II. Eventi chiave della storia della NATO
II.4. b 2010: La NATO adotta il Concetto Strategico 2010 "Impegno attivo, difesa moderna"
I fatti storici fin qui delineati permettono di comprendere che la NATO, rispetto alla sua origine, ha subìto una radicale trasformazione per la quale si sono resi necessari la stesura di nuovi Concetti Strategici, documenti, redatti a Lisbona nel 2010. In questi documenti vengono delineate la nuova visione dell’Alleanza riguardo al proprio ruolo, le proprie strategie, gli strumenti e le capacità di cui intende dotarsi. Gli scopi rimangono però in massima parte ancora questioni aperte.
Tra tutti:
- la costituzione di uno scudo antimissile50;
comando, coordinamento e pianificazione della missione ISAF. Per approfondire http://leg15.camera.it/cartellecomuni/leg14/RapportoAttivitaCommissioni/testi/03/03_cap03.htm.
47 La missione Ocean Shield ha lo scopo di garantisce il passaggio sicuro di navi civili al largo del Corno d’Africa. In queste acque a rischio di attacchi di pirateria somala, transitano le rotte marittime commerciali che collegano i paesi occidentali con l’Asia e il Medio Oriente. La missione è svolta da due gruppi marittimi permanenti dell’Alleanza Atlantica, i cui mezzi sono messi a disposizione dai paesi alleati, tra cui l’Italia.
48 La missione in Libia vede contrapposti gli interessi americani (che vorrebbero sottrarre allo stato libico la gestione di riserve di petrolio, di gas naturale e di acqua fossile e aumentare i loro margini di guadagno) e russi (che sostengono lo stato libico per rendere la moneta locale più forte del dollaro e del franco CFA). Quando nel 2011 inizia la guerra vengono congelati i fondi dello stato libico e vengono armati i gruppi ostili allo stato innescando una guerra civile. L’intervento dell’Italia accanto alla NATO mette in crisi l’amicizia e la cooperazione con la Libia. La guerra demolisce quello stato che in Africa manteneva alto i livelli di crescita e di sviluppo umano. Tra le vittime ci sono molti immigrati che in Libia vengono accusati di collaborare con Gheddafi e fuggono verso l’Europa.
49 Nel 2018 con un’operazione congiunta tra USA – Francia – Gran Bretagna attacca la Siria, con il chiaro obiettivo di distruggere le capacità di lanciare armi chimiche del regime siriano di Assad. Il bombardamento è stato un messaggio per dissuadere dal barbaro uso delle armi chimiche in Siria e oltre, soprattutto dopo l’episodio dell’uso di un agente nervino nelle strade del Regno Unito.
50 Vedi www.popularmilitary.com/publications/missiledefenseeurope2.pdf.
www.popularmilitary.com/publications/missiledefenseeurope2.pdf.
- i rapporti con la Russia;
- l’equa condivisione delle spese militari tra alleati;
- la cosiddetta smart defence;
- il problema del crescente riorientamento strategico statunitense.
Sicuramente il problema prioritario dell’Alleanza è quello di migliorare i rapporti con Mosca, che dal 2013 si sono congelati soprattutto in merito allo schieramento di un sistema di missili russi, sul confine con la Polonia e gli stati baltici, e di un sistema di antimissili balistici NATO per proteggere il territorio europeo. La protezione del territorio dal lancio di missili balistici NATO o della Russia è una questione spinosa che si protrae nel tempo: attualmente non sono NATO o Russia a far temere un attacco missilistico, ma gli “stati canaglia”, ovvero Iran e Corea del Nord. La minaccia, sentita come evento possibile, ha fatto incentivare studi di fattibilità per un sistema antimissili a copertura dell’Alleanza, sia di teatro (cioè per la protezione dei contingenti NATO) che territoriale (cioè per la protezione diretta dei territori degli Stati membri). Il sistema antimissili prevedeva la realizzazione in pratica di uno scudo antimissile con basi nella Repubblica Ceca, in Polonia, in California, in Alaska. I fondi finanziari per la costruzione delle basi sarebbero stati americani. Tuttavia, il presidente russo Putin ha cominciato a manifestare perplessità riguardo alla realizzazione dello scudo, sostenendo che gli americani avrebbero modificato a proprio vantaggio l’equilibrio strategico dell’Europa. Anche gli europei hanno espresso perplessità ritenendo che lo scudo avrebbe peggiorato i rapporti con la Russia e sarebbe stato vantaggioso più per la sicurezza degli americani che degli europei.
