• Non ci sono risultati.

Note di documentazione tecnica

Giuseppe Lega

Allevamenti potenziati con le " stalle di ce-mento armato ".

Da qualche anno a questa parte la sempre più intensa e razionale applicazione dei metodi e dei processi industriali nell'agricoltura ha fatto nel Regno Unito rapidissimi progressi: me lo confermava recentemente il collega diret-tore di una delle più diffuse riviste agricole d'oltre Manica. Egli mi diceva che le tecniche di produzione intensiva hanno portato, tra l'altro, ad elevatissimi rendimenti del bestiame allevato in « stalle di cemento armato ». Il collega mi S23iegò, quindi, che lo sviluppo assunto da questi « allevamenti al cemento armato » sono largamente finanziati da uomini d'affari i quali, non avendo avuto prima d'oggi alcun interesse per l'agricoltura, oggi, però, si sono decisamente e coraggiosamente orientati verso questa speciale attività e lo hanno dimostrato e lo dimostrano, appunto, aiutando finanzia-riamente gii agricoltori che loro si rivolgono per la soluzione dei problemi che maggiormente li interessano.

In una delle recenti assemblee la « National Farmers' Union » (Unione nazionale degli agri-coltori) discusse una mozione con la quale si chiedeva che le imprese agricole condotte con sistemi industriali, aiutate e guidate da persone che non avevano mai fatto gli agricoltori, ve-nissero ufficialmente sconfessate. Ebbene, la mozione venne respinta all'unanimità, perché i risultati ottenuti dalle imprese in parola ave-vano superato t u t t e le previsioni più ottimi-stiche.

« Tieni presente, mi spiegò il collega inglese, che in occasione di quella assemblea si ricor-darono, per esempio, allevamenti di pollame con 2 milioni di capi e un allevamento intensivo di bestiame da carne che aveva prodotto 2.000 capi in un anno. Uno degli oratori aggiunse che la metà delle uova immesse sul mercato riazionale proveniva dai normali produttori sol-tanto per il sette per cento ».

« Malgrado le critiche, la tendenza verso una maggiore produzione intensiva appare più che giustificata in una piccola nazione densamente

popolata come è il Regno Unito dove esiste, commentava il giornalista amico, una domanda costante di terreni agricoli da destinare all'edi-lizia. — Soggiunse: — Oggi la Gran Bretagna può essere considerata come la nazione che ha il privilegio di possedere l'agricoltura più mec-canizzata e industrializzata del mondo. Il primo settore ad essere stato oggetto di industrializ-zazione è stato quello del pollame. I tradizionali pollai sono stati sostituiti da pollai modernis-simi " a lettiera profonda " e con batterie automatizzate per la raccolta delle uova.

Per diversi anni gli agricoltori si sono lagnati della lentezza e dello scarso profitto offerto dalla produzione del bestiame da carne. Venne allora il sistema detto del « manzo all'orzo ». Con questo sistema il bestiame fu trasferito dai j)ascoli in enormi stalle con pavimento di calce-struzzo ricoperto di paglia: qui lo si nutre con una dieta a base di orzo : dopo un anno ogni capo è pronto per la macellazione.

Un identico metodo si usa anche per l'alle-vamento dei vitelli e dei tacchini: nonché degli agnelli e delle pecore. « Questi sistemi di alle-vamento intensivo hanno determinato — come mi diceva il collega inglese — le preoccupazioni dei piccoli agricoltori: essi temono che " l a rivoluzione del cemento armato " li danneggi. Tuttavia la " National Farmers' Union " li ha tranquillizzati e assicurati che essi non avranno nulla da temere dalla industrializzazione del-l'agricoltura che riguarda solo le grandi aziende ».

Non passerà, quindi, molto tempo che tutto il bestiame inglese sarà ospitato nelle " stalle in cemento armato " e che tutti i terreni erbosi verranno arati e seminati.

Domandai al collega: « Verrà forse il giorno in cui il tuo Paese cesserà di essere un Paese verde e suggestivo ? ».

« Nessuno lo pensa — rispose — perché l'erba è ancora e sarà per sempre il mangime per il bestiame più a buon mercato.

