CAPITOLO 3 MUSEO, AZIENDA PUBBLICA
3.1 Il museo e la sua evoluzione storica
La matrice economico manageriale del nostro studio, impedisce un’analisi approfondita della storia dell’istituzione museale, descrittiva della sua complessa fase evolutiva – dal collezionismo alla galleria, al museo – su cui vertono problemi di museologia, museografia e di funzione. Ciò nonostante, appare fondamentale fornire un breve cenno agli aspetti e alle caratteristiche più rilevanti che nel corso dei secoli hanno determinato la sua identità. Secondo l’etimologia del nome - dal greco “mouseion” e dal latino “museum” - museo è per definizione, il luogo, il “palazzo” delle Muse ovvero delle nove figlie di Zeus e Mnemosine, protettrici dei dotti e ispiratrici dei poeti. Successivamente, il termine cresce di significato in quanto viene associato al più famoso istituto culturale dell’antichità, il Museion di Alessandria, creato ai tempi di Tolomeo I Sotere in Alessandria allo scopo di promuovere la cultura ed ospitare, mantenendoli a pubbliche spese, uomini di lettere e di scienze22. Nel lungo corso della sua storia, troviamo il museum dell’età romana che assume un valore tecnico poiché indica generalmente una grotta naturale o artificiale in cui sono esposte sculture (greche o copie) e mosaici con finalità scenografiche. Il museo del Rinascimento italiano
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Il Museion di Alessandria, ha origine ai tempi di Tolomeo I Sotere (323-285 a.C.) ad Alessandria d’Egitto, su ispirazione di Demetrio Falereo (Tiranno d’Atene e allievo di Aristotele). Concepito come una sorta di istituto enciclopedico comprendeva la più importante biblioteca dell’antichità, l’osservatorio astronomico, il giardino botanico e zoologico, l’istituto anatomico.
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celebra l’inizio dell’uso moderno del termine “museo”23; le collezioni private di
Naturalia e artificialia, ossia le “Wunderkammer” o “stanze delle meraviglie”24 sono considerate come il primo stadio dello sviluppo moderno del concetto di “museo”. Infine il primo esempio di museo aperto al pubblico per favorire l’educazione dei cittadini, ovvero il British Museum del 1753, fu fondato nel Regno Unito sulla base del lascito (71.000 tra oggetti e volumi) di Sir Hans Sloane (1660-1753)25. Pochi anni dopo, nel 1765, Luis de Jauncourt nel 1765 pubblica la voce “Musée” nell’Encyclopedie di Diderot e D’Alembert, secondo cui “la parola museo ha nel tempo assunto un senso sempre più ampio, che si applica oggi a ogni luogo nel quale sono raccolte le cose che hanno un rapporto diretto con le arti e con le muse” (Chevlier de Jauncourt). Nelle società democratiche dell’800 viene così riconosciuta la destinazione pubblica dell’istituzione museale, la quale diviene uno degli strumenti attraverso i quali i cittadini esercitano il loro diritto alla cultura26. La struttura semplice del museo, fondata su quattro elementi quali la collezione, il pubblico che ne fruisce, il personale che la gestisce e la sede che la ospita, è rivolta a due compiti sostanziali: conservare le testimonianze materiali e immateriali del passato per le generazioni presenti e future; interpretare il passato per renderlo fermento attivo della cultura del presente. Ai giorni nostri, non è possibile giungere ad una classificazione esaustiva di tutte le tipologie museali esistenti, sia per le diversità che si presentano anche all’interno di categorie apparentemente omogenee27, sia per l’esistenza nei musei, di una collezione “mista”, caratterizzata da beni culturali appartenenti a categorie concettuali diverse e per le quali di solito risulta impossibile fare riferimento al criterio di prevalenza. Tra le classificazioni esistenti, quella tra le più utilizzate individua [Primicerio, 1991]:
1) Musei d’arte: raccolte di oggetti d’arte e pinacoteche;
2) Musei d’archeologia: musei con collezioni e reperti prevalentemente archeologici;
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Ci si riferisce alla descrizione di Erasmo da Rotterdam, contenuta nel “Convivium religiosum” del 1523, mediante la quale egli definisce “musei” gli studioli degli umanisti italiani.
