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Mercado Internacional de la Subcontratacion Mercato Internazionale della Subfornitura Industriale

Nel documento Cronache Economiche. N.002, Anno 1986 (pagine 78-81)

dei lavori e dei servizi che un'impresa «da-trice di lavoro» (o committente) affida per la realizzazione ad un'altra impresa specia-lizzata nel campo specifico, detta «assun-trice di lavori», che operi in comune ac-cordo con la prima e secondo le direttive di quella.

Si è così in presenza di una l'orma di coo-perazione nel cui quadro l'impresa che as-sume i lavori si attiene alle direttive tecni-che impartite dall'impresa «datrice» e si sostituisce integralmente o parzialmente a questa, realizzando un determinato pro-dotto o effettuando una determinata lavo-razione per conto esclusivo della impresa datrice, oppure nei limiti e secondo i crite-ri che questa le ha assegnato.

In un tale contesto organizzativo, la sub-fornitura può assumere due connotati basi-lari:

a) subfornitura specializzata, allorché una impresa assuntrice specializzata, che di-spone di impianti adeguati effettua, per conto dell'impresa datrice, lavorazioni per le quali le strategie di mercato sul prodotto o la insufficiente competitività delle attrez-zature impediscono di fatto alla datrice stessa di provvedere in via autonoma; b) subfornitura di grado o di capacità, quando il ricorso all'impresa assuntrice è giustificato non dalla inadeguatezza delle attrezzature della datrice, ma da motivi contingenti quali episodiche interruzioni di produzione (scioperi, incidenti tecnici, ri-tardo materie prime) o, al contrario, inat-tese impennate, oppure da indirizzi strate-gici miranti ad assicurare inalterata la ca-pacità produttiva aziendale nei confronti di un prodotto o di un segmento, attingen-do appunto ad altre capacità produttive di-sponibili sul mercato.

Da quanto precede sembra emergere piut-tosto chiaramente che subfornitura e sub-appalto esprimono concetti che non si pre-stano ad alcuna confusione con il cosiddet-to «concorso nell'appalcosiddet-to» o co-fornitura, poiché quest'ultima configura essenzial-mente un'associazione fra imprese diverse che eseguiranno in comune un determinato lavoro, spesso in base ad un determinato capitolato d'oneri in cui la impresa «capo-commessa» assumerà la responsabilità glo-bale rispetto all'impresa committente, spesso a carattere pubblico, cui compete la direzione dei lavori.

Sottolineando quindi ancora la comune ac-cezione di subappalto, si rileva come assai

frequente appaia l'affidamento all'esterno di parti più o meno significative della pro-duzione aziendale.

In Belgio e Germania esistono organismi associativi calibrati sul problema, in Fran-cia un formale «Centro Nazionale del

Sub-appalto», mentre in Italia non risultano codifìche ufficiali, eccezion fatta per talune manifestazioni fieristiche o tentativi locali di «Borse» della subfornitura.

Ciò non toglie, tuttavia, che decine di mi-gliaia di aziende si dedichino alla

lavora-zione per conto, integrando ormai momen-ti di vera rivoluzione nello spettro degli in-vestimenti. «Fare o far fare» è la parafrasi moderna del classico dilemma sulla quale è necessario che l'imprenditore imposti ta-lune scelte di fondo,

i Secondo gli esperti del settore, il futuro aziendale può venire a situarsi secondo due livelli decisionali, quello della strategia globale e quello della singola operazione o i del gruppo di operazioni.

Una oculata e attenta valutazione delle op-zioni programmatiche dell'impresa costi-tuisce a volte un importante fattore di • complementarietà per la stessa vocazione

aziendale.

Si è allora in presenza di politiche impren-ditoriali razionali e pianificate che, a me-i dme-io o lungo termme-ine possono consentme-ire:

a) di non appesantire eccessivamente i budget necessari ad adeguare la dimensio-ne aziendale al mercato anche

internazio-naie;

b) di eliminare investimenti di mediocre redditività in un'azione di perseguimento dell'obiettivo di massimizzazione dell'uti-le;

c) di conseguire un armonico e coerente aggancio alle evoluzioni della tecnologia, spesso senza ripercussioni sulla stabilità della mano d'opera interna anche in pre-senza di situazioni congiunturali sfavore-voli.

Occorre inoltre affiancare alle valutazioni sopra annotate una serie di accurate analisi economiche, allo scopo di decidere per il meglio avuto riguardo ai costi. In presenza di investimenti o disinvestimenti occorrerà calcolare i tassi di rendimento su alcune serie annuali al netto delle imposte mentre,

in loro assenza, la comparazione dei costi dovrà incentrarsi su considerazioni più specifiche e puntuali che si possono così sintetizzare:

1) se il volume dell'operazione di subfor-nitura è tale da squilibrare la struttura del-le spese generali dell'azienda, sarà necessa-rio confrontare il costo diretto, maggiorato dell'aliquota di spese generali, con il prez-zo indicato dal subfornitore;

2) se l'operazione di subfornitura è margi-nale per l'azienda sarà sufficiente compa-rare il costo diretto con il prezzo del sub-fornitore.

Naturalmente in ciascuna delle ipotesi in argomento non bisogna trascurare che l'a-nalisi della variabile della subfornitura deve tenere anche conto di altri elementi quali l'affidabilità delle aziende, i termini temporali, la qualità di prodotti e servizi. Solo quindi ampliando la gamma delle os-servazioni si potranno adeguatamente af-frontare le fluttuazioni congiunturali.

