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CAPITOLO III CASI STUDIO TRA TURISMO DI COMUNITÀ E TURISMO

1. TURISMO DI COMUNITÀ IN ITALIA

Come è stato possibile notare, il turismo di comunità si è sviluppato inizialmente nei Paesi del Sud del mondo e solo in un secondo momento si è diffuso anche in Italia. In particolare l’interesse per questa nuova forma di turismo responsabile si avverte in quelle aree considerate più arretrate dal punto di vista sociale ed economico, come la fascia appenninica e le località dell’entroterra, colpite da fenomeni di emigrazione, di invecchiamento della popolazione locale e di chiusura di tutte le attività economiche e sociali. Tuttavia elemento essenziale per avviare questa tipologia di sviluppo turistico è l’esistenza di una comunità solida, che vive in un dato luogo, affronta gli stessi problemi e condivide un’ideale, degli obiettivi.

Nei paragrafi successivi verranno analizzati casi studio italiani che forniscono maggiori delucidazioni sull’importanza dello sviluppo del turismo di comunità e dei relativi benefici che ogni singola località ne ha usufruito. In particolare verranno analizzati:

- Cooperativa di comunità “Valle dei Cavalieri” di Succiso; - I Briganti di Cerreto

COOPERATIVA

DI

COMUNITÀ

“VALLE

DEI

CAVALIERI” DI SUCCISO

A seguito di una disastrosa frana avvenuta negli anni settanta del secolo scorso a Succiso, un piccolissimo borgo collocato a 980m sopra il livello del mare, sull’Appennino Tosco-Emiliano, si è assistiti a continui eventi di abbandono ed emigrazione della popolazione locale e la conseguente chiusura di tutte le attività produttive e commerciali. Dopo la chiusura dell’ultimo bar del paese, sinonimo della fine di uno dei pochi punti di ritrovo della comunità, il 9 gennaio del 1991 un gruppo di nove amici, ragazzi aderenti alla Pro Loco, hanno deciso di costituire la Cooperativa di Comunità “Valle dei Cavalieri”, il cui nome deriva dalla valle in cui si trova Succiso. I motivi principali che hanno spinto questi giovani amici a dar vita a quella che è considerata la prima cooperativa di comunità nata in Italia sono: tutela del territorio, salvezza del paese e creazione di occupazione. Inizialmente la Cooperativa si è occupata del recupero della vecchia scuola elementare del paese per aprirci un bar, il luogo di ritrovo che era stato perduto, ed una bottega di prodotti alimentari che vende il pane di propria produzione ed attira anche i clienti dei paesi vicini. Nel 1993 è stato avviato un ristorante che conta 220 coperti e un agriturismo con venti posti letto. Nel 1997 è stata acquistata una vecchia stalla per poter avviare l’allevamento delle pecore. Nel 2005 nasce il progetto didattico del Parco Nazionale Appennino Tosco-Emiliano: Neve Natura e Cultura d’Appennino ovvero uno stage che si rivolge agli studenti, modulato in base alla loro età e alle diverse esigenze, al fine di vivere un’esperienza diretta con l’ambiente appenninico nella stagione invernale, mediante:

- «La pratica diretta della neve e della natura senza impianti (accompagnamento in ambiente con guide ambientali, istruttori di nord Walking e maestri di sci);

Figura 22 Logo Cooperativa di Comunità Valle dei Cavalieri

- Lo studio e l’apprendimento di elementi di geografia, geologia, meteorologia, ambiente, storia, economia e letteratura relativa all’Appennino, con docenti qualificati;

- L’incontro e la conoscenza delle attività e comunità locali tramite visite guidate, serate tematiche presso imprese, gruppi e operatori culturali».118

Pertanto mediante tali stage è stato possibile sviluppare un modello di fruizione turistica della montagna alternativa al classico turismo invernale che si concentra solo nei periodi festivi ed è legato all’apertura degli impianti sciistici.

Nel 2008, nell’ambito della convenzione Parco nazionale e Unione Italiana Sport Per tutti (UISP) è stata aperta la Scuola di Montagna e di Appennino di Succiso per organizzare passeggiate ed insegnare ai giovani la passione per la montagna mediante la collaborazione di accompagnatori professionisti: Guide Ambientali Escursionistiche, Guide Alpine, Maestri di Sci nordico. Recentemente è stato aperto anche un piccolo centro benessere.

