A U T O R I V A R I , M o n e t a ed Economia
internazionale - Voi. di 2 0 , 5 x 2 6 , 5 cm,
pp. 2 6 2 - Cassa di Risparmio di Torino, 1 9 8 5 .
Il libro è diviso in tre parti dedicate rispettivamente all'esame delle cause dell'instabilità dell'odierno si-stema monetario e finanziario internazionale, ai tipi di interventi che autorità governative e monetarie hanno adottato in termini di stabilizzazione, e ai pro-cessi di integrazione economica che interessano la Comunità Economica Europea e il Mercato Comune dei paesi dell'Europa orientale. L'ultima parte del li-bro è dedicata infine ai problemi del commercio in-ternazionale e agli elementi che caratterizzano due mercati molto significativi e cioè quello petrolifero e quello delle materie prime.
Nel saggio introduttivo il sottoscritto ha cercato di mettere in luce come le cause di instabilità dell'o-dierno sistema monetario internazionale trovino il loro fondamento nel progressivo snaturamento dei due piani presentati rispettivamente dall'inglese Keynes e dall'americano W h i t e che, a mio parere, avevano individuato molto chiaramente nelle loro ver-sioni originali alcune delle cause più rilevanti di desta-bilizzazione. A sua volta Marcello de Cecco, sottolinea come le grandi banche che operano a livello mondia-le abbiano finito per seguire negli ultimi anni strate-gie transnazionali, nelle quali cioè finisce per preva-lere il tornaconto microeconomico rispetto a interes-si di tipo internazionale, perseguiti invece dai paeinteres-si di appartenenza, con gravi pregiudizi per le politiche di coordinamento e di cooperazione tra i vari paesi. Nel saggio di Salvatore Biasco si cerca invece di co-struire un modello dei flussi finanziari che, in regime di cambi fissi, hanno dato vita al mercato dell'euro-dollaro, individuandone le conseguenze macroecono-miche per gruppi di paesi dotati di strutture e carat-teristiche simili.
Dario Velo esamina le conseguenze negative che de-rivano dalla tendenza da parte degli Stati Uniti a non preoccuparsi eccessivamente dell'impatto che la massa monetaria da loro creata ha sull'economia degli altri paesi, e sottolinea la necessità di impe-gnarsi attivamente per la costruzione di un adeguato mercato europeo dei capitali incentrato sulla moneta europea. Questa stessa mancanza di senso di re-sponsabilità da parte dei gestori della politica mone-taria statunitense emerge anche dallo studio condot-to da Riccardo Parboni sul deterioramencondot-to della po-sizione debitoria dei paesi del Terzo mondo. La se-conda parte della monografia esamina gli interventi di varia natura condotti per stabilizzare le singole economie nazionali e i processi di integrazione che interessano aree ad economia capitalista o ad eco-nomia socialista. Relativamente ai problemi della stabilizzazione, l'equilibrio esterno, oggetto di studio del saggio di Fausto Vicarelli, è condizionato non soltanto dalla politica valutaria e di variazione dei tassi di cambio, ma da tutta una serie di scelte a li-vello macroeconomico, come per esempio l'indivi-duazione di un determinato tasso di crescita. Federi-co Caffè esamina altre forme Federi-con cui i responsabili della politica economica cercano di perseguire l'e-quilibrio esterno, come il ricorso al protezionismo, e sottolinea come troppo spesso si pensi erroneamen-te che il problema della competitività inerroneamen-ternazionale prescinda da questioni che interessano l'assetto in-terno dell'economia. Cesare Caranza, infine, confron-ta quanto siano tra loro diversi i confron-targets di politica monetaria all'interno della Comunità europea, in un contesto altamente inflazionistico e di cambi flessi-bili, ed esamina il divario tra obiettivi di partenza e ri-sultati finali conseguiti.
Gli ultimi due articoli della seconda parte sono
inve-ce dedicati all'esame dei problemi che si pongono ri-spettivamente in seguito ai processi di integrazione all'interno della CEE e del COMECON. Carlo Secchi esamina i primi alla luce del " m a l e s s e r e " che da al-cuni anni affligge le economie comunitarie rispetto ad altri paesi come gli Stati Uniti e il Giappone. Do-menico Mario Nuti, oltre a dare un quadro di insieme delle economie dell'Europa orientale esamina le for-me di integrazione proprie dei sistemi socialisti e i li-velli di rapporti finanziari e commerciali tra questi ul-timi e le economie di mercato.
