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La morte di Eschilo e il comportamento degli animal

4.2 Eschilo ed Euripide: tartarughe canore e altri animal

4.2.2 La morte di Eschilo e il comportamento degli animal

Oltre alle fonti già citate, è interessante considerare che il motivo della morte di Eschilo viene recato come esempio nell’ambito di dissertazioni di carattere scientifico o erudito e il punto di contatto è costituito ancora una volta dal comportamento animale. Ci si riferisce qui alla Naturalis Historia di Plinio il Vecchio e al De natura animalium di Eliano. Secondo quella che è la natura di queste opere, si noterà, nei rispettivi riferimenti alla leggenda eschilea, il desiderio di esporre i fatti sotto una luce di plausibilità, quasi a voler giustificare il carattere paradossale della storia:

Τὰς χερσαίας χελώνας οἱ ἀετοὶ συλλαβόντες εἶτα ἄνωθεν προσήραξαν ταῖς πέτραις, καὶ τὸ χελώνιον συντρίψαντες οὕτως ἐξαιροῦσι τὴν σάρκα καὶ ἐσθίουσι. ταύτῃ τοι καὶ Αἰσχύλον τὸν Ἐλευσίνιον τὸν τῆς τραγῳδίας ποιητὴν τὸν βίον ἀκούω καταστρέψαι. ὁ μὲν Αἰσχύλος ἐπί τινος πέτρας καθῆστο, τὰ εἰθισμένα δήπου φιλοσοφῶν καὶ γράφων· ἄθριξ δὲ ἦν τὴν κεφαλὴν καὶ ψιλός. οἰηθεὶς οὖν ἀετὸς πέτραν εἶναι τὴν κεφαλὴν εἶτα μέντοι κατ’ αὐτῆς ἀφῆκεν ἣν κατεῖχε χελώνην, καὶ ἔτυχε τοῦ προειρημένου τὸ βέλος, καὶ ἀπέκτεινε τὸν ἄνδρα334.

137 Le aquile afferrano le tartarughe terrestri e poi dall’alto le scagliano contro le rocce, e dopo aver in tal modo frantumato il loro guscio, ne estraggono la carne e la mangiano. Secondo la tradizione fu ucciso in questo modo Eschilo di Eleusi, il famoso poeta tragico. Eschilo se ne stava seduto sopra una roccia, meditando come era solito fare, suppongo, e prendendo appunti. Aveva il capo completamente privo di capelli. Un’aquila che tratteneva tra gli artigli una tartaruga, scambiando la testa di Eschilo per uno spuntone di roccia, lasciò cadere la sua preda e quella come un proiettile colpì il bersaglio, provocando la morte del poeta.

Eliano ricorre alla citazione dell’aneddoto con il fine di dare solidità, o addirittura credibilità, all’esposizione delle modalità di caccia delle aquile; l’avvenimento viene esposto dall’erudito congetturando sul perché Eschilo si trovasse in quel luogo (meditando come era solito fare, suppongo, e

prendendo appunti), al fine, come si diceva, di conferire un carattere di

verisimiglianza all’episodio. Questa strumentalizzazione del passo dimostra, comunque, che il racconto è ben conosciuto dal pubblico al quale l’autore si rivolge: egli inserisce queste righe per arricchire la

propria dissertazione conferendovi così una maggiore accessibilità335. Non

si tratta solo di un esempio pratico a sostenimento della tesi esposta, ma anche di un espediente finalizzato a rendere più piacevole la lettura: evidentemente il carattere favolistico oltre che comico dell’aneddoto ben si presta a far fronte a questa esigenza336. Lo stesso si può dire rispetto

all’approccio ben visibile, circa un secolo prima nell’opera da Plinio:

huius ingenium est et testudines raptas frangere e sublimi iaciendo, quae fors interemit poetam aeschylum, praedictam fatis, ut ferunt, eius diei ruinam secura caeli fide caventem337.

È comportamento istintivo di quest’uccello rapire le tartarughe e frantumarle gettandole dall’alto, ed è questo incidente che uccise il poeta Eschilo, il quale

335 Vd. Kimmel 2008, p. 366-67. 336 Cf. Kimmel 2008, p. 367.

138 cercava di evitare, standosene sicuro all’aria aperta, come si vuole narrare, il crollo rovinoso predetto dai fati per quel giorno.