Oggi gli allevatori che non sono in grado, come vogliono i tempi, di produrre bestiame economicamente e allevato con l'erba debbono tenere presente il consiglio dato dalla famosa assemblea di cui s'è detto e che è stato chiaro

e categorico. Il consiglio è stato questo: « Se non potete battere i nuovi industriali del be-stiame cercate almeno di imitarli ».

L'automazione nell'industria lattiero-casearia.

Nonostante che in questi ultimi quindici, vent'anni siano stati fatti notevoli progressi nei sistemi industriali del vasto settore lattiero-caseario, i tecnici non hanno cessato di studiare e di realizzare ulteriori novità. Ciò si verifica specialmente nei modelli di apparecchiature e di sale destinate alla mungitura utilizzando l'au-tomazione che comporta forti riduzioni di spese per la manodopera e che naturalmente fornisce prodotti di indiscutibile qualità e superiorità. Una delle più recenti realizzazioni è quella clic riguarda una nuova sala di mungitura che può agevolmente e con spesa relativamente mo-desta essere montata su fondamenta preesi-stenti e che comprende una buca per l'opera-tore costituita da pannelli identici a quelli che solitamente i fabbricanti forniscono per i reci-pienti di conservazione dei cereali riservati al-l'alimentazione delle mucche. L'ultimo modello in parola è stato ideato per mandrie composte al massimo di 120 mucche: può contenere per volta S animali e un solo operatore può mungere con uno sforzo limitato da 70 a 80 mucche in un'ora. Apparecchiature automatizzate acce-lerano tutte le operazioni: la mucca sale per una rampa ad una piattaforma girevole circo-lare. Man mano che ogni animale si mette al suo posto — allineato all'animale che lo pre-cede — si trova automaticamente ad essere al primo posto accanto all'operatore: viene lavato, alimentato, se lo si desidera, e le ventose ven-gono attaccate alle mammelle. A questo punto l'operatore schiaccia un pedale che fa girare la piattaforma di un posto, consentendo ad una mucca di entrare e ad un'altra di uscire. L'uscita dalla sala di mungitura sistemata con la propria rampa davanti all'entrata si trova a soli tre o quattro passi dal posto dell'operatore.

Tutte le operazioni (apertura di porte, lava-tura preliminare delle mammelle) sono compiute a macchina. Un passo importante è stato com-piuto per ciò che si riferisce al passaggio del latte ai recipienti di ricezione. Nella apparec-chiatura di cui si dice i recipienti che conten-gono il latte possono venire collocati in una nicchia che si trova sotto lo stallino della mucca senza che la visibilità e il movimento dell'opera-tore vengano limitati. Uno dei più importanti vantaggi è una riduzione nel carico del sistema di vuoto. Tubi del latte e di pompaggio sono entrambi accorciati il che permette alla pompa di mantenere più facilmente un vuoto costante.

Sono stati anche ideati e realizzati, serven-dosi dell'automazione, modelli che provvedono per qualsiasi rapporto tra cubicolo delle mucche e area di alimentazione. Vi trovano posto scatole da foraggio e alimentatrici meccaniche. Di montaggio rapido sono ora queste sale di mun-gitura mobili che si costruiscono con sistemi a spina di pesce per 12 mucche e sono disponi-bili per usarle su aree diverse durante ogni anno: tali modelli sono fabbricati senza ruote o adatti ad essere spostati soltanto occasional-mente. Una di queste recenti sale di mungitura automatizzate comprende un ricovero per le mucche facoltativo sulla zona di raduno degli animali e incorpora anche un modernissimo reparto per le principali lavorazioni del latte (formaggi, yoghurts, ecc.).

Per alloggiare il bestiame da latte oggi nelle maggiori aziende agricole americane si fa molto uso di cubicoli o, come si suol dire di « canili da mucche » e nella loro utilizzazione si è fatta una esperienza sufficiente per la fabbricazione di edifici « impacchettati » che comprendono file di cubicoli o « canili » divisi da corridoi che è possibile pulire con speciali trattori muniti di raschietti.

Nuovi serbatoi per la raccolta e l'imma-gazzinaggio del latte.