Inoltre la Cooperativa si è occupata anche del recupero dell’attività storica ovvero dell’allevamento delle pecore allo stato brado e della produzione di formaggio, secondo un disciplinare studiato in collaborazione con l’Università di Modena e Reggio, e con l’Università di Bologna. Tra le priorità della Cooperativa di Comunità rientra anche la tutela dell’ambiente, infatti essa si occupa anche della pulizia e della sistemazione dei sentieri e dei prati. Mentre mediante la collaborazione con il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco- Emiliano, vengono organizzate passeggiate in montagna per i turisti. In più la Cooperativa ospita nei propri locali l’ufficio postale, un centro di informazione del Parco Nazionale e, sempre tra i servizi rivolti alla comunità, essa ha ricevuto dal comune di Ramiseto l’incarico di accompagnare con i minibus i bambini, di Succiso e delle frazioni limitrofe, a scuola e svolgere commissioni per gli anziani.

Sempre ai fini della sopravvivenza e della sostenibilità della Cooperativa, i dipendenti ricoprono funzioni molteplici e intercambiabili ed ogni giorno cambiano lavoro, anche più volte nella stessa giornata: si portano gli alunni a scuola, si lavora il formaggio, si preparano le pizze per il ristorante.

Pertanto grazie all’operato della Cooperativa, spinta dall’amore profondo per il territorio e dal forte senso di appartenenza ad una comunità, il paese è tornato a vivere. «Se durante l’inverno gli abitanti sono 65, in estate diventano 500-600. I dipendenti a tempo pieno sono sette (di cui due romeni e due portatori di handicap), più cinque o sei stagionali. Lo stipendio medio è sui 1.000 euro al mese e il fatturato della Cooperativa è di circa 700.000 euro all’anno. In venticinque anni di attività, l’investimento globale è stato di un milione e mezzo di euro».119

Ne consegue che la Cooperativa di Comunità Valle dei Cavalieri di Succiso può essere considerata un esempio di innovazione sociale ed un ottimo esempio per coniugare sostenibilità ambientale, sviluppo e ripopolamento, anche perché un tal progetto di cittadinanza attiva, ha comportato benefici non solo per la cittadina di Succiso, ma anche per tutta l’area circostante.

Il 2016 è stato l’anno del venticinquesimo anniversario della nascita della Cooperativa, un anniversario importante ove hanno partecipato diverse persone tra cui il ministro del Lavoro Giuliano Poletti. Tutti gli intervenuti hanno sottolineato l’importanza di questo progetto della Valle dei Cavalieri, la quale oggi rappresenta una delle più significative cooperative di comunità italiane, un modello da imitare, diventato oggetto di studio da parte di molti studiosi italiani e stranieri. Infatti nel 2013 il prof. Naonori Tsuda, docente di economia all’Università St. Andrew’s di Osaka (Giappone), che si occupa di ricerca nel settore no-profit e delle politiche socio-economiche, ha voluto visitare la Cooperativa di Comunità Valle dei Cavalieri in quanto considerato uno dei più significativi esempi di “cooperativa di comunità”.

Inoltre nel 2013 la Cooperativa è stata premiata dalla Confederazione Italiana Agricoltori (CIA) con la Bandiera Verde Agricoltura «conferito alle eccellenze agricole, all’innovazione e alla tradizione, alla solidarietà e ai comportamenti virtuosi».120

Oggi alcune amministrazioni locali vedono nel modello di Cooperativa di Comunità uno strumento utile per poter salvaguardare i piccoli paesi situati in aree marginali al fine di garantire il mantenimento dei servizi basilari, la tutela e valorizzazione del territorio e l’occupazione. Come sostiene il presidente del Parco Nazionale Fausto Giovannelli, le Cooperative sono «una risposta di fatica quotidiana, creatività e lavoro contro le difficoltà, metafora concreta di un’Italia minore che è forse anche l’Italia migliore, che contro la crisi e l’abbandono mette in campo cooperazione e identità, impegno in prima persona, disponibilità, adattamento, aiuto reciproco, senso di comunità».121

“I BRIGANTI DI CERRETO”

Ai confini con la Toscana, nel cuore del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano, nasce Cerreto Alpi, una piccola frazione a poco più di 900m di altitudine, nel comune di Collagna (Reggio Emilia). Si tratta di un piccolo borgo medievale, semiabbandonato che ha assistito a continui fenomeni di emigrazione, passando da circa 1.000 abitanti negli anni trenta del secolo scorso, ad una settantina agli inizi del nuovo secolo, e di chiusura delle attività commerciali e produttive; solo in estate, con

