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nera etàdava, qual secondo Acliil-le« ciliarisegni dellasuanaturale in-clinazioneperleazioniguerriere; poi-chéla dilui sola cgradita occupazio-neera ilmaneggiodelle aiini:e quan-tocrescevain età,tantomaggiorménte facevansipalesi le sueeroiche prero-gative. In tutt’i.giuochi ginnasticii

/ diluicoetanei avversar)si meraviglia-vanodella suaforza,capacità,e co-raggio*,jma ipiù avanzatiin età.pre-Tedevano, chetungiorno sarebbe stato r,ornamento, edilsostegnodellasua patria. Le' sue virtù menali risplen-devano tantochiaramente quanto le sue qualitàguerriere; eladi lui pla-cidezza^;’ alTahilità,enaturalebontà lo rendevanocaroedamabilea tutti; co-sicchélanaturapercostituirloin tut-tosuperioreagli uominisuoi contem-poranei,r adornò diunasimmetrica

,

ma

maschile bellezza, diuna

maesto-Memorie

istorichede'

Monarchi

Ot-tomani.

(

Fenezia

1763.). : .

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sa statura;édiuna complessione.

Intantol'insaziabileambizionedi

Amurat

liImperatoredegli

Ottoma-m

, cheinquegli anniaveva inonda-lo, qualimpetuoso torrente,tuttala Grecia,ela Macedonia, molestòla dolcefelicità,che GiovanniCastriotto godeva inmezzode'suoiamatissimi e fortunali sudditi.

L'imminentepericolo costrinse es-so,edi rimanenti principi dell'Epiro aunireleloroforzeper fare insieme argineall'invasioneditaliformidabili nemici.

Ma Amurat

avendo marciato contro di essi con forze superiorili vinse in varie battaglie,e divenne padronedelle loroprovincie. Gli al-tridueprincipicacciatiper tal

modo

dai loriStati sirifuggiaronoin

Roma

, ove amichevolmentefuronoaccoltidal Papa MartinoIII.ilqualeliconsolò nel loro infortunio, assegnandoadessi delle renditebastevolipel proprio manlcni-ntcnto, e de'loroparenti.

Ma

Ca-stupendaanaloga

8

slilotloperlesue virtù,lequali giun-serosino alle orecchie delSultano, ebbelagrazia di restarenelsuo go-verno, colpattodipagare ad

Amu-ratspontaneamente un moderato tri-buto,econsegnarliper pegno della di luifedeltàisuoiquattrofigli.

Quest’ultima inumana

domanda

ferimortalmenteilcuore dei Castriot---to,edellasuamoglie;

ma

preferen-dolasalvezzade’loro sudditialloro particolarecontento, siprefisserodi soffrireintrepidamenteladivisione de’

loro amatifigli, e ubbidire senza la-gnanzaallavolontàdiun’inflessibde vin-citore, ilquale in casocontrario, e-raprontodiridurregliabitanti dcl-r Albania nella più crudele schia-vitù. Il dispiacere però di quest*

infelici genitori s’accrebbe considera-bilraentequandosepperocheil Sulta^

no giuntonellasua Capitaleobbligòi diloro figliadabbracciarela religio-ne.Ottomana

, e

comandò

che fossero-circoncisipensando cheigiovani priuK

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9

cipi,divenuti Turchi, sarebbero sta-ti piu degni del suoamoree patroci-nio(i),

Progressivamente donò loro de’

ricchissimipoderi colprodotto de’qua-lipotessero vivereinun

modo analo-go

al gradode’loro natali; epoiché gli Ottomani costumano dimutare i

nomi

de’circoncisi, in vecedi Gior-gio lo soprannominarono Scanderbeg (valeadireAlessandro Signore

,

per-chéScander inidioma turco dinota Alessandro, ebeg Signore, Princi-pe(a),

come

poi soprannouiinasserogli altri suoifratelli éignoto.

Non

sisa perqualmotivo

Amurat

ordinasse met-tersiuntale soprannome ad un

Prin-(i)

Scanderbeg

eraallora tra glianniotto e nove.

(Barletius.

Lib.

I.).

(a)

Sono

inerrore

dunque

tutti coloroche scrivono Scanderberg, e

non

già Scanderbeg. (Moreri, ctionnairehistorique ).

10

.cipe, ladi cuifresca etànon permet-teva ancora disembrare degno del

nome

diquelprimoeroe de’ Macedo-ni, possiamo però crederecon qual-che probabilità, che la bellezza de’

suoidelineamenti,lameravigliosa si-metriadella suastatura, ci’ acutez-zadellasuamente, qualiforieri del-ledilui imprese,fosserostatii

mo-lividiuncosiillustre sopraniKMiie.

