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MATERA E LA CANDIDATURA A CAPITALE EUROPEA DELLA CULTURA

CAPITOLO IV MATERA E IL TURISMO DI COMUNITÀ E PARTECIPATO:

2. MATERA E LA CANDIDATURA A CAPITALE EUROPEA DELLA CULTURA

Dopo Firenze (1986), Bologna (2000) e Genova (2004), il 2019 sarà l’anno di Matera Capitale Europea della Cultura, titolo che oltre all’Italia è stato assegnato anche a Plovdiv per la Bulgaria. La competizione tra le città italiane ha avuto inizio nel 2006 e ha visto la partecipazione di 21 città, tra queste solo 20 hanno presentato il dossier alla scadenza fissata,145

superando anche la Spagna che per il suo anno di competenza, il 2016, ha visto competere 15 città per il titolo, detenendo così il record nella storia del programma delle Capitali Europee della Cultura.

Matera è sempre stata un centro innovativo e sperimentale ed ha sempre saputo guardare avanti, nonostante tutto, riuscendo a catturare per più di una volta l’attenzione nazionale e internazionale. Resilienza e coraggio sono i punti di forza dell’intera cittadina, infatti molte sono state le volte in cui Matera si è riprogettata, reinventata ed è uscita vincente contro ogni aspettativa. Da “vergogna nazionale”, così come è stata designata nel 1948 da Palmiro Togliatti per le condizioni igienico-sanitarie in cui versava la popolazione, è stata la prima città del Sud Italia ad essere nominata Patrimonio dell’Umanità nel 1993 ed è stata la prima volta in cui è stato inserito nel Patrimonio Unesco

145 Aosta, Bergamo, Cagliari, Caserta, Città-diffusa Vallo di Diano e Cilento

con la Regione Campania e il Mezzogiorno d’Italia, Grosseto-Maremma, L’Aquila, Lecce, Mantova, Matera, Palermo, Perugia con i luoghi di Francesco d’Assisi e dell’Umbria, Pisa, Ravenna, Reggio-Calabria, Siena, Siracusa e il Sud Est, Taranto, Urbino, Venezia con il Nordest. La città che non presenta il dossier di candidatura è Erice.

Figura 32 Veduta delle due Capitali Europee della Cultura 2019

non un singolo bene culturale, ma l’intero paesaggio: i Sassi e il Parco delle Chiese rupestri.

Figura 33 Veduta dei Sassi di Matera

Sempre seguendo l’onda della resistenza e del rinascere, a quasi vent’anni di distanza, Matera si è Candidata a Capitale Europea della Cultura «in nome dell’intero Sud d’Italia, del Sud d’Europa e di tutti i Sud del mondo, per esprimere e rappresentare le culture dimenticate, quelle che hanno chiavi e valori profondi per sbloccare una situazione di crisi - economica, culturale, sociale - da cui le culture dominanti non riescono a uscire».146

Una sfida che ha fatto discutere, che ha dato vita a strutture di governance inimmaginabili come l’unione delle citta e delle province di Potenza e Matera superando ogni forma di campanilismo tipico della Regione Basilicata e che ha visto la partecipazione di centinaia di persone durante tutta la fase candidatura, dando vita ad un percorso di candidatura partecipato e ben integrato con il territorio. I protagonisti di questo percorso partecipato sono stati in primis i cittadini materani ma anche tutti i cittadini dell’intera comunità lucana: i comuni lucani, le associazioni sociali, culturali, religiose, operatori privati ed anche persone non legate a Matera ma che tuttavia si sono schierate con essa per il valore intrinseco della sua candidatura e per l’importanza della sfida stessa.

L’idea di candidare Matera a Capitale Europea della Cultura 2019 è nata nel 2009 da un gruppo di giovani materani, tra i quali Vito Epifania, Ilaria D’Auria, Francesco Salvatore, facenti parte di alcune associazioni culturali, che hanno dato vita all’Associazione Matera 2019, col fine di istituire un percorso di candidatura mediante il coinvolgimento dell’intera comunità locale, il cosiddetto percorso bottom-up. Questi giovani svolgono un ottimo lavoro preparatorio, traducendo i documenti della commissione, preparando presentazioni, incontrando istituzioni di ogni livello: dal Comune alla Provincia, alla Regione, fino a Bruxelles, per poter partecipare agli eventi organizzati dalla Commissione Europea per gli staff di città intenzionate a candidarsi. Dalla condivisione del progetto con le istituzioni ed il territorio è nato il Comitato

