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Ad un certo punto della chiacchierata, parlando delle dimensioni della torcia CV24, Nicoleta mi ha deto che questa era alta 176/180 metri, e il numero 176 si ritrova anche nella canzone Torcia, che ho citato in apertura del paragrafo precedente, trata dal disco dei Garbato initolato Vinyls 176. Marghera vista dalla luna. In realtà, durante l'intervista a Anthony e Tiziano27,

usando la funzione “maschere” di Google Earth siamo riuscii a vedere che la misura esata della

torcia più alta del petrolchimico era esatamente di 168 metri28

. In efei non c'è molta diferenza, ma il dato interessante è che il numero 176 non è deinibile come un errore propriamente deto, e non è saltato fuori a caso. In questa parte della storia è necessario introdurre un altro personaggio importante: si trata di Alessandro, un ex lavoratore Vinyls, collega di Lucio e Nicoleta. Alessandro è il cantante di una band progressive rock di nome Garbato, che negli anni 2012-2013 ha intrapreso un progeto legato alla storia della Vinyls, incidendo un disco initolato Vinyls 176.

Marghera vista dalla luna. Il itolo che Alessandro e la sua band hanno scelto per il CD è dovuto a

una trovata di Lucio, che mi ha raccontato poco dopo la ine della registrazione dell'intervista: durante gli anni della vertenza, ci fu un momento in cui furono recapitate ai lavoratori rimasi delle letere di licenziamento, dopo che erano già stai fai dei tagli e delle riduzioni di personale. Gli assuni nello stabilimento di Porto Marghera in quel periodo erano esatamente 176, e le letere furono recapitate ai lavoratori proprio nella fase in cui, se c'era da protestare, gli operai avevano cominciato a salire sulla torre. Lucio, che si era dovuto abituare a comunicare coi giornalisi e coi poliici in seguito alla spetacolarizzazione della vertenza, aveva capito che per veicolare il contenuto in modo rapido ed eicace bisognava parlare un po' per slogan: creare delle frasi, insomma, degli espedieni perché il messaggio passasse in modo chiaro e facesse un certo efeto sull'uditorio. In quell'occasione gli venne allora in mente che c'erano 176 lavoratori da licenziare, e che l'altezza della torre su cui lui e i suoi colleghi salivano era di 170/180 metri, all'incirca. Lucio propose allora un'analogia fra il numero di persone e i metri d'altezza della torre, e poco importava se quesi fossero stai esatamente 176 o meno, dato che l'obieivo primario era che il conceto fosse chiaro e che rimanesse ben impresso nella mente: è questo il riferimento che si ritrova nel itolo del CD e nel già citato testo della canzone Torcia, «centosetantasei metri, centosetantasei spregi». Tuto quanto il disco è dedicato a vari aspei della vertenza Vinyls, e i itoli delle canzoni

ripropongono vari episodi e sfaccetature dei concitai eveni di quei mesi e dell'impato emoivo che quesi hanno avuto sui lavoratori, che hanno vissuto sulla loro pelle la speranza e la rassegnazione. Per citare alcuni esempi, questo è un estrato dal brano Sulla sommità del ponte:

Si è spenta la luce sulla sommità del ponte, i han tolto il lavoro, e ora vaghi tra le onde i arrampichi sbatendo le tue ali,