Viste le critiche, l’amministrazione Obama, nel 2009, ha abbandonato il progetto sostituendolo con uno alternativo, meno costoso, meno pesante dal punto di vista tecnologico e infrastrutturale, ma comunque in grado di garantire una copertura completa dell’Europa.
Nel vertice NATO di Lisbona nel 2010 viene presentato il programma Active Layered Theater Ballistic Missile Defense, un sistema capace di difendere l’intera
area euro-americana. Washington D. C. propone in quell’occasione il proprio Approccio europeo adattabile e strutturato in fasi, l’European Phased Adaptive Approach o EPAA. Questo approccio prevede una difesa costituita essenzialmente da intercettori basati su incrociatori lanciamissili AEGIS in Mediterraneo e Mar Nero e relative stazioni di terra, più un sito in Polonia. Il sistema di difesa antimissili si è fermato alla seconda fase, rimanendo incompiuto per questioni economiche.
Infatti, anche se meno costoso del precedente, le spese per la realizzazione sono state coperte principalmente da fondi statunitensi e da fondi comuni NATO, il che ha anche permesso a tutti gli alleati di avere voce in capitolo riguardo la sua operatività. Si prevedeva che il contributo dei paesi europei sarebbe dovuto consistere principalmente nella fornitura di singole componenti del sistema, come stazioni radar e batterie missilistiche. L’Italia, ad esempio, nel 2012 propone di integrare nel sistema anti-missile due delle nuove fregate classe Orizzonte e relativi missili intercettori Aster, più le cinque batterie basate a terra dello stesso sistema missilistico51.
Tuttavia proprio l’aspetto finanziario, minimo per gli europei, massimo per gli americani, ha alimentato malumori verso l’EPAA: in sintesi si lamenta che gli USA pagano per garantire all’Europa uno scudo antimissile senza ottenere alcuna protezione per se stessi, né una partecipazione significativa economica e militare dagli alleati. Gli attuali scenari economici e militari spingono l’Alleanza Atlantica a riflettere su quale difesa antimissile deve adottare, quante e quali risorse finanziarie deve investire. Il discorso non esclude l’Italia, anzi le interessa perché vede nella sua realizzazione una possibile garanzia, una difesa dai rischi di proliferazione terroristica a livello globale.
Così si è iniziato a lavorare per un’alleanza tra stati europei e Washington D.C.
per rendere fattibile e operativa l’EPAA facendo impegnare tutte le parti coinvolte in investimenti di natura economica. Tuttavia desta preoccupazione il rapporto NATO – Russia, infatti:
51 T. Kington, Italy Plans To Use Aster Against Ballistic Missiles, DefenseNews, 25 ottobre 2012, http://www.defensenews.com/article/20121025/DEFREG01/310250003/Italy-Plans-Use-Aster-Again st-Ballistic- Missiles.
- i rapporti si sono deteriorati con lo scudo antimissile;
- nella NATO sono confluiti come partner quasi tutti i membri dell’ex Patto di Varsavia e Mosca si sente accerchiata ed isolata;
- Mosca rischia di perdere l’Ucraina, di rilevanza strategica per la nazione, e la Georgia52.
Il rinnovo del Trattato sulle Forze armate Convenzionali in Europa stabilisce limiti agli armamenti schierati sul continente ma è stato bruscamente dichiarato “morto” dal vice ministro della difesa russo Anatoly Antonov53.
È opinione condivisa che il tema del sistema antimissile rischia di far rivivere il clima di bipolarismo della Guerra Fredda.