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Patrimonio storico ferroviario in Europa e in Italia

3.7 Museo Ferroviario di Trieste Campo Marzio

Fig. 42. Ingresso al Museo ferroviario di Trieste Campo Marzio. (Fonte: www.museoferroviariotrieste.it)

All’interno di una stazione ferroviaria di inizio XX secolo, inaugurata dall’Arciduca Francesco Ferdinando nel 1906,, nei pressi dell’attuale Stazione FS di Trieste Campo Marzio, è ospitato il Museo Ferroviario (inaugurato nel 1984), il quale mira ad illustrare la storia del trasporto su rotaia secondo una visione mitteleuropea, infatti all’interno del museo sono esposti attrezzi, macchinari, motori a vapore, elettrici e diesel, carrozze merci e passeggeri, tram elettrici e trainati da cavalli, provenienti da Austria, Ungheria e Germania262, a dimostrazione di quanto Trieste si trovasse263 al centro delle

262 Cfr. AA.VV., In treno per l’Europa, op. cit., p. 243.

263 Nel Novecento Trieste era il centro dell’Europa: con una sola coincidenza si andava a Praga, Cracovia e Stoccarda, sull’altopiano passava l’Orient Express diretto a Istambul da Parigi e con i

lunghe vie di comunicazione europee. Oggi, età dell’Alta Velocità, non è più così, lo snodo principale dei corridoi infrastrutturali europei è Mestre, da qui partono le linee per l’Est europeo, per il Sud e, via Verona, per il Nord264.

Il museo è uno dei pochi in Europa nato per volere di alcuni appassionati, ex ferrovieri, ferrovieri e non, riuniti nella Sezione Appassionati Trasporti dell’Associazione Dopolavoro Ferroviario di Trieste. La gestione del museo è completamente gratuita, frutto del lavoro di volontari265.

Il museo si divide in più sale, ognuna delle quali è dedicata ad un argomento specifico, solo il salone di ingresso viene utilizzato per le rassegne temporanee266 e ospita due grandi plastici ferroviari267.

Il corridoio che dall’atrio porta alle sale ospita nelle bacheche centrali la storia dei collegamenti ferroviari di Trieste dal 1857 (Ferrovia Meridionale) al 1981 (galleria di Circonvallazione); addossate ai muri vi sono delle vetrinette tematiche, disegni e stemmi.

vagoni letto si potevano raggiungere Parigi, Genova, Roma, Budapest, Belgrado, Venezia; raggiungevano Vienna sei coppie di treni giornalieri trainati da locomotiva a vapore. Prima della Prima Guerra Mondiale Trieste aveva tre linee ferroviarie che la collegavano con i centri più importanti dell’Impero: Lubiana-Graz, Trieste-Pontebba, e Gorizia-Villach. La stazione stessa dimostrava l’importanza della città poiché era uno sfarzoso gioiello architettonico. Cfr. RUMIZ,

Trieste Ultima Stazione, in La Repubblica, 29 gennaio 2012.

264 Ibidem.

265 Dal 1984 ad oggi gli unici custodi e responsabili del museo di Trieste sono stati i volontari del Dopolavoro Ferroviario che, non solo hanno messo insieme un patrimonio collezionistico di valore inestimabile, ma hanno anche provveduto alla manutenzione dell’edificio e all’affitto (54 mila euro annui) dello stabile, il tutto senza ricevere rimborso statale. Cfr. RUMIZ, Trieste Ultima

Stazione, in La Repubblica, 29 gennaio 2012.

266 Le mostre temporanee sono tutte in tema ferroviario. Cfr.

http://www.museoferroviariotrieste.it/mostretemporanee.html, 21/02/2012.

267 I due grandi plastici presenti in atrio, uno dei quali ancora in costruzione, sono funzionanti e sono costituiti da lunghi rettilinei su cui far correre convogli ferroviari di composizione realistica. I due plastici presentano una situazione verosimile e vengono messi in funzione compatibilmente con la disponibilità dei soci modellisti. Cfr.

Fig. 43. Allestimento all’interno del corridoio del Museo ferroviario di Trieste Campo Marzio. (Fonte: www.museoferroviariotrieste.it)

La sala dedicata ai tram occupa l’ex sala d’aspetto di I classe dell’edificio ferroviario ora museale. Al suo interno, oltre a documenti, fotografie e oggetti d’epoca, sono esposte le vecchie tabelle di percorrenza delle linee che al tempo erano appese alle vetture di corsa e dei diorami in scala riguardanti i trasporti tranviari di Trieste e delle città vicine, compresa la tranvia Trieste- Opicina, in uso ancora oggi. Il centro della sala è occupato dal grande diorama che rappresenta il capolinea di Barcola della linea 6, prima che fosse chiuso. Nella ex sala d’aspetto di II classe vi è la sala dedicata alle costruzioni e agli impianti fissi; trattandosi di un ampio argomento che considera non solo la costruzione delle ferrovie e del materiale rotabile, ma anche le telecomunicazioni e i materiali d’ufficio, l’esposizione raccoglie l’oggettistica più varia. Vi sono disegni di progetti, due diorami che rappresentano il Viadotto di Salcano sulla linea Transalpina e il Muro sulla vecchia Pontebbana, vi sono pezzi di rotaie, attrezzature usate dai cantonieri per la

manutenzione delle linee, cippi chilometrici che un tempo segnalavano i chilometri sulla linea. Il centro della sala è occupato da un piccolo tratto di binario sopra il quale è posato un quadriciclo a pedali, un tempo usato dai cantonieri per la manutenzione.268