IL F U T U R O

Nella provincia di Torino nell'ambito di una vocazione di lungo periodo, la subfor-nitura ha assunto rilievo sempre più evi-dente nell'area del Canavese — dove nu-merose piccole e medie imprese trattano il sinterizzato e la plastica nonché lo stam-paggio di lamiere, ghisa ed acciaio — ma è diffusa un pò dovunque.

Accanto ai settori sopracitati sono da sot-tolineare quelli della gomma e dei metalli comuni, dove operano aziende che fabbri-cano componenti industriali speciali che, appunto, costituiscono il contesto tradizio-nale della subfornitura (lavori, elementi, prodotti o parti realizzate seguendo le di-rettive tecniche e per conto esclusivo di un cliente — committente).

Nel quadro considerato vanno inoltre ri-compresi quei prodotti quali le macchine speciali e l'utensileria particolare su capi-tolato d'appalto fornito dal committente, e il cui studio o realizzazione sono assicurati dal subfornitore per conto esclusivo del committente e che, di conseguenza, non possono essere realizzati successivamente in modo identico per altri clienti.

quelli afferenti alle lavorazioni metalmec-caniche, tessile e abbigliamento e, di recen-te, dei componenti elettronici.

Su scala nazionale, nel periodo 1981-1985 sembra risultare un'incidenza del 20% sul valore aggiunto globale, per ciò che con-cerne i compensi per attività industriali af-fidate all'esterno da parte di imprese che forniscono ai subfornitori i materiali ne-cessari alla produzione; e un tasso di cre-scita annuale intorno al 5% sul fatturato delle lavorazioni eseguite per conto terzi. In Piemonte il fatturato della subfornitura sul fatturato globale potrebbe aver sfiorato il 40% di cui oltre un terzo attribuibile ad aziende fino a 200 dipendenti.

Dal 1978 la Camera di Commercio di Tori-no organizza la partecipazione di aziende to-rinesi al MIDEST - Mercato Internazionale della Subfornitura.

Il MIDEST è nel settore la più importante manifestazione del mondo. Per cinque gior-ni, tale è la durata della fiera, diventa il pun-to d'incontro tra subfornipun-tori e committenti della trasformazione dei metalli, della plasti-ca-gomma, dell'elettricità, dell'elettronica e dei prodotti semilavorati, tanto più impor-tante poiché si sposta nelle città punti focali dell'industria e della economia francofona: Parigi, Tolosa, Lione e Strasburgo ed anche Bruxelles e Montreal, dal 1983 alternativa-mente Parigi e Lione.

Negli anni passati sono state organizzate con successo anche visite di gruppi artigiani che sono stati iniziati alle complesse fasi del Commercio Estero. Nel 1986 alcune aziende artigiane saranno presenti tra gli espositori.

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Si è parlato di migliaia di imprese che si occupano di subfornitura soprattutto verso le grandi imprese (FIAT OLIVETTI -ANSALDO ed altre del Gruppo IRI), ma anche verso le medio-grandi e medie. La diffusione annotata testimonia concre-tamente che, come tutti i Paesi ad indu-strializzazione matura, anche il nostro si è avviato verso una fase di tecniche decen-trate di produzione. Sul piano internazio-nale i processi di razionalizzazione della produzione e di revisione della divisione del lavoro devono naturalmente adottare cautele e metodi particolari, allo scopo di evitare i noti rischi collegati ad una analisi superficiale del mercato estero.

A questo riguardo qualità e specializzazio-ne sono armi di marcata efficacia poiché

sono accentuate le normali difficoltà di pe-netrazione commerciale e le capacità van-no quindi adattate ai prodotti/servizi ed ai paesi. Occorre quindi puntare su un inseri-mento da proporzionare al tessuto indu-striale esistente, allo scopo di acquisire quote durevoli di mercato nei confronti di una concorrenza sempre più severa. Le aziende italiane, e piemontesi in parti-colare, sembrano aver sufficientemente af-finato talune tecniche nel campo della su-bfornitura secondo quanto evidenziato dal-le massicce partecipazioni effettuate, con il coordinamento organizzativo della Camera di Commercio di Torino e del Centro Este-ro Camere di Commercio Piemontesi, presso le principali fiere internazionali in tema di subfornitura, quali il Midest fran-cese, la Subcontratacion spagnola e la tede-sca Hannover. Non sono purtroppo dispo-nibili dati disaggregati sul ruolo estero del-l'attività in subappalto ma alcune indica-zioni positive possono certamente trarsi, specie indagando nel settore dell'industria aeronautica, elettronica ed automobilistica e della costruzione di stampi «personaliz-zati».

Le rapide considerazioni effettuate induco-no a prospettare per i prossimi anni un processo di ulteriore revisione della distri-buzione delle attività tra interno ed esterno aziendale e, probabilmente, un ripensa-mento/ridimensionamento dello stesso ruolo del prezzo con accentuata attenzione alle diverse componenti del costo d'impre-sa. Anche la partecipazione alle fiere spe-cializzate, con adeguata opera di sensibiliz-zazione o promozione potrebbe incremen-tarsi poiché è anche in esse che gli operato-ri del settore sono in grado di misurare i loro progressi, utilizzando quello che è uno dei più validi indicatori economici e cioè il tono e la dinamica di un mercato interna-zionale in cui i committenti tendono a li-velli di redditività sempre più elevati.

COSA FANNO GLI UFFICI

Nel documento Cronache Economiche. N.002, Anno 1986 (pagine 78-81)