pesani come piombo29

Il brano si riferisce ad un'esperienza compiuta da Alessandro in prima persona: mentre Lucio e Nicoleta salivano sulla torre, Alessandro infai si è direto verso il ponte Bossi con l'intento di salirci sopra. Il ponte è il cosiddeto “arco del petrolchimico” e collega fra loro le due estremità della penisola petrolchimica e della zona di Fusina. Il ponte però non è fato per essere atraversato a piedi: è infai composto da un intreccio di tubi e condote che collegano l'impianto del cracking dell'eilene presente sul waterfront della penisola alle due torce d'emergenza dell'impianto, come ho già accennato. Essendo impossibile camminarci sopra, il ponte è stato dotato di una streta scaleta in ferro che si trova incastrata soto all'intreccio delle condote, che permete di accedere alle varie sezioni dei tubi in caso di necessità. Servendosi dunque di questo angusto e pericoloso passaggio Alessandro è salito sopra al ponte, un altro simbolo del petrolchimico con una funzione aine a quella delle torce, in segno di protesta, tenendo conto da un lato che date le proporzioni nessuno a occhio nudo lo avrebbe visto, ma dall'altro che chiunque da Venezia o dalla laguna vede e riconosce l'arco del cracking, e quindi l'occupazione di un luogo così noto per quanto poco percepibile alla vista avrebbe avuto potuto avere un grande valore simbolico. Un'altra traccia presenta nel itolo i nomi delle persone a cui è dedicata, Lucio e Nico:

Non hanno più risposte, salgono sulla torre: l'altezza non fa più paura.

Passano giorni, mesi, speranze, delusioni, sono momeni di passione.

Lucio e Nico nella tenda e nel cuore la speranza

che anche giù la vita si riprenda. Lucio e Nico all'intervista

dicono la cosa giusta

dan fasidio a tui quanto basta30

In questo stesso brano si accenna anche ad un tema ripreso anche altrove nel disco: il tradimento da parte di alcuni colleghi. È capitato infai che altri lavoratori della Vinyls si siano dissociai da alcune delle azioni intraprese da Lucio, Nicoleta e Alessandro, tema di cui mi ha parlato anche Lucio nell'intervista sostenendo che è capitato che alcune iniziaive paricolarmente fori abbiano creato dei conlii. La quesione dell'isolamento da parte dei colleghi in alcune fasi della protesta traspare nei racconi di Lucio e Nicoleta:

Tuta la fabbrica s'è fermata nei vari scioperi. Poi su, per diri, nella iaccola, a 150 metri, lì... ci davamo un po' il cambio con alcuni colleghi, mm... prendevamo l'iniziaiva, qua devo esser sincera, io e Lucio prendevamo le iniziaive nel senso di andare, dopo ci venivano dietro gli altr-... sì perché tui dicevano «Ah ma, cossa serve far 'sta roba, cossa serve, tanto non cambierà mai nie-»… Ho capito non cambierà, ma se qualcuno non comincia a far qualcosa, capito... Va ben rassegnai, ma neanche umiliai capito, qua ci stanno portando via il lavoro da soto il... sedere, e nessuno dice niente.31

In altre canzoni si cerca di trasmetere il senso di rabbia e di smarrimento dovuto alla perdita del lavoro ataccando le categorie che hanno contribuito allo svolgimento della vicenda, come in Miserabili o in Avvocai di grido, mentre c'è anche una canzone dedicata ai colleghi di Porto Torres, che si initola Asinara e racconta l'esperienza dell'occupazione dell'isola in segno di protesta.

30 Lucio e Nico, in Vinyls 176. Marghera vista dalla luna, Garbato, 2013. 31 Intervista a Nicoletta, 21 luglio 2017

Vinyls 176. Marghera vista dalla luna è diventato anche uno spetacolo teatrale, nato dalla

collaborazione di Lucio, Alessandro e Nicoleta con Filippo Tognazzo, un atore professionista che si è interessato alla storia. Dal racconto fato dai tre protagonisi delle vicende reali è venuta fuori una storia impostata secondo l'ordine cronologico, molto precisa e puntuale, che ripercorre atraverso trai e date salieni le tappe principali della vicenda storica di Montedison, EVC ed Ineos Vinyls Italia e contemporaneamente gli eveni più importani che hanno segnato la vita in fabbrica di Lucio, Alessandro e Nicoleta, come gli anni in cui hanno iniziato a lavorare al petrolchimico o sono stai assuni a Porto Marghera, e le date dei giorni in cui hanno svolto azioni di protesta. Il itolo dello spetacolo – e prima ancora del disco – sono stai ispirai da uno degli ai compiui dai protagonisi durante i giorni delle proteste, nello speciico l'occupazione del ponte Bossi da parte di Alessandro:

