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NEL DIVENIRE DELLA STORIA

Nel documento LINGUAGGIO ASTRALE (pagine 141-151)

una società di cui non potrà non tenere conto, nel bene e nel male. Ogni Plu-tone dovrà infatti confrontarsi con i Plutoni che verranno dopo di lui.

Fermo restando che cambi di rotta decisivi nelle vite dei singoli ci saran-no quando i transiti formeransaran-no aspetti precisi rispetto alle posizioni radix dei vari pianeti che compongono ciascun tema natale, come vivrà un Plutone in un dato segno i periodi storici in cui il pianeta attraversa i segni successivi?

In qualche modo il tempo di maturazione della creatività propria di Pluto-ne è dettato dal passaggio del piaPluto-neta Pluto-nel segno successivo a quello natale, territorio neutrale rispetto alla posizione di partenza. Il semi-sestile che li di-stanzia è infatti un aspetto astrologico blandamente positivo che, se non osta-cola, non dà nemmeno grandi spinte propulsive.3

Il passaggio a due segni seguenti invece formerà un sestile, concedendo un territorio propizio per un positivo sviluppo delle potenzialità.

L’ingresso di Plutone in tre segni dopo rispetto alla posizione natale, al quadrato di se stesso, rappresenterà – se non altro – uno scontro di mentalità, mentre il successivo passaggio in un segno dello stesso elemento porta di so-lito a un rifiorire di progetti in età matura.

Questo accade ovviamente quando il moto di Plutone, estremamente irre-golare, lo consente. Ad esempio, nell’Ottocento il passaggio del pianeta in Ariete, Toro e Gemelli fu lentissimo, quasi trent’anni per ciascuno di loro. Le generazioni di quegli anni dunque vissero il suo transito solo in pochi segni. Per contro i nati nel ventesimo secolo lo hanno visto attraversare una fetta consistente dello Zodiaco. I nati con Plutone in Cancro hanno finora assistito al suo passaggio in ben sei segni.

L’idea di questo studio mi è nata rileggendo La certosa di Parma di Sten-dhal. Per chi non l’avesse letto, ne riassumo la trama.

Il giovanissimo Fabrizio Del Dongo, incantevole adolescente figlio cadetto di una nobile dinastia – destinato perciò a non ereditare né titolo né capitale di famiglia – si lascia sedurre dal mito di Napoleone. Sfidando le ire di un padre ultraconservatore, va in Francia per unirsi alle truppe napoleoniche, giusto in tempo solo per assistere alla disfatta definitiva di Waterloo.

Deve perciò rientrare in Italia, ma non può tornare al paterno ostello per-ché il genitore l’ha denunciato come traditore della patria alle autorità austria-che. Si ritira quindi nel ducato di Parma e, poiché con la sua bravata adole-scenziale si è bruciata ogni possibilità di fare strada nell’esercito, viene dirotta-to alla carriera ecclesiastica.

Di colpo di testa in colpo di testa, dopo avere sfarfalleggiato di amore in amore, viene trafitto da una passione impossibile perché la sua amata, che lo riama, è costretta a sposare un altro per ordine del padre. Fabrizio finirà auto-recluso per il dolore nella certosa della città, con ogni sogno infranto.

Tracciando il personaggio di Fabrizio Del Dongo, Stendhal costruiva con la fantasia una sorta di ritratto autobiografico, perché la sua vita ricalcò per certi versi quella del suo personaggio. Immaginiamo che Stendhal e Fabrizio Del Dongo fossero la stessa persona per confrontare astrologicamente le loro vite parallele.

Tema di Stendhal, Grenoble, 23 gennaio 1783 , ore 1.

Stendhal era Aquario ascendente Scorpione, due segni che hanno in co-mune Plutone.4 Senza entrare nei dettagli biografici, ininfluenti allo scopo di questa ricerca, lo scrittore francese visse sempre in aperto o sotterraneo con-trasto con la società del suo tempo. Società che però non rifiuto mai del tutto perché, soprattutto per motivi economici, fu costretto ad accettare incarichi governativi.

Nel suo tema natale inoltre un accumulo di pianeti in Aquario e terza casa gli rendeva imperativo il restare dentro la società del suo tempo, pur con la forte dose di anomalia esistenziale – ma pure di protagonismo e critica sociale – che lo contraddistingueva.

