• Non ci sono risultati.

3. IL MERCATO NELL’ALTO MEDIOEVO: PROSPETTIVE ARCHEOLOGICHE

3.2. COSA RESTA DI UN MERCATO? CARATTERISTICHE MATERIALI E STRUTTURALI DEI MERCAT

3.2.2. MERCATI INGLESI E SCANDINAVI

Vediamo ora alcuni esempi di scavi di “trading sites” al fine di chiarire ulteriormente le caratteristiche strutturali e materiali di questi siti e le problematiche relative alla loro indagine ed interpretazione.

A Lake End Road, vicino alla cittadina di Dorney, sul medio corso del Tamigi, è stato condotto lo scavo di un’area di circa 28.000 m2, che ha portato alla scoperta di 123 fosse circolari larghe tra i 2,5 m e i 3 m e profonde tra i 0,8 m e 1,5 m, la maggior parte delle quali scavate nella ghiaia.107 Le fosse presentavano un primo riempimento costituito da strati intercalati di fango e ghiaia, probabilmente derivanti dall’erosione delle pareti della fossa, a cui se ne sovrapponeva un altro ricco di carbone ed ossa con occasionale lenti di ghiaia pulita e chiare tracce di scarico; lo strato superiore si presentava molto omogeneo senza evidenti tracce di scarico di materiale e con all’interno moltissimi manufatti e ossa animali.108 Le caratteristiche dei riempimenti e la mancanza di strutture associate alle fosse fa ritenere che quest’ultime fossero, in origine, dei temporanei punti per la raccolta dell’acqua che, una volta in disuso, erano state usate per la raccolta dei rifiuti. Le fosse sarebbero poi state

107 Su questo sito: F

OREMAN (S.)-HILLER (J.)-PETTS (D.), Gathering the people, settling the land, 2002 e HARDY (A.)- PETTS (D.), “Lake End, Dorney”, 2002, pp. 427-431.

108

In dettaglio sulle fosse si veda: FOREMAN (S.)-HILLER (J.)-PETTS (D.), Gathering the people, settling the land, 2002, pp. 25-34 e HARDY (A.)-PETTS (D.), “Lake End, Dorney”, 2002, pp. 427-431.

60 coinvolte da una rapida e volontaria chiusura. Tra i materiali rinvenuti negli starti superiori delle buche, oltre a ceramiche di produzione locale, vi è la Ipswich ware ed uno dei più grandi insiemi di ceramiche di provenienza continentale, tra cui la Tating Ware e ceramiche renane, mai ritrovati al di fuori dei wics. 109

Il tipo di oggetti trovati, più tipici di un contesto urbano che rurale, associato al mancato rinvenimento di strutture, nonostante lo scavo estensivo, fanno pensare ad un utilizzo del sito come luogo di incontro temporaneo, probabilmente da mettere in relazione con attività di scambio. Il sito di Lake End Road, databile tra il VII e il IX secolo, era coinvolto anche in altre attività, quali la lavorazione delle granaglie e della carne, come mostrano i circa 19.000 frammenti ossei animali; attività queste che ben si legano ad un mercato rurale. Secondarie sono invece le tracce di lavorazione dei metalli.

Il sito di Loddekopinge, nella parte centrale della West Scania, nel sud della Svezia, sorge anch’esso su di un fiume e, più precisamente, sulla riva nord del Lӧdde, uno dei pochi fiumi navigabili della costa occidentale della regione.110 Anche questo sito presentava alla sua scoperta, come uniche strutture, cinquantaquattro larghe fosse scavate nel terreno sterile di sabbia gialla. Queste grandi buche, la maggior parte di forma circolare, con una larghezza variabile da poco meno di 2 m fino a 4 m, trovano un puntuale confronto con le cosiddette “pit-houses”, abitazioni caratteristiche di molti insediamenti della Scandinavia e della Danimarca.111 Come suggerito dal loro nome, le “pit-houses” sono un tipo di struttura abitativa realizzata scavando una fossa nel terreno andando a realizzare un piano pavimentale, di solito in terra battuta, ad un livello più basso rispetto al circostante piano di calpestio; di solito le strutture erano completate con un qualche tipo di sovrastruttura in materiale deperibile. Tuttavia, a distinguere le “pit-houses” del sito di Loddekopinge vi è la particolare stratificazione degli strati di riempimento delle fosse dove, a strati costituiti da humus e sabbia, si intercalano strati di sola sabbia; gli strati di sabbia e humus sono stati interpretati come le successive sistemazioni pavimentali delle abitazioni mentre gli strati di sola sabbia sembrano essere stati depositati al di sopra dei piani pavimentali dal vento. La

