CAPITOLO 3 MUSEO, AZIENDA PUBBLICA
3.7 I processi di produzione del valore (culturale, economico, sociale) nei musei pubblici: definizione dei livelli minimi uniformi di qualità della valorizzazione
La Sottocommissione preposta alla definizione degli standard nelle strutture museali, in linea con l’art.6 del Codice dei beni culturali e del paesaggio, tenendo conto della propria funzione ministeriale di armonizzazione delle attività di salvaguardia dei beni pubblici,54 ha portato avanti uno studio di gestione dei musei altamente innovativo e mirato ad evidenziare i processi di produzione e gestione ai quali occorre far riferimento per delineare i livelli minimi di qualità delle attività di valorizzazione e tutela del patrimonio artistico e culturale. Ciò ha portato a:
• delineare i processi produttivi delle istituzioni adibite a valorizzare il patrimonio, segmentandoli a seconda delle dimensioni e della funzione che essi svolgono; • evidenziare le macro-fasi che costituiscono la catena del valore, cioè la
formazione del valore riconosciuto dalle varie categorie di utenti; • determinare le stesse macro-fasi con casi ed esempi concreti.
Numerose sono state le difficoltà di definizione dei nuovi criteri di gestione afferenti alle attività di valorizzazione e tutela del patrimonio artistico e culturale; tra queste difficoltà in primis la varietà e la numerosità degli enti che gestiscono i beni storico- culturali: nel nostro Paese, infatti, la densità di strutture museali in rapporto al numero di abitanti è una delle maggiori del mondo.55 Per la definizione della nuova strategia di gestione delle attività in oggetto, si è avuta l’esigenza di proporre schemi generali tali da comprendere le differenti situazioni, ma allo stesso tempo concreti nel rappresentare i processi di produzione dei musei così da non incorrere nel rischio di eccessiva genericità.
Pertanto, seguendo una linea di pensiero di natura induttiva e riferendosi ad un sistema di osservazione che esamina i processi di gestione caratterizzanti i musei, è stato scelto di studiarli sulla scorta dell’esempio di M. Porter che, negli ultimi decenni del XX secolo, selezionò una serie di processi tipici per un'azienda, ponendo in risalto dal punto
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Cfr. art. 7 dello stesso Codice. 55
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di vista comparativo gli aspetti più e meno rilevanti a differenza dei competitor esistenti oppure quelli potenziali.
Il modello fa una distinzione fra cinque attività fondamentali, ovvero: • la logistica (in entrata e in uscita);
• la trasformazione;
• l'erogazione e la comunicazione; • il servizio.
A queste attività fondamentali, si accompagnano azioni di sostegno che possono essere di tipo tecnologico, di acquisto, amministrativo, oppure organizzativo. Le attività museali possono essere analizzate grazie al modello di Porter e, tra le varie operosità che caratterizzano l’esistenza stessa di un museo, nello specifico, ci sono le attività connesse alle acquisizioni di opere e la gestione delle collezioni, che mostrano vari livelli di rilevanza distinti in base alla tipologia di struttura museale, al tipo di collezione ed alla sua estensione. In un’ottica più ampia, se si prendono in considerazione gruppi di opzioni di prestito e di circolazione delle opere, la gestione appare più complessa rispetto alle valutazioni di conservazione e di offerta al pubblico.
Nonostante siano prese in esame tali criticità, la gestione museale tende ad essere descritta quale attività primaria ed autonoma per la valorizzazione e la tutela del patrimonio artistico culturale del museo stesso. Lo studio scientifico, le operazioni di catalogazione e la documentazione rappresentano altre operazioni fondamentali per determinare la grandezza e il successo dei musei, e tali operazioni sono condotte con intensità relativa in base a due caratteristiche:
• la prima concerne le attività di indagine storico e/o tecnologica, a cui fanno riferimento i processi di progettazione, gestione, produzione di documenti interni e di approfondimento scientifico;
• la seconda include le attività di inventario e catalogazione delle collezioni e dei materiali di ricerca che si rendono progressivamente disponibili.56
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Cfr. Baia Curioni S. (2008), I processi di produzione del valore nei musei, Aedon n. 2, Rivista di arti e diritto on line, Il Mulino.