Nella ex sala d’aspetto di III classe vi è la sala movimento, riempita in gran parte dal diorama che rappresenta il nodo di Opicina nel 1910. Un diorama più piccolo si trova al centro della sala e rappresenta la Stazione di Campo Marzio. Un’intera parete della sala è occupata dalla ricostruzione di un ufficio di Dirigente Unico di Movimento, alle cui pareti sono appese vele di segnali ad ala.

Fig. 44. Ricostruzione dell’ufficio di un Dirigente Unico di Movimento all’interno del Museo ferroviario di Trieste Campo Marzio. (Fonte: www.museoferroviariotrieste.it)

L’ex ristorante della stazione ospita la sala trazione del museo, all’interno della quale vi è un diorama raffigurante un deposito locomotive al tempo del vapore, circondato da oggetti che venivano usati nella Scuola Allievi Macchinisti.

Nel 2008 è stata inaugurata la sala banchi, la quale è andata a occupare i locali dell’ex biglietteria della stazione. Alle pareti sono appese, rigorosamente in ordine cronologico, apparecchiature per il controllo del traffico ferroviario, quadri luminosi riguardanti l’occupazione dei binari, un orologio registratore. Anche qui è stato ricostruito un Ufficio del Dirigente Unico di Movimento.

L’ultima sala del museo ad essere inaugurata, alla fine del 2008, è stata la sala dedicata alla trazione elettrica. Ogni parete della sala articola un argomento diverso della trazione elettrica: entrando si nota subito la parete di fondo, dedicata alla trazione in regime di corrente continua, la parete di sinistra è dedicata alle apparecchiature di controllo degli impianti di trasformazione della corrente ad uso ferroviario-tranviario, la parete di destra è dedicata alla linea elettrica per la trazione elettrica a corrente continua, infine, la parete corrispondente alla porta di ingresso è dedicata alla trazione trifase. Completa quest’ultima parete un banco di manovra di una locomotiva E 554 e un convoglio di ALE bicorrente ed un interruttore-invertitore.269

La quantità di materiale rotabile presente in museo è notevole, tanto che molto non viene esposto al pubblico, in particolare i rotabili ancora funzionanti. Locomotive a vapore, locomotive elettriche, mezzi diesel da manovra, carrozze passeggeri, carri merci, vetture tranviarie e veicoli speciali sono esposti nello spazio esterno del museo.270 In Italia non esiste un altro

museo ferroviario così completo, peccato che stia per chiudere in quanto

269 Cfr. www.museoferroviariotrieste.it e suoi link, 21/02/2012.

270 Cfr. http://www.museoferroviariotrieste.it/esterno.html, 21/02/2012.

I treni all’esterno sono pezzi unici, tutti funzionanti. La vecchia Gomulka sovietica usata dai treni di Tito, la Kriegslokomotive nazista, macchina di morte che deportò gli ebrei ai campi di concentramento e poi divenne macchina di pace col trasporto degli aiuti del Piano Marshall. Carrozze di fine ‘800 con tappezzeria intatta. Anche la rete c’è ancora e i treni storici possono entrare ed uscire dal museo. Cfr. RUMIZ, Trieste Ultima Stazione, in La Repubblica, 29 gennaio 2012.

Mauro Moretti, Amministratore Delegato di Trenitalia, con un’esosa operazione immobiliare, ha alzato il contratto d’affitto a 140 mila euro annui, che i volontari non ce la fanno a pagare senza un aiuto statale. È così che il Museo Ferroviario di Trieste Campo Marzio sta per chiudere la sua storia e le sue rotaie stanno per essere smantellate per venire riutilizzate in porto per ampliare l’area di sosta dei camion dietro il terminal traghetti. Operazione catastrofica che significa fronte mare degradato a parcheggio, scelta del trasporto merci su gomma che altri importanti porti europei (Amburgo e Rotterdam) hanno già abbandonato da tempo e soprattutto cancellazione di una strada ferrata vitale per lo sviluppo della città in quanto si trova in pieno centro e potrebbe sviluppare turismo ferroviario.271

Fig. 45. Locomotiva a vapore ospitata negli spazi esterni del Museo di Campo Marzio. (Fonte: www.museoferroviariotrieste.it)

Fig. 46. Diorama ferroviario rappresentante lo snodo ferroviario di Trieste Villa Opicina ospitato al Museo Ferroviario di Trieste. (Fonte: www.museoferroviariotrieste.it)

Fig. 47. Diorama ferroviario rappresentante il capolinea di Barcola lungo la linea 6 ospitato al Museo Ferroviario di Trieste. (Fonte: www.museoferroviariotrieste.it)