didimostrare vieppiù le ragioni intime della tra-scuranzain cui oggi lo si tiene.
Guida
in questo rapidoesame
cipotrebbero es-serele opere più importanti del Prati, voglio dire quelle liriche dimaggior
concetto seminatequa
e lànei suoinumerosi
volumi, quelpoemetto
lirico cheèY Armando
e gli ultimi suoi sonetti raccolti involume
sotto il titolo di Psiche.Ma
iocredo—
esarò forse ingiusto—
che dili-riche le quali chiudano
un
concetto profondo, ilFratine ha
pochine.E mi
par naturale: inuna
età tutta sentimento,la poesiadeve
riuscire anzitutto—
60calrla, traboccante d'affetti, e siccome ècosanota a tuttiche la passione offusca ilcervello,
ne
avviene che la realtà delle cose riesce ottenebrata:ne
nasce quindi l'idealismo esagerato, esclusivo.E
l'i-dealismo esclusivo,a parer mio,
può
essersorgente di concetti altissimi,ma
gravi e profondi no, per-chèappena
confrontati collarealtàda
cui l'uomonon può
per niun conto svincolarsi,sfumano
e paion sogni.È
questa la ragione per cui i poeti fino ad oggi son stati detti sognatori.Il ieri
adunque (come
son costretto a dire per farmi intendere) il ieri era un'epoca tuttasenti-mento
ed oggettiva ciònon
ostante, giacché tutta quella ricchezza di sentimenti era rivolta ad og-getti, a fini esteriori tra cui, l'ho detto, primeg-giava la indipendenza della patria. Quest'odierno travaglio del pensiero il qualeha
ditanto modifi-cato la coscienzamoderna non
esisteva quasi:erano
baldi entusiasmi, dolori mortali, speranze piene di affanno e di paura.La
parola realismo, la quale esprime il completo distacco dalla idealità esclu-siva,non
passavaneppur
per le mentid'allora; la gonfiezza del sentimentoproduceva anche
la gon-fiezza del pensiero e dell'imagine, e quell'orgasmo inquieto, quelcamminare
quasi sullapunta
dei piedi, prontisempre
a pigliar il volo perleregioni aeree,dominava
persino nella vita quotidiana;non
sisapeva
ciòche ildomani
poteva apportare di nuovo,ma
si sentiva che l'ogginon
era che—
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passeggiero; quindi
una
tensione continuanell'a-nimo
e nel pensiero.E
per farviun
concetto del-l'idealità di allorauditecome
il Prati, con enfasi Jbiblica, parli dell'uomo nella suafamosa
ode:Terra, dall'ime viscere
Mandadigioiaungrido, Svegliati e levaunfremito
Mardall'immensolido;
Angelicacoorte Inneggiaetipresterna;
Sullecelestiporte Brillaineifabildì;
L'uomdallamanoeterna Colmodivita uscì.
Piùarcanodelletenebre Piùdellebelve truce: Piùlibero delturbine Piùbellodellaluce.
Nelportentoso istante Alcreatorconverso
,
Digloriasfolgorante Egligiàmoveilpie, sudditoUniverso T'apridavantialKe.
FigliodiDio, recandosi L'altapromessaeiviene:
Dinatiavràmiriadi
Comeastri ecomearene;
A
uncennodic^uelfronte Saràl'oceanoaperto; Quasilapillo,ilmonte Aipiedisuoicadrà; Latigre del deserto Suldorsoilporterà.Ecco
la pittura dell'uoico, la quale allora col-pivadi meraviglia gli Italiani. Ditemi: ai tempi nostri si iraaginacosi,l'uomo? Commoverebbe
an-cora questa orientalemaniera
diesaltareun
essereche
la scienzaha
ridotto alle suevereproporzioni, la cuianima
la psicologiaha
notomizzatocon tantominuta
analisi?È
possibile ancora spogliarel'uo-mo
delsuo corpo pornon
considerarne che lo spi-rito? No, ilcorpo, volere onon
volere, pretende oggi lasuabuona
parte di considerazioni e la pe-sante materianon
si presta più ai voli disordinati ed ipotetici.L'uomo moderno
sorride all'idea clie ilmare
abbia levatoun
fremito e la terraun
grido di gioiaal suo apparire; leangeliche coorti glifan tentennareil capo in aria di dubbio;quando
lo dite più bello della luce eglisiguarda
nello spec-chio e ride,quando
odedireche
egli cavalca sul dorso delie tigri,non
siaugura
por nulla di farne la prova.La
realtà, la realtà gli si (' attaccata ai fianchicome
l'ombra suaenon
lolasciaun
istante:e siccome questa realtà ('• di per s^ stessa
una
ine-sauribile fonte di bella e santa poesia e di ideali più schietti ed umani, egli vuol questa,questa sol-tanto.Dove
io invoce trovo quel sapientecontempera-mento
tra il reale e l'ideale a cui già accennava, quel giustomezzo
tra le esagerazioni delledue
scuole in cui l'arte veraha
il suo trionfo, ò nt'lla lirica intitolata:La Donna;
(juesta si rifulgediuna
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luce
da
cui tutti si sentono inondati, diuna
bel-lezzache è cosa di tutti i tempi e di tutti iluoghi:Mi prostro... e teco anelo Dividere i miei dì.
Dividerli in un tacito Di sguardi rapimento Nella terribil estasi
D'un posseduto accento;
Sempre sederti appresso Cingerti al crin ghirlande Pianger, chinar l'oppresso Mio capo in seno a te,
E
di un amor sì grande Non chieder mai mercè.Alle tue braccia io palpito
Come a promessa antica:
T'amo bambina e vergine Madre, sorella, amica:
T'amo siccome l'ara
Dove fanciul pregai,
Come la prima e cara Vittoria in gioventìi.
Come quel dì che amai La fede e la virtù.
Che se una tua fuggevole Aura del crm mi tocca Se tu mi dai di giungere La mia con la tua bocca
Non io su molli strati Sotto oziose tende I giorni inonorati
Non io consumerò...
Ben altra fiamma accende L'uom che da te si amò!