Il Plutone di Stendhal è strepitoso. È in terza casa, congiunto a Sole, Ve-nere, Mercurio, in trigono a Nettuno e in sestile a Marte, e non riceve alcuna lesione. Per semplificare, potremmo dire che è un Plutone libero di dare il me-glio di sé, perché non riceve ostacoli. Giusto quel che ci vuole per questa ri-cerca.

Quando parte per seguire Napoleone, Del Dongo ha tra i sedici e i dicias-sette anni, e 17 ne aveva Stendhal, quando entrò nell’esercito napoleonico. C’è però una sfasatura di 15 anni tra i tempi della biografia e quelli del roman-zo. Stendhal si arruolò infatti il 10 giugno del 1800, mentre la battaglia di Wa-terloo – con cui si concluse la parabola di Bonaparte – si compì quindici anni dopo, nel giugno 1815.5

Diamo un’occhiata alla posizione dei pianeti lenti e semi-lenti per le due date. Nel 1800 Plutone è a 4° dei Pesci, Nettuno a 14 Scorpione, Urano a 23 Vergine e Saturno a 7 Leone. Nel 1815, Plutone è a 22 dei Pesci, Nettuno a 18 Sagittario, Urano a 4 Sagittario e Saturno a 11 Aquario.

Nel 1800 i transiti indicavano per lo scrittore un periodo di metamorfosi dell’Io (Nettuno di transito in prima casa), di bruschi cambiamenti abitativi e lavorativi (Urano congiunto alla Luna, Plutone in trigono a Urano), ma anche una forma di autorità subita che segna un distacco dall’adolescenza (Saturno opposto allo stellium in Aquario e casa terza).

Nel 1815 Urano e Saturno stimolano molto positivamente i pianeti in Aquario dello scrittore. Saturno di transito in trigono al Nettuno radix scioglie momentaneamente il quadrato quasi a voler testimoniare un adattamento al fluire della storia e delle proprie vicende umane.

Sembra quindi che Stendhal – transiti alla mano – assistendo alla chiusu-ra di un’echiusu-ra con la disfatta di Waterloo, si adegui comunque a un clima storico che non gli piace più o che non gli è mai piaciuto, ma all’interno del quale sa-rà costretto a vivere e ad agire. Gli Aquari, per quanto eversivi e innovatori siano, sono dei camaleonti capaci di adattarsi a molti ambienti pur di riuscire ad essere liberi. Se la libertà sociale si rivela un’utopia, bisognerà salvare al-meno quella personale. Come vedremo più avanti ciò fu dettato anche dal passaggio di Plutone in Pesci.

Non potendo analizzare tutte le posizioni del pianeta nei vari segni e i mo-ti successivi del pianeta stesso rispetto al segno natale, meglio limitarsi ad un’unica posizione, quella del Plutone in Aquario di Stendhal, che mi ha forni-to l’idea per lo studio. I nati di queste generazioni sono distanti nei secoli, e possiamo averne solo testimonianza storica. Inoltre, il prossimo passaggio nel-l’undicesimo segno inizierà solo nel 2023, per concludersi nel 2041. Davvero troppo lontano nel tempo.

Tra i personaggi illustri nati con Plutone in Aquario possiamo citare Cer-vantes, Byron, Elisabetta I d’Inghilterra, Tycho Brahe, Simon Bolivar, Gioac-chino Rossini, Silvio Pellico, Alessandro Manzoni. Con l’eccezione del conser-vatore Manzoni si tratta di personalità eversive e individualiste, mosse da un lato da uno slancio idealistico, dall’altro ben in grado di preservare la propria indipendenza, non foss’altro morale.

Chi detenne poi il potere per censo e dinastia, come Elisabetta I, lo con-servò strenuamente grazie a una attenta, razionale e opportunistica gestione dello stesso.

Insofferenti all’autorità precostituita, si ersero a paladini della libertà altrui (Bolívar, Byron e il Don Chisciotte di Cervantes) per preservare la propria. Ma poiché Plutone tende comunque a creare personaggi, l’eroismo “alternativo” di cui erano portatori questi signori nasceva anche dal bisogno di risultare eroi a loro volta.

In Aquario Plutone, dove agisce per trasparenza, assorbe ovviamente l’in-fluenza dei pianeti in domicilio nel segno, ossia Saturno, Urano e soprattutto Nettuno. Opponendosi però anche ai pianeti del Leone, Sole, Y e, per traspa-renza, X. Se l’influsso di Nettuno si esplica assai bene nell’irrequietudine ideo-logica, ma anche in una certa dose di fanatismo, Urano e Saturno ancorano alla realtà. Urano, sommato a Nettuno, dà il mimetismo proprio del segno, mentre Saturno, sia pure obtorto collo, fa digerire loro la pillola amara di una realtà poco amata, ma alla quale ci si adatta comunque anche grazie alle spe-ranze di cambiamento suggerite da Nettuno.

