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Il nodo della progettazione

Quello della progettazione condivisa è un processo lungo e contrastato che, all’inizio di ogni nuovo anno scolastico, mette a confronto sia i team che i singoli insegnanti e rischia spesso di divenire terreno di conflittuali- tà. Le maggiori difficoltà consistono in una sorta di calibratura che butta un occhio ai livelli di competenza europei, da articolare con le Indicazio- ni Nazionali e rileggere alla luce delle realtà locali. Successivamente, inter- vengono i numerosi adattamenti operati dal singolo istituto sulla base delle caratteristiche della propria utenza e, poi, le azioni dei team di classe che curvano i percorsi per tener conto maggiormente della classe. A scalare si arriva al livello disciplinare, che stabilisce le priorità nello sviluppo delle competenze, le sequenze concettuali e gli standard di accettabilità relativa- mente alle produzioni degli studenti.

Parallelamente, si rafforza nei docenti la convinzione che la didattica si debba giocare su diversi piani:

– la costruzione della conoscenza deve sicuramente partire dall’esperien- za dell’alunno per giungere poi alla rappresentazione e alla formalizza- zione;

– la presentazione di contenuti si può avvalere di strumentazione interatti- va, di presa più immediata con le nuove generazioni;

– l’acquisizione di specifiche abilità si incentiva funzionalmente con fre- quenti esercitazioni;

– lo sviluppo di competenze si ottiene solo con l’attivazione di procedure di problem solving collegate all’esperienza degli allievi.

Una progettazione efficace deve dunque tener conto di tutti questi aspet- ti e di molte altre variabili.

Lo sforzo di ottimizzazione lascia i docenti “stremati” e, a volte, legger- mente insoddisfatti. Resta forse in molti la convinzione che ciò che è pre- sente nelle progettazioni non corrisponda mai appieno a ciò che si vorreb- be: l’attenta analisi delle specifiche situazioni che caratterizzano le diverse Istituzioni Scolastiche mostra la necessità di dare subitanea risposta a biso- gni formativi profondamente diversi e non sempre prevedibili.

Nelle pieghe del dibattito che si svolge a diversi livelli e si avvale di dot- te digressioni di natura teorica, si inserisce quindi il lavoro dei singoli do- centi che in classe – quotidianamente e in situazioni non sempre ideali – si trovano a dover progettare e documentare la propria attività. Di volta in volta lo sforzo maggiore consiste nel trovare delle formulazioni che, da un lato, offrano una chiara leggibilità e trasparenza dei percorsi attivati e, dall’altro, si dimostrino veramente efficaci sul piano pratico dando ai do- centi adeguati strumenti per governare la didattica.

L’esperienza che il gruppo PROPIT dell’Istituto Comprensivo di Torre- Pordenone sta conducendo nel presente anno scolastico (sotto la guida del prof. Pier Giuseppe Rossi dell’Università degli Studi di Macerata) si è ini- zialmente indirizzata alla ricerca di una efficace organizzazione/visualizza- zione della lezione.

Dopo una prima ricognizione, ci si è orientati verso VUE (Visual Un- derstanding Environment), un’applicazione Open Source messo a punto dalla Tufts University1 focalizzata sulla creazione di strumenti flessibili per

la gestione e l’integrazione delle risorse digitali a supporto della didattica. VUE ha così fornito un ambiente visivo flessibile per la strutturazione, la presentazione e la condivisione delle informazioni digitali.

Inoltre le mappe e tutti i materiali inseriti in essi sono presenti in una cartella di Google Drive unica per tutta la scuola in cui a ogni classe è as- segnata una cartella che a sua volta contiene le cartelle delle singole disci-

pline. Le cartelle sono quindi visibili e condivise tra i vari insegnanti, an- che se solo il proprietario della singola cartella è autorizzato alla scrittura.

Da subito si sono comprese le potenzialità di un mezzo che forniva nu- merose chiavi di accesso:

– innanzitutto consentiva la contemporanea presenza (e quindi l’immedia- to utilizzo) di tutti quegli innumerevoli supporti multimediali che il do- cente impiega nel corso della propria attività, ma che di solito vengono presentati separatamente;

– dava poi la possibilità di avviare un’immediata ricerca delle risorse che in classe si rendevano necessarie e non erano prima preventivabili; – da ultimo, permetteva uno svolgimento interattivo della lezione.

D’altro canto, le docenti coinvolte cercavano:

– uno strumento per favorire la personalizzazione e l’adattività;

– un aggancio costante per favorire negli studenti il collegamento fra mi- cro (lezione del giorno) e macro (curricolo annuale);

– una bacheca multimediale per documentare realmente quanto fanno in classe;

– un canale per non perdere memoria delle buone attività già sperimentate e per recuperare le conoscenze pregresse;

– una didattica più inclusiva, per sollecitare intelligenze diverse, ma anche giocata maggiormente sull’aspetto ludico;

– uno strumento facile, gratuito e soprattutto flessibile e facilmente adatta- bile sia allo stile di ogni insegnante sia al gruppo classe.

Quale processo ha portato all’elaborazione delle mappe che si stanno ora sperimentando?

Si è proceduto con una programmazione articolata su tre livelli (non cronologicamente ordinati, ma continuamente in interazione): la costruzio- ne della mappa concettuale della disciplina (su base annuale) si è raccor- data con la messa in sequenza delle unità di lavoro (i moduli), a loro vol- ta connesse con la quotidiana rappresentazione della lezione. Attraverso dei link immediatamente accessibili, si è operata l’acquisizione di tutti i con- tenuti digitali (le risorse) correlati, pronti per l’immediata visualizzazione.

A differenza quindi della classica progettazione per mappe – dove l’inse- gnante individuava i concetti cardine della disciplina allo scopo di farli ac- quisire e rielaborare agli allievi quali effettivi obiettivi di apprendimento ed articolando intorno ad esse il “programma” dell’intero intervento didat- tico – la mappa VUE:

– documenta nelle unità di lavoro le effettive attività proposte agli alunni; – riporta, giorno per giorno, i contenuti delle lezioni;

– offre spazi per l’indicazione delle metodologie adottate, gli obiettivi per- seguiti, le note del docente;

– viene rimodulata con la collaborazione della classe;