Da lì in alto, nel freddo, gli sembra di avere tuto soto controllo. Di note gli pare di essere nello spazio, guardare Marghera dal ponte è un po’ come vederla dalla luna.32

La forma in cui viene rappresentato questo spetacolo è atualmente quella di un mix fra recitazione e canzoni, in cui Filippo Tognazzo recita i monologhi, intervallato dalle canzoni dei Garbato trate dal disco Vinyls 176 e cantate da Alessandro, ognuna con riferimento al contenuto del testo che è stato appena recitato. È in questa formula che lo spetacolo è stato presentato sia nel setembre 2017 all'Auditorium del Centro Culturale Candiani di Mestre, nel calendario degli eveni del centenario di Porto Marghera, sia al Vapore, lo storico locale all'inizio di via Fratelli Bandiera, durante i festeggiameni per il suo trentesimo compleanno nell'estate del 201633

. Il copione dello spetacolo me l'ha dato Lucio, non appena ci siamo conosciui, prima ancora di iniziare la nostra chiacchierata. La strutura narraiva del monologo infai è molto esplicaiva per

32 Dal copione di Vinyls 176. Marghera vista dalla luna, Filippo Tognazzo, p. 7. 33 Cap. i, par. 2.

chi si approccia alla storia della vertenza Vinyls: al suo interno sono presentai e spiegai sia i dai storici riferii ai passaggi di proprietà fra le varie aziende e al ruolo di ENI, sia i nomi degli impiani e delle materie prodote dalla Vinyls. Allo stesso tempo però il monologo approfondisce molto anche l'aspeto umano dei protagonisi della storia: vengono raccontate le vite di Lucio, Alessandro e Nicoleta e il modo in cui la chimica ha inluito sulla loro crescita, non solo professionale ma anche personale. Si rilete quindi molto sul ruolo del lavoro nelle vite dei protagonisi, e sul senso di un conceto che torna spesso anche nel racconto di Lucio e Nicoleta e negli aricoli di giornale che ne riportano le tesimonianze: la dignità. Le vicende private sono lo spunto per l'autore per riletere su grandi temi come quello, appunto, del senso del lavoro, come anche sul rapporto fra Marghera e la laguna. In uno spezzone in cui parla dei primi anni dell'esperienza di Lucio nelle fabbriche di Porto Marghera, Tognazzo scrive:

L’impianto34

si trova in via dell’Azoto e a L. in quel mondo fato di macchine e container sembra di aver già trovato il suo futuro. Anche suo padre è contento. Fa il cameriere a Venezia, già dagli anni ‘50. Mentre L. me lo descrive, io suo padre me lo immagino in piazza San Marco, che posa sulla tovaglia bianca un bicchiere di vino o un cafè. E al tavolo c’è un signore venuto da chissà dove, forse un americano, che fuma il suo sigaro e guarda lontano. E pensa, l’americano, che Venezia è bella come un pezzo di damasco in mezzo al mare. Anche il padre di L., in quel 1986, guarda il mare, ma osserva più in là del Canal Grande, guarda oltre la laguna, oltre il ponte della Libertà, lì dove crescono Enichem, EVC e le altre aziende di Porto Marghera, con le loro luci, i loro fumi, le loro sirene urlani. E pensa, il padre di L., che quel suo iglio tanto amato e irrequieto, col suo futuro, sta lì, sulla terraferma, mentre loro due, lui e l’americano, sono due naufraghi su una zatera in rota contro il progresso.35