Amurat

ebbe tale inclinazioneed amoreverso Scanderbeg, che quale suo secondoPadre,badavaper la.di luiistruzionee riuscita. Ilgiovane prin-cipe corrispondevaaldesiderio e Sir-ie miredelSultanocolla

somma

cura nello studio, oveeglisorpassava l’a-spetlaliva de’snoimaestri.Pertal

mo-do dedicò adiversi stud]ofra gli altri appreselalinguaTurca,Araba, Italiana,eSebiavona(i).

Quando

col-(i)

Conosceva anche

lalingua

Greca

, e ilpafrio dialetto, cioè

r

Albanese. Il Testo

ha ammessa

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11

l’etàcrebbero anchelesuefone corpo-rali,donossiallo studiodelle armi,

e divennetanto

famc^

, che in po-co

tempo

superòipiùperitiin esse;

essendo cosa rara anzi disonorevo-le

, se lottando co^li altrigiovani in diversi corporaliebellicosi esercizj, accadessequalche volta

,di non con-seguireilpremiodella vittoria. Allor-ché giunseal decimoottavoanno del-lasua età,

A

muraigiudicandoloatto peruna spedizionelofece comandan-te diun corpo di cinquemila solda-ti(i). Poco tempo dopodel suo in-nalzamentoatalgrado accadde, che siribellasseroalcunenazionidell’Asia;

questanotizia

a

parermio, perchè persuaso

che

tutti

sanno

esserla

Nazione

Albanese di Rito

Greco

Orientale\

maBarlezio ed

altri Aie-tori lacitano.

(IlTraduttore ). (i) Ottenne cioè lacarica di Sangiaccoch'èlaprima dignitàdo->''

po

il

Bassà

. (Barletius B./.).

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1%

e costrettoilSultano a spedire contro diesse delletruppe per umiliarle e ri-condurle nella primiera ubbidienza, destinò anche Scanderbeg tra ipiù scelti capitanidiquest'armata.

CAPITOLO

II.

Primaspedizione diScanderbeg.Altre sue spedizioni.Combatte corpo a corpo conua Tartaro. Altro duello con duePersiani^

Suocarattere affabile.Mortedisuo Pa-dre.Amurats'impossessadell'Albania.

Mortede' fratellidiScanderbeg. Esso dissimulailsuo dolore, eprogetta di riacquistareilpaterno Stato

.

Ilgiovine principe mostròin tale spedizione(i) tantacapacità ed espe-rienza, chetuttigeneralmentenelloro ritornosidisputavano1’onoredi chi fosse statoilprimo a lodarlo presso il Monarca

.

(i)

Fu

divetta contro il

Re

della Cilicia. ( Giovio, Fita

ed

Flogi degliuominiillustri

).

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l5r

In

questointervalloun’altra na-zione deir Asiadajtocosoggiogatadal' potere

Ottomano

volle scuotereilsu»' giogo,fcentreilSultano era impedito-inaltre guerre;ondefuspedito Scan-derLegcontro diessa, resolocapo di impotenteesercito.IlRovinegnerrièro^

inquesta secondaspedizione

aumenti

lagloria, cheaveasi acquistata nel-laprima;dapoicchèconunsolo

com-battimento'sconfisse iribelli, e con-dussea’piedi di

Amurat

un

.

grandissi-*

mo

numerodiprigionieri, ritornando isuoisoldati, carichi diiricchissime spoglie. IlSultanosind’ allora riguar-dandolo

come

il piùdegnoDucede*

suoieserciti

,prefissedi mandarlo

aU

latestadi un’armata contro diverse nazionidell'Asia,le qualifinoaquel temposiserbavano inobedientiallasua autorità.Scanderbeg'collesue frequen-ti e grandivittorie, superòle stes-sesperanze del Sultano. Egli estese i confini della monarchia

Ottomana

soggiogando nazioni, le quali

non

Scarni. 1 .Z

i4.

<j !tFÌ«kafet«few/Jftefjiftiiiilfo 4i Aipiva^»eh» salleBwemmtel’

ac-‘eV«MVJSÒ-c®B gran^ «Usiiiwioni

® laèBi9iU»^5U® imi^ege•.

La

forte iia-.c^MigaAaia.

pw)i?Tede-^eiSeaiwforhegide’we®»»perwanifest*^

Bf^ik »«Àacapaci^e.