120http://www.valledeicavalieri.it/bandiera_verde 121

http://ricerca.gelocal.it/gazzettadireggio/archivio/gazzettadireggio/2013/04/09/ NZ_20_01.html

il rientro temporaneo degli emigrati il paese si ripopola. Per far fronte a questo spopolamento, dopo la chiusura dell’ultimo bar negli anni novanta, un gruppo di giovani del luogo tra i 20 e i 35 anni, spinti dal desiderio di non abbandonare il loro luogo natio, hanno dato vita, nel giugno del 2003, alla Cooperativa di Comunità “I Briganti di Cerreto”, con un budget iniziale di € 1.600, ovvero € 100 per ciascuno dei sedici soci fondatori. Il nome della Cooperativa deriva dalla storia del Moncingolo, un brigante del seicento che comandava su tutta la valle. «La Cooperativa ha per oggetto l’esercizio di un’impresa per attivare, organizzare e gestire iniziative specifiche relative a:

- Cura del verde e del territorio;

- Turismo di Comunità – Turismo Scolastico;

- Commercializzazione di prodotti dei settori d’interesse;

- Corsi didattici rivolti all’ambiente scolastico e a tutti gli interessati su temi inerenti al territorio per le sue connotazioni agricole, forestali, naturalistiche, ambientali, storico culturali;

- Servizi ambientali per il controllo e il monitoraggio del territorio;

- Coordinamento e gestione di iniziative finalizzate alla gestione di alloggi, camere o altre forme ricettive per uso turistico;

- Gestione di servizi vari, inerenti il territorio, anche per conto di Enti o privati».122

Pertanto l’intendo della Cooperativa è quello di riqualificare ed implementare le attività locali, ponendo attenzione alla salvaguardia dell’ambiente e, soprattutto, della comunità locale, mediante lo sfruttamento delle potenzialità offerte dalla montagna e puntando su una forma di turismo eco-sostenibile, ovvero sul turismo di comunità.

Inizialmente i soci hanno preferito investire sulla cura del territorio e sull’offerta dei servizi ambientali, per poi parallelamente avviare una fase di recupero delle attività ormai perdute a seguito dell’abbandono del borgo, ovvero: la produzione della farina dolce di castagna, la raccolta e la commercializzazione

di prodotti tipici del bosco e del sottobosco. Inoltre mediante la creazione dei servizi rivolti al territorio e alla comunità, è stato possibile recuperare le tradizioni e i patrimoni culturali che rischiavano di cadere nell’oblio. Pertanto è stata avviata una vera e propria riscoperta della “memoria dei fatti”, delle tradizioni e della storia della montagna. Per di più l’avvio di tutte queste attività da parte della Cooperativa ha generato la creazione di nuovi posti di lavoro e l’apertura dei nuovi esercizi commerciali e produttivi che invece avevano cessato di esistere: il bar, un negozio alimentari, un distributore di carburante, mentre l’ex asilo è stato convertito in ostello e sono stati inaugurati tre ristoranti e altre strutture ricettive dalla ristrutturazione delle unità abitative abbandonate.

In aggiunta grazie alle attività di formazione i ragazzi della cooperativa hanno sviluppato competenze multidisciplinari che gli permettono di ricoprire diverse figure professionali: dalla pulizia del bosco al raccolto delle castagne, dalla guida turistica all’insegnamento di sci, fino alla gestione del rifugio.Si sono occupati perfino nell’assistenza delle persone anziane del posto mediane la raccolta e la sistemazione della legna. Mentre con il comune di cui fa parte Cerreto Alpi, Collagna, la cooperativa ha stabilito una convenzione per tenere pulite dalla neve tutte le strade del borgo, al fine di garantire sempre l’accessibilità.

Ne consegue che la chiave dello sviluppo del borgo è proprio il legame tra la nuova generazione vogliosa di far rinascere il proprio territorio e la vecchia generazione, custode delle tradizioni e dei saperi. Altro elemento che unisce le generazioni è la cura dei castagneti e la relativa raccolta delle castagne, le quali vengono trattate in un essiccatoio, denominato Metato, una casetta di grandi dimensioni (4 x 5 m), riscaldata per 40 giorni di seguito, dove nel weekend ai turisti vengono raccontate le stesse storie narrate un tempo dai pastori.

