamente rappresentata in letteratura a causa della rarità di dati provenienti da contesti scavati. Il sistema è stato poi ulteriormente implementato e ha permesso l’analisi di altri fattori insediativi quali la qualità dell’insediamento, le proprietà, la presenza di risorse naturali325. In generale, si tratta di

lavori326 che si caratterizzano per essere concepiti principalmente per finalità accademiche e si

contraddistinguono per un approccio che rifiuta nettamente il determinismo ecologista-ambientale. Segnaliamo, all’interno della vasta produzione scientifica di Citter, anche alcune riflessioni metodologiche sull’archeologia post-dittiva327, proprio l’argomento che affronteremo nel prossimo

paragrafo.

GILLINGS 2000, pp. 8-14.

321Sui paesaggi di potere DE GUIO 2000.

322Oltre alle numerose pubblicazioni va menzionata anche l’organizzazione di un’ International Summer School

Predictivity in Archaeology

323CITTER 2012. Per altri progetti di archeologia post-classica pensati in ambiente GIS vedi: CASTRORAO BARBA

et al. 2016a per la Sicilia centrale; DE GUIO et al. 2015a per le Prealpi venete; GATTIGLIA 2013 per Pisa; il II volume del Journal of Post Classical Archaeology, edito nel 2012, in generale per una panoramica su esperienze italiane ed estere.

324CITTER-ARNOLDUS-HUYZENDVELD 2012. 325CITTER-ARNOLDUS-HUYZENDVELD 2014. 326CITTER et al. 2013.

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