UmTat*i,

taro vQi^0»do apfoìstataanentcinAàriano»

poli (*)» tefiapo capitale àel-kilUOBarcUiai'OtfoHftana, propose di COBI battereoorp®ai'corpo 'eoo qualsì YOglia.Turco,che acessé Yoluto pre-aentarsegli 'innanai.

'

-I

B

ii-om«ido'« mi«»cce\ole aspet-to, (litalfeeestierò,,;e’la sua g>ga«te-séa corporaluru,• l* quajlo sentbrava

f

^

* IlIMllIMI I

(i) Adri<mo)ìpliponquistafaéa.

S.oìimano

I

fu,lacofiiOilfi

In^em Ottomano

sinocdla-j^e.s/adi Cosioftf-tinopoli^ che avvennenell^

amo

i455.

a'ag.di

maggio

, sottìo

Maomet-to

If

di cui cvì'emo

campo

di

par-larein.seguito(diTraduli-ore).

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'i5

«TiiiTmeiareimarara feria, 'seoraggi*

ToaòtuW’iTurchii euessimò osaradi

•accettai’è' il'comhaflitmmto; ad 'Onta

^ditoltek; ticòmpense;che' tSuUaiioprórrielteva'a'colui 'il'qrrjdè -avrebbe auniliatol’ardirédi'

^iM

bat»-baro. Scaoderbrginformatosi dèi pub-Wioatodaelk»,corsesubitoaIrorare

ilTartaro

, ivrsodi cui sparlònell»

•scgoenleguisa': ,, Benché’iosla per^

suaso, cheun

uomo H

rpiale

h

,,mollo

magnanimo

non devesentà unprecisomotivoraelterein repen-,,taglio iasaiavita, o'ijnella dc’sucri ,,simili;nutladirtlcno sonvòmito ad jKScottarepremiirosaihenleil combat-tknenlo,

per

fartisoloTedcre, (bte ,,ancheinqneslTtnperotiofansi «cl-,,mini abbastanza ralorosi per um?-ilare sìgrandetemerità', tjUar

èia

tna,eper«npedirti diandare

nd-,,Ja tuapatria e vantarti

, che tres-sunodegli Ottomaniabbiaosato'di misurarsi loco . IlTVrtarO' Vé-dendo Scsndorbeg ce^ giovinedietà,

i6

che appena incominciava a spuntare la suabarba, glirispose con

modo

disprezzevole edarrogante

ma

il va-loroso Principeguardand(do Conocchio .audace,ed intrepido,gli,disse: fi

O

Tartaro, t’inganni sepensi d’

in-„

timorirmi con tali temerarj ed

ar-„

roganti detti; ese ancoranon

mi

conosci, sarà'tempo/diconoscermi ,,nell’arèna ,,.

Amurat

desiderando di vedereumiliatalabaldanzadi que-stobarbaro volle essere testimonio o-cularedel combattimento, esirecb contutt’isuoi cortigiani nelluogo, dovei dueatleti dovevano duellare*

' * ^

iqiialientrando nellosteccato, si tol-serole loro vesti, esi denudarono .sino allacintura. Gli spettatori stando conattenzioneintorno dello steccato, maravigliavansi dell’avvenenzadi Scan-,derbeg^ eneltempostessotemevano

,

cheun.sistrenuissimogiovinedivenis^

,vittima dellasua audacia, e della fie-rezzadiquel tremendo Tartaro

Ma

ladiluigentile,.e del,’parimaschia

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»7

positura)la inunovilulltà, ed kitrepi-dezzade'suoi sgnartU lirallegrava,

edio generaletuttigliau^iravaaodi cuorelavittoria. 1diae coml)attenti da primasiarmaronodelle Icntosci*

mitarre, eperalcun' istanti guarda-vonsi1'un 1'altro, eotoe se ciascuno diessiosservasse in quale parte do-vesseferireilsuo avversario.Il Tar-taroalloraaudacementesiavanzavcjrso Scanderbeg econsiderandolo

come

una debolissima vittima, conforzaglivibra un fendente, cercando, di bipartirlo;

ma

ilsuo attentissimo avversario ri-batteilcolpo condestrezza, econ una estremarapiditàglielocorrispeude mortalmentenellagolacontanta vio-lenza,chedi botto lostesemortoa’

suoipiedi. Tutto lo steccato allora

rimbombò

di liete acclamazioni de' circostanti,edilSultano pieno di gio-jajafirì aScanderbeg ilpremio pro-messo al vincitore delTartaro.

