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Il nuovo commentatore: lo “stampatore-umanista” 437 Josse Bade van

1 ante 478 Gallico Ferrara Editio princeps Testo

2.1 Gli incunaboli

2.2.7 L’edizione ascensiana con commento multiplo: Seneca, Tragoediae, Paris, Josse Bade, 1514

2.2.7.2 Il nuovo commentatore: lo “stampatore-umanista” 437 Josse Bade van

Assche (Gent, 1462 – Parigi, 1535)438

Josse Bade van Assche fu un umanista nonché uno dei principali stampatori europei di inizio Cinquecento, attivo dal 1503 fino al 1535, anno della sua morte. Secondo la maggioranza degli studiosi, egli venne soprannominato Ascensius in quanto originario di Asse, borgo nei pressi di Bruxelles, nella regione del Brabante Fiammingo439. La sua formazione giovanile si svolse prevalentemente a Gand, alla scuola dei Fratelli della vita comune (Brethren of the Common Life)440, poi proseguì probabilmente a Lovanio e successivamente a Ferrara, dove studiò il greco sotto la guida di Battista Guarini. Per qualche tempo seguì inoltre i corsi di Filippo Beroaldo il Vecchio441. Completati gli studi in Italia, si recò in Francia, dove insegnò a Valence, approntando commenti agli autori classici per gli allievi: come vedremo, anche nell’attività di stampatore cercò sempre di mantenere unite le discipline della filologia e della pedagogia. Il viaggio in Italia lo portò ad avvicinarsi ai metodi d’insegnamento degli umanisti, che nelle proprie opere tentò di coniugare con i metodi d’insegnamento tradizionale442. Nel 1491-1492 si spostò a Lione, dove fu insegnante di letteratura latina

nel collegio di Henri Valluphin e divenne editore e correttore per il tipografo tedesco Jean Trechsel, che aveva fondato la prima stamperia lionese nel 1487 e morì nel 1498. Negli stessi anni, a Lione stava operando come insegnante e autore di commenti anche

437 La definizione di «imprimeur-humaniste» è di Katz 2013, p. 393, citata in Hermand-Shebat 2017. 438 Bibliografia in ordine cronologico per la biografia di Josse Bade: Foppens 1739 in BAB I 31, 250-254;

Jöcher 1750a, pp. 703-704; Christyn 1786 in BAB I 31, 256; Chalmot 1798 in BAB I 31, 257-258; Delvenne 1829 in BAB I 31, 259; Pauwels de Vis 1843 in BAB I 31, 260; Reume 1848 in BAB I 31, 261- 265; Biographie générale des Belges morts ou vivants, 1850 in BAB I 31, 266; Feller 1851 in ABF I 45, 25; Hoefer 1858 in ABF I 45, 26-29; Kobus-Rivecourt 1854 in BAB I 31, 267; Piron 1860 in BAB I 31, 268; Académie Royale des Sciences, des Lettres et des Beaux-Arts de Belgique, 1866 in BAB I 31, 269- 278; Dezobry-Bachelet 1869 in ABF I 45, 30; Bérard 1872 in ABF I 45, 31; Renouard 1898 in ABF I 45, 32-34; Renouard 1969, pp. 6-296; Lebel 1988, pp. 3-9; Engler 1994 in ABF III 21, 365; Gewirtz 2003; Armstrong 2005, pp. 3-13; Crane 2005, pp. 5-38; Parent-Charon 2005, pp. 15-26; White 2013, pp. 1-33; Hermand-Schebat 2017.

439 Per un’approfondita discussione sul significato del soprannome Ascensius, cfr. Gewirtz 2003, p. 5 ss. 440 I Fratelli della vita comune furono i principali promotori della diffusione dell’arte tipografica nei Paesi

Bassi: cfr. Académie Royale des Sciences, des Lettres et des Beaux-Arts de Belgique, 1866 in BAB I 31, 269. A loro Bade rimarrà sempre riconoscente: cfr. Crane 2005, p. 15 ss. Crane interpreta le manifestazioni di riconoscenza di Bade verso i propri maestri come una testimonianza della sua difesa dell’educazione tradizionale.