Uno dei maggiori industriali lattiero-caseari della Gran Bretagna ci diceva qualche tempo fa che sono oltre trenta milioni i litri di latte che ogni giorno vengono raccolti presso le aziende agricole del Paese: circa due terzi di questo enorme quantitativo sono contenuti in fusti da 45 litri ciascuno e che, di nuova fabbri-cazione, escono dalle aziende nazionali del ramo. Questi speciali contenitori hanno una capacità variante da litri 7.500 a 12.000 litri. Essi sono in leghe di alluminio e si sono dimostrati, come materiale, migliori e più economici di quelli in acciaio stagnato che si usavano fino ad oggi. I veicoli adoperati per la raccolta di tali conte-nitori sono di tipo aperto, piatti, hanno una capacità di carico di circa 40.000 litri di latte e sono montati su chassis delle migliori marche automobilistiche inglesi (« Albion » e «Ford»). Si è notato, comunque, negli ultimi tempi una crescente preferenza per la raccolta del latte alla rinfusa e la richiesta di autocisterne desti-nate a questo uso è a u m e n t a t a ogni giorno di più.

Queste cisterne sono costruite normalmente in acciaio inossidabile con uno o più scomparti interni: il veicolo è provvisto di una cabina posteriore nella quale si trovano le apparec-chiature di misurazione e di pompaggio.

È stato messo da poco a punto un modello « sotto vuoto » che raccoglie la più gran parte

delle consegne del latte alla rinfusa. Questo modello di grande razionalità ojiera a circa 40 cm/Hg di vuoto, gradazione m a n t e n u t a da una relativamente piccola pompa « a vuoto » controllata automaticamente. Una volta colle-gata con la cisterna della fattoria a quella mo-bile il latte viene trasferito « a vuoto » dalla prima alla seconda al ritmo di quasi 400 litri al minuto. Con questo sistema si elimina l'im-piego di una pompa per il trasferimento del latte, nonché ogni difficoltà connessa alla puli-tura. Inoltre, i costi richiesti sono pressoché eguali a quelli necessari per il tradizionale me-todo « a pressione » atmosferica.

Nella progettazione di cisterne per il tra-sporto del latte una novità è costituita dall'im-piego di materie plastiche armate con fibra di vetro.

Sono in funzione da qualche tempo alcune di queste nuove cisterne della capacità di 10.000 litri ciascuna con le quali fino ad oggi sono stati trasportati oltre 5 milioni di litri di latte. La loro s t r u t t u r a interna è tale che i conteggi batterici di 250 m2 possono essere regolarmente ottenuti con i normali metodi di ripulitura. Il serbatoio completo pesa circa 150 chilogrammi, meno, cioè, di una cisterna in acciaio inossidabile e con una capacità infe-riore del 25%.

Da alcuni produttori sono stati, inoltre, rea-lizzati nuovi flussometri a t u r b i n a : questi tipi di misuratori offrono diversi vantaggi rispetto ai modelli usuali: il trasmettitore è poco più grande della tubazione alla quale viene fissato e ii rotore della turbina provoca una perdita di pressione relativamente limitata: i segnali vengono emessi da un magnete situato nel

rotore e raccolti da una bobina a induzione che si trova all'esterno del gruppo, il che semplifica i problemi della ripulitura.

L'impulso di corrente che proviene dalla bobina di induzione può essere trasmesso a un totalizzatore o a un perforatore di nastri e, se necessario, ad un indicatore del ritmo del flusso situato distante dal trasmettitore.

L'aria che, di solito, precede e segue ogni operazione di misurazione viene segnalata da una sonda rivelatrice che interrompe il segnale quando il latte non defluisce. li peso e le di-mensioni di questo nuovo misuratore sono molto limitate e perciò l'apparecchio si presta agevol-mente ad assere montato su cisterne con un minimo di tubazioni con le quali si possono re-golare t a n t o il flusso, quanto il deflusso del latte.

