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Parte III. Politica

3. Ragione, passioni e la nascita della società civile

3.2. Morale e politica

I limiti riconosciuti alla razionalità non sono che uno degli aspetti da tenere in considerazione quando si pensa alla forma più adatta che deve avere un buon governo. L’altra caratteristica su cui Mandeville basa la sua proposta politica proviene dall’indagine morale dell’essere umano. Rifiutare di riconoscere all’uomo socievolezza e soprattutto benevolenza e altruismo ha degli effetti non trascurabili: il quadro morale dell’essere umano dipinto da Mandeville è un altro importante problema cui un buon governo, secondo il filosofo, deve porre rimedio.

Dopo aver illustrato in che in modo nasce la società civile, e il meccanismo graduale attraverso cui prendono forma le leggi, Mandeville si occupa di mostrare il legame di queste con i lati peggiori dell’uomo, considerato da un punto di vista morale.

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Ivi, p. 219 (traduzione parzialmente rivista); «when once they are brought to as much Perfection, as Art and human Wisdom can carry them, the whole Machine may be made to play of itself, with as little Skill, as is required to wind up a Clock; and the Government of a large City, once put into good Order, the Magistrates only following their Noses, will continue to go right for a great while, tho’ there was not a wise Man in it»,

Fable II (6th dialogue), cit., p. 323. 365

Ivi, p.193; «When once Men come to be govern’d by written Laws, all the rest comes on a-pace», Fable II (6th dialogue), cit., p. 283.

Il capitolo XXI dei Liberi pensieri esordisce con una riflessione interessante circa la relazione tra natura umana e governo:

se tutti fossero onesti, e assolvessero il loro dovere, tutti i governi sarebbero ugualmente buoni. La migliore costituzione è quella che si premunisce contro le peggiori eventualità, che ha le armi per proteggersi dalla disonestà, dalla frode, dal tradimento e da tutte le astuzie della furberia umana, e si mantiene salda, e resta incrollabile anche se molti uomini si rivelano bricconi. Con le costituzioni succede come col corpo umano: migliore è quello che può sopportare le fatiche senza ammalarsi, e rimane più a lungo in buona salute.366

Queste parole sono la premessa di un discorso più dettagliato sui compiti che devono spettare ai diversi organi di potere, che si analizzerà in seguito. Per ora è importante notare che la funzione primaria di ogni governo è quella di “premunirsi contro le peggiori eventualità”, ovvero strutturare i poteri in modo tale che non possano essere fatti molti danni anche qualora si succedessero, a occupare dei ruoli nella gestione dello stato, delle persone disoneste. Nella sezione precedente si è visto che misure del genere sono state pensate anche in relazione all’insufficienza delle qualità intellettuali. L’intera elaborazione di una proposta politica sembra dunque basarsi su premesse “negative” riguardanti l’essere umano, e avere un carattere decisamente preventivo. Mandeville preferisce insomma prendere in considerazione l’ipotesi peggiore circa le qualità morali e intellettuali dei governanti, e su queste premesse pensare a come mantenere le libertà fondamentali, e creare una nazione all’interno della quale sia comunque possibile vivere bene, anche se al comando di essa vi fossero le persone più corrotte. Questa posizione, chiaramente, ha anche un “rovescio”, poiché così come il malvagio e lo stolto hanno possibilità limitate di fare danni al paese, altrettanto limitate sono le possibilità dei saggi e degli onesti di portare innovazioni vantaggiose e utili nel sistema governativo. Mandeville si mostra semplicemente, con queste proposte, più interessato a garantire la libertà dall’ipotetica tirannia che potrebbe verificarsi lasciando troppo arbitrio nelle mani di uno solo o di pochi politici. E questo è uno degli aspetti del suo pensiero che testimoniano la vicinanza col nascente liberalismo.