441 A Mantova secondo Renouard 1969, p. 7; a Bologna secondo White 2013, p. 17 e Hermand-Schebat

2017. L’incontro si rivelò proficuo: nel 1492, Bade curò l’edizione delle Orationes del maestro per la stamperia di Trechsel, a Lione.

442 Cfr. la tesi di Crane 2005, p. 73 per approfondire il tema dell’insegnamento del latino proposto da

Bade, che accolse i nuovi stimoli umanistici mantenendosi tuttavia in continuità con la tradizione medievale.

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Gellio Bernardino Marmitta: come abbiamo visto in precedenza, proprio nel 1491 uscì a Lione la prima edizione del suo commento alle tragedie senecane. A Lione, Bade poté leggere il commento di Marmitta appena uscito: lo tenne così tanto in considerazione da inserirlo, molti anni dopo, nella propria edizione parigina443. Nel 1497, in occasione di un viaggio a Parigi, Bade conobbe Robert Gaguin e successivamente ebbe contatti con lui per la stampa della sua Histoire de France a Lione; fu proprio quest’ultimo ad invitarlo a trasferirsi a Parigi nel 1499. Parigi era una meta ambita per tutti gli umanisti dell’Europa centro-settentrionale: era da molto tempo la sede di una rinomata Università, nonché un importante centro di produzione e vendita di libri, fin da prima dell’invenzione della stampa: in città esistevano infatti 24 librarii jurati che si occupavano di vendere o cedere in prestito i libri di testo ufficiali agli studenti, godendo del privilegio dell’Università444. A Parigi Bade divenne professore di belle lettere e

fondò la celebre tipografia denominata Praelum Ascensianum, che riprodusse nella propria marca tipografica (fig. 2)445.

Fig. 2. La marca tipografica ascensiana. Illustrazione tratta da Reume 1848 in BAB I 31, 265.

443 Anche il commento di Marmitta era nato dalle annotazioni per un corso a giovani allievi: «Itaque has

commentationes quas superioribus annis dum publice profiterer forte indigeste inconditeque annotavimus te hortante, nunc imprimendas dedimus», Appendice II, rr. 18-22.

444 Armstrong 2005, p. 4. Si veda il contributo di Armstrong per avere un approfondimento sul panorama

tipografico parigino del sedicesimo secolo.

445 Per una descrizione di questa marca e delle sue varianti, vedere Crane 2005, p. 5; cfr. inoltre Gewirtz

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L’attività di tipografo è databile a partire dal 1503, e ai suoi inizi collaborò con Jean Petit in qualità di associato446. È dal 1513 che comincia a pubblicare la maggior parte dei volumi a proprie spese, e dal 1517 vende direttamente i libri che produce (o comunque si riserva il diritto di una percentuale sulla loro vendita)447. Prima del 13 gennaio 1516448 è nominato stampatore ufficiale (libraire juré) dell’Università («bibliopola academiae parisiensis»)449: non è quindi un caso che egli producesse soprattutto edizioni corredate da un commento con esplicite finalità didattiche e pedagogiche. Il lavoro congiunto di editore e commentatore, oltre che di stampatore, indusse Bade a ricorrere sempre più frequentemente, durante la propria attività, alla richiesta di privilegi, in modo da avvalorare e proteggere il proprio lavoro originale sui testi450. Anche l’edizione delle Tragoediae di Seneca è protetta da un privilegio regio, annunciato nel frontespizio in colore rosso («Sub privilegio regio in calce explicando»)451 e collocato nell’ultimo foglio stampato del volume (f. L6r)452; in questo privilegio, concesso dal re Luigi XII, si afferma che per i successivi tre anni («in proximum triennium») solo Josse Bade avrebbe avuto il permesso di stampare il proprio commento alle tragedie senecane nel regno di Francia. La presenza del privilegio del re indica come a quest’opera fosse attribuita un’importanza particolare, come prodotto eccellente dell’editoria umanistica parigina e come testo di studio di riferimento per gli studenti453.