(di scopo) Matera 2019, in data 29 luglio 2011 ai sensi dell’art.39 e ss. del Codice Civile ed in linea con le linee guida della Commissione Europea, in quanto assicura sia il Figura 35 Logo Matera 2019

supporto delle Istituzioni che un’autonomia operativa del gruppo tecnico coordinato dal Direttore e supportato dal Comitato Scientifico, di cui fanno parte: il sindaco di Matera che ne è presidente, il sindaco di Potenza, il Presidente della Regione Basilicata, i Presidenti delle due Provincie, il Presidente della Camera di Commercio e il Rettore dell’Università degli studi della Basilicata. Tale composizione del Comitato consente di esplicare che la candidatura:

- Non è una questione solo materana, bensì coinvolge l’intera Regione Basilicata;

- Le istituzioni approvano ed appoggiano il processo di candidatura. Grazie alla partecipazione dei vari stakeholders e alla libertà operativa, il Comitato ha dato vita ai primi progetti pilota, ha cercato di intensificare le relazioni internazionali e attrarre operatori e talenti da tutta Italia ed Europa. Infatti nel rispetto delle linee guida dell’Unione Europea, il Comitato ha costituito la candidatura su un connubio tra esperi locali ed esperti internazionali, che si riflette anche nella composizione del Comitato scientifico. Il Comitato Matera 2019 è stato poi sostituito il 3 settembre 2014, ancor prima della consegna del secondo dossier di candidatura, a seguito dell’istituzione della Fondazione Matera-Basilicata 2019, che opererà fino al 2022, come strumento operativo nella gestione dei progetti.

Come ha sostenuto il sindaco di allora, Salvatore Adduce: «noi siamo il malleolo dello stivale, generalmente ritenuto una zona poco ospitale. Ma abbiamo sconfitto questa diceria. Ora possiamo essere un esempio per il sud, per l'Italia e un'offerta per l'Europa. Magari partirà da noi l'invito ad occuparsi maggiormente del meridione del continente».147

E sempre come sostiene Salvatore Adduce, nel Documento di indirizzo

presentato e approvato dal Consiglio comunale di Matera il 16 giugno 2011

147

http://www.repubblica.it/cultura/2014/10/17/news/ravenna_matera_cagliari_le cce_perugia_siena_capitale_europea_cultura_2019_italia-98351774/

«Matera - cogliendo questa sfida, che sia vinta o meno - può concretizzare la possibilità di diventare una delle principali città attrattive non solo di turisti ma anche di preziose risorse mobili (talenti, industrie creative) e specializzarsi in settori di servizi ad alto valore aggiunto. La dimensione di Matera induce a pensare la possibilità di nuovi modelli per città della sua stessa tipologia in Europa e nel Mediterraneo, ma anche nella fascia centroamericana, centro africana e centro asiatica. Quanto potrà essere sperimentato a Matera potrà divenire di esempio a livello mondiale, e non potrà che essere un nuovo modello culturale di progettare, fruire, comunicare città di piccole e medie dimensioni. Ma oltre alla sperimentazione sociale, tecnologica, ambientale, oltre alla sua tipologia che la rende simili a tante città del Sud del mondo che hanno voglia di dimostrare che questo Sud è un valore, un valore condiviso, mondiale, un modello di convivenza, noi vogliamo offrire anche un nuovo metodo per costruire la sua candidatura e soprattutto un meccanismo fortemente innovatore per i sistemi culturali. Vogliamo costruire una città aperta, che sappia dare carta bianca agli operatori europei della cultura e dell’arte, e realizzare con tre anni di progetto uno spazio disponibile a tutti, fatto di infrastrutture economiche che abbattono i costi, di infrastrutture operative che rendono più facile realizzare le proprie idee, fatto di tecnologie che rendono rapide e condivise le comunicazioni e i commenti».148

Infatti per il secondo e definitivo dossier di candidatura anziché utilizzare lo slogan del primo dossier: “INSIEME / TOGETHER / TO-GET-THERE”, è stato scelto lo slogan “Open Future”, una metodologia aperta, che si auto-genera da proposte condivise, «una cultura aperta, in tutte le sue molteplici declinazioni: aperta perché accessibile a tutti; aperta perché non oscurantista nei confronti dei pensieri e delle sensibilità; aperta perché disponibile al

148 DOCUMENTO DI INDIRIZZO Candidatura di Matera a capitale Europea

della cultura nel 2019 (Presentato e approvato dal Consiglio comunale di Matera il 16 giugno 2011)

dialogo».149 In questo

modo si è dato vita ad una rete che ha dato l’opportunità ai cittadini, alle associazioni, agli operatori turistici e ai commercianti di poter esporre la propria opinione ed essere coinvolti nel processo di candidatura.

