Oh non
è forseuno
studio necessario e gene-roso quello dell'oggi ? Ripiegarci sovra noi stessi,sorprendere le fasi di (juesto
movimento
vertigi-noso di idee, cercarne le cause,prevederne
gli effetti, studiardove
corra, che voglia, che pensi questa età di cui noi siamo figli ?—
37-Oh
dite, innome
di Dio, colla sincerità sulle labbra e senzatema
dicommettere un
immagi-nario sacrilegio: chioramai
vicommove
mag-giormente, il Petrarca, l'xVriosto, il Boccaccio,oppure
lo Zanella, il Carducci, ilDe
Amicis? In quale di essi sentite più battere il vostro cuore, in quale sentite più l'eco dei vostri desiderii, delle vostre aspirazioni?Una
riverenza,come
di figli, vi fa inchinareil pensierodinanzi aquei precursori della coltura,
ma
questi voi li amate, voi li leggete ansiosi ; quei primihanno
vissuto in altra età, conbrame
chenon
sono le vostre, con aspirazioni che voinon
dividete;ma
questi vivono, sentono, soffronocon
voi ; nelle loro pagine voi sentite fremereilpresente e nel presente la vostra
anima
stessa:voi vi sentite parte delle loro ispirazioni, e cer-cate nelle loro parole la spiegazione delle
brame
indefinite che vi albergano in petto.
Negli amichevoli convegni, nel seno delle fa-miglie
non
si parla deldivino Alighieri : cicom-movono
assai pocooramai
le discordie dei Guelfie
dei Ghibellini risonanti, con fragor cupo, nelle sue terzine;ma
ad ogni istante civien sullabbroil
nome
d'un autore vivente e ci dàuna
scossa dolorosa al cuore il grido sinistro del Carducci:Latin sangue gentile
Triste novella recherò fra voi:
La nostra patria è vile!
-
38E
cidomandiamo
perchèilpoetamoderno
insulti cosiapertamente
allamadre
sua; che cosadomandi
egli all'Italia, che cosa voglia
—
e analizziamoil poeta per cercarvi dentro la ragione del suo urlo disperato, per sapere se
davvero
noibeviamo
aure di viltà o senon
piuttosto eglinon
abbia fatto che narrare in bei versiun
suo brutto sogno.—
Queste cose, si, c'interessano !E
c'interessa l'ultimo libro che ha levatoun
po' dirumore
fra noi, lo si cerca avidamente,lo si legge e
commenta
per levie, nei caffè, per ognidove
; si corre alteatro all'ultimacommedia,
all'ultimodramma
aspettato e annunziatoda
mesi,da
anni ; e all'uscir dalla salae per settimane e per mesi lo si richiama allamemoria,
lo si di-scute : c'è delnuovo
? c'è ildramma
là dentro, c'è lacommedia davvero? È una
rivoluzione in arte !Peuh
!non
è cheuna
rifrittura divecchiu-mi
!—
e via coi giudizi.Intanto le gazzette afferrano ogni
nuova
pulì-blicazione artistica o scientifica ; e le sentenze più diverse, fredde o appassionate, le criticiie buttate giùfumando
il cigaretto del dopo pranzo, suggerite dai rancori privati, dalle idee della scuola artistica a cui si appartiene eda
chi sa quanti altri motivi ancora,empiono
di confusione e di incertezza lamonte
dell'autore e del lettore.Cercano
alcuni di raddrizzare (|uesti giudizi e coraggiosi tentano la storia letteraria presente :—
39—
il
De
Sanctis ad esempio, il Carducci, loZumbini, l'Arcoleo e tanti altri;ma
lamaggioranza
dei lettorinon
li legge, contenta alle appendici delle gazzette, rispettabilissime quasi sempre,ma sempre
sciorinate con la fretta indosso e con la preoc-cupazione dei limiti inesorabili imposti dal proto.E
in questo stato di cose c'è chi possa disco-noscere l'utilità ed anzila necessità diuno
studio sereno degli autori nostri,pur ammettendo
chei posteri soltanto diranno su di essi l'ultima pa-rola?