Solo in un secondo momento si è scelto di puntare sul turismo di comunità, basato su un’offerta integrata, gestita dall’intera comunità locale, mediante

l’avvio di una serie di attività che hanno dato impulso all’economia del paese, tra queste, in particolare:

- È stato costruito un Rifugio di montagna per le attività escursionistiche della Val di Secchia come il trekking, le passeggiate a cavallo, le escursioni in mountain bike e quelle con le ciaspole, oltre ad offrire la possibilità di assaggiare la cucina tradizionale;

- Il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano ha finanziato il recupero di un antico mulino in pietra d’arenaria al fine di poter ospitare i turisti, per un totale di nove posti letto;

- La creazione di una “vetrina” delle produzioni locali, una sorta di museo della memoria storica situato all’interno di un fabbricato rurale sito nel centro storico di Cerreto Alpi. La struttura si compone di un essiccatoio per castagne denominato “Metato”, una corte in arenaria e una stalla con fienile;

- È stato realizzato un centro culturale-didattico al fine di ospitare i lavori artistici dei personaggi famosi legati al borgo come Cesare Zavattini, Giovanni Lindo Ferretti, Joe Sentieri e Silvio D’Arzo, ma anche per gli artisti di strada o di “Borgata”, con la possibilità di ospitare mostre, esposizioni;

- Progetto “Turismo di Comunità Family” si tratta della realizzazione di un soggiorno dedicato alle famiglie con la creazione di attività che coinvolgano tutta la famiglia. Il progetto prevede anche la ristrutturazione di abitazioni in disuso e la creazione di un albergo diffuso;

- La festa del mulino che permette ai visitatori di osservare le macine in funzione e pranzare con i prodotti tipici del posto;

- Campionato Mondiale del Fungo, una competizione per gli amanti del fungo porcino, che vuole diventare una vera e propria istituzione. Gli obiettivi della competizione sono: formare i ricercatori e i raccoglitori di funghi sulle tecniche sostenibili, favorire lo sviluppo di un turismo rispettoso dell’ambiente, incentivare le attività outdoor così da rafforzare il binomio uomo-natura. La manifestazione si articola in due

giornate: la prima si focalizza sulle tecniche di raccolta e comportamento da osservare nel bosco e la seconda giornata di competizione ove i partecipanti devono sottostare ad un rigido regolamento, ad es. non possono raccogliere più di 3kg di funghi a testa;

- Grazie alle collaborazioni con gli altri operatori dei dintorni vengono svolte anche visite ai caseifici di produzione del Parmigiano Reggiano, all’allevamento della trota;

- Inoltre vengono organizzati eventi come il recupero di processioni religiose dimenticate, la rievocazione della transumanza e la “Notte Scura”, un evento quest’ultimo che consente di vivere una Cerreto Alpi medievale. In particolare l’intero borgo viene illuminato dal tepore delle candele, delle fiaccole e del cielo stellato, mentre i partecipanti degustano i prodotti tipici nelle piazzette e nelle aie. Inoltre durante la giornata sono previste diverse attività per i partecipanti e i mercatini artigianali.

L’obiettivo più ambizioso è stato l’istituzione, nel 2013, della Scuola di Cooperative di Comunità, organizzata nell’ambito del progetto “Cooperative di Comunità: promuovere la cooperazione, i beni comuni, e il territorio”, promosso da Confcooperative e Legacoop Emilia-Romagna con il sostegno della Regione Emilia-Romagna (LR n.6/2006), le cui sessioni si svolgono sia a Cerreto Alpi, presso la Cooperativa di Comunità I Briganti di Cerreto, che a Succiso, presso la Cooperativa di Comunità Valle dei Cavalieri. Come riportano i responsabili del progetto Giovanni Teneggi e Carlo Possa «quello che mettiamo in campo è un percorso di formazione che, a differenza di molti altri, parte da esperienze concrete già realizzate in questo e in altri territori considerati marginali e spesso realmente segnati dal rischio di degrado e spopolamento. l valore e l’originalità della “Scuola di cooperazione di comunità” sta nel fatto che non ci muoviamo sulla base di studi teorici, ma avremo a riferimento realtà concrete di cooperative di comunità che hanno rianimato paesi, borghi e comunità e che oggi ci consentono di disegnare un vero e proprio modello di impresa che realizza una forte integrazione fra attività

economiche, servizi e forme di relazione che possono mantenere e riportare vita in luoghi che per troppo tempo sono stati esclusivamente serbatoi di manodopera per altri territori in cui si concentrava lo sviluppo economico».123

