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PIL TURISTICO TRENTINO

Nel documento Università degli Studi di Genova (pagine 47-50)

1. RISORSE E POLITICHE TURISTICHE IN TRENTINO

1.5. PIL TURISTICO TRENTINO

nazioni, seguite quest’anno da Austria e Svizzera.

Ha trionfato in generale un turismo di prossimità, ovvero una preferenza alla fruizione di mete vicine, che ha permesso all’intero comparto turistico di limitare danni drammatici sul fatturato.

che completano la vacanza, la cui quantificazione risulta dunque essenziale). I dati raccolti dall'indagine dell’Ispat ci consentono una visione più ampia del fenomeno, permettendo una maggior comprensione del reale volume d’affari movimentato in Provincia: il valore precedentemente presentato viene infatti aggiornato tenendo in considerazione la spesa dei turisti pernottanti sul territorio, dalla quale è possibile ricavare la quota che si trasforma in valore aggiunto, concorrendo dunque alla formazione del Pil.

La spesa turistica di fatto corrisponde alla domanda alla quale il sistema economico deve rispondere attraverso l’offerta di beni e servizi, garantiti dalla produzione interna e dalle importazioni. Si può dunque facilmente affermare che la spesa che i turisti effettuano sul territorio provinciale - nelle diverse sfaccettature che dipendono dal profilo del turista e dalla modalità di fruizione della vacanza - contribuisca a sostenere l'attività produttiva delle imprese.

Indubbiamente i maggiori risvolti positivi saranno nei confronti di quei comparti che sviluppano la propria attività sull’interazione diretta con il turista (impatto diretto), come alberghi e pubblici esercizi, servizi di trasporto, ecc; tuttavia - dato un sistema produttivo locale basato su un sistema di relazioni intersettoriali - la spesa dei turisti crea anche un impatto indiretto, andando ad attivare la produzione anche di altri settori: al fine di soddisfare la domanda dei turisti, i settori coinvolti in modo diretto si riforniscono infatti dei beni intermed i necessari, stimolando una produzione che garantisce inoltre la creazione e il mantenimento di posti di lavoro; si crea così un circolo virtuoso con una distribuzione di redditi, che permette a sua volta di mantenere capacità di spesa da parte della popolazione. In ultima analisi la spesa dei turisti produce anche un impatto indotto, generato dai consumi di chi, direttamente o indirettamente, ha lavorato nel settore turistico.

Al fine di stimare l’impatto della domanda turistica sull’economia provinciale, la Provincia di Trento ha quantificato perciò tutti questi flussi - diretti, indiretti ed indotti (nel caso per l'anno 2013, attraverso le tavole intersettoriali) -, tenendo dunque conto sia della produzione attivata, sia del valore aggiunto, sia dei posti di lavoro creati. In base al calcolo effettuato45 - considerando anche il conteggio delle imposte indirette nette - il fatturato totale generato

45 Quantitativamente, nel corso dell'anno preso in considerazione, la spesa turistica ammontava a oltre 2.488 milioni di euro (ben il 52% circa attribuibile alla stagione estiva). A fronte di questo introito è stato stimato un valore di produzione che ammontava a circa 2.888 milioni di euro, di cui il 76% costituito da produzione diretta, mentre il 24% da produzione attivata indirettamente nelle modalità viste precedenteme nte (scambi intersettoriali ed acquisti dei percettori di reddito di chi ha lavorato del turismo). Questa produzione, generata dalla spesa turistica, porta alla creazione di nuova ricchezza, ovvero di valore aggiunto, che per il 2013 è stato stimato pari alla quota di 1.441 milioni di euro (il 74% dalla produzione diretta - attivata dalla domanda diretta del turista ai vari operatori – mentre il 26% deriva dalla produzione attivata dall'insieme delle attività economiche coinvolte per soddisfare la domanda di beni e servizi intermedi e dagli effetti sull’indotto).

dall’attività turistica (per la categoria di turisti studiata) corrisponde a circa l’11% del PIL provinciale (con una cifra stimata in base ai fattori presi in considerazione che ammonta a quasi 1.750 milioni di euro, per il 2013).

La Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Trento a giugno 2020 nelle sue “Osservazioni”46 presentate all'audizione sui disegni di legge in merito alla riforma del turismo, considerando l'incidenza del turismo sull'economia provinciale, ha ribadito che i dati ufficiali di contabilità provinciali rivelano che la branca economica dei servizi di alloggio e di ristorazione - ovvero quella che approssima maggiormente il valore prodotto dalle imprese operanti nel turismo - genera il 6,3% del valore aggiunto complessivo provinciale, superiore alla media italiana che si attesta sul 3,7%. Aggiunge altresì che l'offerta produttiva che interviene per soddisfare il turista va oltre il settore meramente "turistico" coinvolgendo altre branche, motivo per cui il peso economico del turismo (considerata la spesa del turista) è pari circa al 12%-14% del PIL, confermando dunque un apporto più elevato rispetto alle stime ufficiali, che considera oltre alla produzione attivata da tutte le branche del sistema economico, anche gli effetti indiretti del turismo stesso.

Ciononostante l'Assessore all'artigianato, commercio, promozione, sport e turismo Roberto Failoni è più volte andato contro questa tendenza, sostenendo che i dati ufficiali descrivano una situazione che non dà merito alla realtà dei fatti, ed appoggiando la linea di pensiero per cui il contributo del turismo al Pil provinciale sia molto superiore alle cifre presentate dall’Ispat, fra altri (ovvero al contributo compreso fra l’11% ed il 14%), tesi più volte sostenuta anche nel suo Manifesto del Turismo Trentino 2018-2023. La filiera dell’Economia Turistica è composta di tante aziende e settori diversi (imprese artigiane, agricole, industriali, dei servizi e del Terziario in generale) che lavorano anche grazie all’attività che generano le imprese turistic he in senso stretto. Su questa base l'incidenza del turismo sul PIL – dalle parole dell'Assessore -

“arriva fino al 20 o al 30% a seconda di come si considerano gli effetti prodotti sull’indotto ”47. La ricerca condotta nel 2015 dal Centro studi Unioncamere Emilia-Romagna - dal titolo “Il turismo invisibile” -, è perfettamente in linea con l’affermazione dell’Assessore, indicando che

46 Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Trento. Osservazioni della Camera di Commercio I.A.A. di Trento ai Disegni di legge: n. 53 "Disciplina della promozione territoriale e del mark eting turistico del Trentino" (d'iniziativa della Giunta provinciale su proposta dell'assessore Failoni), n. 16 "Modificazioni della legge provinciale sulla promozione turistica 2002" (proponenti consiglieri Dallapiccola, Demagri e Rossi).

Disponibile al link: https://bit.ly/3uY31Ul

47Confcommercio. Imprese per l'Italia. Trentino. (27/01/2020). Failoni presenta gli aggiornamenti della riforma APT agli albergatori Unat. Disponibile al link: https://www.unione.tn.it/notizia/failoni-presenta-g li-aggiornamenti-della-riforma-apt-agli-a lbergatori-unat

l’incidenza del Pil turistico, o più precisamente del valore aggiunto turistico diretto e indiretto, sul Pil totale nella Provincia Autonoma di Trento è superiore al 30 per cento, collocando il Trentino fra le province con il valore aggiunto più alto (con un valore pro capite di 9.993 euro di ricchezza creata dal settore).

A fronte di questa enorme rilevanza del settore nell’economia provinciale, nel 2020 la mancanza degli introiti da esso derivati ha innescato un danno economico importante, che non riguarda solo le singole aziende ma tutta la Provincia. La forte mancanza soprattutto di stranieri nel 2020 ha avuto pesanti conseguenze sul Pil turistico trentino, in particolare se si considera che sono proprio i turisti internazionali che apportano maggiori contributi al valore aggiunto del settore turistico, con una spesa media giornaliera cada uno di 154 euro in inverno e 104 euro in estate, contro una spesa dei turisti italiani che si attesta mediamente rispettivamente sui 127 euro (22% in meno) e 100 euro (4% in meno). Pertanto una loro minor presenza sul territorio provinciale si traduce in un minor impatto sul valore aggiunto.

L'Asat (Associazione Albergatori ed Imprese Turistiche della Provincia di Trento) ha calcolato una perdita media fra il 30 e il 40% durante il 2020, per quanto riguarda il settore alberghiero, con picchi che arrivano a toccare il 70% nelle zone lacustri del Trentino (ovvero sui laghi di Garda, Levico e Caldonazzo). La stima effettuata dall’associazione sulla presente stagione invernale, ad oggi rivela una perdita per il settore ricettivo alberghiero ed extralberghiero che va dai 115 ai 125 milioni di euro; l’ammanco complessivo - comprensivo della mancata spesa turistica sul territorio provinciale - viene invece stimato ad un valore compreso tra i 280 ed i 300 milioni di euro. Una situazione senza dubbio drammatica dal punto di vista economico, e ancor peggiore se si considera l’intero deficit della stagione invernale, compresi quindi anche i primi mesi del 2021.

Nel documento Università degli Studi di Genova (pagine 47-50)