H

modestoprincipe però non volle ac-cettarloseprimailmonarca non

gUe-r

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i8

loayesse comandato:tuttaviadisse al Sultano,eli’eglinon aveva combattuto perotteneremercede,

ma

per conser>

vare1’onoredella suacorona, e per umiliarelatemerità di quel vanaglo-rioso barbaro.

La

vittoriaditdeduello sembra-vasufficienteaconfermare ilvalore, elacapacità diSeanderbeg;ciò

non

dimenofu costretto ametteredi nuo-vo inpericolo lasua vita, special-mente inuna occasionepiu malagevo-ledellaprima.

Amurat

feceritorno nellaBitinia accompagnato da tutt’i suoicortigiani:e mentr'egli soggior-navainProsa(i), duegiovani

Per-(j)

Prusa o Bursa

eapitala dellaBitinia,è situata sottoil

mon-te

Olimpo

.

Da

talunisicrede esse-restatafabbricata

da

Annibaie\ al-tripoi pretendono dal

Re

Prusia, loche è più ragionevole. Si riscon-trinoPliniolib.1.5.cap.idi. e Sirct-bonelib,

{Il

Trad.)

.

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>9

Stanid’una maestosa statura portao>

dosidaesso glichieserod’essere ar-rotati nel

numero

dellesue guardie, adduccndo, chelaloro capacitàe co-raggioli rendevanodegni d’untale onore:essendo prontissimia mostrar-lo colfatto,duellando a cavallo col-lalanciacon qualunque,ilquale aves-sevoluto accettareilcombattimento.

Amurat

guardò intornoaseper vede-resealcuno bramassediaccettare rin-vilo delduello,

ma

nessuno sifece avanti. Allora impaziente riv(dgei suoisguardi intutteleparti,scuopre Scanderbeg,lochiama per

nome

,egli dice:,, Perchètardi,o figliuolmio,

,,adottenereunavittoria quasi

cer-„

ta, enontiproponiamostrareil ,, tuo valore, elatuaesperienza a ,,questamoltitudine di vili,e inde-,, gnidellamiapersona,che

mi

stau-,, nointorno,,?Scanderbeg jM-ontis-simoasoddisfare ildesiderio del Sul-tano, saltaconprestezza sulsuo ca-vallojprendele sueanni, « si

re-*o

ca nel

campo

, ove attendcTano i Persiani, eloro chiede quale di es-si voless’essere

3 primo

acomhai»

tere.Allora uno de'due siprese»*

tu, eposta ìb restalalancia, eoa forzalavibrasullatesta diScander*

beg;

ma

laferreacelatadel princip»

k>salvò da quella terribile ferita,

e

spezzòVarmedelsuoavversario; oa-deritrocedendo alquanto

,tentaancor eglidifracassarciugualmente late*

sta; ilbravoPersiano

^rò

sfuggìil colpo con destrezza. Allora tutti

duesfoderanolescimitarre e rìcomin-eianoileombalrimenfo

.

L’altro' Persiano vedendo,

che

ilsuo

compagno

non potevaegli

se solo vincere Seand'erbeg, sguai-natalascimitarracorre con preste», za in di luisoccorso (r). Il

pria-(i) Questi ^giavani Persiani ichiamavansil'

uno

Jaia»efaltro

Zampsa

;ilprimo

a

misurarsi

con Scanderbe§

fii

JaiUy

e

Zampsa

c<^

DgilizedbyGoogl

ai

cipe vede lasuamossa, comprende

ilsuoscopo, edinun baleno corren-do.indiluiincontro,lo ferisce mor-lalmentcnel pettocollascimitarra (i), do getta giùmorto dacavallo, e su-bito ritornacontroilprimo. Ripigliano allora ilducilo con granderabbia dan-dosidiversicolpi, che a vicenda scan-savano collaloromaestriaedestrezza;

luiche corse

a

tradimento contro di esso_( Barletius. Lih.I. )

.

(i)>Il Testo dicelo ferisce mor-talmente nelpetto colla lancia:ciò dev'essereoerroredellAutore

Fran~

cese, o del Traduttore

Greco

,pei^

-chèse siè detto

che Scanderbeg a-veva

giàimbranditala scimitart'a,

non

poteva ferire il nemico colla lancia.

Di

questa osservazione tec-nica iosono debitoreal sublime

Ge-rito PartenopeonellaScienza della

-Scherma

il signorMaresciallo di