La terza parte del libro ha invece per oggetto il com-mercio internazionale e si apre con lo studio di Gian-carlo Gandolfo sulle nuove teorie che cercano di co-gliere e formalizzare le grandi trasformazioni che hanno interessato il sistema degli scambi mondiali negli ultimi anni, data l'inadeguatezza dei modelli tradizionali. Fabrizio Onida studia, invece, un settore specifico di questi scambi, e cioè quello relativo alle nuove tecnologie, con i problemi di diffusione, di mo-bilità delle risorse e di interdipendenza tra settori che esso comporta. L'esame della determinazione dei prezzi e dei cambi all'interno di mercati che perdono sempre più il connotato di concorrenzialità e sono in-vece dominati da altri elementi più di natura politica o militare, è oggetto dello studio di Mario Deaglio. Gli ultimi due saggi di questa terza parte, quello sul mercato petrolifero e quello sul mercato delle mate-rie prime sono stati scritti dagli specialisti italiani di questi settori, rispettivamente Alessandro Roncaglia e Alberto Quadrio-Curzio, con la collaborazione di Marco Fortis: essi contribuiscono a evidenziare la di-namica di questi mercati in relazione alle profonde trasformazioni che hanno interessato i processi pro-duttivi e le cause che giustificano il loro sviluppo o la loro decadenza.
(dalla Prefazione di Roberto Panizza)
F. B O R T O L O T T I - Introduzione al
dirit-to dei contratti internazionali - Voi. di
1 4 x 2 1 cm, pp. 4 0 3 - Il S o l e - 2 4 O r e / Centro Estero Camere Commercio Pie-montesi, 1 9 8 6 - L. 3 5 . 0 0 0 .
La materia relativa ai contratti internazionali e, più in generale, agli aspetti legali collegati al commercio in-ternazionale, costituisce ancora oggi per la maggio-ranza delle imprese esportatrici un argomento del t u t t o sconosciuto ed in larga parte incomprensibile: paradossalmente, molti operatori preferiscono, pur di non affrontarlo, negarne «a m o n t e » la rilevanza. L'esportatore tende solitamente a giustificare tale suo rifiuto in base alla considerazione che, nei rap-porti con partners commercialmente affidabili, i
con-tratti non servono, aggiungendo poi che si tratta
comunque di una materia troppo difficile e comples-sa perché valga la pena di affrontarla.
Ora, le motivazioni sopracitate, pur avendo un fondo di verità, mascherano quasi sempre il timore dell'o-peratore ad addentrarsi in un campo ignoto, e quindi di difficile comprensione: timore che può e deve es-sere ridimensionato attraverso una sistematica
ope-ra d'informazione.
Per questa ragione ritengo essenziale che le aziende operanti nel commercio internazionale dispongano di una conoscenza, sia pure elementare, dei
meccani-smi giuridici che regolano i contratti internazionali,
in modo da poter inquadrare correttamente i proble-mi che esse si trovano ad affrontare ogni giorno nei rapporti con controparti straniere.
Al tempo stesso, i professionisti che assistono gli esportatori sui problemi contrattuali (consulenti in commercio internazionale, commercialisti, legali), an-che quando dispongano di una formazione giuridica
(il che non sempre avviene), raramente conoscono a fondo la materia dei contratti internazionali. Infatti, mancando in questo campo strumenti conoscitivi di carattere sistematico, di fatto riesce ad impadronirsi della materia solo chi si specializza in questa partico-lare materia, approfondendo e coordinando una serie di principi afferenti alle discipline giuridiche più sva-riate, e seguendo da vicino l'evoluzione della prassi internazionale degli affari.
L'intento di muovere un primo passo per colmare, al-meno in parte, questa lacuna, costituisce lo spunto di questo volume di introduzione alla tematica dei contratti internazionali: con esso vorrei mettere a di-sposizione, tanto delle aziende operanti nel commer-cio internazionale, quanto dei collaboratori e profes-sionisti che le assistono, uno strumento pratico per orientarsi in un campo che, pur non essendo di per sè più complesso di altri, risulta di fatto tale per chi 10 affronti la prima volta (...).