109 In dettaglio sui materiali si vedano: F

OREMAN (S.)-HILLER (J.)-PETTS (D.), Gathering the people, settling the

land, 2002, pp. 36-55.

110

OHLSSON (T.), “The Loddekopingeinvestigation”, 1975-1976. 111

61 caratteristica stratificazione delle “pit–houses” di Loddekopinge è senza dubbio da mettere in relazione con un utilizzo e abbandono periodico delle abitazioni. Determinati nell’interpretazione del sito sono stati anche in questo caso i materiali ivi rinvenuti. In particolare alcune forme ceramiche mostrano caratteristiche che indicano contatti non occasionali con elementi slavi mentre altri tipi ceramici trovano confronti con quelli trovati a Birke e a Helgo.112 Le fibule a bracci uguali e un pendente in pirite trovano i loro prototipi in manufatti prodotti sul continente, anche se il pendente sembra essere stato realizzato in Scandinavia 113

Dunque, anche in questo caso, la compresenza di un insediamento a carattere temporaneo, la posizione geografica in connessione con vie fluviali e la presenza di materiali che mostrano contatti a livello regionale e interregionale hanno portato ad identificare il sito come un luogo di mercato a carattere stagionale. A conferma del carattere commerciale di questo luogo, tra i materiali rinvenuti vi sono anche due pesi e una pietra con su incisa una barca.114 Questa scoperta, unita al ritrovamento di numerosi rivetti, porta a ritenere che a Loddekopinge si svolgesse anche la riparazione delle navi che attraccavano in prossimità dell’insediamento.115

Strutture simili a quelle di Loddekopinge sono emerse anche durante lo scavo di un sito posto sulla riva occidentale del Lago Tissø, in Danimarca, nella regione del West Zeland, collegato alla costa, distante sette chilometri, dal fiume Halleby.116

Le indagini archeologiche, che hanno interessato un area complessiva di 85.000 m2, hanno portato alla scoperta di due residenze signorili e di un’estesa area caratterizzata da migliaia di buche di palo, a cui non è stato però possibile associare specifiche strutture, e da 85 “pit-houses”, che è stata interpretata come un mercato con annessa area produttiva.117 La vocazione commerciale di quest’area si concretizza nel ritrovamento di 350 pesi e di monete, oltre che di manufatti d’importazione. Tra i ritrovamenti spiccano uno sceatta del

112 Sulle ceramiche rinvenute: O

HLSSON (T.), “The Loddekopingeinvestigation”, 1975-1976, pp. 126-135. 113 O

HLSSON (T.), “The Loddekopingeinvestigation”, 1975-1976, pp. 102-104.

114O

HLSSON (T.), “The Loddekopingeinvestigation”, 1975-1976, pp. 121-122 e 117-119. 115 O

HLSSON (T.), “The Loddekopingeinvestigation”, 1975-1976, pp. 108-110. 116 J

ØRGENSEN (L.), “Manor and marketat Lake Tissø”, 2003, pp. 175-207 e JØRGENSEN (L.), “Manor, cult and

market at Lake Tissø”, pp. 77-82. 117 J

62 VII secolo, denari di Carlomagno e Ludovico il Pio, monete del tipo Hedeby e, dai contesti di IX secolo, monete arabe, oltre a bicchieri in vetro provenienti dall’area carolingia. In questa stessa zona, ed in particolare nella sua parte più meridionale, sono venute alla luce tracce di attività metallurgiche, legate alla lavorazione del ferro e del bronzo, ed un sigillo bizantino della metà del IX secolo, con sopra il nome di Theodosius, che presenta confronti con esemplari rinvenuti a Hedeby e Ribe.118

