1.6 Studi empirici sul ruolo dell’informazione nel mercato
1.6.1 Il mercato dell’informazione: il ruolo dei traders e degli arbitraggisti
Cabrales e Gottardi hanno effettuato uno studio su un vero e proprio mercato in cui le informazioni vengono commerciate, dato che sono di interesse comune e in molte situazioni sono abbastanza costose da acquistare. Infatti, gli agenti che hanno acquisito le informazioni possono fissare un prezzo al quale vendere il report che hanno elaborato
10 La mania dei tulipani in Olanda nel XVII secolo è uno degli esempi più famosi di bolla speculativa. Il
tulipano, arrivato in Europa dalla Turchia, divenne simbolo di ricchezza e potere dopo la metà del Cinquecento. Una notevole espansione edilizia nei Paesi Bassi ne fece esplodere la domanda, spingendo sempre più in alto i prezzi. Il crollo si ebbe nel 1636, mettendo sul lastrico migliaia di persone e divenendo uno dei primi esempi di crisi finanziaria del capitalismo moderno [Talamona, 1999].
ad altri potenziali acquirenti. Se l’informazione è troppo costosa, il mercato tenderà a divenire un monopolio e l’informazione verrà venduta al prezzo di equilibrio. Tuttavia anche in questo mercato ci possono essere dei noises: quando il fornitore dell’informazione è anche il venditore del bene tende a elevare il valore di quest’ultimo agli occhi degli agenti che acquistano l’informazione. In genere solo un trader acquista le informazioni in situazione di equilibrio [Cabrales e Gottardi, 2008].
A tal proposito è interessante studiare l’interazione tra informazione pubblica e privata, e in particolare l’effetto prodotto dai segnali pubblici nel processo di acquisizione dell’informazione e sull’efficienza di prezzo. L'introduzione di un’informazione pubblica, in un ambiente in cui gli individui hanno la possibilità di acquistare informazioni private, può disciplinare il mercato nel promuovere l'aggregazione di informazioni private nei prezzi.
Alfarano, Camacho e Morone sostengono che gli individui acquistano tante più informazioni quanto più elevata è la loro qualità. Inoltre, data la qualità dei segnali privati, la disponibilità di segnali pubblici riduce significativamente il numero di segnali privati acquistati dai traders, producendo una sorta di “effetto spiazzamento” nell’acquisizione delle informazioni private. Pertanto l’informazioni pubblica controbilancia la ridotta quantità di informazioni private.
Una più elevata disponibilità di informazioni in termini sia di qualità che di quantità, conduce ad una maggiore efficienza di prezzo. Quando il segnale pubblico viene rilasciato sul mercato si riduce significativamente l’efficienza di prezzo, indipendentemente dalla qualità dell’informazione privata, e aumenta la dispersione delle misure di efficienza. Sappiamo, però, che la riduzione del numero di segnali privati è compensato dal segnale pubblico. Ciò implica che l'introduzione delle informazioni pubbliche non influenza l'efficienza informativa dei mercati. In conclusione, se le informazioni private non sono di buona qualità, l'informazione pubblica domina il mercato, nel senso che guida il prezzo dei titoli [Alfarano, Camacho e Morone, 2001].
Lo studio è importante perché sottolinea ancora una volta che la buona qualità dell’informazione è la chiave per far funzionare opportunamente il mercato, le cui
dinamiche sono spesso scandite dall’interazione tra i traders informati e non informati. Infatti, quando tutti gli operatori sono informati il mercato è efficiente da punto di vista informativo e solo in tal caso gli operatori non informati contribuiscono in modo significativo all'attività commerciale. Gli agenti informati (detti fundamentalists) in genere hanno un effetto stabilizzante nei confronti del mercato; gli agenti non informati (detti chartists), invece, possono destabilizzarlo e indurre fenomeni di bolla. Essi dominano il mercato solo quando è sufficientemente vicino all’efficienza informativa e in tali circostanze esso sviluppa una marcata predisposizione alle perturbazioni e all’instabilità. L’eccessiva insistenza delle politiche di regolamentazione dell’efficienza informativa di mercato potrebbe avere come conseguenza non voluta quella di innescare bolle finanziarie, come quelle che hanno afflitto i mercati finanziari internazionali negli ultimi decenni [Caccioli e Marsili, 2010].
Anche gli arbitraggisti svolgono un ruolo importante all’interno del mercato, sopratutto in termini di efficienza. Essi, infatti, condividono le idee riguardo alle proprie scelte di investimento, portando a più efficienti prezzi delle attività, a più ampi guadagni per gli arbitraggisti e a correlati ritorni per quest’ultimi. Nel mondo reale, infatti, gli operatori non sono completamente razionali e in grado di condurre il prezzo al valore fondamentale. Gray ha dimostrato che gli arbitraggisti si scambiano informazioni riguardo alle opportunità di investimento quando presentano un elevata avversione alle perdite, nei mercati in cui sono più vincolati al capitale e l’influenza del noise trader 11
è più alta [Gray, 2008].
I mezzi principali attraverso cui gli investitori condividono liberamente le loro idee e informazioni sono i meetings e le comunità virtuali, come Sumezero.com e Valueinvestorsclub.com, una community privata in cui gli investitori condividono le loro migliori idee. Anche le reti personali di relazioni sono un altro importante mezzo di scambio delle idee: infatti le comunicazioni dirette interpersonali tra gli investitori sono estremamente importanti nelle decisioni di investimento.
11 Noise trader, anche informalmente detto idiot trader, è il termine usato in finanza per indicare
l’operatore di borsa le cui decisioni di acquisto, vendita, o detenzione sono irrazionali e irregolari. La presenza di tali operatori nei mercati finanziari può causare la divergenza dei prezzi e del livello di rischio dal loro livello atteso, anche se tutti gli altri operatori sono razionali. ≪Noise in the sense of a large
number of small events is often a cause factor much more powerful than a small number of large events can be≫ [Black, 1986].
L’analisi di Dow e Gorton sul comportamento degli arbitraggisti suggerisce che questi compiono un investimento solo se credono che altri investitori compreranno le attività, spingendo in tal modo il loro prezzo verso il valore fondamentale. L’unico modo per convincere tali investitori è di condividere con loro le idee [Dow e Gorton, 1994].
Oltre a ciò, però, la condivisione di informazione consente agli arbitraggisti di diversificare il loro portafoglio tra una serie di investimenti e quindi evitare di subire shock negativi troppo elevati. Pertanto gli arbitraggisti scambieranno informazioni in un mercato in cui l’influenza del noise trader è molto alto e in contesti dove gli investitori sono più avversi alle perdite. Quest’ultimi, infatti, hanno una reale influenza sugli arbitraggi e sul prezzo delle attività. Se l’avversione alle perdite è abbastanza alta, gli arbitraggisti ridimensioneranno i loro investimenti e i prezzi di mercato si discosteranno da quelli efficienti. La condivisione di informazioni tra gli investitori può essere una spiegazione del fenomeno di “mercati affollati” (crowded trades), ossia una situazione in cui molti operatori compiono la stessa negoziazione e allo stesso tempo [Gray, 2008].
In ogni caso è possibile affermare che quando gli investitori condividono le loro idee, i prezzi sono più equi, i profitti da arbitraggio più ampi e i loro portafogli sono correlati; portafogli correlati, però, soffrono contemporaneamente quando il loro valore sottostante vacilla.