Di certo gli ultimi due passaggi di Plutone nel segno – dal 1532 al 1551 e dal 1779 al 1797 circa – contribuirono a far perdere l’aura di potere quasi sa-crale del monarca assoluto, figura politica riconducibile al Sole del Leone, mi-nando l’immobilismo ideologico proprio di Y.

Questo accadde soprattutto nel Settecento, quando i tempi erano maturi per la Rivoluzione Francese. Ma già nel passaggio precedente, nel Cinquecen-to, il Plutone aquariano iniziò a minare il potere assolutistico, agendo soprat-tutto sul braccio ideologico del controllo delle masse, ossia la religione. Un Dio assoluto per l’Aquario è infatti poco credibile.

In quel periodo gli scismi religiosi tra cattolici e protestanti tesero a spo-stare l’asse del potere dalla figura del sovrano e della gerarchia cattolica a un confronto diretto con i testi sacri, gli unici a cui si attribuiva una incontroverti-bile autorità morale.

In quegli anni infatti Lutero pubblicò la traduzione della Bibbia in tedesco, consentendo così al popolo digiuno di latino di attingere direttamente alle sa-cre fonti. Allo stesso modo in Inghilterra il Book of Common Prayer diventa il libro della riforma anglicana, mentre in Francia la lingua della burocrazia di-venta il francese, lasciando il latino alle sole funzioni religiose.

In un modo o nell’altro si cerca di corrodere l’ideologia al potere, magari per crearne un’altra alternativa, che consenta comunque una posizione di do-minio. Non dimentichiamo infatti che in Aquario Saturno-potere è ben presen-te. Per quanto alternativo sia, pur sempre potere sarà.

Si trattò in molti casi della creazione di una nuova etica, soprattutto quel-la protestante e calvinista che, secondo Max Weber,6puntando sul lavoro e sul guadagno è alla base del capitalismo.

In entrambi gli ultimi due passaggi, nel Cinquecento e nel Settecento, si ridisegnano in qualche modo gli assetti sociali, indebolendo lo strapotere ari-stocratico a vantaggio della borghesia. Il Sole – simbolo anche del padre–

per-de quota a vantaggio di Saturno e Urano. La nuova iper-deologia (Nettuno) affer-ma che il potere lo si otterrà, o lo si vorrebbe ottenere, con il lavoro e non con un semplice passaggio ereditario.7

Grazie al potente influsso di Nettuno, l’Aquario ha comunque bisogno di un punto di riferimento ideologico, che si fabbrica da sé, non accettando dog-mi altrui come propri. Se ha rinnegato come referente ideale il Re-Padre, lo sostituisce con i dogmi della riforma protestante, o dell’utopia politica

dell’éga-lité, fraternité, liberté. E le illusioni potranno durare per i nati con Plutone in

Aquario anche quando il pianeta transita nei Pesci, governati da Nettuno. Aquario e Pesci hanno in comune infatti il solo Nettuno. Urano invece, fortissimo in Aquario, è penalizzato in Pesci. La caduta di Urano sembra to-gliere a Nettuno il vincolo dell’hic et nunc, quindi gli ideali diventano antiprag-matici e rarefatti. Gli altri pianeti che strutturano i due segni non entrano in ballo, potendo così agire indisturbati ma nemmeno soggetti a forti stimoli in positivo.

Il Plutone in Pesci (gli ultimi due passaggi avvennero dal 1554 al 1579 e dal 1798 al 1822 circa) crea un clima di caos creativo a cui attingono “geneti-camente” i nati del periodo. Hanno nel loro tema natale questa posizione pla-netaria geni assoluti del calibro di Galileo, Shakespeare, Caravaggio, Darwin, Chopin, Wagner, Verdi, Dostoevskij, Poe, Leopardi e Dickens.

La nascita di personaggi creativi non corrisponde invece in quegli anni a un fiorire di capolavori assoluti, come pure su un piano storico ci troviamo di fronte a un riassestamento in senso conservatore.