Puntando sull'analisi dei problemi più generali, co-muni a tutti i contratti internazionali, questo volume mira essenzialmente ad integrare quello riguardante i modelli di contratto (che già contiene qualche cen-no su alcuni problemi in materia di contrattualistica). Non verranno invece affrontati, se non a titolo esem-plificativo, le problematiche relative a specifici
con-tratti internazionali, per i quali si rinvia al libro sui
contratti di agenzia e di concessione, nonché ad altri titoli che potranno in seguito inserirsi nella collana.
11 volume è diviso in una parte descrittiva (capitoli
2 - 4 ) ed un'altra contenente la documentazione (ca-pitolo 5). La prima parte è a sua volta ripartita in tre capitoli concernenti rispettivamente: il contratto
in-ternazionale e la sua stipulazione (cap. 2), la scelta
della legge applicabile (cap. 3), i modi di risoluzione
delle controversie commerciali internazionali. La
se-conda parte (cap. 5) raggruppa della documentazio-ne utile per chi documentazio-negozia un contratto internazionale, ordinata secondo lo stesso schema seguito nella pri-ma parte.
Come già detto in precedenza, il presente volume è destinato in primis a soggetti privi di formazione giu-ridica; mi riferisco sia agli operatori economici attivi nel commercio internazionale, che a quei professio-nisti che, pur senza essere dei legali, li assistono nel-la redazione, stipunel-lazione e gestione dei contratti in-ternazionali.
Al tempo stesso, però esso è rivolto anche ai giuristi (avvocati, legali d'azienda) non (o non ancora) spe-cializzati in questo campo, che desiderino una prima informazione complessiva da cui prendere le mosse per ulteriori approfondimenti.
Ai primi il presente volume dovrebbe servire soprat-t u soprat-t soprat-t o come ssoprat-trumensoprat-to per comprendere ed inquadra-re la materia con cui si trovano confrontati: quindi essenzialmente per dialogare meglio con gli esperti e saper valutare quando e come servirsene. Per i se-condi, invece, esso dovrebbe costituire un punto di partenza per ulteriori approfondimenti.
Ovviamente, la differente formazione di base dei de-stinatari impone di ricercare un compromesso tra le loro rispettive esigenze.
Pervenire incontro ai non «addetti ai lavori», ho cer-cato di non usare un linguaggio eccessivamente tecnico, evitando al tempo stesso di dare per sconta-te quelle nozioni di base che sono ovvie per un giu-rista. Ciò è soprattutto evidente nel secondo capitolo in cui abbondano osservazioni che potranno sembra-re banali, al limite del ridicolo, per i giuristi, ma che non lo sono affatto per gli operatori.
Sempre in quest'ottica ho lasciato da parte aspetti più teorici, non strettamente necessari per dare delle risposte ai problemi concreti che gli operatori si tro-vano ad affrontare, ed ho evitato, in certi casi, di ren-dere espliciti tutti i passaggi che portano a determi-nate conclusioni, in modo da non appesantire ecces-sivamente il testo.
Al tempo stesso, sia per venire incontro alle esigen-ze dei giuristi, sia per le necessità obiettive della ma-teria, ho dovuto, nei capitoli dedicati ad aspetti più tecnici (mi riferisco in particolare al terzo e quarto
capitolo, riguardanti rispettivamente la legge appli-cabile ed i modi di risoluzione delle controversie) en-trare maggiormente nei dettagli: ho fatto il possibile per essere sufficientemente esauriente, senza per questo pregiudicare la chiarezza del testo per i non « addetti ai lavori».
Quanto detto sopra chiarisce ampiamente come il presente volume non abbia alcuna pretesa di carat-tere «accademico»: con esso non intendo prendere posizione sulle questioni teoriche (numerosissime e di notevole interesse) che pone la materia dei con-tratti internazionali, ma solo individuare i problemi concreti che l'operatore (e il legale che lo assiste) si trova ad affrontare, cercando di offrire strumenti e spunti per una loro soluzione.
In altri termini, ho cercato di mettermi nei panni di chi deve negoziare un contratto internazionale, cer-cando delle risposte ai problemi concreti che gli si presentano, ed affrontando le questioni di indole più generale solo nella misura in cui possano incidere ef-fettivamente sulla loro soluzione.
Un'altra considerazione che può essere opportuno fare in questa sede è la seguente: il fatto di mettersi nell'ottica di chi negozia un contratto, cioè di chi deve ancora fare delle scelte negoziali e sta cercan-do una strategia per trovare le soluzioni più opportu-ne, implica un modo di impostare i problemi diverso da quello solitamente utilizzato dai giuristi.
