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La percezione, la presa di coscienza del proprio corpo e della CV

Orientamenti per la scelta delle esercitazioni

11.2 Finalità principali degli esercizi

11.2.1 La percezione, la presa di coscienza del proprio corpo e della CV

La percezione è il punto di partenza di ogni attività umana motoria e intellettiva, ambedue collegate all’aspetto percettivo e influenzate dalla quantità e dalla qualità delle percezioni che stimolano il cervello. Le informazioni sensoriali, i sistemi di controllo motorio e i rapporti tra gli stessi hanno da sempre attirato l’attenzione degli studiosi fin dai tempi di Cartesio e di Ari-stotele al quale si deve l’enumerazione dei 5 organi di senso vista, udito, tatto, olfatto, gusto.

Sir Charles Sherrington nel secolo passato scrisse che la stazione eretta è una risposta posturale estesa e composita che si attua con la contrazione dei muscoli antigravitari i quali controbilanciano il peso del corpo che altrimenti, flettendo le articolazioni, provocherebbe la caduta a terra; nel 1906 introdusse il concetto di sensibilità propriocettiva per indicare l’insieme dei segnali nervosi che si originano durante il movimento. Secondo questa teoria gli stimoli adeguati sono applicati dall’organismo stesso, da qui il termine proprio, riferito a recettori specifici che si trovano all’interno degli organi di movimento.

La componente propriocettiva è costituita dai fusi neuromuscolari e dagli organi muscolo tendinei del Golgi ed entrambi fanno parte della categoria dei recettori da stiramento perché sono sensibili alle modificazioni fisiche indotte nel muscolo da uno stiramento. Tuttavia, a causa della loro diversa disposizione anatomica nel tessuto muscolare, i primi inviano al SNC informazioni concernenti la lunghezza del muscolo, mentre i secondi segnalano il grado di tensione sviluppata dal muscolo. Alla sensibilità propriocettiva partecipano altre terminazioni sensitive, gli esterocettori, situati all’interno e in prossimità delle articolazioni che compren-dono i corpuscoli di Pacini, presenti anche nei muscoli, i corpuscoli di Ruffini, terminazioni nervose libere, individuate da Beswick nel 1955, e i tenso pressocettori viscerali, ipotizzati da Miller e Waud nel 1925 e Moody e Van Nuys nel 1940, attivati dallo spostamento delle strut-ture mesenteriche e retroperitoneali in seguito ai cambiamenti di posizione. Nella sensibilità propriocettiva dagli studi di D. Burke del 1974 verrebbero inclusi anche gli stimoli provenienti dai recettori cutanei in grado di evocare risposte posturali nonostante la loro natura prevalen-temente fasica perché la loro localizzazione strategica e la tonicità della loro scarica fa pensare che influenzino la postura (Burke, Gandevia e Macefield 1988). L’equilibrio mantenuto nella postura eretta è un tipico e importante esempio di come tutti i meccanismi propriocettivi siano coinvolti producendo un dispositivo effettore in grado di generare una prestazione perdurante nel tempo senza apprezzabile perdita di potenza e perfettamente compatibile con la funzione di sostegno posturale antigravitario.

La biomeccanica dedicata alla motricità e al controllo della postura fa continuamente ri-ferimento agli organi di senso, e in particolare: alla vista per individuare le posizioni spaziali, gli spostamenti relativi e le velocità; all’orecchio nella sua funzione di accelerometro, per gli effetti inerziali conseguenti alla variazione dello stato di moto, per le indicazione di variazioni dell’energia cinetica posseduta e la percezione degli impulsi dinamici; al tatto nella sua funzione di dinamometro delegato alla valutazione delle forze dinamiche e statiche nei contatti.

Oggi conosciamo la natura del sistema operante in retroazione che caratterizza il sistema motorio umano e possiamo affermare non solo che le informazioni sensoriali sono necessarie alla motricità e al suo controllo ma anche che il collegamento tra percezione e movimento non si esplica a senso unico bensì a doppio senso: agisco perché percepisco e percepisco perché agisco.

La percezione è dunque inscindibilmente legata al controllo del movimento in corso di esecuzione.

La percezione di sé implica la capacità di attenzione sul proprio corpo e sulle sue modalità di funzionamento. Controllare i movimenti, essere coscienti e ascoltare la moltitudine d’infor-mazioni che il corpo invia durante il mantenimento di posizioni o l’esecuzione dei movimenti è una pratica fondamentale ed essenziale che porta alla graduale presa di coscienza del proprio corpo. Nel corso dell’apprendimento è di estrema importanza fissare l’attenzione sulle azioni e sulle reazioni del corpo per facilitare la correzione e la memorizzazione del gesto eseguito.

Gli esercizi propriocettivi stimolano in maniera crescente i sistemi propriocettivi e i centri nervosi dai quali dipende la regolazione dell’equilibrio posturale. Poiché l’equilibrio non è rappresentato da una situazione definita ma deriva da un continuo adattamento tonico posturale coordinativo, l’allenamento deve essere basato su esercitazioni che inducano la muscolatura a reagire utilizzando il pieno funzionamento di tutte le aree di informazione e a

fornire una corrispondente e appropriata risposta motoria alla nuova situazione posturale.