In questo contesto il turista diventa un “cittadino temporaneo” del borgo, vive un’esperienza autentica basata sull’incontro e la conoscenza dei residenti: partecipa alle festività della comunità, ascolta le storie degli anziani mentre visita il metato, si avventura nei boschi insieme agli abitanti del posto per raccogliere i funghi, degusta i prodotti tipici. Va precisato che questo sviluppo turistico non è rilegato soltanto in alcuni periodi dell’anno, bensì è presente tutto l’anno e questo vuol dire che le continue presenze turistiche garantiscono la continuità dei servizi per il territorio come l’assistenza sanitaria e l’ufficio postale. Infatti è solo ricreando un centro economicamente indipendente che si può pensare di riavviare la vivacità dei piccoli centri che versano in uno stato di abbandono.

Pertanto in questo progetto tutta la popolazione è coinvolta, le case aumentano di valore e il reddito generato viene equamente distribuito. Grazie ai risultati raggiunti, la Cooperativa di Comunità di Cerreto Alpi è diventata un modello da imitare e ha stimolato la nascita di altre Cooperative di Comunità su tutto il territorio nazionale, proprio per il fatto che si tratta di progetti nati dal basso, da chi i luoghi li abita, li conosce e li custodisce. Tant’è che la Cooperativa di Comunità di Cerreto è diventata oggetto di studio, sia a livello italiano che internazionale. Inoltre la Cooperativa di Cerreto Alpi è stata inserita nei venti casi di innovazione e buone pratiche a livello europeo, da parte del Centre for Strategy & Evaluation Services di Kent (Regno Unito), che ha svolto la ricerca per conto della Commissione Europea.124

123http://www.ibrigantidicerreto.com/2015/12/scuola-delle-cooperative-di- comunita-1516-gennaio-a-cerreto-alpi/

Inoltre la Cooperativa i Briganti di Cerreto ha ottenuto quest’anno il primo posto come miglior filiera forestale, per la sua capacità di coniugare educazione ambientale, sensibilizzazione territoriale, attraverso la raccolta e la produzione di farina di castagne, proprio perché il loro obiettivo è il mantenimento e il miglioramento della qualità del territorio e dei servizi.125

Mediante lo sviluppo del Turismo di Comunità e la creazione di altre realtà simili ai “I Briganti di Cerreto”, tra cui la Cooperativa “Valle dei Cavalieri” di Succiso, è nato il progetto Parco dell’Appennino Turismo, promosso dal Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano, finanziato dal CCIAA di Reggio Emilia e sviluppato con il supporto di Confcooperative, Lega della Cooperativee del Centro Sportivo Italiano. «Gli obiettivi del progetto sono favorire la qualificazione degli operatori turistici e stimolarne la creazione di reti per lo sviluppo di azioni comuni e sinergiche di promo- commercializzazione. La prima sperimentazione (2012-13) è stata caratterizzata da un ambito geografico di riferimento (l'Alta Valle del Secchia, l'Alta Valle dei Cavalieri, la Pietra di Bismantova, Cervarezza e Sologno) e da ambito tematico di sviluppo (turismo di comunità, turismo sportivo, turismo correlato agli eventi sportivi)».126 Tra le prime iniziative svolte troviamo la

125 http://www.ibrigantidicerreto.com/2016/08/i-briganti-di-cerreto-vincono-il- premio-comunita-forestali-sostenibili/

126http://www.parcoappennino.it/turismo.php

creazione di pacchetti turistici nei weekend che hanno l’intento di far vivere emozioni insieme alla popolazione appenninica, immersi nella natura del Parco.

VAL DI RABBI

Il Progetto Turismo di Comunità in Val di Rabbi è nato recentemente, nel 2011, ed è stato promosso e realizzato dal Comune di Rabbi, grazie al co-finanziamento del GAL Val di Sole, nell’ambito dell’azione 313 “incentivazione delle attività turistiche” e con la collaborazione di Rabbi Vacanze, Terme di Rabbi e con il supporto del Parco Nazionale dello Stelvio e della Famiglia Cooperativa Valli di Rabbi e Sole. Il progetto ha come scopo il coinvolgimento attivo della comunità di Rabbi nella costruzione partecipata di una proposta turistica innovativa di tutta la Valle, completamente differente dalle offerte