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I procedimenti concernenti la creazione del sistema di offerta e le attività di valorizzazione includono tutto ciò che serve per migliorare le visite ed accrescere l’interesse del pubblico, non soltanto in virtù dei singoli visitatori e dei vari fattori quali gli spazi, le opere e quant’altro, ma soprattutto in virtù del livello di integrazione e di produzione di valore in relazione al contesto economico, culturale e sociale.
In generale, si può affermare che il museo è un’azienda con scopi economici afferenti all'offerta di beni culturali e basata sui diritti di proprietà dell'ente culturale in questione. Le attività di tale tipo di azienda non risultano ancora pienamente rispecchiate dalle realtà museali italiane e, dal punto di vista concettuale e qualitativo, sembrano maggiormente afferire a numerose esperienze europee. La valorizzazione delle attività museali deve fondarsi sulla capacità di gestire i diritti connessi non soltanto agli spazi, ma soprattutto alle immagini, dunque, alle opere. Bisogna poi porre in risalto il fatto che è necessario tutelare determinate competenze, quali la capacità intellettuale di creare
format di natura espositiva. Per ognuna di queste diverse categorie occorre distinguere
fra:
• politiche d'uso;
• pratiche e condizioni di prestito / nolo; • modelli e pratiche di offerta;
• definizioni contrattuali ed amministrative.
Il lavoro della Commissione, nella formulazione di riflessioni sull’origine del valore, tende ad allontanarsi dal modello di Porter ponendo in risalto in particolare il fatto che le strutture museali, in quanto organizzazioni educative e culturali, sono aperti ad un’utenza molto ampia e variegata.
In modo particolare, il museo tende a creare valore per una molteplicità di destinatari quali i soggetti pubblici, le comunità scientifiche e professionali ed il pubblico dei visitatori.
Non bisogna trascurare, poi, altri rilevanti portatori di interessi, come gli sponsor e i
donor che supportano dal punto di vista finanziario le attività del museo, in ragione di
motivazioni differenti: i privati, le aziende e gli esercizi commerciali ricavano un'utilità economica indiretta dalla presenza dell'istituzione culturale; gli addetti e i fornitori hanno invece un'utilità economica diretta dalla presenza dell'istituzione culturale. Un
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museo, per ambire a modelli di gestione ed efficienti obiettivi di valorizzazione, deve avere una buona base di imprenditorialità culturale. Ciò comporta:
• un notevole coordinamento risolutivo, cioè la capacità di gestire la "sovranità" dell'istituzione da parte dei responsabili del suo progetto culturale;
• un notevole coordinamento di gestione volto ai risultati e al feedback.57
Per rispettare quanto appena enunciato, occorre evitare di utilizzare esempi di offerte di sostegno unilaterali, che condurrebbero ad un dislivello dell'istituzione e di conseguenza alla messa in crisi de patrimonio museale. Si può evitare tutto questo applicando il principio dell'autonomia dei musei ed il potenziamento dei poteri della struttura tanto tecnica quanto curatoriale degli stessi. In quest’ottica emerge il significato della struttura imprenditoriale nonché della gestione della cultura e delle istituzioni culturali con impronta manageriale.