Tali dispositivi si possono progettare per calcolare praticamente il flusso di qualsiasi tipo di liquido, t u t t a v i a il tipo più usato, da 51 mil-limetri, ha una gamma di flusso che varia dai 6,8 ai 68 metri cubi ora, con un margine di errore dello 0,25 per cento e di ripetizione dello 0,1-0,15 per cento. Se impiegati in instal-lazioni fisse, i misuratori a turbina possono essere collegati ai sistemi automatizzati. Alle segnalazioni emesse dal trasmettitore si può ricorrere, infatti, per registrare non solo quan-tità e ritmo di flusso, ma anche per effettuare controlli di livello e di funzionamento continuo. Quanto all'immagazzinaggio del latte esso avviene oggi in serbatoi-silo in cisterne cilin-driche verticali sistemate all'aperto con una capacità di 120.000 litri. Uno di questi nuovis-simi serbatoi, come ci diceva il già citato industriale britannico, è stato installato in Au-stralia ed ha una capacità di 136.000 litri.

tra 1 libri

ISTITUTO PER LA CONTABILITÀ NAZIO-NALE : Atti del 2' convegno di contabilità

na-zionale - Roma, 1970 - pagg. 390 - L. 4.000.

Questo secondo convegno, promosso dall'Istituto per la contabilità nazionale svoltosi nella sede dell'Istituto centrale di statistica, è stato dedicato ad uno dei temi più attuali e delicati della statistica economica, vale a dire ai confronti, nel tempo e nello spazio, dei principali aggregati dei conti economici del Paese.

Sono state presentate tre relazioni, ognuna predi-sposta da un eminente studioso. La prima, preparata dal prof. Antonino Giannone, è rivolta per una parte all'esame dei problemi di carattere concettuale connessi con la comparazione degli aggregati nello spazio, e per l'altra all'esposizione dei metodi di calcolo elaborati per il raffronto. Scendendo a maggiori dettagli, il relatore, definiti gli aggregati oggetto della comparazione (fra i quali giudica come il più idoneo il prodotto lordo interno

pro-capite) e sgomberato il terreno da due questioni di

carattere preliminare quali quella riguardante l'uso dei cambi ulliciali per confrontare il prodotto pro-capite di paesi diversi (uso ritenuto non appropriato perché non corrispondente al rapporto tra i prezzi interni dei paesi interessati) e quella relativa al significato e alla portata dei confronti medesimi (analisi dei fattori intrin-seci ed estrinintrin-seci che limitano o impediscono le compa-rabilità degli aggregati), si sofferma sui singoli metodi operativi che distingue in due gruppi: quello dei metodi tradizionali (della spesa e della produzione) basati sui numeri indici e quello dei metodi analitici basati sulla regressione tra prodotto reale e indicatori non mone-tari (nello spazio e nel tempo). Il Giannone pone infine in evidenza le dillìcoltà che si incontrano nella scelta di opportune unità di misure fisiche per i beni e i servizi personali e nella eliminazione dei fattori inerenti alla diversa qualità dei beni e servizi da confrontare.

L'argomento sviluppato dal prof. Mario de Vergot-tini nella seconda relazione riguarda la comparabilità degli aggregati nel tempo. Precisato che tale operazione è possibile soltanto tra grandezze omogenee il relatore elenca alcuni fattori (generici e specifici) di incompara-bilità e illustra alcuni procedimenti per la loro elimina-zione. Le soluzioni prospettate si riferiscono, in partico-lare, ai problemi della deflazione del valore aggiunto, del calcolo del prodotto lordo reale del settore pubblico, dell'eliminazione delle variazioni del potere di acquisto della moneta, della determinazione del potere di ac-quisto del reddito di un settore produttivo rispetto a quello degli altri settori, del calcolo delle variazioni dei consumi, delle entrate tributarie e dei debiti pubblici. Coneludendo, il De Vergottini afferma che il livello di comparabilità raggiungibile mediante l'applicazione dei diversi procedimenti è tanto maggiore quanto maggiore è il grado di analitieità dei dati medesimi e auspica, a

tal fine, il miglioramento e l'ampliamento della documen-tazione statistica di base.

La terza relazione, del prof. Agostino de Vita, è in-centrata sul tema dei rapporti caratteristici dei sistemi economici, con particolare riguardo ai rapporti tra ag-gregati reali. Dopo brevi note di carattere generale e definitorio il relatore passa all'esame dei principali rap-porti. Escludendo quelli che valgono prevalentemente come indicatori congiunturali e quelli che compren-dendo aggregati monetari costituiscono materia di studi specifici, si sofferma in particolare sui rapporti elle indi-cano il livello di sviluppo, le caratteristiche di struttura e le tendenze evolutive dei sistemi economici e su quelli che misurano il grado di interdipendenza tra aggregati. All'esposizione teorica fa seguito, in forma riassuntiva, un elenco dei principali rapporti che possono essere concretamente calcolati utilizzando i dati disponibili per l'economia italiana. In conclusione di discorso, una completa serie di tabelle espone i risultati di alcune ela-borazioni compiute sui dati della nostra contabilità nazionale.