Quando invece questo controllo è carente o le risposte sono tardive e inesatte si determina un errore nel gesto da eseguire o una caduta; per questo esercitare la propriocettività aiuta a prevenire le cadute nell’anziano.

Grande importanza riveste l’appoggio plantare in grado di fornire il maggior numero di informazioni propriocettive derivanti dai recettori situati nella parte anteriore del tallone, sot-to la testa dei metatarsi, sotsot-to l’alluce e nei muscoli lombricali. Tali messaggi ci consensot-tono di percepire continui cambiamenti di pressione in diversi punti della pianta del piede accompa-gnati da oscillazioni dell’arto in appoggio e di tutto il resto del corpo. Queste oscillazioni sono determinate inconsciamente dalla contrazione e dal rilassamento muscolare che mettono in movimento le masse corporee affinché la proiezione del baricentro cada sempre nell’ombra d’appoggio della pianta del piede medesimo. Per approfondimenti si rimanda al libro Riedu-cazione del piede problematiche biomeccaniche e posturali statiche e dinamiche (Martinelli 2011b). Dunque lo scopo degli esercizi propriocettivi è il mantenimento della posizione voluta unito a un’elevata capacità di correzione degli sbilanciamenti; e con la ripetizione degli esercizi si acquisisce sicurezza, rapidità e precisione.

Si utilizzano le P.P. precedentemente scelte e gli esercizi sono di facile esecuzione per favorire un approccio positivo, i movimenti vengono eseguiti lentamente, l’attenzione rivolta alle parti del corpo coinvolte mentre il resto del corpo rimane rilassato e il ritmo di esecuzione è scandito dagli atti respiratori. Indi si procede ad attivare le funzioni necessarie.

Per attivare la funzione di percezione si parte da una esecuzione globale con poche indica-zioni per arrivare a cogliere particolari sempre più precisi e fini; la percezione dei dati esterni avviene attraverso gli organi di senso e in particolare tatto, vista e udito.

La funzione di interiorizzazione è la capacità di orientare l’attenzione sul proprio corpo e viene stimolata con la concentrazione durante gli atti respiratori e l’esecuzione dei movimenti.

La funzione di aggiustamento entra in gioco in situazioni che richiedono risposte motorie adeguate a particolari stimoli e i risultati si evidenziano quando gli esercizi sono stati ben in-teriorizzati.

Per facilitare la presa di coscienza della CV bisogna tener conto che il rachide ha una scarsa rappresentazione mentale a livello del SNC, quindi il soggetto sarà stimolato visivamente davanti allo specchio e con contatti al suolo e alla parete a prendere coscienza delle proprie asimmetrie e rigidità; gli esercizi saranno inizialmente segmentari, con alternanza di contrazioni e decon-trazioni muscolari, eseguiti anche in condizione di equilibrio instabile (Fig. 11.1, Fig. 11.2, Fig.

11.3, Fig. 11,4 Fig. 11.5, Fig. 11.6).

Nell’assumere la P.P. e durante l’esecuzione degli esercizi l’attenzione deve essere rivolta alle curve rachidee, se sono accentuate oppure ridotte, se rigide oppure mobili, se la muscolatura è contratta o no, alla posizione del capo, delle spalle, del bacino e degli arti inferiori.

Per il rachide lombare bisogna fare le seguenti considerazioni.

• Subisce gli effetti dei carichi provenienti dall’alto, delle posture incongrue e dei carichi impulsivi provenienti dal basso durante l’impatto del piede al suolo.

• L’iperlordosi lombare è un atteggiamento negativo perché comprime le fibre posteriori del disco compromettendone l’attività metabolica, riduce le dimensioni del canale spinale e dei forami, aumenta il carico sulle faccette articolari, quindi causa una serie modificazioni geometriche e distribuzione di carichi tutti potenzialmente algici.

• Nell’attività dinamica, nel trasporto e sollevamento di gravi, nei casi di vibrazioni conti-nue e di impulsi d’urto, un aumento anche modesto della lordosi rende lassi i legamenti lombari posteriori e fa lavorare solo i muscoli, più adatti per dissipare energia meccanica ed asportarla sotto forma di energia termica.

Fig. 11.1 Fig. 11.2

Fig. 11.3 Fig. 11.5 Fig. 11.6

Fig. 11.4

• Esercizi lenti e controllati con modeste flesso torsioni favoriscono il metabolismo disca-le, riducono la compressione sulle faccette, aprono i forami e ridistribuiscono meglio i carichi sui piatti vertebrali.

• Le iperflessioni invece danneggiano i legamenti interspinoso, sopraspinoso, i legamenti capsulari e le fibre posteriori del disco.

• L’indicazione generale è ricercare l’assetto posturale che orizzontalizza il disco L3-L4 limitando il basculamento del bacino in retroversione e attivando volontariamente la contrazione stabilizzatrice del trasverso dell’addome.

Per il rachide dorsale bisogna fare le seguenti considerazioni.

• È la regione rigida della CV e per prenderne coscienza è importante utilizzare lo specchio e il contatto con una superficie; durante l’esecuzione degli esercizi bisogna mantenere la correttezza della P.P. per evitare compensi cervicale e lombare.

Per il rachide cervicale bisogna fare le seguenti considerazioni.

• È una regione mobile e molto sollecitata; gli esercizi di presa di coscienza sono indispen-sabile per apprendere il controllo e la stabilizzazione.