Come nell’ultimo mese di gravidanza, simboleggiato dai Pesci, il feto as-sume il suo aspetto definitivo che però non vediamo ancora, così assistiamo a livello politico-sociale a un rimodellamento dei confini degli stati in virtù delle trasformazioni compiute negli ultimi anni. La “ricerca di una forma” propria di Plutone si somma alla chiusura di un ciclo stagionale-epocale rappresentata dai Pesci.

Il congresso di Vienna, che ridefinì l’assetto dell’Europa dopo gli sconvol-gimenti della rivoluzione francese e dell’avventura napoleonica, si svolse a ri-dosso di Waterloo, nel 1815. In quell’ultimo anno Plutone transitava intorno ai 22 gradi dei Pesci, regolati da Giove e Giove con la forma – e l’immagine – c’entra eccome. Piante tutte le lacrime dei Pesci per disgrazie accadute negli anni precedenti, ci si prepara a un nuovo ciclo vitale.

In questo periodo si parla molto meno di libertà, e l’uguaglianza sociale è finita nel dimenticatoio. L’instabilità pare il leit-motiv dominante, dettata so-prattutto dall’allargamento o restringimento dei regni, con annesse sanguinose guerre.

Anche in campo religioso siamo in fase di restaurazione. Nel passaggio di Plutone in Pesci del ’500 venne stabilita infatti una legge secondo la quale al sovrano spetta di imporre la propria religione ai sudditi e venne pubblicato an-che il famigerato Indice dei libri proibiti dalla gerarchia cattolica. Nell’Ottocen-to, Chateaubriand dette alle stampe Il genio del Cristianesimo. Si torna quindi nel grembo protettivo di Santa Madre Chiesa, genitrice a volte perfida e

spie-tata, ma pur sempre madre. In campo di mode intellettuali, esplode piena-mente il fenomeno del Romanticismo, corrente ideologica così pescina che più pescina non si può.

Per citare l’Enciclopedia Zanichelli, vediamo l’affermarsi de “la rivaluta-zione delle epoche primitive e del medioevo, dello spirito popolare che in tali epoche si sarebbe manifestato liberamente, dello spirito nazionale, del senti-mentalismo che riscopre l’individuo nella sua perenne tensione verso l’infinito, destinata a non realizzarsi e a tradursi in una perenne insoddisfazione”. È su-perfluo aggiungere altro.

Insomma, con Plutone in Pesci si vive di sentimento e di indefinita irre-quietezza, mentre la Dea Ragione (saturnina) è messa nel dimenticatoio. Co-me pure il sogno del “siamo tutti uguali” dettato dal tentativo uraniano-ipsilo-nica di livellare e dal bisogno saturnino di porre un freno alla megalomania dell’Io. L’eccezione prende invece il potere, sia esso quello del genio, sia quel-lo del monarca che, in nome dell’ordine virgineo, cavalca il disordine per fini suoi.

Ma torniamo al nostro Stendhal. Nel passaggio in Pesci, lo scrittore visse tumultuosamente, arrabattandosi per trovare una sua strada senza avere in mente una carriera precisa. Scrisse sì e pubblicò qualcosa, ma senza succes-so, che inizierà invece ad arridergli dal 1822, con l’uscita di Dell’Amore. Pluto-ne è già in Ariete. Le esperienze vissute Pluto-nel periodo precedente sono maturate e hanno trovato una forma.

Non per tutti i nati con Plutone in Aquario andò ovviamente allo stesso modo. Lord Byron,8 ad esempio, scrisse quasi esclusivamente con Plutone in Pesci. Con il suo ingresso in Ariete decise per contro di tuffarsi nella lotta poli-tica vera e propria impegnandosi nella liberazione dei greci dal dominio turco.

Simon Bolívar,9rivoluzionario di professione, con il transito in Pesci si im-pegnò nella liberazione dagli spagnoli dal Sudamerica, ma appena Plutone fe-ce capolino in Ariete si investì di poteri dittatoriali. Le utopie di libertà le ac-cantonò lui stesso, a favore di un potere concentrato nelle sue mani.

Dalle biografie di personaggi illustri emerge che il passaggio di Plutone nell’ultimo segno determinò periodi di grande instabilità anche esistenziale, dove tutto all’apparenza era possibile. La visionarietà dei Pesci si tradusse in un’infinita gamma di vicissitudini umane. Ma furono le vite dei singoli, e non le opere dell’ingegno, a subirne gli influssi maggiori.