Ciò che tuttavia distingue la narrazione della Vita rispetto ai riferimenti riportati nell’opera di Plinio ed Eliano è il fatto che in questi ultimi non venga in alcun modo sottolineata la straordinarietà dell’evento: scagliare la tartaruga sulle rocce costituisce per l’aquila un comportamento abituale e istintivo, tanto da essere descritto nei trattati di storia naturale. Nella Vita l’evento assume, invece, un carattere occasionale, a tratti mitico, come se quella fosse la prima aquila a non essere in grado di rompere il guscio della tartaruga per cibarsene. Il dato evidenzia il carattere straordinario e l’accidentalità di cui viene caricato il resoconto sulla morte del poeta, predestinato a una vita di successi, ma colto da una morte inaspettata e inusuale. Il motivo della calvizie, che in Valerio Massimo ed Eliano viene apparentemente utilizzato per giustificare il comportamento dell’aquila, sembra essere un tratto caratteristico dell’iconografia eschilea, anche se, come osservava giustamente Lesky, non può essere considerata elemento

discriminante, per esempio, nell’ambito della ritrattistica338. Sebbene

esistano rappresentazioni glittiche in cui il poeta è raffigurato completamente calvo e accompagnato dai due animali presenti nell’aneddoto, questo non autorizza a considerare la calvizie un tratto

peculiare del tragediografo339. Nondimeno sembra plausibile che questa

caratteristica sia frutto del tentativo di rendere più accettabile il fatto che, nel racconto, la tartaruga precipiti esattamente sul capo di Eschilo.

338 Lesky 1996, pp. 99-100.

339 Per quanto riguarda le rappresentazioni figurative di Eschilo cf. Richter 1965, pp. 122-

139 4.2.2 Riferimenti interni all’opera

Dal confronto tra i resoconti citati sulla morte del poeta emerge che solo nel testo della Vita e nel riferimento di Plinio si parla dell’avvertimento che il poeta avrebbe ricevuto circa la sua morte. Il motivo è quello che si ritrova anche nelle Vite di Omero ed Esiodo: anche se in modo ambiguo, un oracolo fornisce al poeta alcune delle informazioni riguardanti le circostanze o il luogo della sua morte dandogli così ragione di evitare quella particolare situazione. Si tratta, ovviamente, di una prova in cui il poeta fallisce e, come Omero ed Esiodo, così anche Eschilo. La presenza dell’oracolo contribuisce a rimarcare il carattere mitico ed esemplare dell’evento; mentre Valerio Massimo ed Eliano sottolineano l’errore dell’aquila che scambia il capo di Eschilo per una pietra a causa della calvizie, Plinio e la Vita sottolineano invece l’errore del poeta. Nuovamente si riscontra quindi il principio dell’oracolo incompreso o frainteso; oltretutto nella narrazione pliniana si rende ragione del comportamento del poeta che, proprio per non incorrere nelle situazioni rischiose indicate dal messaggio oracolare, decide di sedersi all’aria aperta, dove nessuno avrebbe potuto colpirlo dall’alto. Secondo la predizione contenuta nella Vita Aeschyli, il tragediografo sarebbe morto a

causa di un proiettile lanciato dall’alto: οὐράνιόν σε βέλος κατακτανεῖ.

L’osservazione pliniana fa quindi pensare che il poeta si aspetti di essere

colpito da un βέλος scagliato da un essere umano, dimostrando così di

fraintendere il contenuto sempre ambiguo del messaggio.

Le parole dell’oracolo, oltre che il motivo del proiettile, non dovrebbero suonare nuove a un pubblico che ben conosce Eschilo e la sua opera: essi sono riscontrabili in alcuni passaggi relativi all’ambito del dramma satiresco.

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Innanzitutto va preso in considerazione un frammento riferibile ai

Raccoglitori di ossa e riportato dall’opera di Ateneo: l’immagine è quella di

Odisseo che viene colpito in testa da uno dei Proci con un pitale.

Αἰσχύλος γοῦν ἀπρεπῶς που παράγει μεθύοντας τοὺς Ἕλληνας, ὡς καὶ τὰς ἀμίδας ἀλλήλοις περικαταγνύναι. λέγει γοῦν ὅδ᾽ ἔστν, ὅς ποτ᾽ ἀμφ᾽ ἐμοὶ βέλος γελωτοποιόν, τὴν κάκοσμον οὐράνην, ἔρριψεν οὐδ᾽ ἥμαρτε· περὶ δ᾽ ἐμῷ κάρᾳ πληγεῖσ᾽ ἐναυάγησεν ὀστρακουμένη, χωρὶς μυρηρῶν τευχέων πνέουσ᾽ ἐμοί340.