Nosce
teipsum,
stava scritto sulla porta del tempio di Apollo Delfico: ed io vorrei scrivere sulla allegorica porta delgran
tempio dell'artemoderna
lemedesime
parole : conosci te stessa.Queste cose io
ho
voluto dire—
e forse con troppe parole—
• per tranquillare quegli animi onesti i quali sisbigottiscono d'uno studio siffatto sui contemporanei,avendo
salda opinione che di questi giudizi s'abbia alasciarunicamente
lacura
ai posteri : la qual cosa io reputo per
una
parte pigrizia dipensiero e per l'altratimore esagerato.In fin dei conti s'
ha pur da
sapere noi, e chisi è e che si pensa, e
dove
sta di casa il vero, e se ci è possibile avvicinarlo : io confesso per partemia
che il giudizio dei posterimi
lascia fredduccio anziche no
; diamine ! i nostri posterihanno
ilgran
torto dinon
venire almondo
chequando
noine
siamo usciti.Con
l'animo sereno adunque, e con ledelica-—
40—
tezze delle persone educate che
anche
nelle con-tese san trattenersi dalle personalità volgari e grossolane, delizia delle rivendugliole suimer-catipubblici,
cerchiamo
di conoscere la nostralet-teratura che in ogni sua manifestazione
dà pure una
luce così viva ; io perme mi
loderò abba-stanza dell'opera mia, sevarrò a persuadervi che in questa età cosi sprezzata dagli idolatri dell'an-tico il pensiero letterarionon
è,come
essi vor-rebbero, in decadenza,ma
obbedisce alle leggi del progresso delle idee dominatrici del pensieromedesimo
; se varrò a porvi in guardia controuna
stranatendenza
della critica quotidiana, la quale indispettita quasi d'aver contribuitoall'in-nalzamento
degli autori, tende conuna
rabbiamal
celata a demolirne giorno per giorno la fama.Cosi ai gentili e
non
gentili avversarli, a quelliche
nella palestra letterariascendono
armati di cortesia, e aquelli che viscendono
armati di bile, è bello mostrarda
principio tuttele proprie armi:simile all'onesto cavaliero antico che
venuto
incampo
chiuso assicuravanon
aver sul corpo sor-tilegi e fattuccherie, io assicuroche non ho
nel-l'animo occulti livori o simpatie le quali possano tuibanni la serenità del giudizio. Moltimoderni
scrittorie scribacchiatori vedendosi sopravanzati dal progressodelle idee che
mai non
s'arrestano, V(HÌondo il pensiero delle generazioninuove
diffe-rente dal proprio, si
rodono
dalla stizza, e nelle—
41—
estrinsecazioni del
nuovo
pensiero cercando ciò cheha
piùl'apparenza di strano e di paradossale, lometton
fuori con grandistrombazzamenti
e cifanno su
un
riso dicompassione e di sprezzo;ma
non
cercano d'onde questofenomeno
di apparente stranezza sianato, quasitalifenomeni
si manife-stasserounicamente
per il capriccio di qualche strambo cervello.Povera maniera
di studiare le manifestazioni della vita intellettuale,metodo
pitocco checon-duce
poi atacciarcontinuamente
di ridicole e dimeschine
certe formolo artistiche, le qualipossono bensì essereun
errore,ma
sondegne sempre
di studio e di rispettocome
ognifenomeno
di questagran madre
chechiamiamo natura!
Profondamente
convinto che l'arte subisce in-consciamente le influenze di tutte l'altre mani-festazioni del pensiero e della vita, io tengo per principio inconcussoche
essadeve
considerarsiin correlazione con tutte:insomma
chedeve
con-siderarsiin quello cheGiovanni
Trezza, con frase felicissimaenuova ha
chiamato:clima
storico.Or
daiprincipii generalidiscendendo alle appli-cazioni, quel che parrebbedovermi
recare spa-vento, l'entrare cioèa discorrere dei giorninostri,mi dà
inveceuna
gioiaquasi infantile.Ed
è chiaro: il passato ci attira a seirresistibil-mente
colfascinodelsuomistero; lecosesivedono
come
a traversoun
velo che cene sfuma
icon-—
42torni: le passioni, le angoscio, legioie degli
uomini
cheson stati cicommuovono
potentemente,ma
lacommozione non può
durare in noi travolti dal turbine dellepassioni presenti che seco citrasci-nano
senza posa. Del presenteinvecesiamo i figli:e tutto ciò
che
ci costringe a fissare in esso losguardo
scrutatore ci alletta con fascino più po-tente: il clima storico in cui respiriamo èanche
più misterioso per noi, perchè più vicino; giacche nello spazio delle idee noisiamo come
i presbiti chevedono
meglio lecose lontane.Ora, con lascorta delle lettere (che son le
ma-nifestazioni della vita nostra universale più acces-sibili a tutti) rischiarareun
po'questo buio, euscendo
dalcampo
dei nostri interessi e delle no-stre occupazioni quotidiane cercar di sorprendere nelmondo
delle idee quelle forze che oggidì più incatenano a sé stesse il nostro pensiero e i nostri affetti, nell'indeterminatezza presente cercar lameta
verso cui lamente
si affanna;insomma
nello studio deifenomeni
letterarii in cui tutta la vita siriflette, cercarequanto
l'uomodell'oggisomiglia quello del ieri osene
allontani, ètaleallettamento chebasta di per sé a giu'itificare ilmio
coraggio.Certo se iocredessi con molti, con troppi anzi,
che
l'età nostra é quasi, nelcampo
letterario, ima-ginedel caos primitivo; che pochissimo o nulla dibuono
s'è fatto, che l'ispirazione è slata uccisa proditoriamente dalla scienza che l'ha assalita alle- 43
--spalle, che tutto è morto,e la letteratura
moderna non
ècheun
vastocimiteroconcupe
iscrizioni fu-nerarie: « qui giacemorta
per decrepitezza l'epo-pea, qui riposaildramma ammazzato
dal ridicolo, qui lacommedia
si è seppellita viva, eva
di-cendo
»; certo, dico, se ciò io credessi con molti,non
avrei coraggio di scoperchiar quelletombe
e di attristarvi gli occhicollo spettacolo di cada-veri disumati.
Ma
fortunatamente,non
so sea torto od a ra-gione, in età di così vasto pessimismoiomi
sento in fatto di letteratura ottimista ostinato; eho
fi-ducia di presentarvi dinanzi
non
spolpati cadaverima
corpi belli e robusti dai muscoli rosseggianti peril caldolavacro disangue
in cui si temprano, dagli occhi splendidi in cui scintillanoiprimi raggi della luce dei dì che saranno; corpi dallemovenze
brusche e scomposte ancora,ma
certo preludianti a prossimatemperanza
e correttezza.Fra
tutte leforme
artistiche quellache
iocredo piùopportuna
aporgere un'idea generaledelmodo
di pensare e di sentire di un'età,