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A scandire la dimensione temporale delle indagini preliminari è l’obbligo previsto dall’art.335 c.p.p.: il p.m. annota, immediatamente, nel registro ad hoc, ogni notizia di reato che gli sia pervenuta ovvero abbia acquisito di sua iniziativa; dunque a segnare il punto di partenza dell’analisi è la notitia criminis. Le implicazioni tra quest’ultima e le indagini preliminari possono essere affrontate in base a diverse chiavi di lettura…una muove dal considerare la notitia di reato come “bussola” delle indagini, in quanto descrittiva del fatto che deve orientare la ricerca degli elementi di prova. In tal senso la notizia di reato costituisce il fondamento ma anche il limite dell’attività di ricerca: nel primo senso giustifica l’avvio e lo sviluppo delle indagini preliminari; nel secondo circoscrive ad un frammento storico l’azione investigativa. Nel vuoto definitorio del codice abrogato, la notizia di reato era identificata sulla scorta di coordinate che esaltavano la conformità dei dati veicolati ad una fattispecie penalmente illecita. Si riteneva che integrasse una notizia di reato qualsiasi atto o fatto idoneo a trasmettere la conoscenza di un reato. Il limite negativo della notitia di reato è fissato con il richiamo a parametri come<<la diceria, il mero

130E.Marzaduri indagini preliminari e modello processuale: profili di incoerenza originaria del codice Vassalli , in AA.VV. verso la riscoperta

91 sospetto..>> poiché inidonei a giustificare l’attività d’indagine131

. Secondo diversa prospettiva non avrebbe senso pesare il grado di rispondenza della notizia alla realtà; l’accento andrebbe posto sulla rilevanza del fatto tale da apparire possibile e verificabile oltre che commesso e specifico. Ambiguo è infine il richiamo all’ipoteticità, ovvero il carattere sommario della qualificazione in iure cucita sull’episodio storico appreso. Possiamo definire la notitia criminis come embrione dell’ipotetica domanda penale di cui rappresenta un necessario antecedente. Il punto cruciale, è chiaro, è quello dei tempi secondo cui il pubblico ministero deve provvedere ad annotare la notitia criminis e dal momento in cui risulti il nome della persona sottoposta alle indagini. Nel pensiero del giudice delle leggi deve essere affrontato il tema dei rapporti tra iscrizione ex art.335 c.p.p. e limiti cronologici delle indagini preliminari. La Consulta prima sottolinea che andrebbe oltre il perimetro del vaglio di legittimità l’imposizione al p.m. di un termine entro cui iscrivere nell’apposito registro il nome della persona alla quale il reato è attribuito132; poi ammonisce i giudici a quibus, affinché verifichino se siano possibili letture alternative delle norme impugnate in modo da renderle conformi ai valori cost. invocati133.

Per ciò che riguarda la valenza dell’iscrizione: questa ha natura meramente ricognitiva dello status di persona sottoposta ad indagine e se omessa non preclude l’operatività delle garanzie dettate per gli atti da compiere; conseguentemente, nell’ipotesi in cui il p.m. ritardi indebitamente l’annotazione nel registro ex art.335 c.p.p. il problema è quello legato alla possibile elusione della sanzione di inutilizzabilità

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A.A. Dalia-M.Ferraioli, manuale di diritto processuale penale, 7°ed. Cedam Padova 2010. P. Dubolinonotizia di reato in dig.disc.pen. aggiornamentoUtet Torino 2000

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Corte cost ord.1°aprile 1998 n.94 che tuttavia ha dichiarato la questione di legittimità manifestamente inammissibile perché priva di motivazione in ordine al requisito della rilevanza nel giudizio a quo.

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92 che colpirebbe, ai sensi dell’art. 407 co.3 c.p.p. gli atti di indagine collocati temporalmente a valle della scadenza del predetto termine, computato a partire dal momento in cui l’iscrizione avrebbe dovuto essere effettuata134. Queste linee tuttavia non sciolgono il nodo pregiudiziale: come va inteso l’avverbio “immediatamente”…dunque deve ritenersi che in virtù del richiamo all’immediatezza operato dall’art.335 co1 c.p.p. non possa esserci soluzione di continuità tra il verificarsi dei citati presupposti ed i relativi adempimenti. Sul piano letterale la presunta elasticità dell’avverbio utilizzato dall’art.335 co1 c.p.p. trova una secca smentita nelle parole della Corte cost: <<ciò che è immediato per definizione non tollera intervalli temporali predefiniti e quindi termini>>135 Mettere in evidenza che l’art.335 co1 c.p.p. non stabilisce alcuna scansione temporale è in linea con il tenore del dettato codicistico. Dunque per evitare che i limiti temporali previsti siano scardinati, il mosaico normativo va cosi ricostruito: art.407 co3 c.p.p. sanziona con l’inutilizzabilità gli atti compiuti dopo la scadenza del termine fissato dalla legge; questo decorre dall’iscrizione nominativa nel registro( art. 405 co2 c.p.p.) alla quale il p.m. deve provvedere immediatamente cioè senza scarti cronologici, in presenza di una persona sottoposta alle indagini; è da reputarsi tale il soggetto al quale il reato risulti attribuito nella notitia criminis pervenuta al p.m., nonché quello nei cui confronti sul presupposto di accertarne la responsabilità, venga compiuto dall’organo d’accusa un atto d’indagine136

. Sulla base di analoghi parametri deve essere calcolato il termine di 6 mesi entro il

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Corte cost ord 22 luglio 2005 n.307. in precedenza, sull’impossibilità di fondare la qualità di persona sottoposta alle indagini sul dato formale dell’iscrizione nel registro, significativiobiterdicta si rinvengono in Corte cost 9 maggio 1994 n.181; sent 12 maggio 1994 n.198

135 Corte cost sent 22 giugno 1998 n.232 136

Parzialmente difforme è la ricostruzione di R. Aprati intorno all’immediatezza

dell’iscrizione della notizia di reato: sindacabilità del giudice e inutilizzabilità degli atti investigativi tardivi in Cass pen 2005 la quale pur escludendo che l’avverbio

“immediatamente” autorizzi dilazioni temporali, ritiene in ogni caso doverosa l’iscrizione solo nel momento in cui venga compiuto il primo atto d’indagine

93 quale il p.m. è tenuto a formulare la richiesta di autorizzazione a proseguire le indagini a carico di persona ignota: il canone dell’immediatezza non lascia spazio a manovre dilatorie in ordine all’annotazione della notizia di reato, momento che segna il dies a quo ai fini dell’art.415 co1 c.p.p. Anche ad avviso della giurisprudenza consolidata, l’iscrizione non ha valenza costitutiva dello status di persona sottoposta alle indagini. Il principio è affermato sul piano dell’art. 63 co2 c.p.p. in quei casi relativi alla lamentata inutilizzabilità delle dichiarazioni rese: il giudice nell’esercitare il potere di controllo deve basarsi su indici sostanziali… da questa impostazione derivano conseguenze di portata generale: le garanzie sono destinate ad operare là dove una persona sia sottoposta alle indagini; in questo senso assunzione della qualità di indagato e decorso del termine ex art.405 co2 c.p.p. devono coincidere. A salvaguardare questo rapporto di simmetria serve quella lettura dell’art.335 co1 c.p.p. che impone al p.m. di dare seguito all’iscrizione nel registro senza apprezzabili intervalli rispetto al sorgere dei presupposti sopra delineati.

3.5 Interpretazione dell’art.407 co.3 c.p.p. orientata alla