Questi è la persona che un giorno scagliò verso di me un ridicolo proiettile, il maleodorante pitale, e non mi mancò: e contro la mia testa esso, urtando, si ruppe in pezzi, facendomi puzzare in modo difforme da ampolle d’unguento.

Immediatamente si evince il richiamo al proiettile (βέλος), qualcosa che viene scagliato sulla testa di un uomo; ma va anche sottolineata un’immotivata affinità tra οὐράνιόν (proveniente da cielo) e οὐράνη (pitale), il gioco etimologico sembra avere un ruolo tutt’altro che secondario

nell’elaborazione del messaggio oracolare rivolto a Eschilo341. Nel portare

l’elemento comico alla serietà della narrazione biografica, forte di un carattere tutto mitico, si intravvede un processo inverso rispetto a quello della parodia sebbene la connessione tra le due realtà persista, tingendo così il dato della morte di una sfumatura comica quanto esemplare. Riguardo al senso del comico che si nasconderebbe dietro l’immagine di Odisseo colpito da un pitale e che sembra motivare la classificazione dell’opera come dramma satiresco, va comunque tenuta in considerazione la critica mossa da Ateneo nel riportare il frammento: l’aprepeia

340 Aeschyl. fr. 180 Radt = Ath. 1.17c, trad. a c. di Morani 1987. 341 Cf. Kimmel 2008, p. 365.

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(inopportunità) che caratterizza l’azione sarebbe del tutto fuori luogo, essa troverebbe giustificazione solo all’interno di una tragedia342.

Le corrispondenze sono forse meno evidenti in un secondo

frammento, appartenente agli Ψυχαγωγοί343: Tiresia predice a Odisseo

che sarebbe stato colpito dagli escrementi di un airone, dopodiché l’eroe sarebbe morto, sembra a causa di una lisca di pesce. Non si può parlare di una vera e propria analogia con la morte di Eschilo: i due testi appartengono comunque a generi diversi e manifestano quindi istanze letterarie ben distinte. Si denota tuttavia la presenza di un richiamo a motivi e circostanze che fanno pensare a una ripresa di queste situazioni

nell’elaborazione dell’aneddoto biografico344.

ἐρωδιὸς γὰρ ὑψόθεν ποτώμενος ὄνθῳ σε πλήξει νηδύος χαλώμασιν· ἐκ τοῦδ’ ἄκανθα ποντίου βοσκήματος σήψει παλαιὸν δέρμα καὶ τριχορρυές 345.

Un airone volando ti colpirà dall’alto con i suoi escrementi, sgravandosi il ventre: dopo di ciò una lisca di animale marino farà imputridire la tua vecchia pelle, che sta perdendo i capelli.

Per quanto riguarda il tema della morte sembra che, rispetto a quanto si è visto per Esiodo e Omero, le corrispondenze con l’opera stessa del poeta si dimostrano più evidenti. Questo è forse dovuto al fatto che un tragediografo come Eschilo, ben inserito nella dimensione cittadina prima ad Atene e poi alla corte di Ierone, si presta meno allo sviluppo di filoni leggendari che esulino dall’opera. Anche le notizie che Cameleonte scrive

342 Cf. Di Marco 2000, pp. 46-7; si ritiene anche che qui venga messa in atto una parodia

del gioco del cottabo, cf. Palutan 1996 passim.

343 Aeschyl. fr. 275 Radt.

344 Vd. Burges Watson 2014 (https://livingpoets.dur.ac.uk/w/Aeschylus).

345 Aeschyl. fr. 275 Radt, per la trad. vd. in parte Morani 1987 (vv. 1-2), ma soprattutto

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sul fatto che sarebbe stato dedito vino, prendono adito dalla tragedia

Eschilea Cabiri346. Nonostante la sua figura di poeta si mantenga all’interno

di un’aura eroica, così come è dimostrato proprio dal carattere mitico del racconto stesso sulla morte, rispetto a Omero ed Esiodo Eschilo resta avvolto in una dimensione più reale: questa peculiarità, che vedremo propria anche di Euripide, ostacola l’elaborazione di miti di ampio respiro che non siano connessi con l’opera del tragediografo.