Questa nuova tipologia di programmazione culturale tende ad incoraggiare e a promuovere le competenze, le capacità e soprattutto la creatività dei cittadini, dando vita a percorsi di co-creazione e co-innovazione. In particolare l’azione diretta della popolazione è stata garantita grazie alla realizzazione di una piattaforma online collaborativa150 ed è stata individuata una sede

operativa del Comitato Matera 2019, presso il palazzotto del Casale, dove tutti gli interessati hanno avuto l’opportunità di esporre le proprie idee, dubbi, proposte, coltivato progettualità autonome, recandosi di persona.

Nella realizzazione del dossier di candidatura il Comitato Matera 2019 si è interrogato sul ruolo che la città e il suo territorio possono svolgere nei confronti delle altre città europee, su come le realtà territoriali lucane possono lavorare con le altre realtà europee, per arrivare all’individuazione dei seguenti obiettivi di candidatura:

1. «Matera come luogo in cui vivere e produrre cultura, innovazione, buone pratiche;

2. Consolidare Matera quale destinazione turistica;

3. Attestare il ruolo della Basilicata come regione innovatrice per eccellenza;

149 Dossier candidatura Matera 2019, p.7 150http://community.matera-basilicata2019.it/

4. Aumentare il peso del sud quale baricentro socio economico culturale italiano;

5. Incrociare al meglio cultura e tecnologia; 6. Attirare nuovi investimenti privati;

7. Aumentare il numero dei residenti nei Sassi».151

Il dossier definitivo di candidatura è stato consegnato ufficialmente dal Presidente del Comitato Matera 2019, allora sindaco Salvatore Adduce, a Roma presso la sede del MIBACT l’8 settembre 2014. Il dossier è stato curato da Joseph Grima ed Alessandro Bollo con la collaborazione dello staff di Matera 2019, del Comitato Scientifico e dagli operatori locali, nazionali e internazionali interessati.

Partendo dal Primo dossier di Candidatura, che si basava su cinque temi: - Futuro Remoto; - Radici e Percorsi; - Continuità e Rotture; - Connessioni e Riflessioni; - Utopie e Distopie;

il dossier definitivo si compone di sette capitoli, di un appendice e di una serie di mappe relazionali. Ogni tema si articola in cluster o gruppi progettuali, che

151 DOCUMENTO DI INDIRIZZO Candidatura di Matera a capitale Europea

della cultura nel 2019 (Presentato e approvato dal Consiglio comunale di Matera il 16 giugno 2011)

sviluppano un determinato aspetto del tema attraverso diverse iniziative che possono essere di piccola, media e grande scala.

Nello specifico i cinque principali filoni tematici sono i seguenti:

- «Futuro remoto: Matera ha mantenuto pratiche economiche, sociali e culturali che oggi sono le radici di un modello di sviluppo europeo condivisibile, che recupera la modernità delle antiche pratiche ecologiche e di un'economia agricola basata sulla condivisione. Il vicinato e il co-working. Il rito della Festa della Bruna e il centro di Geodesia spaziale. Qui si vive da ottomila anni, è il momento di pensare ai prossimi mille.

- Radici e percorsi: Matera e la Basilicata sono state e sono terre di passaggio, scambio e trasformazione. Dagli antichissimi percorsi e riti ciclici della transumanza alle influenze della Magna Grecia, di Roma, bizantine, longobarde, arabe, normanne e sveve. Dalle immigrazioni alle emigrazioni dei (giovani) lucani sparsi nel mondo, minoranza altrove. Uscire dal falso e costruito ed entrare nell'autentico di "wild Basilicata".

- Riflessione e connessione: ci candidiamo per dimostrare che arte, economia, abitare, ambiente sono un tutt'uno. La nostra non è una candidatura di grandi eventi, ma di cittadinanza culturale, che consenta ogni giorno di fare incontri sorprendenti e di immaginare nuovi modelli di vita, cultura ed economia. Ad esempio, il tempo, che a Matera scorre più lentamente, l'ambiente fisico di Matera, che ci incoraggia a ripensare le cose ab initio e a considerare questioni esistenziali e valori fondamentali.