I Plutoni in Aquario videro magnificate avventurosità, ideologizzazione e irrequietudine, mentre furono penalizzati nel pragmatismo, venendo a manca-re l’humus favomanca-revole per sviluppamanca-re la capacità uraniana di volgemanca-re le situa-zioni a proprio vantaggio. I nativi non riuscirono soprattutto ad ancorare a una forma stabile le proprie idee o opere, ma non potevano trovarla nel segno go-vernato anche da Nettuno. Vissero però alla grande, all’insegna dell’avventura e dell’incertezza, esperienze di cui fecero tesoro ma che svilupparono solo quando Plutone uscì dai Pesci.

Con l’ingresso di Plutone in Ariete (dal 1580 al 1608 e dal 1823 al 1853 circa) assistiamo invece alla nascita di un numero infinito di capolavori,

sfor-nate dalle menti dei Plutoni dei due segni precedenti. L’etimologia latina della parola è illuminante in tale senso. Caput significa testa, cranio, guarda caso simboleggiato dall’Ariete. Lavoro inoltre – dal latino laborare – significa fatica e il dispendio energetico dell’Ariete è di certo una fatica. Il capolavoro pare quindi, etimologicamente, una fatica dell’ingegno premiata però da una rag-giunta posizione di inimitabile capofila.

Sembra quasi che su un piano artistico, la linfa dell’Ariete dia vita ad ope-re assolutamente originali, che fungeranno da modello per i secoli successivi, spesso però restando ineguagliate. Tanto per dare un’idea della qualità della produzione artistica, vennero sfornati in quegli anni il Don Chisciotte, buona parte dei capolavori di Shakespeare, le tele di Caravaggio, i libri di Stendhal, Balzac, Poe e Leopardi. Nonostante il clima politico conservatore la creatività artistica è fortissima.

L’Ariete rappresenta l’inizio di un ciclo, stagionale ma forse anche storico. Il seme sotterraneo del Plutone scorpionico viene infine alla luce, e ha trovato una sua identità. È di certo una identità maschilista, perbenista e borghese, ma ha in sé una vitalità fortissima. Tanto che, a livello sociale, scoppiano ripe-tutamente eroiche ribellioni – quasi sempre soffocate nel sangue – tese a cer-care di ottenere maggiore libertà e garanzie costituzionali. Sul fronte delle classi sociali, gli operai iniziano ad organizzarsi in sindacati, mentre Marx pub-blica Il manifesto del partito comunista. Ma il fronte della censura e della re-pressione è ancora potente.

Nel penultimo passaggio in Ariete, a cavallo tra Cinque e Seicento, le ri-volte sociali non furono così intense ma in molti regni il problema di un unico culto religioso di stato si risolse in una parziale abdicazione del sovrano rispet-to a quesrispet-to problema. Il protestante Enrico IV di Francia per salire al trono si convertì al cattolicesimo (è sua la frase “Parigi val bene una messa”), mentre in Svezia il re dovette giurare di fronte alla nobiltà di non opporsi al culto lute-rano.

Con Plutone in Ariete pare quindi che ancora si veneri il capo, ma che si esiga da lui il rispetto per i sottoposti. Più che di autentica democrazia si tratta forse dell’iniziativa di alcuni singoli eroi che, non sopportando le imposizioni che subiscono individualmente, ottengono diritti che vanno a favore di tutti. Sembra diventare obbligatoria l’omogeneità capo-sudditi, nel senso che sono i sudditi ad esigere un capo a loro omogeneo. Come accade ai militari che ri-spettano solo il capo in cui possono riconoscersi.

E torniamo a Stendhal, che negli anni di Plutone in Ariete accompagna la carriera letteraria a quella diplomatica per il re di Francia. Gli sembra di vivere in una prigione, nonostante i successi letterari, poiché osserva con occhio cri-tico e disincantato la società che lo circonda. Società che non ama, come ben traspare dalla Certosa di Parma e da Il rosso e il nero. Ma non tenta di cambia-re il mondo. Le utopie rivoluzionarie sono cambia-relegate in soffitta, Plutone in Ariete non le permetterebbe. Meglio concentrarsi per sopravvivere, pensando a sé. È quello che fa Fabrizio del Dongo che, prima di finire carcerato, si concentra sui propri amori e sulla propria carriera. L’eroismo non sarà più speso per

libe-rare le masse quanto piuttosto per costruire un monumento al proprio Io, sia pure anomalo e nettuniano.

Del Dongo, archetipo dell’ingenuità utopistica di un Plutone in Aquario da giovane, così muore recluso. Il suo creatore Stendhal invece sopravvive e di-venta immortale grazie a una creazione artistica, la sola concessagli dal

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