Infatti, qui non si tratta tanto di individuare un pro-blema giuridico e di trovarne la soluzione (o le possi-bili soluzioni), ma piuttosto di scegliere, sulla base delle implicazioni giuridiche che comportano le diffe-renti alternative, la soluzione negoziale più opportu-na. Di qui un certo «ribaltamento» del ruolo del lega-le, chiamato non tanto a risolvere una questione già definita in partenza, quanto piuttosto ad impostare una strategia flessibile, in base alla quale effettuare le scelte giuridico-economiche.
Da ciò discende altresì un'impostazione dei problemi che segue schemi poco abituali per i giuristi: così, ad es„ invece di limitarci a discutere in che misura sia permesso alle parti di scegliere la legge applicabile, di individuare un certo foro competente, di optare per l'arbitrato, ci dovremo apche domandare ih base a quali criteri decidere quale legge convenga sceglie-re, quale foro determinasceglie-re, in quali casi preferire l'ar-bitrato.
Ovviamente, alle domande del secondo tipo non sarà possibile dare una risposta univoca, essendo la scel-ta definitiva determinascel-ta da una serie di variabili, di cui alcune esulano dal campo giuridico (rientrando invece nell'ambito ~ delle scelte economico-commerciali dell'azienda), mentre altre non possono essere individuate che in relazione al singolo caso concreto.
Si potranno invece ricercare dei criteri generali per compiere le scelte di cui sopra, mettendo a disposi-zione del lettore degli strumenti che gli permettano di elaborare le proprie strategie: in questa prospetti-va ho cercato ad esempio di analizzare la possibile incidenza di certe situazioni sulle scelte da effettua-re, mettendo ad esempio in luce come l'esistenza di una strategia «offensiva» o «difensiva» e / o la ne-cessità o meno di evitare l'applicazione di determi-nate norme del paese della controparte possa condi-zionare la scelta del foro competente.
Ciò non comporta, ovviamente, dei «consigli» sulle scelte da effettuare, che restano di esclusiva compe-tenza del lettore: però il fatto di disporre di una serie di criteri (già utilizzati da altri) da tener presente nel-l'elaborare la propria strategia (pur con la libertà di dare ad ognuno di essi il peso e la rilevanza che cia-scuno preferisce) costituisce a mio avviso un utile strumento di lavoro.
D'altra parte, è inevitabile che le considerazioni sulle possibili strategie da seguire siano frutto di valuta-zioni soggettive e, come tali, sempre soggette a di-scussione. Particolarmente sotto questo profilo, mi auguro di ricevere dai lettori critiche e suggerimenti, tanto più necessari in una materia cosi «giovane» ed in continua evoluzione.
F. B O S E L L O - M. O R C A L L I , Dall'e-sportazione al marketing internazionale Voi. di 1 5,5 x 2 1 cm, pp. 1 7 0 M a r
-silio, Venezia, 1 9 8 5 - L. 1 5 . 0 0 0 .
Il decennio degli anni '70 e le prospettive di questi anni '80 mostrano come le relazioni economiche in-ternazionali siano soggette, in misura progressiva-mente crescente, a profonde trasformazioni e strut-turali cambiamenti. Essi interessano sia i rapporti monetari che quelli finanziari, i rapporti commerciali e quelli di cooperazione ed integrazione, nonché l'in-sieme dei rapporti di ordine squisitamente tecnico che presiedono alla regolamentazione ed attuazione dell'interscambio con l'estero.
In tale quadro, i problemi della commercializzazione dei prodotti si acuiscono notevolmente, e tanto più quanto più tendono a mutare i mercati di approvvi-gionamento e di esportazione, si fa più accentuata la ricerca di nuovi sbocchi, si prospetta l'affermazione di nuovi prodotti e di nuovi produttori-esportatori in-sieme a quella di sempre più raffinate tecniche di marketing internazionale.
Com'è noto, il nostro paese è decisamente coinvolto e condizionato dai succitati cambiamenti e trasfor-mazioni, dato il suo elevato grado di apertura econo-mica ed il ruolo strategico assunto dalla componente estera per la promozione, il mantenimento ed il con-solidamento dello sviluppo, sia settoriale che locale. Peraltro, il notevole grado di interdipendenza che contraddistingue il sistema economico-produttivo italiano pone tutti i suoi operatori in condizioni di obiettiva incertezza e di più spinta concorrenzialità: sia che agiscano direttamente con l'estero, sia che ne risentano solo indirettamente le conseguenze. La situazione appare così articolata e complessa che la soluzione dei problemi che ne derivano non è pensa-bile e neppure possipensa-bile adottando scelte ed utiliz-zando strumenti, sia pure corretti, adeguati a pochi se non univoci livelli di intervento del tutto generali e secondo una logica tipicamente aggregata e macro-economica.