- Continuità e rottura: l'esodo dai Sassi negli anni '50 e '60 è diventato l'emblema di una rottura, di una crisi, di un collasso della comunità, ma insieme simbolo di una capacità della comunità materana di resistere e riadattarsi e continuare a vivere dopo mutamenti improvvisi. Il percorso di ricucitura non è affatto completato. Vogliamo riuscirci insieme all'Europa, offrendo i Sassi come luogo di sperimentazione di nuove

tecnologie, di economie e modelli di residenza, facendo della città un laboratorio per tutta la comunità creativa europea.

- Utopie e distopie: Matera intende rappresentare sé stessa come città- simbolo di tutte le culture dimenticate, di tutti i Sud del mondo, portatori però di valori che possono sfidare e rimettere in questione le risposte ortodosse (e perlopiù inefficaci) alla crisi europea, sviluppando progetti che creino valori sia economici che etici, al fine di produrre un nuovo modello di sviluppo culturale e sociale. Insomma, Matera cerca di sondare i temi più difficili della vita urbana del XXI secolo e di dare un risposta concreta, fatta di buone pratiche. Un'utopia indispensabile».152

Ciascun progetto è realizzato in modo tale da coprire sia la dimensione locale, regionale, meridionale ma soprattutto europea. Inoltre il dossier poggia su due progetti chiave, ovvero la realizzazione del:

- Istituto Demo-Etno-Antropologico (I-DEA), da collocare nel Sasso Caveoso, ideato come luogo di memoria e di ripensamento dei valori della collettività. In particolare l’I-DEA consiste nel mettere in rete gli innumerevoli archivi presenti all’interno della Regione Basilicata, come il Circolo della Scaletta, l’archivio della Riforma Fondiaria degli anni cinquanta del secolo scorso e la ricchissima Cineteca di Oppido Lucano; ma anche la mappatura della memoria orale della città e della Regione, le festività, i dialetti ed altri aspetti del patrimonio culturale tangibile e intangibile della Basilicata. In tal modo sarà possibile rendere fruibile questo patrimonio unico a tutti gli insegnanti, studenti, accademici, policy makers; inoltre tale utilizzo dinamico degli archivi sarà utilizzato come modello per altre città e regioni europee.

o Per la realizzazione dell’I-DEA verranno utilizzate reti quali NEMO - Network of European Museum Associations, Peer-to- Peer Foundation e molte altre.

152http://www.matera-basilicata2019.it/it/mt2019/percorso/temi-della- candidatura.html

- Open Design School: collocato nel sasso Barisano. Tale progetto nasce proprio dal legame di lunga data tra Matera e il design in quanto per decenni la cittadina lucana è stata famosa in tutta Europa per il distretto del mobile imbottito; tuttavia recentemente l’industria del design materana ha vissuto in un periodo di crisi profonda e, affinché questo legame non fosse andato perduto, la Fondazione ha deciso di dar vita alla prima scuola di design in Europa a fondarsi sui principi dell’open culture che darà vita ad una generazione di designer con competenze e capacità necessarie e a sviluppare localmente gran parte delle tecnologie e delle strutture indispensabili per realizzare il cartellone di Matera 2019. Mediante l’ODS Matera lavorerà con altre organizzazioni all’avanguardia nell’ambito dell’Open Design come: l’Eindhoven Design Academy (Eindhoven, NL), Z33 (Genk, Bruxelles), l’Architectural Association (Londra, UK) ed altre ancora. Oltre ai corsi annuali, ai tirocini e agli scambi studenteschi, aperti a partecipanti di tutte le età, la scuola offrirà soggiorni di una settimana per visitatori, workshop divulgativi indirizzati alle comunità locali, laboratori per bambini ed eventi Coderdojo, e sarà uno dei principali organizzatori dell’annuale Open Culture Festival di Matera.

L’Open Design School e l’I-DEA saranno due centri di eccellenza, sperimentazione ed innovazione, sia a livello nazionale che europeo.

Dal punto di vista turistico la Fondazione Matera-Basilicata 2019 intende consolidare la città di Matera quale destinazioni turistica, facendone un luogo sicuro, accogliente, ospitale, e che coinvolga comunità temporanee di persone che possano abitare i suoi Comuni per motivi di lavoro, studio, riflessione e rigenerazione personale.

