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6.1 LE TECNICHE E GLI STRUMENTI DELL’INDAGINE: CARATTERISTICHE, VANTAGGI E LIMIT

6.1.2 Ricognizioni di superficie

L’attività di ricognizione rappresenta la parte più significativa dell’evidence archeologica su cui si

438Ringraziamo per le segnalazioni ricevute gli amici dell’ArcheoClub di Maletto. 439Per le cause che hanno influito su tale situazione vedi la nota 3.

basa gran parte delle analisi presentate nel progetto di dottorato. Come detto, il survey è stato condotto dall’Università di Durham in collaborazione con la Soprintendenza di Catania e con il sostegno economico della British Academy. I lavori sono stati condotti durante i mesi di Agosto del 2006 e del 2007. Al termine della seconda campagna è stato pubblicato un piccolo report preliminare440 che preannunciava una successiva monografia per l’edizione organica dei risultati

raggiunti. A causa del mancato finanziamento da parte dell’Unione Europea del progetto definito

Upper Simeto Valley, l’Università inglese scelse la via del disinvestimento, mentre il personale di

Soprintendenza non ha avuto il tempo disponibile per preparare la pubblicazione. Così, dopo circa dieci anni, il materiale che ci è stato gentilmente consegnato è ancora inedito.

Il progetto si inserisce per caratteristiche e obiettivi all’interno del filone di ricerche sull’archeologia dei paesaggi (landscape archaeology). Indagini simili sono state condotte in diversi siti della Sicilia, come la vicina Troina441, Segesta442 e la sua regione, Himera443 e la sua chora, Heraclea Minoa444, Monreale445, Contessa Entellina446 e in tempi più recenti Monte Iato447e Monte

Barraù448 in territorio di Corleone. L’Upper Simeto Valley Project è un’ulteriore testimonianza del

trend di crescita, sia da un punto di vista numerico che qualitativo, che ha segnato i progetti di ricognizione archeologica nel contesto mediterraneo dell’ultimo venticinquennio.

La ricerca aveva come obiettivo prefissato la comprensione delle dinamiche di trasformazione del paesaggio e dei processi insediativi attraverso una lettura diacronica e sincronica, capace di contestualizzare i dati ottenuti all’interno del più generale contesto mediterraneo.

L’area oggetto delle ricognizioni è relativamente piccola, con una superficie di circa trecento settanta chilometri quadrati distribuiti tra i territori di Bronte, Maniace e Maletto.

440LEONE et al. 2007. 441AYALA-FRENCH 2005. 442BERNARDINI et al. 2000. 443BELVEDERE et al. 2002. 444WILSON-LEONARD 1980. 445JOHNS 1992. 446CORRETTI et al. 2006. 447MAURICI et al. 2014.

130 Figura 2. Le contrade interessate dal survey (da Leone et al. 2007).

Essa, per la maggior parte, coincide con l’estensione della due macro aree oggetto del presente lavoro, ad eccezione di pochi lembi di territorio. Contrada Casitta, dove sono state segnalate strutture di epoca greca, si trova ad Est della strada provinciale che congiunge la SS e il comune di Maletto e, pertanto, non rientra nella nostra inquadratura; dell’area campione fa parte, invece, Santa Venera, settore poco investigato dai ricercatori inglesi a seguito della metodologia adottata dal team di ricognitori. Avendo dei precisi limiti nella disponibilità di tempo e risorse umane449 (ed

economiche), il gruppo ha operato una precisa scelta. Da un punto di vista metodologico, la definizione delle zone da sottoporre ad indagine rientra nel c.d. judgment sampling/purposive

sampling. Si tratta del sistema più diffuso tra i tre possibili450 e si basa, principalmente, sul

449Annualmente le due campagne hanno avuto una durata abbastanza limitata, con attività concentrate all’interno del

mese di Agosto. Questa la composizione del gruppo di ricerca: N. Adams, K. Croxfors, G. Lowsley, F. Mazzilli, C. Ross, A. Speirs, J. Walker, A. Wilkinson (University of Durham); E. Robinson (Univ. of North Carolina); V. Grasso (Univ. di Catania); A. Leone e R. E. Witcher field directors.

450Haphazard sampling è il metodo figlio della casualità che elimina il rischio di pregiudizi; probability sampling si

contributo fornito dall’intuizione e dall’esperienza del ricercatore.

