• Non ci sono risultati.

Prevalenza di BP in giovani sportivi: aspetti epidemiologici e strategie di prevenzione Numerosi studi epidemiologici dimostrano che la popolazione giovanile che pratica sport

Prevenzione del BP di origine meccanica

9.1 La scuola della schiena (Back School-BS)

9.1.7 Prevalenza di BP in giovani sportivi: aspetti epidemiologici e strategie di prevenzione Numerosi studi epidemiologici dimostrano che la popolazione giovanile che pratica sport

a livello agonistico è esposta a rischi soggettivi e oggettivi di BP. La prevalenza di LBP negli atleti è compresa fra il 10% e il 65% a seconda dell’età, del tipo di sport praticato e degli anni di pratica sportiva (Martinelli, Ciari 2000).

Secondo Kujala, Taimela, Oksanen e Salminen (1997) nei lottatori la prevalenza è del 55%, nei ginnasti del 42% e nei nuotatori del 15,8%. Sward, Hellstrom e Jacobsson (1990: 1456) nel loro studio su un campione di 142 fra i migliori atleti svedesi hanno riferito che gli atleti della ginnastica, del calcio e del tennis presentavano al controllo radiografico il 36%-55% di altera-zioni quali una ridotta altezza del disco, ernie di Schmorl e alteraaltera-zioni morfologiche del corpo vertebrale. Per mezzo della RM hanno riscontrato una maggiore incidenza di degenerazione del disco nel 75% dei migliori ginnasti uomini in confronto al 31% dei non atleti.

I nostri studi sulle rachialgie in atleti adolescenti di 14-15-16 anni praticanti calcio, vela, equi-tazione, pallavolo e sci, iniziati in modo sistematico nel 1999 (Martinelli, Finotti e Ciari 1999: 17) e ancora in corso, evidenziano una prevalenza elevata di rachialgie su circa 600 atleti italiani in età evolutiva che praticano a livello agonistico da più di un anno, rispetto al gruppo di controllo.

L’analisi modale del rapporto situazione sportiva-dolore fornisce le seguenti indicazioni:

un’importante condizione di rischio di BP è dovuta agli anni di pratica sportiva agonistica e alla tipologia di allenamento; la localizzazione del BP dipende dal tipo di sport; riguardo all’allena-mento c’è relazione tra BP e particolari esercizi; la localizzazione privilegiata del dolore negli atleti è il tratto lombare, mentre il gruppo di controllo lamenta dolorabilità nel tratto cervicale, come riscontrato nello screening scolastico.

Negli atleti della pallavolo la prevalenza di BP è superiore a tutti gli altri: infatti ne soffre il 57,89% contro il 25% dei praticanti equitazione e il 22% del gruppo di controllo. I pallavolisti si allenano un maggior numero di ore settimanali e sono secondi solo ai calciatori nel numero di partite disputate annualmente. Questo dato confermerebbe l’ipotesi che i pallavolisti sono più esposti al rischio oggettivo dovuto al numero di allenamenti e competizioni disputate.

Gli esercizi che gli atleti considerano dannosi sono:

• per il calcio, scatti brevi, tiri, balzi, flessioni del busto e torsioni;

• per la pallavolo tutti i fondamentali: battuta, schiacciata, posizione di ricezione, tuffo e muro;

• nell’equitazione il trotto con e senza staffe;

• nella vela l’hiking alle cinghie e le posizioni rannicchiate tenute per lunghi periodi;

• per lo sci soltanto i balzi eseguiti in allenamento sembrano avere relazione con il BP.

Tabella 9.3

Consigli per gli insegnanti:

• organizzare l’orario scolastico in previsione del numero di libri da portare giornalmente.

• Consigli per i genitori:

• lo zainetto è come un vestito e la taglia va scelta a misura di bambino; inoltre uno zainetto grande verrà riempito di più;

• evitare quelli con una o più aperture a soffietto che sono più capienti e sbilanciano il bambino all’indietro;

• non farsi condizionare dalla moda ma sceglierne uno con cintura da allacciare all’addome e bretelle ben imbottite;

• quando è indossato non deve scendere al di sotto del bacino.

Consigli per i ragazzi:

• regolare lo zainetto in modo da sentire il peso distribuito ugualmente su tutte e due le spalle, portarlo con la cintura allacciata e non caricarlo di cose inutili.

• Come riempire lo zainetto:

• posizionarlo su un ripiano e riempirlo introducendo per primi i dizionari e i libri più pesanti che devono aderire allo schienale, poi i libri più leggeri e infine i quaderni o altro di dimensione, volume e peso minore;

• mettere nella tasca esterna solo materiale molto leggero.

Cosa mettere nello zainetto:

• solo i libri e il materiale strettamente necessario per quel giorno;

• se il vostro zainetto di dimensioni giuste per la vostra taglia non riesce a contenere tutto parlatene con i vostri insegnanti e cercate insieme una soluzione.

Come indossare lo zainetto:

• posizionarlo vuoto su un ripiano, riempirlo e chiuderlo, girarsi di spalle, piegare le gambe e indossarlo, quindi risollevarsi mantenendo lo zainetto contro la schiena; usare lo stesso meccanismo per liberarsene, senza fare acrobazie.

Cosa evitare durante il trasporto dello zainetto:

• non portarlo mai su una spalla sola, evitare di correre con lo zainetto indossato, non tirare un compagno per lo zainetto, non sollevare lo zainetto da terra bruscamente.