Oltre alle tre relazioni il volume riporta anche il testo delle comunicazioni presentate da otto qualificati esperti. Di esse diamo qui l'elenco: G. Manera, « Possi-bilità e limiti dei confronti spaziali dei redditi reali »; V. Siesto, « La costruzione di un sistema di conti econo-mici nazionali a prezzi costanti »; G. Frisella Velia, «Redditi fissi e redditi variabili nel sistema economico »; G. Cusimano, « Sull'andamento di taluni parametri carat-teristici dello sviluppo economico della Sicilia »; G. Trotta, « Un nuovo metodo di valutazione dello stock di capi-tale di un qualsiasi sistema economico di cui si valuta il reddito nazionale »; A. Santeusanio, « Cambiamenti di struttura dell'economia italiana e tavole input-output »; A. Gava, « Reddito nazionale nel quadriennio 1966-1969 »; V. Santoro, « Alcuni criteri di utilizzo della contabilità sociale ».

Si tratta, in definitiva, di una pubblicazione oltre-modo interessante e di indubbia utilità per tutti coloro che si dedicano allo studio e al perfezionamento di questa giovane ed importante disciplina che è la conta-bilità nazionale.

R. C.

SINDACATO NAZIONALE REVISORI UFFI-CIALI DEI CONTI: Ruolo dei revisori

uffi-ciali dei conti - edizione 1971 - Milano, 1971

- pagg. X X V I I + 200 - s.i.p.

Il Sindacato nazionale revisori ufficiali dei conti ha preso l'iniziativa di pubblicare il « Ruolo dei revisori uf-ficiali dei conti ». Tale iniziativa supplisce alla carenza di una emissione ufficiale da parte del Ministero di grazia e giustizia, mentre la legge istitutiva (24-7- 1936, n. 1548) ne faceva esplicito richiamo.

Nel ruolo sono elencati 8.000 nomi dei revisori uffi-ciali dei conti di t u t t a Italia, nominati dal Ministero dall'origine del Ruolo sino all'ultimo decreto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 167 del 6 luglio 1970.

In un comunicato che precede l'elenco sono indicate le molteplici difficoltà e fatiche alle quali il Sindacato nazionale revisori ufficiali dei conti è andato incontro per completare il Ruolo, istituito nell'interesse dei revisori ufficiali dei conti iscritti e non al Sindacato, in in ottemperanza alla legge istitutiva ed alle norme del Codice civile.

A tal proposito il Sindacato conta nella compren-sione degli interessati per le inevitabili inesattezze che dovessero riscontrare, dovute all'impossibilità di repe-rire con certezza assoluta i dati relativi.

Il Ruolo è stato compilato con l'ausilio delle Gazzette Ufficiali, degli elenchi telefonici di t u t t a Italia e degli albi delle categorie interessate.

Le difficoltà di carattere tecnico sono da ricercarsi nella impossibilità di controllare l'esattezza dei dati ricavati dalla documentazione a disposizione del Sin-dacato.

Anche il tentativo di integrare e correggere eventuali errori, esperito attraverso l'invio di circa 8.000 circolari direttamente ai revisori ufficiali dei conti, è solo parzial-mente riuscito, in quanto non t u t t i hanno risposto.

Il volume riporta il testo della legge istitutiva e del-l'atto costitutivo del Sindacato. Il Sindacato è in grado di segnalare, su richiesta, nominativi di revisori ufficiali dei conti che conoscono legislazioni e lingue estere.

Il Ruolo — indispensabile per chiunque abbia bisogno di accertarsi dei dati di nomina di un revisore prima di assegnargli la carica e anche in seguito — può essere consultato presso la biblioteca camerale.

T u t t i coloro, inoltre, che fossero interessati a disporre di copia del Ruolo, possono richiederlo al Sindacato nazionale revisori ufficiali dei conti - 20122 Milano, Corso di P o r t a Vittoria 17.

IN BIBLIOTECA