L’idea, assai condivisibile, è stata la campionatura, condotta durante il primo anno, di paesaggi e terreni completamente diversi quali sono Galatese (una terrazza fluviale), Erranteria e Balze (dolci colline coltivate), Casitta e Santa Venera (sciare laviche), così da mettere a punto un metodo adatto all’ambiente in cui operavano. Nel secondo anno, invece, i ricercatori si sono concentrati su una singola area, quella di Galatese, in virtù di quanto emerso dopo il primo anno. La grande differenza tra i paesaggi analizzati ha favorito l’applicazione di una metodologia unica che funzionasse in maniera perfetta in tutte e tre le aree. In linea generale, il team è stato suddiviso in gruppi di 4 o 5 ricognitori, che hanno percorso i terreni in file parallele a distanza costante di 5 metri. In molti casi, però, in presenza di una più alta densità di rinvenimenti lo spacing è stato ridotto anche a 2.5 o a 3 metri. Si tratta di un livello più alto rispetto a quanto fatto registrare a Troina451 o Imera452. La scelta

è stata effettuata con l’intento di «recover as large a sample of material as possible and to allow for

the identification of extremely small scatters453». Per quanto concerne Galatese, i fondi agricoli

interessati dalla ricerca sono, ancora adesso, proprietà privata e hanno estensione medio-piccola. Il metodo adottato per la copertura dei campi che presentano coltivazioni stabili (uliveti, vigneti e frutteti) non si è discostato dal precedente: anzi, per certi versi, è stato più facile seguire l’allineamento delle piante. Un’ulteriore possibilità per non perdere l’orientamento è stata offerta dai numerosi punti di riferimento come cancelli e cancellate, recinzioni e pozzi, strutture assai diffuse nei terreni di Galatese.

Il materiale individuato, per lo più ceramica ma anche monete e oggetti in bronzo, è stato raccolto, lavato, rapidamente classificato e posizionato tramite GPS su carta, con notevole risparmio di tempo e con maggiore accuratezza. Il criterio base per la raccolta dei manufatti è la sistematicità del recupero di tutti i campioni databili. Quando è apparsa una concentrazione di ceramica più alta454, è

stata condotta una ricerca più intensiva, come già detto; nei casi più significativi, l’area è stata suddivisa in quadrati di 5x5 m, con l’intento e la speranza di non perdere preziose informazioni sulla funzionalità di un sito. Diffuse le presenze sporadiche di manufatti e i c.d off-sites. Le cause bibliografia; per l’Italia vedi tra gli ultimi VALENTI 1995, pp. 21-23; CAMBI-TERRENATO 1994, pp.144-147; eccellente sintesi in RENFREW-BAHN 2000, pp. 75-77.

451AYALA-FRENCH 2005, p. 152. 452BELVEDERE 2002, p. 8. 453LEONE et al. 2007, p. 5.

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che possono avere contribuito al rinvenimento di materiale di superficie senza corrispondenza con una stratificazione archeologica sono molteplici455; tra le spiegazioni più diffuse e comuni, le

dinamiche di coltivazione e, soprattutto, di concimazione di campi sono le più spendibili per il territorio oggetto d’indagine.

Naturalmente, l’interpretazione dell’off-site può risultare ambigua, poiché è facile che nasca il dubbio che si possa trattare, invece, di un deposito archeologico andato più o meno compromesso. Per ragioni di tempo, non sono state effettuate dal team inglese ripetizioni di esplorazioni già condotte, se non in rarissimi casi.

I principi appena esposti rimangono, purtroppo, suscettibili di interpretazioni soggettive, lasciando degli evidenti margini di dubbio su molte interpretazioni. L’esempio classico è il rinvenimento di materiale deperibile che, almeno in linea ipotetica, potrebbe provenire da strutture abitative. Ovviamente, in un terreno sottoposto a un uso agricolo prolungato e intensivo, risulta assai difficile leggere le tracce delle murature. Così, nel tentativo di superare il vulnus, si è fatto ricorso dell’espressione inglese evidence scatter, ricorrendo al termine frequentazione per definire tale situazione456.