Sebbene queste scoperte pongano il lago Tissø al centro di scambi a livello regionale, interregionale e internazionale, occorre sottolineare che il numero di rinvenimenti effettuati è di molto inferiore a quelli negli emporia di Birka, Kaupang e Ribe. Questa circostanza, unita al carattere temporaneo delle strutture di mercato, fa ritenere che Tissø fosse coinvolto in periodici ed intensi periodi di attività di scambio. Questi periodici incontri, che dovevano raccogliere un numero consistente di persone, sono infatti da mettere in relazione con il carattere sacro del lago, sul fondo del quale sono state rinvenute spade, lance ed altre armi gettate nelle acque come offerte votive a partire dal VII secolo. In corrispondenza con le prime offerte, nel lago sarebbe stata costruita la residenza magnatizia posta al centro del sito e sarebbe iniziata l’attivazione del mercato, che si sarebbe poi prolungata fino all’XI secolo.119

Le caratteristiche del complesso del lago Tissø, con la compresenza di attività cultuali, commerciali, produttive e di un centro di potere politico, associano il sito ai cosiddetti “central places”.

Caratteristiche del tutto particolari presenta il sito di Sandtun, a West Hythe, nel Kent.120 Posto sulle dune di sabbia della costa, questo piccolo insediamento presenta un occupazione che va dal 700 all’850-875 circa. Le campagne di scavo svolte tra il 1947-48 ed il 1993-98, hanno messo in evidenza le tracce di numerose attività, tra cui la pesca, la lavorazione dell’osso e la produzione del sale, come testimonia anche una carta dell’anno 732. E’ stato inoltre rinvenuto un consistente insieme di ceramiche d’importazione continentale (in particolare dall’area franca) che ha condotto gli scavatori ad interpretare il

118 J

ØRGENSEN (L.), “Manor and marketat Lake Tissø”, 2003, p. 203.

119

JØRGENSEN (L.), “Manor, cult and market at Lake Tissø”, 2008, pp. 77-82. 120

63 sito come un punto di approdo stagionale per le navi commerciali che venivano d’oltre manica: il sito non ha infatti restituito alcuna traccia di strutture ma strati di cenere e carbone, probabilmente dovuti a fuochi all’aperto.121

Posto sulle dune sabbiose della costa belga è anche il sito di De Panne che è stato oggetto di scavi tra il 1902 ed 1908 e di nuovo tra il 1925 ed il 1930. Il sito ha restituito numerose monete (12 sceattas e denari merovingi) e piccoli oggetti metallici tra cui alcune fibule a bracci uguali. Di contro pochi sono stati i ritrovamenti ceramici, di cui solo un frammento risulta essere d’importazione. Tuttavia la scarsità dei ritrovamenti può essere dovuta ad una selettività della raccolta del materiale durante gli scavi che, come abbiamo visto, furono effettuati all’inizio del XX secolo. Nel 1973, poco lontano dall’area dei ritrovamenti materiali, furono individuate delle sepolture ad inumazione ed incenerizione oltre che una sepoltura equina. Deckers, che ha ristudiato i vecchi scavi, ha interpretato De Panne come un sito cimiteriale che veniva usato occasionalmente dagli abitanti della regione come luogo di riunione e di scambio.

Questo breve excursus mostra dunque la complessità interpretativa di questi siti e la loro grande varietà. Sotto l’ampio ombrello del termine mercato si trovano infatti tanto i “besch sites”, ovvero i piccoli approdi temporanei lungo le coste e i fiumi, che le grandi fiere annuali, che si tenevano in occasione di festività religiose in connessioni con strutture religiose e magnatizie.