Alternative: un trolley o lasciare i libri pesanti a scuola negli armadietti.

I nostri studi confermano che gli errori in allenamento e le continue ripetizioni del gesto tecnico creano i presupposti per le patologie da sovraccarico sia in soggetti normali che, a maggior ragione, in soggetti che presentano squilibri posturali o patologie rachidee (Martinelli 2003c).

Suddividendo le condizioni di rischio di BP in soggettive (errori posturali, patologie) e ogget-tive (anni di pratica sportiva, agonismo precoce, errori in allenamento, attrezzature incongrue) possiamo intervenire su quelle modificabili e operare nell’ottica di un intervento preventivo a partire dalla prima visita di idoneità all’attività sportiva.

Riguardo alla tipologia degli esercizi svolti in allenamento siamo giunti alla conclusione che risulta assurdo sfruttare eccessivamente l’attivazione costante dei meccanismi dissipatori (dischi) che, per loro natura potenzialmente degenerativa, sarebbero da riservarsi per episodi sporadici non ripetitivi. Abbiamo proceduto all’analisi biomeccanica di alcuni degli esercizi segnalati (balzi, tiri, salti) spesso effettuati con calzature e su terreni inidonei e abbiamo evidenziato che reiterati urti su superfici rigide accelerano l’espulsione dei liquidi dai dischi vertebrali, per cui si compromette l’elasticità di tutta la CV diminuendo di conseguenza la capacità di attenuazione dinamica. In queste situazioni si viene a ridurre l’azione filtrante corporea, si producono grosse compressioni non uniformi sui dischi, si creano i presupposti per le patologie da sovraccari-co; inoltre in tutte le componenti biologiche della parte posteriore della CV aumenta la spesa metabolica, si anticipa lo sviluppo della sensazione di fatica sotto sforzo e pervengono picchi di accelerazione sempre più elevati all’encefalo, riducendo la qualità del controllo posturale in condizioni dinamiche (Parodi, Martinelli 2006).

In Italia nei programmi di preparazione atletica non sono previsti interventi di prevenzione del BP né esercitazioni defaticanti e di compenso mentre, sulla base delle informazioni fornite dagli stessi atleti e intervenendo sulle condizioni di rischio soggettive e oggettive modificabili, abbiamo ottenuto buoni risultati e, come descritto in un precedente lavoro rivolto ai giovani calciatori, si riduce la sintomatologia dolorosa. Siamo giunti alla conclusione che in ogni sport è possibile attuare strategie di mantenimento della salute della CV e di prevenzione del BP cor-reggendo la tecnica di esecuzione degli esercizi proposti in allenamento o sostituendoli con altri aventi la stessa finalità ma con modalità differenti. Indispensabile la collaborazione con l’alle-natore nella scelta degli esercizi e nella tecnica di esecuzione e per inserire una serie di proposte teoriche, informazioni di BS e esercizi di compenso da eseguire anche a casa (Martinelli, Finotti e Ciari 1999: 17; Martinelli 2004). Anche se lo studio delle diverse fasi dell’allenamento non è cosa semplice perché ogni compagine usa una tipologia di allenamento differente e a ogni ruolo corrispondono esercizi mirati al rinforzo di determinate strutture corporee per ottimizzare il gesto tecnico, è possibile però individuare la tipologia degli esercizi ricorrenti che provocano BP durante o dopo la loro esecuzione e, sulla base di note ricerche biomeccaniche, apportare le necessarie modifiche riguardo alla tecnica di esecuzione e al numero di ripetizioni (Becchetti, Parodi et al.

1997). Questo tipo di intervento ha prodotto nei giovani atleti non solo una diminuzione degli episodi di BP ma anche maggiore consapevolezza di sé e corretta gestione del proprio disturbo.

Di seguito le nostre conclusioni:

• la relazione BP-sport giovanile è significativa e le maggiori carenze si riscontrano nell’am-bito della prevenzione;

• in un ragazzo sano la prevenzione del danno si può attuare solo operando nell’ottica del cambiamento laddove si evidenzino modificabili fattori di rischio oggettivo e soggettivo predisponenti;

• si ottengono ottimi risultati modificando la tecnica esecutiva di alcuni esercizi oppure sostituendoli con altri aventi le stesse finalità ma con caratteristiche che procurano minor carico; oppure riducendo il numero di ripetizioni e inserendo esercizi specifici di compenso e decontratturanti;

• è molto efficace abbinare l’apprendimento di norme di BS affinché il giovane atleta ac-quisisca consapevolezza di sé ed è importante imparare la corretta gestione della CV e del proprio disturbo anche nelle normali attività della giornata.

La nostra proposta operativa per giovani atleti prevede di:

a. promuovere strategie di prevenzione primaria: accurata visita medica di idoneità alla pratica sportiva e riduzione delle condizioni di rischio oggettive;

b. dare informazioni sul disturbo e sulla corretta gestione del rachide e inserire esercitazioni di compenso (prevenzione secondaria) nella riatletizzazione dopo uno o più episodi di BP;

c. effettuare una accurata revisione critica e mirata dei programmi di allenamento.

Ci auguriamo che le Federazioni Sportive decidano di inserire queste strategie nei programmi dei preparatori atletici federali. I valori significativi che abbiamo riscontrato e gli errori nelle sedute di allenamento ci inducono a pensare che il fenomeno BP nei giovani sportivi meriti di essere ulteriormente approfondito (Parodi e Martinelli 2008).