L’esistenza del governo riposa, secondo il filosofo olandese, sulle caratteristiche peggiori della natura umana, e sulla necessità di arginarne gli effetti che possono nuocere al benessere

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B. Mandeville, Liberi pensieri, cit., p. 211; «where every Body will be honest and do their Duty, all Governments are good alike. That is the best Constitution which provides against the worst Contingencies, that is armed against Knavery, Treachery, Deceit, and all the wicked Wiles of human Cunning, and preserves itself firm and remains unshaken, thug most Men should prove Knaves. It is with a National Constitution, a sit is with that of Mens Bodies; that which can bear most Fatigues without being disorder’d, and last the long est in Health, is the best», Free Thoughts, cit., p. 297.

della società, infatti «le leggi fondamentali di ogni paese hanno la stessa tendenza; e non ve n’è una che non tenga presente qualche debolezza, imperfezione o inettitudine alla società alle quali gli uomini sono naturalmente soggetti»367. Le leggi, dunque, vengono concepite sulla base dell’osservazione e della conoscenza della natura umana, che è una competenza che viene affinata nel corso del tempo, per cui è sempre necessario l’ausilio della saggezza tramandata368. Mandeville afferma, attraverso Cleomene:

ogni saggia politica e tutta l’arte del governo, sono interamente costruite sulla conoscenza della natura umana. Lo scopo principale di un politico è da una parte promuovere, e se può, ricompensare tutte le azioni buone e utili; dall’altra punire, o almeno scoraggiare, quanto è nocivo e dannoso alla società. [...] Solo i regolamenti che sono necessari per annullare e per prevenire tutte le macchinazioni e i sotterfugi cui l’avidità e l’invidia possono spingerci a danno degli altri sono quasi infiniti. [...] Dopo questo esame, il numero di clausole e di regolamenti necessari a governare bene una città fiorente ti sorprenderanno più di quanto puoi immaginare; e tuttavia tendono tutti allo stesso scopo, cioè, dominare, reprimere e scoraggiare le passioni disordinate e le debolezze dannose369.

Ci sono, di conseguenza, determinate qualità che è ragionevole aspettarsi da un politico, e che anzi è auspicabile che abbia, e altre che, già rarissime negli uomini, sarebbe un’utopia pensare di trovare nei governanti. Sia nella Fable II che nei Liberi pensieri Mandeville si sofferma sulle competenze che è bene che un primo ministro possieda, e in seguito sul ruolo che gli deve spettare, rendendo esplicito una volta di più l’estremo realismo che ne

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B. Mandeville, Dialoghi (VI dialogo), cit., p. 184; «The principal Laws of all Countries have the same Tendency; and there is not one, that does not point at some Frailty, Defect, or Unfitness for Society, that Men are naturally subject to», Fable II (6th dialogue), cit., p. 271.

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L’attualità di questa idea di Mandeville è espressa benissimo dalle parole di Hayek: «questo genere di “conoscenza del mondo” che si trasmette di generazione in generazione, quindi, consisterà in larga misura non in una conoscenza del rapport causa-effetto, ma in norme di comportamento adatte all’ambiente, e sul quale forniscono informazioni pur senza dirne nulla. Come le teorie scientifiche, esse vengono conservate perché si dimostrano utili, ma, a differenza delle teorie scientifice, attraverso una prova che nessuno ha bisogno di conoscere, perché questa è evidente proprio nella elasticità e nella espansione progressiva dell’ordinamento della società che essa rende possibile. È questa la vera sostanza di quel concetto tanto deriso di “saggezza dei nostri antenati” incarnata nelle istituzioni ereditate, che svolge un ruolo così importante nel pensiero conservatore, ma appare ai costruttivisti una frase priva di significato», cfr. F.A. Hayek, Gli errori del

costruttivismo in Nuovi studi, cit., p. 17.

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Ivi, pp. 217-218; «All sound Politicks, and the whole Art of governing, are entirely built upon the Knowledge of human Nature. The great Business in general of a Politician is to promote, and, if he can, reward all good and useful Actions on the one hand; and on the other, to punish, or at least discourage, every thing that is destructive or hurtful to Society. [...]the Regulations only, that are required to defeat and prevent all the Machinations and Contrivances, that Avarice and Envy may put Man upon, to the Detriment of his Neighbour, are almost infinite. If you will give yourself this Trouble, you will find the Number of Clauses and Proviso’s, to govern a large flourishing City well, to be prodigious beyond Imagination; and yet every one of them tending to the same Purpose, the curbing, restraining and disappointing the inordinate Passions, and hurtful Frailties of Man» Fable II (6th dialogue), cit., pp. 320-321.