Essa non prevede soluzioni di privatizzazione o di notevole attenzione verso le dimensioni monetarie e commerciali, al contrario quanto appena descritto chiama in causa il bisogno di tenere stabile l’armonia tra le varie aree di competizione in cui il museo è attivo, assicurando una coerenza interna ed esterna della sua offerta nei confronti della missione dell’istituzione stessa. Tale armonia e\o equilibrio non si ottiene in poco tempo e per lo più essa si verifica soltanto nell’ottica di una costante negoziazione con i vari interlocutori; questa negoziazione rappresenta l'oggetto reale dell'imprenditorialità culturale e costituisce una fase fondamentale nel procedimento di formazione del valore che viene a creare. Questo valore finirà con il rappresentare il maggiore segnale per l'istituzione, cioè per la presenza e lo sviluppo della cultura ai nostri giorni. Le stime dal punto di vista economico delle diverse strutture museali in Italia sono affini a quelle di altri Stati europei e dimostrano l’effettiva consistenza di tali fonti di guadagno. Soltanto dal settore pubblico si ricavano, infatti, finanziamenti dal 60% del fabbisogno all’ 80-85%58.
I musei, in generale, fanno parte dell’ambito culturale e sono caratterizzati dal fatto che essi soddisfano la necessità di sviluppo dal punto di vista culturale della società la quale si identifica nel proprio patrimonio culturale. Questa disposizione pone in risalto un elemento qualificante di studio, ovvero che i musei devono essere riconosciuti
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Cfr. AA.VV. (2009), La carta d’identità del museo, Gangemi Editore, Roma. 58
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nell'ambito della realizzazione di un’esigenza culturale e sociale. Dal punto di vista economico ed aziendale, le strutture museali si distinguono in quanto:
• sono imprese e per questo distinte da qualsiasi azienda di produzione che non abbia particolari caratteristiche essenziali come la sistematicità, la durabilità e la dinamicità nello spazio e nel tempo, autonomia di governo nel perseguimento dello scopo istituzionale e quindi libertà decisionale, etc;
• non sono volte a perseguire il profitto, presentando pertanto peculiari caratteri, infatti, la loro presenza nella società è connessa alla quantità e alla qualità delle necessità effettive che possono appagare;
• il valore dei risultati riportato con la propria azione non è dato solo dal valore di scambio, ma dall'utilità sociale che si genera, a prescindere dalla capacità di un utente di pagare il biglietto;
• il rischio connesso alle decisioni tecniche, organizzative ed economiche non viene assunto da quanti detengono il potere di decidere al fine di accrescere la propria posizione economica bensì viene considerato e valutato nella prospettiva di non perdere la propria indipendenza nel corso del tempo.
Le organizzazioni museali costituiscono allora imprese di produzione no- profit, volte a produrre un valore. Esso non è tuttavia valore monetario ma socio-culturale, attinente all'efficacia nel perseguimento delle finalità di salvaguardia del patrimonio storico- artistico e di diffusione della cultura nella società.
L'allontanamento dalla concezione classica di valore prodotto, rende difficile una delimitazione concettuale in grado di spiegare la complessità del nuovo concetto in termini valoriali. Questo, se da un lato non costituisce una ragione sufficiente per inserire i musei nella categoria delle organizzazioni che non generano ma hanno bisogno ricchezza, dall'altro pone la necessità di un sistema informativo aziendale in grado di aiutare il governo decisionale ed accrescere un sistema di rendicontazione che consenta alla struttura museale stessa la conquista ed il mantenimento della propria condizione di legittimità. Pertanto, le suddette appaiono le più evidenti cause per le quali si rende necessaria la creazione di norme di rendicontazione sociale.59 Allo scopo
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AA.VV. (2006), Assetti finanziari, in Materiali per i musei, Centro studi piemontesi, Regione Piemonte.
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di fornire degli standard minimi per il funzionamento ed il riconoscimento dei musei, risulta necessario:
• qualificare l'offerta museale;
• offrire all'esterno e all'interno un'immagine unitaria e coerente dei musei; • potenziare il rapporto dei musei con il territorio;
• potenziare il rapporto tra musei e beni culturali non musealizzati; • creare rapporti tra musei e imprenditoria locale;
• attuare strategie coordinate di valorizzazione verso l’utenza; • ridimensionare costi di gestione con le economie di scala; • supportare la professionalità degli operatori;
• dar luogo ad opportunità di lavoro per i giovani. 60