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Sebbene vi siano testimonianze con radici nel Medioevo, esse riflettono un fenomeno sostanzialmente sorto nel Cinquecento, che si sviluppa floridamente per tutto il Seicento celebrando le grandiosità barocche e il quale si protrae sino al Settecento, alimentato dai più comuni valori socio-culturali dell’epoca illuminista, come ad esempio l’amore per le curiosità scientifiche.
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L’attività di gestione viene affidata ad un Trust di nomina parlamentare. 26
Un “nuovo” collezionismo si apre soltanto nel 1800 con i primi scavi archeologici sistematici, cui corrisponde la nascita di musei e di aree archeologiche. A distanza di oltre un secolo, ovvero dalla metà del ‘900 in poi, sorgono tutte le altre tipologie di genere, quali ad esempio i musei etnografici.
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Ad esempio, tra i musei d’arte possiamo distinguere le gallerie, le pinacoteche e le quadrerie, le gipsoteche, i gabinetti di disegni e stampe, e così via.
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3) Musei di scienza e tecnica: raccolte scientifiche, macchine, modelli, progetti e disegni che testimoniano l’evoluzione tecnologica, nonché raccolte di scienze naturali comprensive di collezioni mineralogiche, paleontologiche, botaniche e zoologiche; 4) Musei etnografici e antropologici: raccolte di materiali relativi alle culture e alle caratteristiche delle diverse popolazioni;
5) Musei di storia: musei con collezioni di carattere storico e raccolte di cimeli;
7) Musei territoriali: raccolte di materiali relativi a diversi aspetti di un territorio inteso come entità storica e culturale o etnica, economica e sociale;
8) Musei specializzati: comprendono sia le collezioni con un preciso orientamento tipologico, compresi i musei di arte religiosa (paramenti, oggetti liturgici, suppellettili, sacre, etc.) che le case-museo, di personaggi illustri;
9) Giardini zoologici, botanici, naturali; 10) Acquari.
Allo stesso modo, non esiste una definizione univoca di museo, ovvero di cosa sia e di cosa non può essere: ciò dipende dai criteri adottati per individuare la categoria in oggetto, che può quindi rivelarsi più o meno ampia, e comprendere o meno, ad esempio, i siti archeologici e i monumenti[Chirieleison, 2002]. Di conseguenza, le interpretazioni più accreditate, sono accomunate dalla tendenza a fornire una definizione il più possibile estensiva del concetto. La più diffusa tra queste, a livello internazionale, è quella dell’ICOM28: “il museo è un’istituzione permanente, senza scopo di lucro, al servizio della società e del suo sviluppo, aperta al pubblico e che compie ricerche riguardanti le testimonianze materiali e immateriali dell’uomo e del suo ambiente, le raccoglie, le conserva, le comunica e soprattutto le espone a fini di studio, educativi e diletto”. Dalla sua esplicitazione, emerge innanzitutto l’elemento indispensabile che genera il museo stesso, ovvero l’esistenza di oggetti e di opere in esso conservati. Ovviamente, laddove questi mancano non potrebbe esistere un museo, mentre di contro esistono musei, sebbene chiusi, anche quando non si verificano le attività cosiddette museali, culturali e di rapporto col pubblico, che sono conseguenza dell’esistenza degli oggetti. [Mottola Molfino, 1992]. Sebbene la collezione risulti un elemento fondamentale, sussiste un’ulteriore condizione implicita e altrettanto necessaria alla
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La definizione di ICOM (Art. 2 dello Statuto modificato a Seoul 2004): “A museum is a non-profit making, permanent institution in the service of society and of its development, and open to the public which acquires, conserves, researches, communicates and exhibits, for purposes of study, education and enjoyment, material evidence of people and their environment”.
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definizione di museo: esso non può limitarsi ad essere un archivio di opere, bensì deve aspirare a trasmettere un messaggio, svolgendo un ruolo educativo e conservativo, attraverso lo scopo congiunto finalizzato ad esprimere una propria “personalità”, senza cessare di essere un unicum, proprio in funzione della sua capacità di comunicare con i suoi fruitori raccontando loro qualcosa di se stessi [Mottola Molfino, 1992]. In questa dimensione ideale, funzione ed identità del museo, sono espressione della cultura e dell’ambiente che lo hanno prodotto, e al tempo stesso, si rivelano rappresentazione di un divenire dinamico e progettuale, capace di generare e trasformare cultura, mediante un’unione ideale tra passato e futuro [Garberi 1995, Fitzcaraldo 1997].