Quando parlavamo dello spetacolo e del disco, ho sempre avuto l'impressione fosse qualcosa a cui Lucio e Nicoleta tenessero molto: ad esempio, mi hanno invitata ad assistere alla rappresentazione di setembre al Candiani, e mi hanno poi chiesto che cosa ne pensassi. Nelle prime fasi in cui è nato il CD era Nicoleta a suonare la chitarra nelle rappresentazioni pubbliche: in

34 Si riferisce alla fabbrica di fertilizzanti azotati di Enichem, ex Agrimont, in cui Lucio ha iniziato a lavorare 35 Dal copione dello spettacolo Vinyls 176. Marghera vista dalla luna, Filippo Tognazzo, p. 4.

quelle occasioni la parte recitata e quella musicale erano ancora autonome, e lei mi ha raccontato di aver suonato le canzoni del disco in varie occasioni, fra cui il concerto del primo maggio a Forte Marghera, la sagra di Rifondazione Comunista di Venezia in campo San Giacomo de l'Orio, e la piazza di Mogliano Veneto, un paese che si trova nell'entroterra a metà fra Mestre e Treviso. In base alle parole contenute nel testo del copione e a quelle dei racconi delle mie interviste, mi sento di afermare che questo è dovuto certamente al contenuto dello spetacolo, cioè al fato che vengono raccontate le storie dei protagonisi e il loro ruolo nelle vicende della chimica italiana, ma che c'è anche qualcos'altro. Il coinvolgimento direto e profondo di Lucio, Nicoleta e Alessandro nella stesura stessa del copione, nonché la modalità con cui questo spetacolo viene difuso, sono una rappresentazione della metodologia nonviolenta con cui i lavoratori Vinyls hanno sempre cercato di raccontare la loro vicenda senza costruzioni, senza ai violeni o dannosi, con il solo intento di fare in modo che il maggior numero di persone possibile fosse a conoscenza di quello che stava accadendo agli operai Vinyls.

Vogliono condividere la loro storia con gli altri, per non perderla, per non farla naufragare, perché sanno che se la storia scompare perde di senso anche la loro lota. Non è l’estremo tentaivo di vincere un’ulima bataglia (la guerra, quella, sanno di averla già persa in partenza), semmai il racconto serve per dare alla bataglia stessa un senso.36

In efei, quando ho chiesto a Nicoleta come mai non hanno mai deciso di uilizzare un metodo di protesta diverso, più drasico, vista la situazione, lei mi ha risposto secca:

No, no no. Non è nella nostr-... noi siamo operai, ma siamo anche persone con una certa dignità, e sopratuto, persone civili. Non siamo assolutamente né violeni, né... nonostante la rabbia sia stata tanta […] Noi abbiamo sempre deto, facciamo le proteste eclatani dove... a parte cerchiamo di non fare male alla gente, far male a nessuno, perché non è giusto che la gente paghi per qualcosa che siamo subendo noi, però che la gente sappia.37

36 Ibid., p. 2.

Questo approccio alla protesta denota una certa consapevolezza del cambiamento dei tempi, nonché della necessità di modulare il contenuto rispeto all'uditorio: gli operai Vinyls hanno saputo rintracciare e cogliere le occasioni giuste per catalizzare l'atenzione sulla loro vertenza, e grazie al non aver mai nascosto l'aspeto umano del loro coinvolgimento in questa vicenda hanno proposto delle moivazioni allo stesso tempo individuali e colleive, che non sono rimaste indifereni neanche ai parroci di Marghera, di cui si racconta che in alcune occasioni durante le prediche prendessero le difese degli operai e della loro lota per il lavoro. La scelta di salire sulla torcia e sul ponte Bossi si è rivelata molto opportuna, ad esempio, dal punto di vista mediaico, dato che un numero esiguo di persone è riuscito a concentrare su di sé l'atenzione di moli dei principali mass media nazionali, quali telegiornali non solo locali e sii internet, raggiungendo così un target di popolazione molto ampio e variegato, che una manifestazione territoriale per quanto partecipata diicilmente avrebbe intercetato. Data l'eccezionalità del gesto e la durezza delle condizioni con cui Lucio, Nicoleta e Alessandro si sono misurai in iaccola e sopra il ponte, in moli si sono meravigliai e si sono avvicinai a questa storia, inché non è dovuto intervenire addiritura il Ministero dello Sviluppo Economico, con delle promesse che sono state poi immediatamente disatese38