Tra gli obiettivi turistici predisposti all’interno del dossier di candidatura sono: - Aumento del numero degli arrivi passando da 200.000 a 600.000 arrivi

annui;

- Passaggio dal 30% al 50%, nel 2020, della percentuale di arrivi stranieri;

- Aumentare i tempi di permanenza media dei turisti nella cittadina di Matera del 30%;

- Migliorare l’accessibilità tra Bari e Matera con autobus e treni, per una frequenza oraria di 45 minuti;

- Migliorare la mobilità turistica all’interno della destinazione, mediante l’abbandono del mezzo privato perso un sistema di mobilità pubblica ben integrato e a basso impatto ambientale;

- Ospitare almeno il 10% degli artisti che si recano in Basilicata nel 2019 all’interno delle famiglie materane per far vivere un’esperienza autentica.153

Infine le motivazioni che hanno portato a decretare Matera Capitale Europea della Cultura, con 7 voti su 13 sono:

- «L'obiettivo di Matera di porsi alla guida di un movimento finalizzato all’abbattimento degli ostacoli che impediscono l’accesso alla cultura, soprattutto attraverso nuove tecnologie e processi di apprendimento, è visionario.

- La giuria è stata colpita dall’entusiasmo e dalla innovatività caratterizzanti l’approccio artistico. Ci sono diversi progetti dotati del potenziale per attrarre un varia e più ampia audience europea, compresa la grande mostra Rinascimento del Mezzogiorno.

- La giuria ha apprezzato l’impegno con le istituzioni e le associazioni culturali esistenti tradizionali, e soprattutto la maniera in cui hanno già iniziato a modificare le loro procedure. Questo approccio potrà avere una più ampia applicazione per le istituzioni culturali europee.

- La giuria ha apprezzato la grande attenzione dedicata alla tecnologia digitale che nel 2019 sarà ancor più rilevante in ambito culturale e sociale di quanto non lo sia adesso. Il programma spazia da un canale TV online alla digitalizzazione di archivi di beni culturali fino all’insegnamento dei linguaggi di programmazione per i più giovani. Tutto ciò costituisce per una ECoC un approccio lungimirante ed innovativo.

- La politica di inclusione è progressiva, con una enfasi sul coinvolgimento nei progetti di quanti frequentemente esclusi dalla cultura piuttosto che sulla creazione di linee progettuali parallele. La giuria ha apprezzato la forte intenzione a porre in primo piano la partecipazione ed il Co-Design.

- Il dossier di candidatura riconosce questo punto debole, anzi la necessità di capacity building nel settore della cultura e nella pubblica amministrazione è uno degli obiettivi principali.

- La giuria ha analizzato l’intenzione di incrementare il settore turistico portando le presenze annuali da 200.000 a 600.000, e le possibili ricadute sul fragile ecosistema della regione. La giuria ha ricevuto rassicurazioni con riferimento a ricerche che hanno dimostrato la sostenibilità di tali numeri.

- La giuria è stata colpita da come quello che inizialmente era null’altro che un’iniziativa popolare si sia evoluto in un elemento formale collocato al centro della pianificazione cittadina e regionale.

- L’impegno concreto a coprire il 70% del finanziamento, a prescindere dal risultato della competizione, è una chiara dimostrazione della centralità del programma ECoC per lo sviluppo della città e della regione. Si tratta di uno dei più limpidi esempi, in anni recenti, di programma di città candidata pensato come parte di un piano strategico e non come semplice candidatura per una competizione».154

I cinque anni del percorso di candidatura hanno dato a Matera l’occasione di destare curiosità nei media nazionali ed internazionali, consentendole di mettersi in rete con molte realtà italiane e straniere e iniziare a beneficiare dei ritorni nel settore turistico. Da luogo culturalmente e fisicamente isolato Matera è diventata un luogo aperto, di condivisione e sperimentazione sia a livello amministrativo, che culturale, che sociale. Se il biennio successivo alla proclamazione: 2015-2016 è stato dedicato alla costruzione delle competenze, il biennio 2017-2018 sarà il biennio della co-produzione e della preparazione, mentre l’ultimo periodo 2019-2020 si baserà sulla produzione e sulla presentazione dell’evento e del consolidamento dei progetti.