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Patrimonio storico ferroviario in Europa e in Italia

3.6 Museo Ferroviario Pietrarsa Napol

Nel Italia meridionale e nelle isole le linee ferroviarie sono spesso fatiscenti, nel Nord la rete si collega ai Paesi confinanti utilizzando alcuni fra i treni più veloci d’Europa e i nuovi corridoi dell’Alta Velocità. In tutta Italia esistono numerosi itinerari suggestivi, inoltre sono molte le linee panoramiche che attraversano gli Appennini e la Pianura Padana. 252

Come nel resto d’Europa anche in Italia le linee storiche sono ormai poche, tuttavia vi sono molti musei storici253, dei quali in questo studio propongo

due esempi.

La storia delle ferrovie italiane è molto particolare, infatti non sono nate per necessità produttive particolari, ma per il trasporto dei regnanti. Fu Ferdinando di Borbone a capire l’importanza propagandistica della messa in opera della prima ferrovia italiana e così il 3 ottobre 1839 la locomotiva Vesuvio inaugurò i viaggi lungo la Napoli-Portici (7,6 km)254. Gli altri regnanti

italiani, non volendo essere da meno, ordinarono subito la costruzione di ferrovie nei loro regni e nel 1850 si contavano in tutto il territorio italiano 2000 chilometri di linee ferrate. Le ferrovie furono utilizzate fin da subito per scopi militari, ma continuarono a ricoprire un ruolo marginale per lo sviluppo economico italiano, anche dopo l’Unità d’Italia.255 Dopo il 1861 la

rete ferroviaria italiana cominciò a prendere una forma regolare: usufruendo degli incentivi governativi si cercò di collegare le varie linee che dovevano

252 Cfr. AA.VV., In treno per l’Europa, op. cit., p. 225. 253 Ivi, p. 243.

254 Cfr. ROBERT, Le ferrovie nel mondo, op. cit., p. 63. 255 Ivi, pp. 64-66.

servire a unire geograficamente l’Italia256. Le ferrovie contribuirono alla

conoscenza fisica dell’Italia: il Paese giungeva all’unificazione carico di problemi e la ferrovia ha svolto un ruolo insostituibile nella percezione dell’ambiente e ha permesso alle popolazioni di incontrarsi.257

Le ferrovie italiane vennero nazionalizzate nel 1905 quando fu istituita l’azienda delle Ferrovie dello Stato.258

Durante il periodo fascista fu intrapresa, per volere del Duce, l’elettrificazione del sistema ferroviario al fine di rendere i treni italiani più veloci. Per tutto il Ventennio anche i trasporti ferroviari subirono l’indirizzo demagogico del Regime: i treni partivano e arrivavano in orario e ciò costituiva un punto d’onore per Mussolini stesso.

Attualmente il sistema ferroviario italiano ha una lunghezza di circa 16 mila chilometri su tutto il Paese, isole comprese, gestite in gran parte da Ferrovie dello Stato e Trenitalia, ma anche da numerose compagnie private.259

In Italia le linee storiche sono poche e la politica di salvaguardia del patrimonio ferroviario italiano è ancora indietro rispetto al resto d’Europa e del mondo, tuttavia sono numerosi i musei delle ferrovie italiani o le sezioni ferroviarie all’interno di musei dedicati alla scienza o alla storia della tecnica.

256 All’atto della proclamazione del Regno d’Italia (marzo 1861) erano in esercizio nella penisola soltanto 2189 km di linee ferroviarie, inoltre la dotazione italiana era mal distribuita: 850 km in Piemonte, 150 km in Lombardia, 323 km in Toscana, 149 km tra Modena e Parma, 125 km in tutto il Sud Italia, 460 km nel Lombardo-Veneto assoggettato all’Austria, 132 km nello Stato Pontificio. Cfr. ROBERT, Le ferrovie nel mondo, op. cit., p. 67.

257 Cfr. GIUNTINI, Il Paese che si muove. Le ferrovie in Italia fra ‘800 e ‘900, op. cit., p. 34.

258 Subito dopo l’Unità le linee italiane in esercizio raggiunsero i 2502 km, di cui 650 esercitati da Ferrovie dello Stato e 1852 da piccole società private. La statizzazione delle ferrovie fu il primo e più importante problema che Giolitti dovette affrontare con la nuova Camera dei Deputati, in vista della prossima scadenza delle convenzioni tra lo Stato e le società private di trasporto. Cfr. GENTILE, L’età giolittiana. 1899-1914, Il Mulino, Bologna, 1990, p. 120. Il tema della statizzazione ferroviaria ha molta buona bibliografia, pertanto si rimanda a: GIUNTINI, Il Paese che si muove. Le

ferrovie in Italia fra ‘800 e ‘900, op. cit., p. 19; GUADAGNO, Ferrovie ed economia nell’Ottocento postunitario, Collegio Amministrativo Ferroviario Italiano, Roma, 1996; LORASCHI, L’impresa pubblica. Il caso delle Ferrovie dello Stato, Giuffrè, Milano, 1984; PAPA, Classe politica ed intervento pubblico nell’età giolittiana. La nazionalizzazione delle ferrovie, Guida, Napoli, 1973; PECORARI (a

cura di), Finanza e debito pubblico in Italia tra ‘800 e ‘900. Atti della seconda giornata di studio

“Luigi Luzzatti” per la storia dell’Italia contemporanea (Venezia, 25 novembre 1994), Istituto

Veneto di Scienze, Lettere e Arti, Venezia, 1995, pp. 153-182.

259 Cfr. CASTOLDI, Manuale di tecnica turistica e amministrativa. L’attività, i mercati e i prodotti

turistici. Il turismo nell’economia e nella società. I trasporti. Le imprese turistiche. La produzione dei pacchetti turistici, Hoepli, Milano, 2006, pp. 376-377.

Il Museo Nazionale ferroviario di Pietrarsa (Napoli) è uno dei più importanti in Italia e in Europa e si trova, non a caso, vicino nel Comune di Portici. Ospitate in una ex fabbrica di locomotive a vapore di età borbonica si trovano 46 locomotive e 10 carrozze, esposte in 7 padiglioni per un totale di circa 36 mila metri quadrati di edificio industriale. Nel salone di rilievo, decorato in stile liberty, con il soffitto in oro zecchino e un lungo tavolo di mogano esotico, è esposto il treno dei re, costruito nel 1929 per il matrimonio di Umberto II di Savoia con Maria Josè del Belgio.260 Il museo partenopeo è un

importante centro di studio e di raccolta di archeologia industriale e di storia della tecnica, la serie di macchine esposte illustra la storia delle ferrovie italiane dalla locomotiva Bayard ai moderni treni ad Alta Velocità.261

260 Cfr. AA.VV., In treno per l’Europa, op. cit., pp. 242-243 e per ulteriori informazioni si rimanda a www.comune.portici.na.it/lacitta/sitituristici/musei, mancando un sito ufficiale del museo. 261 Cfr. BONITO OLIVA (a cura di), Viaggiatori senza bagaglio, Catalogo della mostra tenuta a Portici, Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa, 26 marzo-26 aprile 1999, Charta, Milano, 2000, p. 8.