CAPITOLO II – La medicina greca come modello di cura.
2.1 Origini di una medicina laica in Grecia
Veniamo ora a considerare, da un punto di vista storico, il problema delle origini di una medicina laica e razionale in Grecia. La medicina greca non nasce certo con Ippocrate. Questo personaggio, sotto il cui nome va tutto l'insieme delle circa sessanta opere di medicina greca a noi giunte, è l'erede di una lunga tradizione, le cui origini tuttavia sono problematiche, come problematico è definire esattamente quali innovazioni vennero introdotte dai medici che operarono nella seconda metà del V sec., tra cui Ippocrate fu sicuramente un personaggio di spicco. Sui problemi riguardanti la vita e l'identificazione di dottrine più propriamente “ippocratiche”, ovvero riferibili se non alla stessa persona quanto meno ad una stessa “tendenza” del pensiero medico del V e IV sec a.C., ci soffermeremo più avanti (cfr. infra §2.2) .
Ricordiamo qui innanzitutto che la nascita di una medicina laica non è una novità assoluta della cultura greca, come per lungo tempo gli studiosi hanno creduto. Dopo la scoperta del papiro Edwin Smith, infatti,189 bisogna collocare anche nell'antico Egitto una medicina già
scientificamente abbastanza avanzata, i cui precetti sono per lo più già svincolati da credenze religiose e pratiche magiche. Le origini di una medicina laica in Grecia sono non di meno controverse. I medici greci erano detti Asclepiadi: questo ha indotto in passato alcuni interpreti a pensare che ci fosse un rapporto di filiazione diretta tra la medicina religiosa praticata nei templi dedicati ad Asclepio e la medicina laica testimoniataci nel Corpus
hippocraticum.190 Tuttavia l'archeologia ha provato come una tale ricostruzione debba essere 188 VM, 12. Parimenti rispetto al regime dei sani al cap. 4 si dice: “anche oggi comunque coloro che si occupano di ginnastica e di esercizi fisici sempre compiono qualche nuova scoperta, conducendo l'indagine secondo gli indirizzi tracciati, sui cibi e le bevande che meglio possono venir assimilati e che procurano più forza.”
189 Cfr. Mario Vegetti, Introduzione, in Ippocrate, Opere, a cura di Mario Vegetti, p. 11.
190 Ibidem. Cfr. J. Jouanna, La nascita dell'arte medica occidentale, in M. Gmerk (a cura di), Storia del
pensiero medico occidentale, Laterza, Bari, 1998, p. 27, il quale riporta notizia di una tradizione, attestata da
considerata infondata. Infatti a Cos, isola natale di Ippocrate, e sede sin da tempi arcaici di una delle maggiori “scuole” mediche greche, “al tempo di Ippocrate non c'erano né tempio né culto, e l'isola era già famosa per la sua scuola laica di medicina che fiorì a partire dal sec. V a.C.”191 I templi e la pratica di cura che in essi si svolgeva, fatta di purificazioni e sacrifici, e
basata su una visione della malattia concepita come una presenza demònica da espellere dall'organismo grazie all'intervento diretto del dio, ebbero anzi la loro fioritura negli stessi decenni a cui possiamo far risalire il nucleo più antico delle opere ippocratiche.
In Omero Asclepio viene nominato (Iliade, II, vv. 716-719) come principe di Tricca, in Tessaglia, padre dei due medici guerrieri Podalirio e Macaone. Non era ancora dunque considerato una divinità al tempo di Omero, ma un uomo al quale il centauro Chirone aveva insegnato i balsami lenitivi da applicare sulle piaghe. Egli avrebbe per l'appunto insegnato l'arte ai suoi figli, dei quali poi l'unico superstite della guerra di Troia, Podalirio, sarebbe finito, nel tentativo di tornare in patria, a Syrna, città della Caria, dove si sarebbe stabilito sposando la figlia del sovrano locale cui aveva salvato la vita con la sua arte. Dalla discendenza di Podalirio derivarono, secondo la tradizione, i tre rami della famiglia, stabilitisi rispettivamente a Rodi, a Cos ed a Cnido, tra i quali però il primo interruppe presto la trasmissione del sapere medico.192 Per “Asclepiadi” dunque bisogna intendere in senso stretto
coloro che pretendevano di discendere direttamente dal principe tessalo citato nell'Iliade, ma in senso lato verranno così poi indicati tutti i praticanti dell'arte medica, in modo non diverso da come aedi e rapsodi si definivano “Omeridi”.193 La figura di Asclepio dunque subì
un'evoluzione, divenendo da principe di Tricca un semidio guaritore, figlio di Apollo ed una
Asclepio a Cos.