Per contro, si impone con sempre maggiore evidenza la necessità di rendere diffusa nell'ambito dei singoli operatori la capacità di intervenire con scelte e stru-menti atti a risolvere puntualmente problemi, per molti versi, specifici ed originali, rivelantisi come pro-pri di situazioni locali, di settori particolari, di indivi-duate strutture di produzione.
Tale obiettivo è raggiungibile, fra l'altro, promuoven-do e diffondenpromuoven-do mediante opportuni corsi di forma-zione: a) una «cultura» economica aperta alla com-prensione dei fenomeni economici internazionali e della loro interrelazione col sistema economico na-zionale; b) una precisa coscienza delle opportunità di reazione che l'assetto produttivo italiano può svilup-pare nell'attuale fase delle relazioni economiche in-ternazionali; c) una individuazione sistematica degli strumenti e dei metodi che consentono ad un'unità produttiva di trasformarsi da struttura orientata alle vendite all'estero a struttura caratterizzata dal marketing internazionale.
Secondo tale prospettiva, tra le numerose e prege-voli pubblicazioni del settore, la presente vorrebbe inserirsi con l'intento di costituire un contributo di primo approccio volto a garantire un apporto essen-zialmente sintetico, ma nel contempo completo, alla didattica in materia. Tale contributo, peraltro, scatu-risce dal concorrere di competenze che bene si inte-grano nel campo in oggetto — quelle di un economi-sta internazionalieconomi-sta e di un operatore di marketing — e che gli autori di augurano abbiano conseguito i risultati sperati.
Il volume può interessare almeno tre categorie, di soggetti: quadri medi o medio-alti delle associazioni di categoria, sindacali o padronali, di istituzioni ed enti pubblici e parapubblici; quadri medi e medio-alti di imprese, specie se di piccole e medie dimensioni;
giovani diplomati e neo-laureati che intendono ac-quisire un primo grado di specializzazione nel campo delle relazioni economiche internazionali.
Pertanto, l'utilizzazione della presente pubblicazione nel contesto di corsi di formazione specificamente centrati sul tema «dall'esportazione al marketing in-ternazionale» può proporsi di formare i quadri in og-getto: ad acquisire utili strumenti di comprensione e di analisi dei problemi e delle specificità che caratte-rizzano un assetto produttivo nel suo operare sui mercati esteri; a reagire criticamente ed in modo di-namicamente positivo al mutare delle condizioni economiche internazionali; ad individuare le scelte più opportune per organizzare-orientare un assetto produttivo — specie aziendale — in modo da rispon-dere alle esigenze e alle domande del mercato supe-rando quelle limitate al solo momento produttivo-esportativo.
In ogni caso, proprio per la funzione di supporto di-dattico che caratterizza le pagine che seguono, è il caso di sottolineare l'importanza che si deve asse-gnare alle modalità di attuazione dei corsi suaccen-nati.
In effetti esperienze di questo tipo tendono a con-traddistinguersi per due aspetti di fondo: gli stru-menti fondamentali che qualificano i diversi momen-ti didatmomen-tici nonché l'armomen-ticolarsi specifico degli argo-menti.
Sotto il primo profilo, quello degli strumenti essen-ziali della didattica, se ne possono individuare alme-no quattro: 1 ) le unità di insegnamento tra loro stret-tamente collegate al fine di fornire gradualità e com-pletezza al processo di formazione; 2) gli esperti che nei diversi campi garantiscono l'apporto di una espe-rienza diretta ed operativa; 3) il metodo, che è quello tipico del «gruppo di lavoro» — nel quale tutti i par-tecipanti svolgono un ruolo attivo — e consente, fra l'altro, l'esplicitazione delle esigenze dei singoli, la verifica progressiva dell'apprendimento, nonché lo scambio diffuso delle esperienze; 4) la discussione di casi — aziendali o di condizioni locali — che consen-te una formazione concretamenconsen-te aderenconsen-te alle