• Non ci sono risultati.

Ad accedere alle case famiglia e alle comunità per minori sotto la tutela “degli

organi di protezione dell’infanzia” saranno dunque i minori “moralmente e materialmente abbandonati” quindi anche i minori stranieri non accompagnati “che si trovano, per qualsiasi causa, nel territorio nazionale, privo di assistenza e rappresentanza legale77”.

L’inserimento nelle comunità si concentra sul raggiungimento del benessere psicofisico e sulla messa in sicurezza del minore con l’obiettivo di perseguire

un’autonomia personale e sociale dello stesso. Quest’autonomia si misurerà con la necessità che, lasciata la comunità al compimento del diciottesimo anno, il ragazzo sarà in grado di mantenersi autonomamente.

A tal scopo verrà elaborato un Piano Personalizzato Educativo Assistenziale, strumento fondamentale per l’azione di una comunità per minori, generalmente condiviso e concordato tra minore, servizi sociali ed equipe educativa della comunità. Uno degli obiettivi educativi che fanno parte del piano personalizzato è quello dell’inserimento scolastico e della formazione78. Una volta raggiunto un livello sufficiente di conoscenza dell’italiano gli operatori delle comunità provvedono all’iscrizione a scuola per il conseguimento della licenza media (scuola dell’obbligo) e a quello a corsi di formazione. Bisogna evidenziare che spesso, però, la decisione di non proseguire gli studi da parte di questi ragazzi, potrebbe non rappresentare la loro reale intenzione, ma una scelta obbligatoria causata dalla consapevolezza che per l’ottenimento di un permesso di soggiorno dopo la maggiore età è decisamente più conveniente arrivare ai diciotto anni con un lavoro avviato o, possibilmente, almeno con delle proposte concrete di impiego. Per questa ragione l’attenzione è rivolta alla formazione scolastica per quel che è da completare, alla formazione e all’inserimento lavorativo, al favorire e rinforzare la conoscenza del contesto di vita, delle sue regole e consuetudini79.

I bambini e gli adolescenti identificati come non accompagnati possono trovare sistemazione, inoltre presso famiglie, attraverso l’istituto dell’affido, o presso strutture tipo “comunità alloggio” che dovrebbero essere di piccole dimensioni e dotate di personale qualificato, di modo da poter avviare il minore dei suddetti percorsi individualizzati di inclusione sociale80.

78 Conferenza unificata Stato Regioni, Linee di indirizzo per l’accoglienza nei servizi residenziali

per minorenni, 2016

79 Bracalenti R. e Saglietti M., Lavorare con i minori stranieri non accompagnati: voci e strumenti

dal campo dell'accoglienza, Franco Angeli, Milano, 2011

80 Barone L., L’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati. Tra norma giuridica e agire

La nuova legge Zampa81, prevede all’art. 8 che gli enti locali “promuovano la compilazione di elenchi di affidatari adeguatamente formati per accogliere minori stranieri non accompagnati, al fine di favorirne l’affidamento familiare in via prioritaria rispetto al ricovero in una struttura di accoglienza”. Nulla vieta che tale disposizione venga applicata anche ai minori richiedenti protezione internazionale, i quali però, avendo in teoria diritto a inserimenti in appositi centri Sprar, come vedremo di seguito, vengono considerati già in un percorso di tutela adeguato. Non sempre i minori richiedenti protezione internazionale beneficiano dei posti Sprar, che come vedremo risultano molto limitati e confinati a ristretti progetti temporanei.

Dai dati frammentati del Rapporto82 finale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali riguardanti la percentuale di MSNA sul totale dei minori stranieri in affidamento familiare al 31/12/2016, solo il 4% risulta collocato presso privati mentre il 92,5 % del totale presso strutture di accoglienza. I MSNA accolti in strutture autorizzate/accreditate sono 13.194 e rappresentano il 75,9% dei minori presenti sul territorio italiano. Il 16,6% fra coloro rispetto ai quali si conosce la tipologia di collocamento, risulta accolto in strutture non autorizzate/non accreditate.

Anche dal rapporto dell’Autorità Garante per l’Infanzia e l’adolescenza di ottobre 201783 si osserva che negli ultimi anni la seconda accoglienza dei minori non accompagnati è demandata, per la maggior parte, al collocamento in comunità piuttosto che all’affidamento familiare. A conferma della necessità di promuovere, in tale ambito, il ricorso all’affidamento familiare, si pone la recente approvazione della legge 7 aprile 2017, n. 47, recante “Disposizioni in materia di misure di

81 LEGGE 7 aprile 2017, n. 47 Disposizioni in materia di misure di protezione dei minori stranieri

non accompagnati. (17G00062) GU n.93 del 21-4-2017). Entrata in vigore del provvedimento: 06/05/2017

82 Direzione generale dell’Immigrazione e delle politiche di integrazione, Report di Monitoraggio,

I minori stranieri non accompagnati in Italia, dati al 31/12/2016 http://www.lavoro.gov.it/temi-e- priorita/immigrazione/focus-on/minori-stranieri/Pagine/Dati-minori-stranieri-non-

accompagnati.aspx

83 Autorità Garante per l’Infanzia e l’adolescenza, La tutela dei minorenni in comunità. La prima

raccolta dati sperimentale elaborata con le Procure della Repubblica presso i Tribunali per i Minorenni, Roma, novembre 2015

protezione dei minori stranieri non accompagnati”, in cui è stato individuato un criterio di preferenza in base al quale il collocamento in comunità può essere disposto solo qualora, a seguito dell’esperimento di indagini familiari, non vengano individuati familiari idonei a prendersi cura del minorenne non accompagnato e sempre che non sia stato possibile, nel preminente interesse di quest’ultimo ricorrere a un affidamento etero familiare.

Per quanto riguarda la distribuzione sul territorio nazionale dell’accoglienza dei MSNA in comunità dal grafico 4, realizzato sulla base del rapporto prima citato, si osserva che, al 31 dicembre 2015, più di un terzo dei minorenni non accompagnati accolti in comunità si concentra nelle strutture dell’Italia insulare (35%) e, in particolare, in Sicilia nel cui territorio ha luogo il 33,9% della complessiva accoglienza in comunità dei minori non accompagnati. Ciò deriva probabilmente dalla circostanza che ben 8 dei 15 porti italiani maggiormente interessati nel corso del 2015 dagli arrivi di migranti sono situati sulle coste siciliane tra i quali, in particolare, spicca il primato dei porti di Lampedusa e di Augusta.

4. Distribuzione per area geografica dell’accoglienza in comunità dei MNA al 31.12.201