446 Renouard 1969, p. 8; vedere inoltre Académie Royale des Sciences, des Lettres et des Beaux-Arts de

Belgique, 1866 in BAB I 31, 275.

447 Parent-Charon 2005, p. 15.

448 Già nel 1507 secondo l’Académie Royale des Sciences, des Lettres et des Beaux-Arts de Belgique,

1866 in BAB I 31, 275.

449 Ibidem.

450 « Les privilèges sont destinés à protéger le travail de commentateur et d’éditeur de l’imprimeur. C’est

ainsi ce qui justifie les demandes de privilège pour les Vitae virorum illustrium de Plutarque et les

Tragoediae de Sénèque en 1514 » (Parent-Charon 2005, p. 17) ; « […] il entend ainsi mettre en valeur

son travail d’éditeur » (Ivi, p. 22).

451 Parent-Charon sottolinea come Bade tenesse a precisare fin dal frontespizio la presenza del privilegio,

nonché la pagina in cui il lettore avrebbe potuto leggerlo in forma integrale: « Bade fut un novateur en indiquant dès 1511, où le lecteur pouvait trouver le privilège ; par la suite, ce fut chez lui une pratique constante » (Parent-Charon 2005, p. 21).

452 Ibidem. Vedere inoltre il catalogo dei privilegi stilato da Armstrong 1990, CH [Privilège donné par la

Chancellerie] 1514, 6, 2.

453 « Josse Bade, qui jouissait de la faveur des milieux proches du roi, s’adressa à la chancellerie

royale […]. C’est en obtenant un privilège de ce type, que Bade se lance dans la carrière en 1510 […] ; cette année-là, il publie, avec Jean Petit et Antoine Koberger, une édition de Valère Maxime qu’il a commentée ; […] conscient de l’importance de la faveur dont il bénéficie, il imprime en rouge, sur la page de titre, un résumé du privilège […]. L’apposition du sceau royal sur les lettres patentes donnant le privilège est un moment solennel » (Parent-Charon 2005, p. 19).

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La casa di Josse Bade divenne un importante luogo di ritrovo per gli umanisti454. I

giovani eruditi che gravitavano intorno al suo atelier venivano chiamati «Ascensiani»: François Du Bois, Pierre Danès et Jacques Toussain455. Nelle Epistole, nonché nella prima edizione del Ciceronianus, Erasmo lodò a più riprese il sapere e lo stile di scrittura dell’Ascensio, paragonandolo – non senza ricevere critiche – a Guillaume Budé456. La maggior parte della sua produzione è costituita da edizioni di autori classici, come Orazio, Persio, Terenzio, Giovenale, Sallustio, Valerio Massimo, Quintiliano, Cicerone, Ovidio, Seneca; troviamo inoltre autori moderni, come Petrarca, Lorenzo Valla, Poliziano, Pietro Crinito, Battista Spagnoli.

Renouard (1969, p. 10) suddivide la vasta produzione ascensiana di più di settecento edizioni (precisamente 775 secondo Hermand-Schebat 2017) in tre gruppi principali: i trattati di teologia e di filosofia; le grammatiche e i dizionari; i testi classici e umanistici. Lebel (1988, p. 5) propone una diversa suddivisione, sempre in tre gruppi: le opere personali di Ascensio, le opere degli autori contemporanei, e infine le opere degli autori classici e degli umanisti. Di tutta la sua produzione « ce sont les Latins qui furent les auteurs à succès du temps de Josse Bade et au XVIème siècle » (Lebel 1988, p. 7). Per ulteriori approfondimenti sull’attività di tipografo di Josse Bade, rimandiamo al medesimo studio di Renouard 1969. Per il catalogo della sua produzione, cfr. Foppens 1739 in BAB I 31, 250-254 e Renouard 1969, p. 24 ss.

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