caratterizza il pensiero. Nel VI dialogo, Cleomene fornisce un quadro delle doti principali che si dovrebbe possedere per aspirare alla carica di primo ministro:

[un primo ministro] deve conoscere gli uomini così come i libri370, e avere perfetta conoscenza della natura umana e dell’uso delle passioni. Inoltre, deve essere abile nel nascondere i sentimenti del suo cuore e avere un pieno controllo dell’espressione, ed essere esperto in tutti gli stratagemmi e le astuzie necessarie a carpire i segreti degli altri [...], conoscere perfettamente l’arte di piacere e dell’adulare con abilità. [...] Deve solo avere un certo buon senso e nessuna evidente debolezza o difetto.371

Lo shaftesburiano Orazio rimane perplesso nell’udire queste parole, ancora una volta provocatorie e contrarie al senso comune: è infatti abbastanza inusuale augurarsi che un politico abbia queste caratteristiche, che, secondo Mandeville, quasi nessuno comunque possiede. Tuttavia, Cleomene sembra ritenerle le più utili, quelle che davvero auspicherebbe per un politico. Orazio protesta sconcertato: «non dici niente della sua onestà e della sua virtù»372, ma il suo interlocutore prosegue nella sua analisi senza concessioni al pensiero condiviso, e afferma che:

Se la virtù, la religione e la felicità futura fossero ricercate con la stessa sollecitudine con la quale si ricercano i piaceri sensuali, le belle maniere, la gloria mondana, sarebbe senza dubbio preferibile che solo uomini probi e di provata capacità occupassero i posti in qualsivoglia governo. Ma è confessare grande ignoranza degli affari umani aspettarsi che questo possa accadere, o vivere nella speranza di una cosa simile in un regno grande, opulento, fiorente. [...] Poiché non è possibile ottenere il meglio, cerchiamo almeno di procurarci quanto gli si avvicina di più. Allora troveremo che, tra tutti i mezzi possibili per assicurare e conservare la stabilità delle nazioni e tutte le cose ad esse necessarie, il metodo migliore, attraverso sagge leggi, è vigilare e fortificare la loro costituzione e trovare una forma di amministrazione che preservi il bene pubblico dalla insipienza e dalla disonestà di ministri meno abili e probi di quanto essi stessi potrebbero augurarsi. L’amministrazione pubblica deve sempre andare avanti:

370

Questa affermazione non deve sembrare in contrasto con quanto detto prima dal filosofo a proposito dei limiti dell’intelletto umano. Il tipo di conoscenza della natura umana che può competere a un politico veramente abile non è nulla che oltrepassi i confini naturali della sua razionalità: non si tratta di “lungimiranza”, ma di osservazione scrupolosa, di esperienza.

371

B. Mandeville, Dialoghi (VI dialogo), cit., pp. 224-225 (traduzione rivista); «he must have read Men as well as Books, and perfectly well understand human Nature, and the use of the Passions: He must moreover be a great Master in concealing the Sentiments of his Heart, have an entire Command over his Features, and be well skill’d in all the Wiles and Stratagems to draw out Secrets from others […], and thoroughly understanding the Art of pleasing and cajoling with Address. […]It is necessary, that he should be a Man, at least, of plain common Sense, and not remarkable for any gross Frailties or Imperfections», Fable II (6th dialogue), cit., pp. 330-331-333.

372

è un vascello che non può mai essere all’ancora. I più saggi, i più virtuosi, i meno egoisti sono i migliori ministri; ma, nel frattempo, debbono esserci ministri.373

Sebbene si espongano a critiche, e risultino altamente impopolari, le parole di Mandeville centrano un problema fondamentale: quello di adattare la proposta politica alla natura umana, e non viceversa. Dunque, ponendosi come obiettivo principale il mantenimento del benessere della nazione, il filosofo olandese pensa a un sistema che possa essere funzionale nel maggior numero possibile di situazioni, proprio perché l’amministrazione pubblica “deve sempre andare avanti”. Anche nei Liberi pensieri Mandeville ribadisce che «aspettarsi ministri senza colpe e corti senza vizi significa rivelare la nostra ignoranza nelle faccende umane»374, ma proprio perché si tratta di caratteristiche dell’uomo che non si possono eliminare, non avrebbe senso ignorarle, né cercare semplicemente di reprimerle.