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CITTÀ CASTELLO

La prima mappa raffigura la città castello di Takamatsu nel 1902. Come si vedrà meglio nel capitolo 5, alcune porzioni di terra sono già state reclamate dal mare, in quello che è il processo che porterà alla trasformazione da città castello a città moderna.

A sinistra è possibile osservare invece la città castello di

Nagoya; si tratta anche in

questo caso di una fase di transizione, in cui è ancora visibile l'organizzazione spaziale del periodo Edo ma con alcuni elementi di epoca Meiji come la ferrovia.

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31-32

1902

KITAMURA YAICHI

Saiken Takamatsu shigai shinzu

Stampa con piastre in rame su carta 360 x 520 mm

s. sc. Or. Meridione (qui mostrato in modo da risultare orientato a Settentrione) East Asian Library - UC Berkeley Collections, The Japanese Historical Maps Collection, Ha254

1896

MURATA SHINKEI

Nagoya meisaizu

Stampa con piastre in rame su carta 170 x 120 mm

s. sc. Or. Ponente (qui mostrato in modo da risultare orientato a Settentrione) East Asian Library - UC Berkeley Collections, The Japanese Historical Maps Collection, Ha138

9. SATŌ, Urban design and change in Japanese castle towns, pp. 226-227 10. SORENSEN, The making of urban Japan, cit. pp. 22-23

11. MIURA, Samurai Castle, cit. p. 43

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l’organizzazione delle città castello aveva una struttura modulare, che si basava sull’utilizzo del

ken per il layout di base; tendenzialmente si trattava

di circa 30 ken o comunque di suoi multipli. Questa tipologia molto spesso è leggibile ancora oggi nonostante le successive trasformazioni avvenute nei secoli; in particolare, il periodo Tokugawa è stato testimone di una grande espansione urbana non controllata, senza pianificazione, per poi passare agli stravolgimenti portati dall’industrializzazione con le sue moderne infrastrutture9.

Nella distribuzione interna erano sostanzialmente due i principi dominanti nella pianificazione degli spazi: la priorità posta nella difesa e nel controllo delle ribellioni interne, e in secondo luogo la necessità di separare le classi feudali. Come già accennato, il castello costituiva la parte centrale della città che lo ospitava; intorno ad esso si sviluppavano per prima cosa le dimore dei samurai vassalli di rango superiore,

karō 家老, costituite generalmente da residenze

spaziose, bukeyashiki 武家屋敷, che all’interno del loro stesso perimetro ospitavano anche le case dei servitori, collocati in lunghe baracche lineari in legno,

nagaya 長屋, rasenti i confini del lotto a formare

un muro esterno; questi alti ufficiali, i più vicini al

daimyō, erano generalmente separati dai samurai

di rango inferiore dalla presenza di un fossato, che ne sottolineava la diversa classe sociale, ed erano

GLI SPAZI ABITATIVI DEL PERIODO EDO: LE RESIDENZE DEI DAIMYŌ TRA CASTELLI E CITTÀ

tutti distribuiti in modo da essere distanti dal loro signore in modo inversamente proporzionale alla loro importanza, fino ad arrivare agli ashigaru 足 軽, i samurai di rango più basso10. L’area dedicata

alla gente comune, ai mercanti e agli artigiani si trovava all'interno del sotoguruwa, ed era distribuita lungo le vie principali di comunicazione e di fronte al cancello d’ingresso del castello, ōtemon, organizzata in una griglia regolare. Un’ulteriore linea di difesa era costituita dalla zona dei templi, in quanto posta lungo il perimetro della città e circondata da alti dobei11;

quest’ultimo fatto assume rilevanza soprattutto se si tiene conto che, al contrario di quanto avviene nella maggior parte delle città occidentali, le città castello giapponesi non venivano tendenzialmente circondate da mura difensive, ma potevano avere dei fossati, mentre si faceva largo uso di mura in pietra nella fortificazione dei singoli castelli.

La necessità di separare le diverse classi feudali risulta evidente se si tiene conto del fatto che ogni distretto era solitamente circondato da muri ed ogni entrata ed uscita erano munite di cancelli, kido 木 戸, e guardiole; in particolare, una guardiola banya 番屋 con la sua rispettiva guardia kidoban 木戸番 si trovava ad ogni intersezione di differenti distretti dei quartieri della gente comune, e più in generale quando una delle strade principali del Paese, o una qualsiasi strada proveniente da un’altra città

o villaggio intersecavano una delle linee di difesa della città. Il kidoban aveva il compito di controllare il traffico notturno, all’incirca dalle dieci di sera alle sei di mattina, quando il cancello risultava chiuso, e doveva lasciar passare le persone attraverso un cancello secondario avvisando allo stesso tempo la guardia della stazione successiva; è interessante notare come la guardia vivesse all’interno della guardiola stessa, e ricevesse un salario talmente basso da costringerlo molto spesso a svolgere attività di commercio12. Le strade risultavano strette: le case

erano addossate su entrambi i lati per impedire una visuale diretta, le linee dritte erano poche, venivano preferiti gli incroci a T e i vicoli ciechi, che rendevano difficile orientarsi; anche i ponti risultavano stretti, in modo da controllare meglio gli attraversamenti; la strada principale solitamente passava dinnanzi la parte frontale del castello piuttosto che quella retrostante, in modo da mostrare la potenza del signore attraverso la maestosità del castello.

Un elemento particolarmente importante all’interno delle città castello e legato sempre ad un discorso di difesa e protezione è sicuramente quello delle

hinomiyagura 火見櫓: si tratta di torrette con

struttura lignea, presenti un po’ ovunque all’interno delle città durante il periodo Edo, che permettevano, come si può intuire dalla traduzione letterale dei singoli kanji, di controllare l’area circostante e

soprattutto di localizzare eventuali principi d’incendio e di monitorarne lo sviluppo13. La singola torretta era

alta circa nove metri, era costituita da quattro pilastri leggermente inclinati verso il centro sormontati da una piattaforma di circa uno tsubo di area, ed aveva una copertura in scandole di legno14. Ne esistevano

diverse tipologie, alcune di esse erano costituite da semplici strutture poste in cima al colmo di un tetto. In generale, la città castello era solitamente suddivisa in tre grandi distretti: il distretto dei samurai,

samuraimachi 侍町, detto anche bukechi 武家地, il

distretto della gente comune, chōninchi 町人地, e il distretto dedicato ai templi, teramachi 寺町, mentre va notato che per i santuari shintoisti non esisteva una collocazione specifica, ma erano distribuiti puntualmente all’interno del territorio cittadino15.

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12. HIRAI, The castles and castle towns, cit. p. 52

13. Ibidem, cit. p. 54 14. JAANUS <http://www.aisf.or.jp/~jaanus/deta/h/hinomiyagura.htm> 15. HIRAI, The castles and castle towns, cit. p. 35

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CHŌNINCHI 町人地, IL DISTRETTO