La metodologia appena descritta, abbastanza funzionale per le aree coltivate, è apparsa di difficilissima applicazione nei contesti paesaggistici caratterizzate dalle sciare di scorrimento lavico. I caratteri geomorfologici del suono causano problemi di visibilità, accentuata dalla vegetazione steppica e dalla irregolarità nel suolo. Molto facile perdere l’orientamento e quasi impossibile percorrere tali spazi in file parallele. Per questo motivo, il team inglese si è limitato ad attraversare tali spazi, quasi come se fosse una normale passeggiata esplorativa. Però, attraverso l’impiego del GPS i materiali affioranti sono stati assegnati al loro contesto di rinvenimento con la dovuta precisione. Il ricorso al GPS ha permesso, inoltre, il tracciamento dei confini delle Unità Topografiche (UT) nonché il posizionamento di particolari manufatti o strutture murarie. Per la compilazione delle UT sono state impiegate schede prestampate denominate Site Record Sheet, appositamente elaborate. La cartografia di base impiegata comprende le tavolette IGM in scala 1:25.000 per la pianificazione del lavoro, la Carta Tecnica Regionale e la Cartografia Tecnica Comunale per il lavoro sul campo. In particolare, la prima individuazione dei limiti delle UT è avvenuta sui fogli della cartografia comunale, dove, ricordiamo, è segnalata l’estensione di ogni fondo; su tale supporto cartaceo, sono stati indicati alcune rilevanti fattori, quali il numero

455Il tema della visibilità di un sito e dell’interpretazione dei risultati da survey è riassunto in maniera egregia in

TERRENATO 2000.

progressivo di UT (o di sito nel caso della presenza di particolare materiale archeologico), i limiti dei terreni ricogniti457, l’accessibilità o meno del campo.

La successiva fase di elaborazione dei dati ha, invece, interessato in prima persona chi scrive. L’analisi dell’evidence raccolta sul campo è stata effettuata ricorrendo a tecniche e metodologie di calcolo proprie degli ambienti GIS.

Seppur in maniera rapida, inoltre, sono state analizzate le numerose cassette contenenti i reperti rinvenuti e rimossi durante il survey458. La pubblicazione sistematica della cultura materiale

rinvenuta e l’edizione, in dettaglio, di ognuno dei siti segnalati non sono l’obiettivo primario del presente lavoro di tesi. All’interno dell’esperimento di postdittività, pur avanzando alcune letture diacroniche sul paesaggio storico e sulle dinamiche insediative ad esso collegate, presenteremo in maniera specifica soltanto i dati di quelle specifiche aree in cui sono state utilizzate le tecniche d’indagine più recenti (rilievo LiDAR, foto satellitari multispettrali, immagini da UAV). Nonostante ciò, abbiamo comunque ritenuto utile inserire nelle tavole poste a conclusione del lavoro alcuni dei pezzi più significativi di quanto rinvenuto..

Possiamo affermare che il limite principale del lavoro effettuato con questo tipo di strumento (il

survey) consista nell’evidente difficoltà di comprensione delle dinamiche con cui sono state

condotte dieci anni or sono le ricognizioni. Nonostante le preziose e costanti indicazioni della coordinatrice del progetto, la prof.ssa Leone, lavorare su una documentazione interamente prodotta da terze persone non è mai facile, ancora di più se impiegano un’altra lingua e utilizzano altri strumenti.

In generale, la ricognizione costituisce uno strumento con evidenti vantaggi nell’identificazione di un buon numero di siti minori che, altrimenti, risulterebbero invisibili attraverso altre procedure. Inoltre, si tratta di una tecnica non invasiva e abbastanza economica, che richiede un numero non eccessivo di persone. L’altro lato della medaglia è rappresentato dall’elevato dispendio di tempo necessario per condurre le prospezioni; basti pensare, a tal proposito, al nostro caso specifico: l’area di meno di quattrocento ettari è stata ricognita nell’arco di due mesi, un ritmo assolutamente nella media dei survey. Inoltre, la natura stessa dell’indagine e l’impossibilità di conoscere a priori la presenza o assenza di contesti archeologici rende assai difficile l’elaborazione di un cronoprogramma che, gioco forza, sarebbe difficile rispettare. Oggetto di grande dibattito è, inoltre,

457Non è detto, infatti, che essi coincidano esattamente con i limiti legati alla proprietà del fondo.

458Una parte minoritaria del materiale è esposta presso il Museo Civico di Maletto “Salvo Nibali”, mentre la maggior

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l’effettiva corrispondenza tra quanto rinvenuto in superficie e quanto celato nel sottosuolo459; si

tratta di un elemento che, insieme alla problematica interpretazione di alcuni depositi (off-sites o stratigrafie depauperate da attività antropiche?), continua a minare il grado di affidabilità delle ricognizioni archeologiche. Non mancano, in tal senso, anche posizioni accademiche, soprattutto degli storici, dominate da un sentimento di grande diffidenza460. Il survey, tra tutti i metodi per fare

archeologia sul campo, è quello che abbraccia una scala territoriale più ampia, e, in conseguenza di ciò, mette più facilmente in contatto gli storici con i dati archeologici.