. L'impostazione soggeiva e mediaica della strategia di difusione della vertenza si è confrontata in alcuni momeni anche con il coinvolgimento della cultura nazionalpopolare. Ad esempio:

Lucio: Ma poi se ga innamora' tanta gente... Vasco Rossi, Pensa!, allora... Giada: Sì mi accennava Nicoleta...

Lucio: Il sindaco di Mira era... giornalista del Gazzeino, Marco Dori. Un giorno mi fa «Lucio! Bisogna scrivere una letera a Vasco Rossi» «Ma no, Vasco Rossi...» «Dai,

38 Il Ministro dell'epoca, Paolo Romani, si è recato a Porto Marghera in visita, per convincere gli operai a scendere dalla torcia. In quell'occasione il Ministro si pronunciò sul fatto che la chimica a Porto Marghera fosse strategica, e come garanzia sentenziò, come ben ricordano gli operai, «Ci metto la faccia». Fu firmato anche un accordo interno tra le varie parti che facesse da garanzia agli interessi dei lavoratori, ma nonostante ciò le promesse fatte dal Ministro non furono mai rispettate, con grande rammarico, ancora oggi, nei racconti di Nicoletta e Lucio. Si vedano le interviste e l'articolo Il Ministro Romani a Marghera: «Vinyls, partita chiusa entro il 10 marzo», in La Nuova di

scrivigli una letera a Vasco Rossi!», e io, co 'na carta, scrivo una letera! Giada: «Caro Vasco Rossi...» [ridendo]

Lucio: Sì, una roba del genere! Era sul periodo del sciopero della fame. «Caro Vasco Rossi, io le scrivo...», ma perché noi... ma, me sembra g'abbia messo anche qualcosa de poeico, me son buta' un poco così... mando ea letera, gliela mando in Segreteria CGIL, i fa una letera aperta... dopo cinque giorni ghe telefona la sua manager che è Tania Sachs, che ci vuole incontrare... all'Heineken Jammin' Fesival de... de qua. E quando eravamo su... sul campanile ci ha telefonato, quel giorno.

Giada: Madoooooonna...

Lucio: «Vi meritate il posto di lavoro»... pensa Vasco!39

I lavoratori Vinyls dunque, e nello speciico Lucio e Nicoleta, hanno cercato come prima cosa la comunicazione, e l'hanno fato coinvolgendo varie pari del tessuto sociale atraverso canali informaivi diversi. La caraterisica principale di questo ipo di mobilitazione infai è quella di essere stata mediaica e per gran parte anche “musicale”: l'obieivo di suonare le canzoni del disco e di promuovere lo spetacolo teatrale è proprio questo, di raccontare cioè atraverso le storie dei protagonisi il signiicato del lavoro. In questo modo nei racconi di Lucio, Nicoleta, Alessandro e Filippo Tognazzo ricorre la parola “dignità”, come una sorta di scinilla d'accensione, un fondo al di soto del quale ci si è riiutai di andare. La scelta di salire sulla iaccola viene raccontata come una reazione ad un'ingiusizia spropositata, enorme quanto la dimensione della torcia stessa, incomprensibile ed estrema come può essere interpretata la scelta di restare per giorni in dicembre a 150 metri d'altezza a dormire, per una bataglia che forse si considera addiritura già persa ma che bisogna combatere ino in fondo per poter raccontare, come ci fa pensare lo stralcio di copione trato dallo spetacolo.