191 H. E. Sigerist, A history of medicine, New York, 1951-1961, II, p. 58, citato da Vegetti, op. cit., p. 12. 192 Il rapporto tra Cos e Cnido è stato invece oggetto di viva disputa tra gli accademici. Una testimonianza
infondata attribuiva ad Ippocrate addirittura un incendio del deposito degli archivi di Cnido (Andrea,
Genealogia dei medici, nella Vita di Ippocrate di Sorano), mentre Galeno caratterizza tale opposizione come
una rivalità positiva, contrapponendola a quella dei suoi contemporanei (Sul metodo terapeutico I, A). Alcuni studiosi sono tuttavia giunti a negare l'esistenza stessa di due distinte “scuole”. Ad avvalorare questa interpretazione giungeva nel 1977 un'iscrizione rinvenuta a Delfi (Inv. 6687 A e B + 8131) che ci informa dell'esistenza di un'associazione (koinon) tra Asclepiadi di Cos e Cnido che aveva particolari privilegi presso il tempio. In realtà questa iscrizione andrebbe riferita, secondo Jouanna ed altri, ad una organizzazione nobiliare (e non ad una corporazione professionale) la quale probabilmente nel momento in cui l'insegnamento medico veniva esteso al di fuori delle famiglie di provenienza, voleva preservare i privilegi religiosi della famiglia di fronte a possibili usurpazioni del titolo di “Asclepiade”.
193 J. Jouanna, Hippocrate, Fayard, Paris, 1992, trad. it. Ippocrate, Società editrice internazionale, Torino, 1994, pp. 11-14.
donna mortale, ed infine una vera e propria divinità, la cui popolarità crebbe a partire dagli ultimi decenni del V secolo.194 Secondo gli Edelstein la divinizzazione di Asclepio non
sarebbe da collocare che verso la fine del VI sec., mentre il culto entrò in Atene solo nel 420 e a Cos non prima della metà del sec. IV.195 Il primo santuario pare sia stato quello di Tricca,
patria di Asclepio secondo Omero, a cui era strettamente legato quello di Cos, ma la fama del dio guaritore dipende sopratutto dal santuario di Epidauro, nel Peloponneso, dal quale si diffuse anche verso Occidente.
La medicina religiosa si basava su una pratica decisamente differente da quella condotta dalla medicina razionale. Per lo più infatti le guarigioni sembra avvenissero (testimonianza ne abbiamo in Aristofane e nell'epigrafia) grazie all'apparizione del dio durante il sonno del malato il quale, rimasto a dormire nel recinto del tempio, si svegliava l'indomani completamente guarito.196 La medicina laica sembra dunque da ricollegare piuttosto ad altre
tradizioni: da un lato quella della chirurgia, che sui campi di battaglia aveva dato buona prova di sé sin dai tempi arcaici,197 e dall'altro a quella dei medici itineranti. La figura del medico
che si spostava di città in città, mettendo a disposizione la propria abilità tecnica e tenendo alto il nome della medicina contro il proliferare di ciarlatani e guaritori, è già rinvenibile nell'Odissea, nella quale il medico sembra cominciare ad acquisire una vera dignità artigianale (XVII).198 Della tradizione del medico itinerante è espressione ed erede un
importante trattato del Corpus Hippocraticum. Esso, intitolato Arie, acque, luoghi, sembra rivolgersi precisamente al medico viaggiatore, consigliando come comportarsi e indicando quali tipi di malattie aspettarsi nei vari luoghi e città in cui potrebbe trovarsi ad esercitare, attraverso una acuta analisi delle variabili climatiche e geografiche.